Diberdayakan oleh Blogger.

Popular Posts Today

I rating di Citi su dieci asset manager

Written By Unknown on Kamis, 31 Oktober 2013 | 15.11

Le società di asset management hanno registrato nell'ultimo anno una buona performance, con il testa i gestori inglesi che sono saliti in media del 70%. Ma a questi prezzi sono ancora interessanti? Ecco il parere degli esperti della banca d'affari Usa

1) Aberdeen Asset Management. Il gruppo inglese diversificato a livello internazionale, che capitalizza 8,9 miliardi di dollari, merita un prezzo obiettivo di 4,25 sterline, inferiore del 7% alle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) stimato dell'esercizio 2013 è 14,4 e scende a 13 nel 2014, mentre il rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) è rispettivamente 10,4 e 9,6. Il rendimento del dividendo (dividend yield) è 3,6% nel 2013 e 4% nel 2014. Il rating è hold (mantenere).

2) Ashmore Group. Alla società di gestione con sede a Londra, che capitalizza 4,75 miliardi di dollari, è stato assegnato un  target price di 3,90 sterline, inferiore del 6% alle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) stimato dell'esercizio 2013 è 14,6 e passa a 13,8 nel 2014, mentre il rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) è rispettivamente 10,2 e 9,3.  Il dividend yield è 3,9% nel 2013 e 4,3% nel 2014. Il rating è hold (mantenere).

3) F&C Asset Managemen. La mid cap inglese, che capitalizza 988 milioni di dollari, ha un prezzo obiettivo di 1,12 sterline, superiore del 6% alle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) stimato dell'esercizio 2013 è 10,9 e scende a 9,9 nel 2014, mentre il rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) è rispettivamente 7,5 e 7,1. Il rendimento del dividendo è 2,9% sia nel 2013 che nel 2014. Il rating è hold (mantenere).

4) Hargreaves Lansdown. Il gestore inglese, che capitalizza 8,86 miliardi di dollari, è correttamente valutato, secondo gli analisti, 7,80 sterline per azione, inferiore del 32% alle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) è molto elevato: 33,8 nel 2013, che 28,3 nel 2014, mentre il rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) passa da 25,3 a 21,5. Il dividend yield è 2,7% nel 2013 e 3,1% nel 2014. Il rating è sell (vendere).

5) Henderson Group. Il gruppo Uk, che capitalizza 3,78 miliardi di dollari, merita un prezzo obiettivo di 1,81 sterline, inferiore del 13% alle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) stimato dell'esercizio 2013 è 14,4 e sale a 15,6 nel 2014, mentre il rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) è rispettivamente 11,5 e 12. Il rendimento della cedola è 3,6% nel 2013 e 3,9% nel 2014. Il rating è hold (mantenere).

6) Jupiter Fund Management. La società inglese di asset management, che capitalizza 2,97 miliardi di dollari, ha un target price di 4,00 sterline, in linea alle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) stimato dell'esercizio 2013 è 15,8 e scende a 14,5 nel 2014, mentre il rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) è rispettivamente 11,9 e 10,8.  Il dividend yield è 2,9% nel 2013 e 3,2% nel 2014. Il rating è buy (comprare).

7) Man group. Al gestore con sede a Londra diversificato in tutto il mondo, che capitalizza 2,66 miliardi di dollari, è stato attribuito un prezzo obiettivo di 0,90 sterline, in linea con le quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) stimato dell'esercizio 2013 è 15,2 e cala a 10,7 nel 2014, mentre il rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) passa da 5,5 a 5,7. Il rendimento del dividendo è 2,5% nel 2013 e 5,5% nel 2014. Il rating è hold (mantenere).

8) Schroders Plc. Il gruppo internazionale di asset management, che capitalizza 11,89 miliardi di dollari, merita un prezzo obiettivo di 26,88 sterline, in linea alle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) stimato dell'esercizio 2013 è 19,6, che scende a 15,2 nel 2014, mentre il rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) è rispettivamente 13,7 e 11,5. Il dividend yield è 1,8% nel 2013 e 2,5% nel 2014. Il rating è buy (compare).

9) Schroders Plc Nv. Al titolo è stato assegnato un target di 21,20 sterline, inferiore del 4% alle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) stimato dell'esercizio 2013 è 15,8 e scende a 12,5 nel 2014, mentre il rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) è rispettivamente 12,7 e 10,4. Il rendimento del dividendo è 2,1% nel 2013 e 3,1% nel 2014. Il rating è buy (comprare).

10) GAM Holding. Il gestore elvetico, che capitalizza 3,35 miliardi di dollari, ha un prezzo obiettivo di 17,15 franchi svizzeri, inferiore del 4% alle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) stimato dell'esercizio 2013 è 14,5 e scende a 12,9 nel 2014, mentre il rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) è rispettivamente 9,8 e 8,5. Il dividend yield è 3,5% nel 2013 e 3,9% nel 2014. Il rating è hold (mantenere).



15.11 | 0 komentar | Read More

Conti in rosso per Sony

Di Roberta Castellarin

La conglomerata giapponese Sony annuncia una perdita di 15,6 miliardi di yen (160 milioni di dollari) nel primo semestre e annuncia un taglio del 40% delle sue stime sui profitti di fine anno. Nello stesso periodo di un anno fa il rosso era stato di 40,1 miliardi di yen.

Per la fine dell'esercizio attuale Sony riduce da 50 a 30 miliardi di yen le previsioni sugli utili. Nel primo semestre gli utili operativi ammontano a 51,1 miliardi di yen, in rialzo del 40%, mentre le vendite crescono dell'11,8% a 3.490 miliardi di yen.



15.11 | 0 komentar | Read More

Credit Suisse, dieci titoli per agganciare la ripresa

Written By Unknown on Rabu, 30 Oktober 2013 | 15.12

Di Ester Corvi

Gli esperti del Credit Suisse ne sono convinti: i segnali di ripresa economica sono destinati a rafforzarsi nei prossimi mesi, migliorando a loro volta il sentiment degli operatori, che saranno più propensi a investire nei listini europei. Ecco dieci titoli che hanno tutti numeri per battere il mercato.

1)Amec L'operatore Uk che offre servizi di consulenza, engineering e project management nel settore petrolifero, gas e carbone, in un anno ha reso sul listino di Londra il 17%. Ha un p/e (prezzo/utile) è 12,4, mentre il p/b (prezzo/valore di libro) è 3,2. Il rendimento stimato per l'esercizio 2013 del free cash flow è 6% e del dividendo è 3,4%.

2)Randstad Holding Il gruppo olandese, specializzato nel lavoro interinale, negli ultimi 12 mesi ha realizzato un ritorno totale dell'81,5%. Il p/e (prezzo/utile) è 17,1, mentre il p/b (prezzo/valore di libro) è tre. Il rendimento stimato per l'esercizio 2013 del free cash flow è 3,7% e del dividendo è 2,4%.

3)SAP La multinazionale tedesca del software ha registrato in un anno un total return del 5,7%. Il p/e (prezzo/utile) è 15,8, mentre il p/b (prezzo/valore di libro) è 4,8. Il rendimento stimato per l'esercizio 2013 del free cash flow è 5,2% e del dividendo è 1,6%.

4)Tieto Oyl Il gruppo di IT (Information Technology) sul listino di Helsinki ha reso negli ultimi 12 mesi il 13,6%. Il p/e (prezzo/utile) è 10,4, mentre il p/b (prezzo/valore di libro) è 2. Il rendimento stimato per l'esercizio 2013 del free cash flow è 8,5% e il dividend yield è 5,3%.

5)WPP Il colosso inglese della pubblicità in un anno ha realizzato un ritorno totale del 72,7%. Il p/e (prezzo/utile) è 14,9, mentre il p/b (prezzo/valore di libro) è 2,5. Il rendimento stimato per l'esercizio 2013 del free cash flow è 6,2% e del dividendo è 2,5%.

6)Publicis Groupe Il gruppo pubblicitario ha reso sul listino di Parigi il 51,6% in un anno. Il p/e (prezzo/utile) è 15,5, mentre il p/b (prezzo/valore di libro) è 2,6. Il rendimento stimato per l'esercizio 2013 del free cash flow è 6,4% e del dividendo è 1,8%.

7)IAG Il colosso del trasporto aereo, che comprende British Airways e la compagnia low cost Vueling, negli ultimi 12 mesi sul listino di Londra ha più che raddoppiato la quotazione. Il p/e (prezzo/utile) è 13,8, mentre il p/b (prezzo/valore di libro) è 1,8. Il rendimento stimato per l'esercizio 2013 del free cash flow è negativo (-2,8%) e del dividendo è nullo.

8)Alfa Laval  In un anno il titolo  ha registrato un total return del 30%. Il p/e (prezzo/utile) è 18,6, mentre il p/b (prezzo/valore di libro) è 4,3. Il rendimento stimato per l'esercizio 2013 del free cash flow è 5,8% e del dividendo è 2,3%.

9) Atos Il gruppo tecnologico negli ultimi 12 mesi ha garantito sul listino di Parigi un ritorno totale del 17,5%. Il p/e (prezzo/utile) del titolo è 12,5, mentre il p/b (prezzo/valore di libro) è 2,2. Il rendimento stimato per l'esercizio 2013 del free cash flow è 6,9% e della cedola è 1,1%.

10) Assa Abloy La società, specializzata in chiusure di sicurezza, in un anno ha reso a Stoccolma il 43,6%. Il titolo ha un p/e (prezzo/utile) di 18,6, mentre il p/b (prezzo/valore di libro) è 4,2. Il rendimento stimato per l'esercizio 2013 del free cash flow è 3,5% e del dividendo è 1,8%.



15.12 | 0 komentar | Read More

Balza l'utile grazie a East Africa, Eni avvierà programma di buy back

Di Francesca Gerosa

La cessione di Eni East Africa fa balzare l'utile di Eni. Il colosso oil ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto pari a 3,9 miliardi di euro, in aumento dagli 1,53 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2012 (+61,9%). Merito della plusvalenza al netto dei relativi oneri fiscali di 3 miliardi registrata sulla cessione del 28,57% di Eni East Africa, titolare del 70% dei diritti minerari dell'Area 4 di scoperta in Mozambico, alla compagnia cinese China National Petroleum Corporation.

L'utile operativo adjusted è sceso del 15,7% a 3,44 miliardi, depurando il trimestre di confronto del contributo Snam alle continuing operations. Ben oltre le attese degli analisti (990 milioni) l'utile netto adjusted a 1,17 miliardi. Il dato risulta però in calo del 29,4% anno su anno a causa del peggioramento della performance operativa, dei minori risultati delle partecipazioni industriali e dell'aumento di circa 10 punti percentuali del tax rate consolidato (63,4%) di riflesso al contributo proporzionalmente più elevato del settore Exploration & Production, soggetto a maggiori aliquote fiscali.

Inoltre l'incasso netto della dismissione in Mozambico e il flusso di cassa netto da attività operativa di 3.036 milioni hanno coperto gli investimenti del periodo (3.053 milioni) e il pagamento dell'acconto dividendo 2013 di Eni di 1.993 milioni, determinando rispetto al 30 giugno 2013 una riduzione di 1.346 milioni dell'indebitamento finanziario netto consolidato che al 30 settembre si è attestato a 15.146 milioni. Il debito è migliorato meno del previsto visto che gli analisti se lo aspettavano a 14,5 miliardi.

E' inoltre risultata in calo del 3,8% a 1,653 milioni di boe al giorno, ma pressoché in linea con le attese (1,627 milioni di boe al giorno), la produzione a causa degli impatti rilevanti degli eventi di forza maggiore in Nigeria e in Libia (circa 50 mila boe al giorno). Anche le vendite di gas pari a 18,35 miliardi di metri cubi hanno registrato una flessione di 1,13 miliardi di metri cubi (-5,8%) a causa principalmente dell'utilizzo della flessibilità ottenuta dalla rinegoziazione dei contratti di approvvigionamento longterm, in un quadro di perdurante debolezza della domanda, pressione competitiva ed eccesso di offerta.

Le vendite in Italia hanno però evidenziato un leggero aumento (+2,9% a 6,13 miliardi di metri cubi nel trimestre) grazie ai maggiori volumi spot che hanno compensato il continuo deterioramento del settore termoelettrico. Come previsto, il margine di raffinazione nell'area del Mediterraneo ha registrato una sostanziale flessione a 2,14 dollari al barile (-73,1% rispetto al terzo trimestre 2012, -39,9% sui nove mesi) a causa dei fattori di debolezza strutturale del settore penalizzato da eccesso di capacità, calo della domanda di raffinati ed elevato costo della carica petrolifera.

Le vendite di prodotti petroliferi nel mercato rete Italia pari a 1,71 milioni di tonnellate hanno evidenziato una flessione del 23,7% per effetto del calo dei consumi nazionali e della forte pressione competitiva. La quota di mercato nel terzo trimestre 2013 è così al 27,2% rispetto al 34,5% del terzo trimestre 2012. Mentre le vendite rete nel resto d'Europa sono risultate in lieve crescita grazie ai maggiori volumi commercializzati in particolare in Germania (+2,5% a 0,83 milioni di tonnellate). I risultati del terzo trimestre sono stati anche penalizzati dell'apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro (+5,9% nel trimestre).

"Questi risultati consolidano la nostra redditività in un trimestre che ha risentito ancora delle difficili condizioni dei mercati europei del mid e downstream, delle riduzioni straordinarie delle produzioni in Nigeria e Libia e dell'apprezzamento dell'euro. Considerata la natura temporanea di questi fattori e la solidità del nostro business, avvieremo il programma di buy back", ha annunciato l'ad di Eni, Paolo Scaroni, ricordando che nel terzo trimestre il gruppo ha ottenuto importanti successi esplorativi, compiuto eccellenti progressi nello sviluppo con nuovi start-up e monetizzato parte della sua partecipazione in Mozambico.

Per quanto riguarda l'intero esercizio, il management prevede un livello di spesa per gli investimenti sostanzialmente in linea rispetto al 2012 (12,76 miliardi di euro l'ammontare degli investimenti tecnici e 0,57 miliardi quello degli investimenti finanziari del consuntivo 2012 esclusi gli investimenti di Snam).

I principali temi del 2013 sono lo sviluppo delle riserve di idrocarburi in Africa sub-sahariana, Africa settentrionale, Norvegia, Stati Uniti, Iraq, Kazhakstan, Venezuela, i progetti esplorativi in Africa sub-Sahariana, Norvegia, Egitto, Stati Uniti e temi emergenti/nuove aree, e iniziative di ottimizzazione e crescita selettiva negli altri settori con l'avvio dei lavori Green Refinery presso Venezia e i progetti elastomeri e bio-plastiche nella chimica.

Il leverage a fine anno, assumendo un prezzo del brent medio annuo di 108 dollari al barile, è previsto sostanzialmente in linea al livello di fine 2012 per effetto della gestione industriale e di portafoglio. Per quanto riguarda la produzione di idrocarburi, il livello produttivo su base annua è previsto in calo rispetto al consuntivo 2012 a causa dell'impatto dei fattori geopolitici, in particolare in Nigeria e in Libia. Le precedenti indicazioni parlavano di un risultato stabile.

Proseguirà lo sviluppo dei grandi progetti in portafoglio, tra cui quelli in Kazakhstan, Algeria e Angola, e l'entrata a regime dei campi avviati nel 2012, in particolare in Egitto, il cui contributo tuttavia non è tale da assorbire i citati eventi di forza maggiore, il declino delle produzioni mature e i disinvestimenti del 2012. Sul fronte delle vendite del gas, sono previste in flessione rispetto al 2012 (95,32 miliardi di metri cubi il dato consuntivo 2012) per effetto della cessione di Galp e dell'utilizzo della flessibilità ottenuta dalla rinegoziazione dei contratti di approvvigionamento long-term.

Anche le vendite di prodotti petroliferi rete in Italia e resto d'Europa sono previste in calo rispetto al 2012 (10,87 milioni di tonnellate il dato consuntivo 2012) a causa della contrazione della domanda nazionale di carburanti e della pressione competitiva, scontando inoltre l'effetto della campagna commerciale "riparti con Eni" dell'estate 2012. La riduzione prevista in Italia sarà comunque parzialmente compensata dall'incremento delle vendite atteso nel resto d'Europa.

"I risultati sono sopra le attese", commentano a caldo gli nalaisti di Intermonte, osservando tuttavia le indicazioni non brillanti a causa del taglio delle stime su estrazione e produzione e la debole la generazione di cassa. "Il quadro generale è comunque quello di risultati positivi. Confermiamo la nostra raccomandazione neutral su Eni con un target price a 18 euro".



15.12 | 0 komentar | Read More

Morgan Stanley, focus su dieci utility europee

Written By Unknown on Selasa, 29 Oktober 2013 | 15.12

Di Ester Corvi

Nei prossimi giorni i maggiori gruppi europei del settore utility comunicheranno i risultati del terzo trimestre, che nella maggior parte dei casi saranno deboli. Ecco le previsioni e i rating degli specialisti di Morgan Stanley, che hanno esteso le loro proiezioni fino a 2015.

1) EDF. Il rating degli esperti della banca d'affari è overweight (sovrappesare) sebbene il prezzo obiettivo (26 euro) sia molto vicino alle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) è stimato 14,1 nel 2013 e 12,3 nel 2014, a fronte di un rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) di 6,5 in entrambi gli anni. Interessante il rendimento della cedola (dividend yield), che sale dal 4,6% dell'esercizio 2013 al 5,2% nel 2014 e al 5,7% nel 2015. I risultati trimestrali saranno annunciati il 7 novembre.

2) National Grid. Giudizio positivo anche sulla utility inglese con target price 880p. Il p/e (prezzo/utile) è stimato 15,1 nel 2013 e 14,4 nel 2014, a fronte di un rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) di 9,9 quest'anno e 9,2 nel prossimo. Attraente il dividend yield, che passa dal 5,4% dell'esercizio 2013 al 5,6% nel 2014 e al 5,7% nel 2015.

3) Veolia Environment. Nel caso del gruppo francese Veolia il prezzo obiettivo di 14 euro implica un potenziale di crescita del 7% circa dalle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) è stimato 33,5 nel 2013 e 19,9 nel 2014, a fronte di un rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) di 6,3 quest'anno e 5,6 nel prossimo. Il rendimento della cedola è previsto intorno al 5,4% nel 2013 e 2014 per poi crescere (5,8%) nel 2015. I risultati trimestrali saranno comunicati il 7 novembre.

4) EDP. La utility portoghese dovrebbe annunciare (il 31 ottobre) risultati trimestrali piuttosto deboli. Il focus sarà sui rischi legati alla regolamentazione e sull'esecuzione del piano di deleveraging. Gli analisti ritengono tuttavia che il titolo recentemente sia stato troppo penalizzato rispetto a un target price di 3,10 euro. Il p/e (prezzo/utile) è stimato 9,1 nel 2013 e 10,5 nel 2014, a fronte di un rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) di 8,2 quest'anno e 8,4 nel prossimo. Il dividend yield è superiore alla media: 6,9% dal 2013 al 2015. I risultati trimestrali di EDP Renovavais saranno annunciati il 30 ottobre.

5) Drax. Prezzo obiettivo di 770p, che implica un buon margine di rialzo, per il gruppo inglese, che ha un p/e (prezzo/utile) di 24,4 nel 2013 e 21,3 nel 2014 a fronte di un rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) di 12 quest'anno e 9,4 nel prossimo. Il rendimento della cedola è invece basso (2,1% dell'esercizio 2013, 2,3% nel 2014 e 2,5% nel 2015).

6) SSE. Gli esperti di Morgan Stanley ritengono che il titolo Scottish & Southern sia sopravvalutato rispetto a un target di 1.280p. Il p/e (prezzo/utile) è stimato 13,2 nel 2013 e 12,9 nel 2014, a fronte di un rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) intorno a otto in entrambi gli anni. Merita invece attenzione il dividend yield, che sale dal 6,2% dell'esercizio 2013 al 6,5% nel 2014 e al 6,9% nel 2015. I risultati di bilancio saranno annunciati il 13 novembre.

7) Iberdrola. Alla utility spagnola è stato assegnato un prezzo obiettivo di 3,80 euro, superiore alle quotazioni recenti. Il p/e (prezzo/utile) è 10 nel 2013 e 13,3 nel 2014 a fronte di un rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) di 7,5 in entrambi gli anni. Il rendimento della cedola scende invece dal 6,7% del 2013 al 5,4% dell'esercizio 2014 e al 5,3% nel 2015.

8) Verbund. Parere negativo sulla società austriaca, che secondo gli analisti è correttamente valutata a un prezzo di 14 euro. Il p/e (prezzo/utile) è stimato 16,9 nel 2013 e 21,4 nel 2014, a fronte di un rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) di 8,6 quest'anno e 10,2 nel prossimo. Il dividend yield scende dal 5,8% dell'esercizio 2013 al 2,3% nel 2014 e nel 2015. I risultati trimestrali saranno annunciati il 29 ottobre.

9) Red Electrica. I risultati trimestrali, che saranno comunicati il 30 ottobre, incorporeranno già l'impatto negativo della riforma del settore che ha pesato negativamente sulle quotazioni del titolo iberico, che ha un fair value (valore corretto) di 39 euro, inferiore ai prezzi recenti. Il p/e (prezzo/utile)  è stimato 13,1 nel 2013 e 12,7 nel 2014, a fronte di un rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) di 8,9 in entrambi gli anni. Il rendimento della cedola è 5,1% sia nell'esercizio 2013 che nel 2014, per scendere al 4,5% nel 2015.

10) Snam. Il governo è pronto a ridurre la presenza in Terna e in Snam, che annuncerà i risultati trimestrali il 30 ottobre. Gli analisti preferiscono Terna, visto che il titolo Snam ha già raggiunto il target di 3,78 euro. Il p/e (prezzo/utile) è stimato 14,1 nel 2013 e 12,8 nel 2014, a fronte di un rapporto ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) di 9,5 in entrambi gli anni. Il dividend yield è invece 6,6% sia dell'esercizio 2013 che nel 2014 e sale leggermente al 6,7% nel 2015.



15.12 | 0 komentar | Read More

Seduta attesa in avvio positivo per le borse Ue, focus sui bancari

Gli esperti si aspettano che le borse europee aprano la seduta sopra la parità. Gli operatori si manterranno infatti cauti in vista del meeting della Fed in agenda per domani e attenderanno  questo evento prima di decidere se dare seguito alle vendite o meno. Il focus continua ad essere sulle tempistiche del tapering, poichè il mercato è convinto che l'acquisto di asset non sarà ridotto prima del prossimo anno ma aspetta rassicurazioni su questo fronte.

A Piazza Affari l'attenzione è sui titoli bancari, fra cui Bpm. Come scritto da MF-Milano Finanza, con l'uscita del consigliere delegato Pietro Montani l'istituto potrebbe dare avvio a riorganizzazioni di più ampie dimensioni. Montani dovrebbe essere nominato oggi ad di B.Carige. Riflettori puntati anche su Mps, con la Fondazione che dovrà approvare il documento di programmazione annuale. Su Unicredit gli specialisti di Goldman Sachs hanno alzato il target price  da 6,1 euro a 7,5 euro, confermando la raccomandazione buy, mentre su Intesa Sanpaolo il prezzo obiettivo passa da 1,87 euro a 2,06 euro (rating neutral). Sempre tra i finanziari, Fonsai potrebbe risentire in avvio dell'operazione di collocamento del 6,7% circa del capitale da parte di Unicredit.

Da monitorare poi Telecom ITalia dopo che ieri il premier Enrico Letta ha avuto un incontro con l'ad del gruppo, Marco Patuano. Come riportato da MF-Milano Finanza, il Governo comunicherà le proprie considerazioni circa gli asset strategici della società in tempi brevi. La stampa evidenzia inoltre che oggi Letta incontrerà anche il presidente di Telefonica, Cesar Alierta, e ritorna a parlare della cessione delle torri da parte del gruppo che potrebbe essere annunciata per il 7 novembre. Mediaset potrebbe essere interessata al dossier attraverso Ei Towers. Il valore delle torri sarebbe di 1 miliardo di euro.

Ancroa sotto i riflettori il titolo Saipem, che ieri è salito del 5,1% dopo la pubblicazione dei conti trimestrali, mentre nel settore del lusso si segnala Luxottica in vista dei risultati del terzo trimestre.



15.12 | 0 komentar | Read More

Borse, il Ftse Mib prova a tornare sopra quota 19 mila

Written By Unknown on Senin, 28 Oktober 2013 | 15.11

Di Paola Valentini

Dopo una settimana di correzione per piazza Affari, con il Ftse Mib che ha ceduto in cinque sedute il 2% chiudendo venerdì a quota 18.875, oggi la seduta di borsa si apre all'insegna di un maggior ottimismo anche grazie alla chiusura positiva di Tokyo (+2,1%) e ai nuovi massimi toccati tre giorni fa dall'S&P 500.

Gli esperti di IG vedono in avvio il Ftse 100 in progresso di 21 punti a 6742, il Dax di 50 punti a 9035 e il Cac-40 di 11 punti a 4283. Le Borse europee dovrebbero quindi iniziare la seduta poco sopra la parità. "Mi aspetto un tentativo di consolidamento dopo lo storno di venerdì. Credo che la settimana che inizia oggi sarà all'insegna della cautela", afferma un operatore.

"In generale i mercati hanno nuovamente snobbato i dati, proseguendo l'attuale fase di consolidamento dei recenti massimi. Negli Usa, il sentiment ottiene indubbiamente un certo supporto da una stagione degli utili che sta ben figurando. Delle 47 aziende che hanno riportato finora, il 77% ha battutto le stime di utile per azione e il 64% quelle di ricavi (dati di Deutsche Bank) il che riflette grossomodo l'andamento medio delle trimestrali uscite finora. E poi, vale sempre la considerazione che più i dati deludono, più si allontana il tapering  della Fed, con grande sollievo generale", dice Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia sgr.

E a questo proposito l'attenzione degli investitori sarà rivolta al meeting della Fed di questa settimana. Secondo Richard Hunter di Hargreaves Lansdown dopo gli ultimi dati macro americani gli operatori pensano che il tapering "potrebbe non essere attuato fino a marzo del prossimo anno".

"Come accennato giorni fà, nonostante le titubanze delle ultime sedute, l'impressione personale è che il consenso sia fermamente nel campo di un "rally di natale", vale a dire un ulteriore salita degli indici nell'ultimo trimestre dell'anno. Questa view è in parte confermata dal grafico del AAII index, ovvero un indice basato sulla AAAII investment sentiment survey, formato dalla differenza tra la percentuale di intervistati che è positiva sui mercati a 6 mesi e quella che è negativa", aggiunge Sersale.

Quanto a piazza Affari, si vedrà se questa settimana il Ftse Mib riuscirà a superare di nuovo la quota psicologica di 19 mila. E proprio in Italia oggi decolla la stagione delle trimestrali che si concluderà a metà novembre. In calendario sono previsti i cda per l'approvazione dei conti del terzo trimestre di Cir, Cofide, Saipem, Sorin e del primo trimestre di Mediobanca.

A Milano sempre sotto i riflettori Telecom Italia, ancora in attesa del Cda del 7 novembre. Da seguire poi Eni, alla luce delle ipotesi di stampa secondo cui il Governo starebbe lavorando a un piano di cessioni che comprenderebbe anche una quota del 4,34% del gruppo oil.

Sempre in Italia parte oggi la tre giorni di aste del Tesoro in cui sono previsti collocamenti per un importo massimo di 17 miliardi di euro.

Intanto l'euro apre in rialzo sul dollaro. All'avvio degli scambi sui mercati valutari del Vecchio continente la moneta unica viene scambiata a 1,38 sul biglietto verde. Venerdì, secondo le rilevazioni della Bce, valeva 1,377.

Sul fronte macroeconomico si segnalano alle ore 10.00 in Italia il dato sulla fiducia delle imprese e negli Usa alle 14.15 la produzione industriale di settembre (consenso: +0,4% m/m) e alle 15.00 l'indice pending home di settembre. Nel corso della giornata verrà inoltre pubblicato il superindice relativo allo scorso mese.



15.11 | 0 komentar | Read More

Buon avvio di Piazza Affari, Ubs conferma sell su Telecom

Di Francesca Gerosa

Le borse europee iniziano bene la settimana sulla scia di Tokyo (+0,58% a 18.984 punti l'indice Ftse Mib di Piazza Affari). In attesa dei numeri relativi alla fiducia delle imprese italiane a ottobre (gli economisti prevedono un marginale calo a 96,3 dal precedente a 96,6), lo spread Btp/Bund scambia a 246 punti base con un tasso del 4,22%.

Dopo la conferma venerdì sera del rating italiano da parte di Fitch, che ha mantenuto l'outlook negativo, prende il via stamane con l'offerta di Btpei e Ctz la tornata d'aste di fine mese. Il Tesoro offre in asta da 1,750 a 2,250 miliardi del Ctz giugno 2015 e 500-750 milioni del Btpei settembre 2023.

Il governo intende avviare, entro la fine dell'anno, il programma di dismissioni di partecipazioni pubbliche e valuta tra le prime operazioni la cessione della quota del 4% circa detenuta direttamente in Eni (+0,28% a 17,95 euro). Tra le banche, Mediobanca passa di mano a quota 6,33 euro (+0,08%) nel giorno del cda sui risultati del primo trimestre fiscale.

Anche Saipem (+0,97% a 15,63 euro) pubblicherà oggi i conti. Quanto a Mps (+2,87% a 0,2185 euro) si parla di interesse degli hedge fund americani per l'operazione di ricapitalizzazione della banca. Mentre Telecom Italia, che ha perso più del 6% venerdì sui timori di un aumento di capitale e di una cancellazione del dividendo, recupera lo 0,37% a 0,6745 euro.

La società ha definito "illazioni giornalistiche" le indiscrezioni sul prossimo aggiornamento del piano industriale, aggiungendo di non essere in grado di commentarle. In vista dell'aggiornamento del piano strategico il 7 novembre prossimo, gli analisti di Ubs, che stamani hanno confermato il rating sell e il target price a 0,34 euro sul titolo, ragionano sulle azioni che il management di TI potrebbe prendere.

Si rafforza l'ipotesi di un aumento di capitale da 2 miliardi di euro, della cancellazione del dividendo delle azioni ordinarie, attualmente pari a 0,02 euro per azione per un esborso di 0,27 miliardi di euro, della vendita della quota in Telecom Argentina (un miliardo di euro nella somma delle parti di Ubs), della cessione delle torri di trasmissioni, che sarebbero state valutate un miliardo e che potrebbero interessare a Crown Castlem D2i ed EI Towers.

A queste opzioni Ubs aggiunge altre azioni per ridurre i costi e investimenti più consistenti in Italia e in Brasile. Invece, almeno secondo le indiscrezioni della stampa, la cessione di Tim Brasil e di una quota di minoranza della rete di accesso sarebbe stata messa in stand by. "La visibilità sulla strategia di Telecom Italia è bassa. Attualmente appare probabile un insieme di piccole misure come quelle riportate dalla stampa", commentano gli analisti di Ubs che già stimano a zero il dividendo dell'azione ordinaria.

Tra l'altro oggi è previsto un incontro tra l'ad di Telecom Italia, Marco Patuano, e il premier Enrico Letta, mentre domani Letta incontrerà il presidente di Telefonica, Cesar Alierta. Intanto si continua a discutere su chi siederà sulla poltrona del presidente e oltre a Massimo Sarmi si fa il nome del presidente di Borsa Italiana, Massimo Tononi. "Il consiglio può convocare l'assemblea intorno a metà dicembre (40 giorni di preavviso, ndr) per discutere le richieste di Findim. C'è ancora una bassa visibilità sul nuovo presidente", avvertono gli analisti di Ubs.

Dalla fine di agosto l'azione TI è rimbalzata del +40%, un andamento innescato dalle aspettative di una prossima cessione di Tim Brasil a multipli molto elevati (oltre 7 volte l'enterprise value/ebitda). "Se le notizie di stampa saranno confermate l'azione potrebbe correggere ulteriormente nel breve termine", concludono gli analisti di Ubs.



15.11 | 0 komentar | Read More

A2A lascia governance duale Comuni pronti a vendere il 5%

Written By Unknown on Minggu, 27 Oktober 2013 | 15.11

Addio al duale, amministratore delegato condiviso e con pieni poteri, alternanza alla presidenza con nomina ogni tre anni e un consiglio di amministrazione che rappresenti tutti ma non troppo ampio (massimo 14 memebri contro gli attuali 23 dei due board di oggi). Questo l'accordo tra i sindaci di Milano e Brescia per il rinnovo della governance di A2A.

Inoltre Giuliano Pisapia per Milano ed Emilio Del Bono per Brescia si sono accordati per mettere in vendita una quota compresa tra il 4 e il 5% del gruppo l'anno prossimo (ma anche a breve qualora si aprisse una finestra favorevole in un mercato che nelle ultime settimane ha dimostrato di assorbire alla grande la carta di qualità piazzata da numerosi grandi azionisti di società quotate) e per rivedere contestualmente anche il patto di sindacato che comunque continerà a vincolare i due azionisti di maggioranza della utility lombarda.

Il passaggio definitivo per l'addio al duale arriverà con l'assemblea di aprile-maggio di A2A. Ancora non sono stati messi a punto i particolari della composizione del prossimo cda, a partire dal numero di componenti (si stimano tra i 12 e i 14 membri) e dalla quantità di indipendenti. Milano e Brescia (che detengono una quota paritetica del 27,5%) intendono mantenere insieme il 50% ''piu' due azioni'' di A2A, hanno spiegato i sindaci. ''Le minoranze saranno adeguatamente rappresentate - assicura Del Bono - e abbiamo fatto questa scelta anche per sobrietà: stimiamo di risparmiare qualche centinaia di migliaia di euro mantenendo salda la maggioranza pubblica''.

All'interno del progetto governance snella resta da definire anche il destino degli attuali vertici, a partire dal dg Renato Ravanelli che può vantare ottimi risultati di borsa (il titolo A2A è stato il migliore del Ftse Mib nel 2013 alle spalle solo di Mediaset) e un' efficace gestione del maxi debito da oltre 1 miliardo eredità dell'acquisto di Edipower.



15.11 | 0 komentar | Read More

Saccomanni: crisi finita Presto le privatizzazioni

"La crisi mondiale è finita, l'Italia deve essere pronta ad agganciare la ripresa a patto che i partiti garantiscano la stabilità politica che consente di mettere in marcia le riforme strutturali". Questo in sintesi il pensiero del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, in un'intervista rilasciata alla trasmissione "Che tempo che fa". "Il danno che l'economia avrebbe dall'irrompere dell'instabilità sarebbe talmente forte che le forze politiche non verranno percorrere questa strada", si è augurato Saccomanni.

Quanto alle dismissioni di Stato, il ministro ha lasciato lo spiraglio aperto a molteplici possibilità. "Stiamo lavorando a 360 gradi", ha detto, aprendo al possibile collocamento di una quota dell'Eni e perfino della Rai che comunque continuerà a essere a maggioranza pubblica. "Insieme alla vendita di immobili pubbliche la cessione di quote azionarie è fondamentale per ridurre il debito. "Abbiamo bisogno di poter dare un segnale che al di la' di rigore fiscale c'è anche un altro modo, che è quello delle privatizzazioni"



15.11 | 0 komentar | Read More

Wall Street in lieve rialzo in luce Microsoft e Amazon

Written By Unknown on Sabtu, 26 Oktober 2013 | 15.11

Di Valerio Testi

Wall Street ha ridotto i guadagni rispetto all'apertura, a causa dell'atteggiamento più cauto assunto dagli investitori dopo il calo della fiducia dei consumatori americani e la chiusura debole e incerta delle borse europee. L'indice Dow Jones è salito dello 0,39%, lo S&P 500 dello 0,44% e il Nasdaq dello 0,37%.

Hanno proseguito la corsa i titoli Microsoft e Amazon sulla scia dei positivi risultati di bilancio. Il colosso di Redmond ha guadagnato il 6%, mentre il titolo dell'operatore di vendite online è balzato del 9,4% dopo aver raggiunto un massimo storico di 368,4 dollari. Meno convincente la trimestrale di Procter & Gamble, che ha ceduto però solo lo 0,76%.

Il prezzo del petrolio è stabile poco sopra 97 dollari al barile. Sui mercati asiatici i future sul Light crude sono saliti di 1 cent a 97,12 dollari e quelli sul Brent di 5 cent a 107,04 dollari.



15.11 | 0 komentar | Read More

Morgan Stanley, sette titoli automotive sotto la lente

Gli specialisti di Morgan Stanley, in attesa di conoscere a fine mese i risultati del terzo trimestre dei maggiori gruppi automobilistici mondiali, hanno rivisto rating e prezzi obiettivo. In Europa solo Volkswagen merita il rating overweight, mentre in Giappone Honda ha un margine di rialzo del 30%

1) Volkswagen. Al gruppo tedesco gli esperti hanno assegnato un obiettivo 220 euro, che lascia spazio a un incremento del 24% dalle quotazioni attuali. Il titolo viene scambiato 8,4 volte l'utile per azione (eps) atteso nel 2013 e 7,2 quello del 2014, mentre il ratio ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) scende da 3,6 quest'anno a 3,1 nel prossimo. Il valore d'impresa (ev) è invece 38% le vendite 2013 e 35% i ricavi 2014. Il rendimento della cedola è solo del 2%.

2) Renault. La compagnia automobilistica francese è sopravvalutata del 2% rispetto al target price di 67 euro. Il titolo viene scambiato 8 volle l'utile per azione (eps) atteso nel 2013 e 6 quello del 2014 (9,09), mentre il ratio ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) passa da 1,8 quest'anno a 1,5 nel prossimo. Il valore d'impresa (ev) è invece il 18% delle vendite sia nel 2013 che nel 2014. Il dividend yield è 2,5%.

3) Ford Motor. Il prezzo obiettivo del gruppo americano è 20 dollari (+13%). A New York tratta 11,2 volte l'utile per azione (eps) atteso nel 2013 e 9,2 quello del 2014, mentre il ratio ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) scende da 5,3 quest'anno a 4,2 nel prossimo. Il valore d'impresa (ev) è invece 49% le vendite 2013 e 43% i ricavi 2014. Il rendimento della cedola è 2,3%.

4) General Motors. Il titolo Usa ha ancora spazi di crescita (+26%) rispetto a un obiettivo di 45 dollari. Viene scambiato 11,3 volte l'utile per azione (eps) atteso nel 2013 e 8,7 quello del 2014, mentre il ratio ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) scende da 5,2 quest'anno a 4 nel prossimo. Il valore d'impresa (ev) è invece 47% le vendite 2013 e 41% i ricavi 2014.

5) Toyota Motor. Il colosso nipponico ha un potenziale di rialzo del 26% e viene scambiato 10,9 volte l'utile per azione (eps) atteso nel 2013 e 10,3 quello del 2014, mentre il ratio ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) scende da 6,1 quest'anno a 5,7 nel prossimo. Il valore d'impresa (ev) è invece 78% le vendite 2013 e 76% i ricavi 2014. Il rendimento della cedola è 1,4%.

6) Honda Motor. Più 30% è il margine di rialzo che gli analisti assegnano alla compagnia giapponese. Il titolo viene scambiato 11,1 l'utile per azione (eps) atteso nel 2013 e 9,6 quello del 2014, mentre il ratio ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) è 5,9 quest'anno e 5,5 nel prossimo. Il valore d'impresa (ev) è invece 51% le vendite 2013 e 2014. Il dividend yield è 2%.

7) Nissan Motor. Target price di 1170 yen, con uno spazio di crescita del 16%, per il titolo che tratta 11,2 volte l'utile per azione (eps) atteso nel 2013 e 9,5 quello del 2014, mentre il ratio ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) scende da 4,8 quest'anno a 4 nel prossimo. Il valore d'impresa (ev) è invece 39% le vendite 2013 e 2014. Il rendimento della cedola è 2,5%.



15.11 | 0 komentar | Read More

Piazza Affari apre in calo, spread oltre 240 punti

Written By Unknown on Jumat, 25 Oktober 2013 | 15.11

Di Valentina Sorrenti

I mercati tirano il fiato dopo il rimbalzo di ieri. Poco dopo l'avvio degli scambi il Ftse Mib sta cedendo lo 0,67% a 19.027 punti mentre il Cac 40 cede lo 0,67%, il Dax 30 lo 0,34%, il Ftse 100 lo 0,12% e l'Ibex 35 lo 0,55%. Il differenziale Btp/Bund è a 241 punti base, con un rendimento al 4,18% superiore al 4,16% registrato dal Bonos. Ricca l'agenda macroeconomica di oggi: tra i dati più importanti stamattina è atteso l'Ifo tedesco a ottobre mentre nel pomeriggio giungeranno dagli Usa il dato sugli ordini di beni durevoli di settembre negli Usa e l'indice di fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan.

L'euro ha aperto sopra 1,38 dollari sui mercati del Vecchio Continente, dopo aver raggiunto un nuovo top da due anni a 1,3832 dollari. La moneta europea passa di mano a a 1,3810 dollari, l'euro/yen a 133,96 e il dollaro/yen a 97. Dietro questo trend dell'euro c'è l'aspettativa che la Fed manterrà ancora per diversi mesi l'attuale livello di stimoli monetari.

A Piazza Affari i finanziari hanno aperto deboli visto che ieri sono stati protagonisti sul listino milanese: tra i peggiori si segnala il Banco popolare (-1,02%), Bper (-0,9%) e Unicredit (-1,11%). Attenzione a Fonsai (-0,7% a 1,847 euro) e Unipol (-0,89% a 3,79 euro) nel giorno delle assemblee che dovrebbero dar il via alla fusione.

Focus sempre su Telecom Italia (-0,7% a 0,7125 euro), indiscrezioni parlano di una battaglia delle deleghe in corso in vista dell'assemblea che si dovrebbe tenere a dicembre. Tra gli industriali riflettori accesi su Brembo che segna un -3,94% a 19,5 euro in scia al collocamento del 2,99% del capitale da parte del socio di maggioranza Nuova Fourb.

Si segnalano i downgrade a neutral su Stm (-0,88% a 5,65 euro) e Saras (-1,26% a 0,9025 euro) da parte di Goldman Sachs e Nomura. Dopo il crollo di ieri, stamattina Wdf lascia sul terreno lo 0,13% a 7,995 euro e Autogrill il 2,36% a 6,425 euro. Credit Suisse ha portato la raccomandazione su quest'ultimo titolo ad underperform: gli esperti, dopo lo spin-off di Wdf, hanno pubblicato le loro nuove stime sull'azienda, con un ebitda margin al 2015 visto al 9,1% contro un target del 10% del gruppo.



15.11 | 0 komentar | Read More

Saras, Nomura vede degli ostacoli nel breve termine

Di Valentina Sorrenti

Nel breve termine di Saras ci sono degli ostacoli. Per questo gli analisti di Nomura hanno ridotto la raccomandazione sul titolo da buy a neutral e la raccomandazione da 1,1 euro a 1 euro, nonostante siano convinti della buona qualità degli asset del gruppo che non sono troppo prezzati sia a livello di multipli sia su base relativa nei confronti della valutazione data da Rosneft (che ad aprile ha acqusito il 21% di Saras a 1,37 euro per azione).

Tuttavia il profilo di rischio/rendimento è messo in pericolo da alcuni fattori, tra cui i conti trimestrali attesi per il prossimo 15 novembre. Questo potrebbero mostrare una certa debolezza e gli esperti di Nomura hanno previsto un ebitda consolidato di soli 3 milioni dopo i 145 milioni di euro registrati nello stesso periodo del 2012. "I bassi margini potrebbero ridurre il ritmo del buyback lanciato lo scorso maggio", hanno anche avvertito gli esperti.

I numeri del terzo trimestre sono generalmente considerati importanti per Saras perché forniscono delle indicazioni sull'andamento dell'anno successivo. Tenendo conto poi che il quarto trimestre offrirà poco respiro, con i prezzi del petrolio sotto pressione, il 2014 potrebbe subire i pesanti effetti dell'attività di manutenzione. Intanto a Piazza Affari il titolo Saras cala dello 0,55% a 0,907 euro.



15.11 | 0 komentar | Read More

Piazza affari apre in deciso rialzo

Written By Unknown on Kamis, 24 Oktober 2013 | 15.11

Di Paola Valentini

Apertura positiva per piazza Affari che inizia la seduta con il Ftse Mib a 19.051 punti, pari a un rialzo dello 0,75%. Tra i titoli in luce, ma in negativo, spiccano Autogrill che cede il -5,98%  e World Duty Free, che perde il 5,67%. Ieri Schematrentaquattro, la società del gruppo Benetton che le controlla, ha venduto tramite un accelerated book building a investitori istituzionali un pacchetto di circa il 9% delle due società

Intanto Banca Carige rimbalza dopo il -6,5% di ieri e segna un +3,4%. Ieri il Cda della Fondazione Carige ha approvato all'unanimità le risposte da inviare al Ministro dell'Economia e delle Finanze per controbattere i rilievi mossi, nei giorni scorsi, all'ente dal Ministero. C'e' inoltre l'ipotesi che la Fondazione pensi a scendere nel capitale di Carige cedendo di azioni e passando dall'attuale 46,6% al 45,1% entro il 31 dicembre 2013 per arrivare, poi, al 43,1% nel 31 dicembre 2014.

Recupera anche la Bper che si posiziona in vetta al Ftse Mib con un rialzo del 3,74% a 7,08 euro. "Il titolo è stato tra quelli più penalizzati del comparto ieri, con un calo di quasi il 6%, e quindi ora sta sovraperformando il settore", ha affermato un gestore contattato da MF-Dowjones, aggiungendo che "l'azione resta ben impostata tecnicamente".

Tutto il settore bancario è comunque ben intonato: B.Popolare +2,53%, Ubi B. +2,53%, B.P.Milano +2,1%, Unicredit +1,58%, Mediobanca +1,44% e Intesa Sanpaolo +1,17%.

Mentre Stm guadagna lo 0,52%. Segno meno invece per Finmeccanica (-1,7%). La controllata Agusta Westland potrebbe dire addio alla commessa da 556 mln aggiudicatasi nel 2010 dal Governo indiano per l'acquisto di 12 elicotteri. La commessa era finita al centro di un'inchiesta giudiziaria perché secondo gli inquirenti sarebbe stata ottenuta corrompendo funzionari del ministero.

Nel frattempo Equita Sim ha alzato il target price di Tenaris a 18,5 euro per azione da 16,8 euro, confermando a hold la raccomandazione. Gli esperti evidenziano l'ottimo posizionamento, ma anche alcune incertezze nel breve.

Avvio positivo anche per le borse europee, che rimbalzano dopo i buoni dati dell'indice pmi in Cina. Londra sale dello 0,2%. Francoforte cresce dello 0,6% e Parigi guadagna lo 0,3%. Fa eccezione Madrid che cede lo 0,1%.

Sempre sul fonte estero da segnalare la trimestrale del Credit Suisse ha registrato un risultato in crescita nel terzo trimestre con un utile netto di 454 milioni di franchi, contro 254 nello stesso periodo del 2012. L'utile senza tenere conto delle imposte ammonta a 685 milioni, contro 384 nel terzo trimestre 2012, si legge in una nota dell'istituto bancario.

Nei primi nove mesi l'utile netto ha raggiunto 2,8 miliardi di franchi, contro 1,09 mld toccati un anno prima. Il settore della gestione patrimoniale (Private Banking & Wealth Management), senza tenere conto delle imposte, da gennaio a settembre ha realizzato un utile di 1,01 miliardi di franchi, contro 936 milioni un anno prima. La divisione Investment banking dal canto suo presenta un risultato in calo. Sempre senza tenere conto delle imposte, quest'ultimo è passato dai 483 milioni nei primi nove mesi del 2012 a 229 milioni nello stesso periodo di quest'anno.



15.11 | 0 komentar | Read More

Forti ribassi per Autogrill e Wdf che si adeguano al prezzo di vendita

Di Paola Valentini

Schematrentaquattro, società del gruppo Benetton, ha completato la cessione di 23.360.600 azioni ordinarie di Autogrill e di 23.300.480 azioni ordinarie di World duty free (Wdf), corrispondenti rispettivamente al 9,18% e al 9,15% del capitale, per un valore complessivo pari a 338 milioni.

L'operazione è stata effettuata attraverso una procedura di accelerated book building riservata a investitori istituzionali e si è chiusa a un prezzo di vendita di 6,5 euro per azione Autogrill e di 8 euro per azione World duty free. Il regolamento dell'operazione avverrà il 29 ottobre.

J.P. Morgan Securities plc ha agito in qualità di Sole Bookrunner per l'operazione. A seguito del completamento dell'operazione, Schematrentaquattro è scesa dal 59% a circa il 50,1% del capitale sociale di ciascuna delle due società.

In avvio di seduta, mentre era in corso il collocamento, le azioni delle due società non sono riuscite ad aprire, e successivamente hanno avviato le contrattazioni rispettivamente a 6,6 euro (-6%) e a 7,99 euro (-5,6%).

"I titoli pagano il piazzamento che vede prezzi di riferimento sotto quelli di chiusura di ieri", afferma un analista contattato da MF-Dowjones.



15.11 | 0 komentar | Read More

Stm chiude male il terzo trimestre, ma limita le perdite

Written By Unknown on Rabu, 23 Oktober 2013 | 15.11

Stm ha chiuso il terzo trimestre con una perdita netta di 125 milioni di dollari (0,16 dollari per azione), in miglioramento rispetto al rosso di 478 milioni (0,54 dollari per azione) del corrispondente periodo dell'anno scorso nonostante un onere di 120 milioni legato alla revisione delle svalutazioni e alle misure di ristrutturazione.

I ricavi netti, si legge in una nota, sono calati del 7,1% su base annua a 2,013 miliardi e l'utile lordo da 753 milioni a 652 milioni per un margine in riduzione di 40 punti base al 32,4%, al di sotto del punto di mezzo della guidance, principalmente a causa del peso superiore alle attese dei prodotti wireless di generazione precedente, così come di effetti valutari sfavorevoli.

Il free cash flow è stato negativo per 72 milioni, a fronte del dato negativo per 134 milioni del secondo trimestre, mentre la posizione finanziaria netta è positiva per 739 milioni contro i 954 milioni della fine di giugno.

Quanto ai primi nove mesi dell'anno, i ricavi netti sono diminuiti del 4,2% su base annua a 6,07 miliardi, il margine lordo è calato dal 32,9% al 32,2% e la perdita netta è migliorata da 730 milioni a 464 milioni.

"La nostra performance finanziaria nel terzo trimestre è stata ambivalente. Da un lato, escludendo la linea di prodotti Wireless, abbiamo visto un miglioramento generale dei ricavi del 3,9%, risultato che crediamo superiore alla performance dei ricavi del mercato che serviamo nello stesso arco di tempo. Dall'altro lato, questa crescita è stata più tiepida del previsto a causa di una variazione nella modulazione degli ordini intervenuta nel corso del trimestre, dovuta alla debolezza degli smartphone di fascia alta in Asia e nel mas-market asiatico, incluso in alcuni Paesi il segmento dei set top-box via cavo", ha spiegato l'ad
Carlo Bozotti, "abbiamo tuttavia conseguito una crescita sequenziale in Imaging, Microcontrollori, Mems e Automotive. In particolare Microcontrollori ha fatto segnare vendite trimestrali record, grazie principalmente ai nostri prodotti general purpose".



15.11 | 0 komentar | Read More

La Bce valuterà le banche Ue, 15 le italiane

Di Roberta Castellarin

La Bce avvierà a novembre la valutazione degli attivi delle banche europee in vista della supervisione unica. L'esercizio, informa una nota di Francoforte, durerà 12 mesi. Per l'Italia saranno esaminati i principali 15 istituto di credito. Draghi fissa un cuscinetto di capitale minimo dell'8% per banche soggette a valutazione

Il check-up dei bilanci delle banche riguarderà complessivamente 130 istituti, pari all'85% del totale del sistema bancario dell'area euro, e verrà condotto dalla Bce in collaborazione con l'Eba, l'autorità bancaria europea, e con le autorità nazionali competenti. La Bce concluderà l'asset quality review nell'ottobre del 2014 prima di assumere, a novembre, i nuovi compiti di supervisione.

L'Eurotower convocherà a breve a Francoforte tutte le 130 banche europee interessate. La Bce ha pubblicato la lista delle banche che verranno sottoposte ad accertamenti mediante questa procedura. Le italiane presenti sono 15: Banca Carige, Monte dei Paschi di Siena, Banca Piccolo Credito Valtellinese, Banca Popolare Dell'Emilia Romagna, Banca Popolare Di Milano, Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare di Vicenza, Banco Popolare, Credito Emiliano, Iccrea Holding, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, UniCredit, Unione Di Banche Italiane e Veneto Banca.



15.11 | 0 komentar | Read More

Goldman e Kepler alzano il target price di Cucinelli, ma l'azione è cara

Written By Unknown on Senin, 21 Oktober 2013 | 15.11

Di Francesca Gerosa

Goldman Sachs alza il target price di Brunello Cucinelli ma non va più in là di quota 23,7 euro (da 18,3 euro) e il titolo a Piazza Affari resta inchiodato a quota 23,67 euro (+0,08%). Il nuovo prezzo obiettivo è vicino alla quotazione attuale e quindi la raccomandazione della banca Usa resta neutral.

Gli analisti si aspettano per quest'anno vendite a 325 milioni di euro, un ebit a 49 milioni e un utile per azione di 0,45 euro da 0,44 previsto in precedenza. Tra i possibili fattori catalizzatori positivi gli esperti citano una crescita più veloce del previsto dei negozi del gruppo e acquisizioni e/o fusioni. Ma ci sono anche rischi al ribasso come la volatilità stagionale dei margini.

Anche Kepler Cheuvreux oggi ha alzato il target price di Brunello Cucinelli da 20,5 a 23,5 euro, ma anche in questo caso il rating resta hold. Il gruppo è nella fascia più alta del segmento del lusso, grazie alla sua ricerca di materie prime di qualità, alla sua eccellenza produttiva e all'espansione graduale ed equilibrata del suo business al dettaglio. Il suo sistema di produzione flessibile e la capacità di progettazione altamente efficiente e reattiva riducono il rischio di una delusione per quanto riguarda le nuove collezioni.

Al contempo la sua strategia "no logo" mitiga il rischio che il brand vada fuori moda. "A nostro avviso, i suoi prodotti sono altamente cari ma ne vale la pena data la loro qualità", spiegano gli analisti di Kepler Cheuvreux, osservando che la società è ancora radicata principalmente in Europa (50-55% delle vendite) e in nord America (30-35%) e che la sua gamma di prodotti è focalizzata sull'abbigliamento.

"Non crediamo che Brunello Cucinelli cambierà radicalmente in futuro, anche se la nostra analisi dei competitor suggerisce un enorme potenziale di crescita per l'azienda", precisano gli esperti. Ad esempio, rispetto ad Hermes la società potrebbe facilmente avere tre volte le vendite attuali senza cambiare molto la sua gamma di prodotti. La diversificazione nei profumi e in altri articoli potrebbe essere un'opzione. L'analisi di Kepler Cheuvreux mostra che nuove categorie di prodotti potrebbero aggiungere circa un 5% al fatturato del gruppo nel medio-lungo periodo.



15.11 | 0 komentar | Read More

Morgan Stanley, dieci società solide e redditizie

Di Ester Corvi

Il rendimento del dividendo non è tutto, ma se è accompagnato dalla solidità patrimoniale e dalla crescita degli utili offre, secondo gli esperti della banca d'affari Usa, una valida garanzia sulla salute di un'azienda e quindi sulla sua capacità di renumerare in maniera adeguata gli azionisti di minoranza. Ecco dieci società selezionate in base a questo criterio.

1) Nokian Renkaat Il gruppo finlandese del settore pneumatici ha un dividend yield, stimato per l'esercizio 2013, del 4,7%, con un dividendo in crescita annua (cagr) dal 2012 al 2015 del 14,9%, a fronte di un rapporto di indebitamento negativo (-0,1). Il titolo ha registrato una performance (rispetto all'indice Msci Europe) negativa a sei (-2,3%) e 12 mesi (-4,5%). L'utile per azione (eps) è previsto in aumento del 3,2% nel 2013 e del 12,3% nel 2014.

2) Berkeley Grp Hldgs La società inglese che si occupa dello sviluppo di immobili residenziali e commerciali offre un rendimento della cedola, stimato per l'esercizio 2013, del 4,3%, con un dividendo in crescita annua (cagr) dal 2012 al 2015 del 13,3%, a fronte di un rapporto di indebitamento negativo (-0,1). Il titolo ha messo a segno una performance (rispetto all'indice Msci Europe) del 10% a sei e del 28,3% a 12 mesi. L'utile per azione (eps) è previsto in aumento del 20,4% nel 2013 e del 10,4% nel 2014.

3) Amec L'operatore Uk che offre servizi di consulenza, engineering e project management nel settore petrolifero, gas e carbone ha un dividend yield, stimato per l'esercizio 2013, del 3,7%, con un dividendo in crescita annua (cagr) dal 2012 al 2015 del 10,3%, a fronte di un rapporto di indebitamento negativo (-0,1). Il titolo evidenzia una performance (rispetto all'indice Msci Europe) negativa a sei (-1,9%) e 12 mesi (-17%). L'utile per azione (eps) è previsto in aumento del 5,6% nel 2013 e dell'11,2% nel 2014.

4) Hugo Boss La griffe tedesca dell'abbigliamento offre un rendimento della cedola, stimato per l'esercizio 2013, del 3,7%, con un dividendo in crescita annua (cagr) dal 2012 al 2015 del 12,6%, a fronte di un rapporto di indebitamento pari a 0,1. Il titolo ha registrato una performance  (rispetto all'indice Msci Europe) negativa a sei mesi (-1,4%), ma positiva a dodici (3,1%). L'utile per azione (eps) è previsto in aumento del 10,9% nel 2013 e del 15% nel 2014.

5) Telenor Il gruppo norvegese di tlc ha un dividend yield, stimato per l'esercizio 2013 del 5,3%, con un dividendo in crescita annua (cagr) dal 2012 al 2015 del 12,3%, a fronte di un rapporto di indebitamento di 0,5. Il titolo ha realizzato una performance (rispetto all'indice Msci Europe) positiva a sei (1,3%) e 12 mesi (9,7%). L'utile per azione (eps) è previsto in aumento del 30,2% nel 2013 e del 10,9% nel 2014.

6) BP Il colosso petrolifero inglese offre un rendimento della cedola, stimato per l'esercizio 2013, del 5,3%, con un dividendo in crescita annua (cagr) dal 2012 al 2015 dell'8%, a fronte di un rapporto di indebitamento di 0,2. Il titolo ha accusato una performance (rispetto all'indice Msci Europe) negativa a sei (-6,6%) e 12 mesi (-16,5%). L'utile per azione (eps) è previsto in calo del 12,8% nel 2013, ma in progresso  del 16,9% nel 2014.

7) Ericsson B Il gigante svedese di information technology ha un dividend yield, stimato per l'esercizio 2013, del 3,8%, con un dividendo in crescita annua (cagr) dal 2012 al 2015 del 7,7%, a fronte di un rapporto di indebitamento negativo (-0,3). Il titolo ha registrato una performance (rispetto all'indice Msci Europe) negativa a sei mesi (-4,4%), ma positiva a dodici (4,3%). L'utile per azione (eps) è previsto in aumento del 47,6% nel 2013 e del 29,3% nel 2014.

8) Petrofac L'operatore inglese specializzato in soluzioni di engineering per il settore petrolifero e gas, offre un rendimento della cedola, stimato per l'esercizio 2013, del 3,4%, con un dividendo in crescita annua (cagr) dal 2012 al 2015 del 12,7%, a fronte di un rapporto di indebitamento di 0,1. Il titolo evidenzia una performance (rispetto all'indice Msci Europe) negativa a sei (-25,8%) e 12 mesi (-28,8%). L'utile per azione (eps) è previsto in aumento del 7,6% nel 2013 e del 17,4% nel 2014.

9) TUI Travel Il gruppo inglese del turismo con sede in Europa e negli Stati Uniti ha un dividend yield stimato per l'esercizio 2013 del 3,6%, con un dividendo in crescita annua (cagr) dal 2012 al 2015 del 9,9%, a fronte di un rapporto di indebitamento pari a zero. Il titolo ha realizzato una performance (rispetto all'indice Msci Europe) del 5,4% a sei mesi e del 45,4% a dodici. L'utile per azione (eps) è previsto in aumento del 13,8% nel 2013 e del 9,1% nel 2014.

10) Kuehne & Nagel Int  La società elvetica di trasporti e logistica offre un rendimento della cedola, stimato per l'esercizio 2013, del 3,3%, con un dividendo in crescita annua (cagr) dal 2012 al 2015 del 10,9%, a fronte di un rapporto di indebitamento negativo (-0,4). Il titolo ha registrato una performance (rispetto all'indice Msci Europe) positiva a sei mesi (2,1%) ma negativa a dodici (-8,4%). L'utile per azione (eps) è previsto in aumento dell'11,2% nel 2013 e del 12% nel 2014.



15.11 | 0 komentar | Read More

Svizzera&C, ecco l'arma segreta

Written By Unknown on Minggu, 20 Oktober 2013 | 15.11

Di Roberta Castellarin e Paola Valentini

Pagare un'aliquota una tantum del 15-20% e dichiarare i capitali al fisco italiano? Oppure lasciare il proprio tesoro nascosto in Svizzera ma con il rischio di dover trovare presto un altro paradiso fiscale, perché il muro del segreto bancario si sta sgretolando? È il dilemma che presto si porrà a chiunque detenga capitali nella Confederazione elvetica. Perché il trattato di pace tra Italia e Svizzera in materia fiscale potrebbe arrivare a breve. E questa volta non si tratterebbe di uno scudo temporaneo, come i tre varati da Giulio Tremonti tra il 2002 e il 2010, che fecero emergere quasi 180 miliardi, generando un gettito per le casse dello Stato di circa 8 miliardi di euro. Una cifra molto bassa per via della ridotta aliquota fiscale (dal 2,5% della prima edizione del 2002 fino al 5-7% dello scudo 2009-2010).

Allo studio del governo c'è invece una vera e propria norma che permetta al contribuente, senza scadenze precise, di fare una dichiarazione volontaria con cui fare pace con il Fisco e far riemergere i capitali detenuti all'estero e non dichiarati. Agenzie delle Entrate di Attilio Befera e commercialisti sono già al lavoro.

Tutti i dettagli su Milano Finanza in edicola domani



15.11 | 0 komentar | Read More

Ritorno all'immobile

Di Teresa Campo

Ancora tramortiti dalla stangata sulla casa delineata dalla bozza della legge di Stabilità, operatori del settore e grandi investitori immobiliari possono almeno contare su una certezza. A dispetto della voracità del Fisco, il real estate italiano mostra evidenti segni di miglioramento, e soprattutto una rinnovata attrattività nei confronti dei player esteri. Vecchi e nuovi nomi guardano con accresciuto interesse al mercato italiano, prendono contatti, spulciano dossier e in molti casi passano direttamente all'acquisto.

E si tratta di nomi prestigiosi: Morgan Stanley, Cerberus, Blackstone, Gwm, il fondo sovrano di Singapore, Allianz Real Estate, Axa Real estate, Bnp Paribas Reim. E naturalmente il fondo sovrano del Qatar che quest'anno, tra l'ingresso nell'azionariato di Porta Nuova a Milano e l'acquisto di un hotel a Firenze, da solo ha messo sul piatto 549 milioni.

Tutti i dettagli su Milano Finanza in edicola



15.11 | 0 komentar | Read More

Svizzera&C, ecco l'arma segreta

Written By Unknown on Sabtu, 19 Oktober 2013 | 15.11

Di Roberta Castellarin e Paola Valentini

Pagare un'aliquota una tantum del 15-20% e dichiarare i capitali al fisco italiano? Oppure lasciare il proprio tesoro nascosto in Svizzera ma con il rischio di dover trovare presto un altro paradiso fiscale, perché il muro del segreto bancario si sta sgretolando? È il dilemma che presto si porrà a chiunque detenga capitali nella Confederazione elvetica. Perché il trattato di pace tra Italia e Svizzera in materia fiscale potrebbe arrivare a breve. E questa volta non si tratterebbe di uno scudo temporaneo, come i tre varati da Giulio Tremonti tra il 2002 e il 2010, che fecero emergere quasi 180 miliardi, generando un gettito per le casse dello Stato di circa 8 miliardi di euro. Una cifra molto bassa per via della ridotta aliquota fiscale (dal 2,5% della prima edizione del 2002 fino al 5-7% dello scudo 2009-2010).

Allo studio del governo c'è invece una vera e propria norma che permetta al contribuente, senza scadenze precise, di fare una dichiarazione volontaria con cui fare pace con il Fisco e far riemergere i capitali detenuti all'estero e non dichiarati. Agenzie delle Entrate di Attilio Befera e commercialisti sono già al lavoro.

Tutti i dettagli su Milano Finanza in edicola domani



15.11 | 0 komentar | Read More

Ritorno all'immobile

Di Teresa Campo

Ancora tramortiti dalla stangata sulla casa delineata dalla bozza della legge di Stabilità, operatori del settore e grandi investitori immobiliari possono almeno contare su una certezza. A dispetto della voracità del Fisco, il real estate italiano mostra evidenti segni di miglioramento, e soprattutto una rinnovata attrattività nei confronti dei player esteri. Vecchi e nuovi nomi guardano con accresciuto interesse al mercato italiano, prendono contatti, spulciano dossier e in molti casi passano direttamente all'acquisto.

E si tratta di nomi prestigiosi: Morgan Stanley, Cerberus, Blackstone, Gwm, il fondo sovrano di Singapore, Allianz Real Estate, Axa Real estate, Bnp Paribas Reim. E naturalmente il fondo sovrano del Qatar che quest'anno, tra l'ingresso nell'azionariato di Porta Nuova a Milano e l'acquisto di un hotel a Firenze, da solo ha messo sul piatto 549 milioni.

Tutti i dettagli su Milano Finanza in edicola



15.11 | 0 komentar | Read More

La Cina cresce del 7,8%, realizzi alla borsa di Tokyo

Written By Unknown on Jumat, 18 Oktober 2013 | 15.11

Di Francesca Gerosa

La borsa di Tokyo chiude la seduta in ribasso, dopo l'accordo negli Usa su shutdown e tetto del debito. Hanno prevalso i realizzi e l'indice Nikkei ha perso lo 0,17% a 14.561,54 punti, mentre il più ampio Topix ha perso lo 0,07% a 1.205,52 punti. Tra i singoli titoli Toyota ha ceduto lo 0,95% dopo aver annunciato il richiamo di 803.000 berline con dei difetti al sistema di aria condizionata. Ora l'interesse del mercato inizia a spostarsi verso la stagione delle trimestrali, che entrerà nel vivo la prossima settimana.

I dati cinesi, nonostante abbiano mostrato un'accelerazione della seconda economia mondiale nel terzo trimestre, non hanno avuto un grosso impatto sull'indice benchmark. L'economia cinese è cresciuta del 7,8% annuale nel terzo trimestre, mentre nei primi nove mesi dell'anno il pil è salito del 7,7%. E' il livello più alto raggiunto quest'anno.

Su base trimestrale la crescita è stata del 2,2%. Gli economisti sono comunque scettici sulla capacità della Cina di mantenere questi ritmi a fine anno. "Il dato del terzo trimestre è in linea con le attese del mercato ma l'incertezza riguarda la sostenibilità di questa ripresa", spiega l'economista di Mizuho Securities, Shen Jianguang.

"Riteniamo che la ripresa del terzo trimestre sia stata guidata soprattutto dal buon andamento del mercato immobiliare". Il governo prevede una crescita del 7,5% per quest'anno. Intanto a settembre la produzione industriale cinese è aumentata del 10,2% contro il 10,4% di agosto; le attese erano per un +10,1%. Mentre le vendite al dettaglio del 13,3% a livello annuale (atteso un +13,5%) dopo il 13,4% del mese precedente.

Sul fronte valutario l'euro stamani sale ai massimi da otto mesi sopra quota 1,36 dollari, mentre i mercati si aspettano che la Fed rinunci ad avviare il tapering almeno fino a dicembre. Questo mancato ritiro degli stimoli monetari avvantaggia l'euro e i mercati azionari. La moneta europea passa di mano a 1,3676, dopo un top a 1,3679 dollari. Euro/yen a 134,10 e dollaro/yen a 98.01.



15.11 | 0 komentar | Read More

Piazza Affari sale, BofA accende un faro sulle banche

Di Francesca Gerosa

Obama promuove Letta e Piazza Affari in apertura sale dello 0,52% a 19.298 punti. L'Italia si sta muovendo nella giusta direzione con le riforme, ha detto ieri il presidente americano incontrando a Washington il premier. I due leader si sono congratulati a vicenda per i rispettivi risultati in materia di bilancio (l'accordo sul debito negli Usa e la Legge di stabilità in Italia).

Ma non mancano i problemi per il premier, che dovrà affrontare i dissensi sulla legge di stabilità, ora che la manovra arriva in parlamento. Forti, in particolare, sarebbero i malumori del vice ministro dell'Economia, Fassina, che sarebbe pronto alle dimissioni. Finiti i lavori sulla legge di stabilità ieri il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ha preannunciato un piano di dismissioni del patrimonio pubblico italiano, spiegando che riguarderanno non solo immobili ma anche società partecipate "quotate e non quotate".

L'obiettivo è quello di ricavare proventi per mezzo punto di pil (circa 7,5 miliardi) l'anno dal 2014 al 2017 da destinare all'abbattimento del debito pubblico. Ha aggiunto di voler presentare "una norma permanente" per disciplinare il rientro dei capitali esportati all'estero. Secondo una fonte, l'Italia potrebbe ottenere circa 15 miliardi di euro dai pagamenti al fisco sui depositi oggi in Svizzera.

Il Btp decennale, che ieri ha terminato la seduta col rendimento sceso al 4,20%, sui minimi da metà agosto, oggi vede un tasso del 4,21%. Invece lo spread si attesta a 233 punti dai 234 punti base di ieri. Stamattina Bank of America Merrill Lynch ha acceso un faro sulle banche italiane, ritenendo che il governo possa rivedere il sistema di tassazione e introdurre una quadro di norme fiscali meno sfavorevole rispetto al passato.

Il target price di Intesa Sanpaolo (+1,21% a 1,83 euro) è stato alzato da 2,1 a a 2,2 euro e il titolo resta nella conviction buy list del broker. Il prezzo obiettivo di Unicredit (+0,98% a 5,66 euro) sale da 5,3 a 6,3 euro e insieme a Intesa l'azione resta nella rosa delle preferite di BofA. Nel caso di Ubi Banca (+1% a 5,05 euro) il rating passa da underperform a neutral.

Ieri, tra l'altro, il ministro Saccomanni ha sottolineato che le banche italiane non hanno nulla da temere dai prossimi test europei. La Bce condurrà una revisione della qualità del credito per le banche della zona euro entro la fine dell'anno e ci sarà poi un nuovo stress test nel 2014 per valutare la solidità patrimoniale degli istituti di credito dell'area.

"Noi siamo del tutto favorevoli a questi test, all'asset quality review: non abbiamo nulla da nascondere. Ci piacerebbe, tuttavia, che si arrivasse a un risultato unico e non a più dati tra loro in contraddizione. Non vorremmo che la Banca centrale europea uscisse con un numero, l'Eba con un altro e l'Unione europea con un terzo", ha spiegato Saccomanni.

Per gli analisti di Mediobanca Securities, in assenza di dettagli sulla revisione della qualità del credito da parte della Bce, è difficile giudicare le dichiarazioni del ministro dell'Economia. In termini generali, alla luce dell'ampia definizione di prestito deteriorato e di un rapporto di copertura del 40%, "siamo d'accordo con le autorità italiane qualora la revisione della qualità del credito e gli stress test si focalizzassero sui rapporti di copertura".

La definizione dei crediti deteriorati in Italia appare più ampia rispetto alla maggior parte dei Paesi europei in quanto comprende insolvenza, difficoltà finanziaria temporanea, ristrutturazione (con o senza una perdita per il creditore) e il pagamento in ritardo Sui crediti scaduti, pi, l'Italia è già un passo avanti rispetto ai competitor europei. Banca d'Italia ha infatti precisato che, dopo 90 giorni di arretrati, un prestito deve essere considerato quanto meno scaduto, ma il management ha la facoltà di classificarlo come incaglio o sofferenza immediatamente dopo il ritardo nel pagamento del prestito.

Quindi, "crediamo che le probabilità di non catturare una situazione di dissesto finanziario del debitore siano limitate", precisano gli esperti di Mediobanca. Quindi, il problema della qualità del credito in Italia non sta nella definizione degli asset deteriorati o nel rapporto di copertura in sé, ma in assoluto nello stock di crediti dubbi netti generati dalla rapida accumulazione di prestiti deteriorati a causa della recessione degli ultimi tre anni, dalla distorsione derivante dalla legislazione fiscale secondo la quale le perdite sui prestiti non sono del tutto fiscalmente deducibili e dalla lunga procedura legale per rientrare in possesso del collaterale (il recupero della garanzia per sostenere un mutuo retail può richiedere diversi anni in Italia, mentre in Scandinavia e nel Regno Unito bastano alcuni mesi). 



15.11 | 0 komentar | Read More

Saipem, per Mediobanca non è da short

Written By Unknown on Kamis, 17 Oktober 2013 | 15.11

Secondo gli analisti di Mediobanca i flussi di notizie negative dell'ultimo periodo non devono spaventare troppo gli investitori. Da qui la scelta di mantenere il giudizio neutrale e il consiglio di resistere alla tentazione di andare corti sul titolo.

"Abbiamo visto un'escalation di cattive notizie su Saipem negli ultimi giorni. Le aspettative di una debole trimestrale sono state percepite come una minaccia per le conseguenze che potranno avere sulle stime per il 2014 e il 2015. In più si teme che il consorzio Australian Saipem-Leighton, che sta sviluppando il progetto Gorgon Lng per Chevron, dovrà affrontare un aumento dei costi. Ricordandosi che le compagnie di servizi petroliferi stanno operando in uno scenario ancora debole e che la nuova strategia del gruppo è orientata a "progetti selezionati e redditizi" un debole terzo trimestre non deve stupire", scrivono gli analisti di Mediobanca.

Secondo Mediobanca, anche se tutti i timori si rivelassero fondati (e questo non è quanto si aspettano gli analisti), un'azione di Eni  per sistemare la situazione del debito di Saipem e valorizzare la società creerebbe valore per entrambi i titoli. Oggi infatti Eni consolida in bilancio l'intero debito di Saipem e quest'ultimo rappresenta il 40% del debito netto del cane a sei zampe. Quindi prima o poi la compagnia petrolifera dovrà affrontare il problema di questa esposizione a Saipem.



15.11 | 0 komentar | Read More

Mediobanca più selettiva sul settore auto, ora punta su Interpump

Di Francesca Gerosa

Oggi Mediobanca Securities ha pubblicato un report in cui anticipa le sue previsioni sui conti del terzo trimestre 2013 delle società del settore auto sotto la sua copertura. A causa principalmente delle valute e dei mercati emergenti lunedì ha tagliato le stime su Fiat, Sogefi e Piaggio. Il prezzo obiettivo di Fiat è sceso da 6,2 a 6,1 euro (rating neutral) e il rating di Brembo è stato tagliato a neutral. Viceversa Mediobanca ha aumentato la sua posizione su Interpump, promossa oggi da neutral a outperform (target price a 9,2 euro).

Dopo la forte performance del mercato "stiamo diventando più selettivi: Pirelli & C. (outperform e target price a 12 euro, ndr) resta il nostro principale investimento", si legge nella nota di Mediobanca. Le immatricolazioni di auto sono aumentate del 5,4% su base annua a settembre, la crescita più consistente in due anni. Nel terzo trimestre il mercato europeo ha registrato una performance del +2,7%. Mentre il mercato automobilistico brasiliano è sceso nel terzo trimestre (-13%) e il mercato dei veicoli commerciali è risultato piatto.

Quanto alle immatricolazioni europee di camion hanno registrato un +2,8 % a luglio e un -4,4% ad agosto e, dopo l'aggiustamento per i giorni lavorativi, il mercato sembra essere indirizzato verso una stabilizzazione. Il mercato brasiliano dei camion si è confermato solido, riportando un +33% nel trimestre. Invece, dopo i buoni dati di luglio e agosto, le vendite di trattori negli Stati Uniti hanno avuto un arresto a settembre con un calo del 23,9% su base annua (contro un dato da inizio anno pari a un +16,4%).

Un'occhiata anche al settore degli penumatici. Dopo aver registrato una performance piatta su base annua a luglio, il mercato europeo degli pneumatici ad agosto ha registrato un -10%, peggio di quanto fatto da inizio anno (-3%). Per quanto riguarda, infine, le due ruote, l'Italia è rimasta negativa nel trimestre (-18%) così come il mercato indiano anche se in misura minore.

I titoli dei produttori di componenti auto sono stati tra i più forti e hanno goduto di significativi re-rating. In media l'andamento è stato simile per i sub settori: espansione dei multipli guidata dai più alti prezzi delle azioni e da un leggero taglio delle stime di utile per azione. Mediobanca continua dunque a puntare su Cnh Industrial (outperform e target price a 11 euro) e Pirelli & C..

E ora anche su Interpump perché "le sinergie derivanti dall'integrazione delle recenti di acquisizioni, un bilancio solido, la significativa esposizione verso il nord America (35% delle vendite totali, ndr) e una limitata esposizione ai mercati emergenti (10% delle vendite totali, ndr) meritano un upgrade". Fiat, Brembo (target price a 20 euro), Piaggio (target price a 2,05 euro ) e Sogefi (3,5 euro) sono coperte con un rating neutral, Landi Renzo (target price a 0,85 euro) con underperform.



15.11 | 0 komentar | Read More

Oro, prezzo in ripresa (+0,5%)

Written By Unknown on Senin, 14 Oktober 2013 | 15.11

Oro in leggera ripresa (+0,5%) a quota 1.273,90 dollari/oncia, trascinato dalle attese negative sul raggiungimento in tempi stretti di un accordo nel Senato Usa sull'aumento del limite del debito. Le quotazioni del metallo giallo, che l'11 ottobre scorso hanno toccato 1.260,61 dollari, il minimo dall'11 luglio, risentono da un lato delle tensioni politiche negli Stati Uniti e dall'altro delle aspettative di ripresa economica.

Due variabili che, agendo in senso opposto, mantengono alta la volatilità del prezzo, sceso quest'anno del 24% e attualmente inferiore del 33,7% rispetto al record di 1.921,15 dollari toccato nel settembre del 2011.

I pareri degli esperti sull'andamento nei prossimi meesi sono contrastanti. Fra i più pessimisti gli analisti di di Goldman Sachs, secondo cui la quotazione dell'oro potrebbe scendere sotto quota mille dollari/oncia, per la prima volta dall'ottobre 2009, non appena i segnali di miglioramento degli Stati Uniti saranno più evidenti e la Fed interromperà le misure espansive. Nel lungo termine dovrebbe invece stabilizzarsi intorno a 1.200 dollari/oncia.

L'oro detenuto dall'SPDR Gold Trust, il maggiorre Etf al mondo con sottostante oro fisico, è sceso l'11 ottobre a 890,98 tonnellate, il minimo dal febbraio 2009.



15.11 | 0 komentar | Read More

Peugeot ai cinesi di Dongfeng, pollice verso del mercato

Di Francesca Gerosa

Psa Peugeot Citroen ha confermato di essere in trattative per potenziali nuove partnership oltreoceano dopo che la scorsa settimana China Business News ha scritto che Dongfeng Motor sta valutando un investimento di 1,63 miliardi di dollari per rilevare il 30% del capitale della casa automobilistica francese. Le due società già collaborano: hanno in comune tre impianti produttivi in Cina.

"Peugeot conferma che sta studiando nuovi progetti industriali e commerciali con diversi partner così come il finanziamento che li accompagni", ha affermato un portavoce del gruppo, il quale non ha specificato quali siano le società coinvolte nei negoziati, ha solo fatto presente che non è stato ancora raggiunto nessun accordo.

Tuttavia, secondo quanto appreso da alcune fonti vicine alla vicenda, sul tavolo del cda di Peugeot che si riunirà il prossimo 22 ottobre ci sarà proprio il rafforzamento dell'alleanza con Dongfeng con un aumento di capitale riservato (3 miliardi di euro?) e non si esclude che anche lo Stato francese sottoscriva l'operazione.

Il ministro dell'Economia e delle Finanze francese, Pierre Moscovici, non ha voluto commentare l'ipotesi di una partecipazione del governo a un eventuale aumento di capitale di Psa. Se così fosse, comunque, la famiglia Peugeot, che oggi ha il 25,5% del capitale della casa automobilistica, ne perderebbe il controllo.

Alla borsa di Parigi stamani il titolo Peugeot crolla dell'8,41% a quota 11,32 euro. "Un eventuale aumento di capitale da parte di Psa Peugeot Citroen pari a 3 miliardi di euro, una cifra elevata, sarebbe negativo per il titolo vista la diluizione che si avrebbe per gli attuale azionisti", commentano gli analisti di Citigroup. Inoltre, "un aumento di capitale non è quello che l'azienda ha bisogno di più in questo momento".

"Non abbiamo mai preso in considerazione la possibilità che Psa potesse risolvere i suoi problemi di liquidità con un aumento di capitale dal momento che ha un buon accesso al credito", aggiungono gli esperti di Citigroup. "Una ricapitalizzazione così elevata, se questo è ciò che è stato previsto, potrebbe anche potenzialmente dare il segnale negativo che Psa è a disagio con la sua attuale guidance sulla cassa bruciata, ovvero di ridurla almeno della metà quest'anno, con una significativa contrazione nel 2014".

E' anche vero che l'ingresso di Dongfeng aiuterebbe il costruttore francese nel suo tentativo di espandersi fuori dall'Europa e di risolvere i suoi problemi di liquidità. Psa ha riportato nei primi sei mesi di quest'anno una perdita operativa nel comparto automotive di 510 milioni di euro, sta tagliando 11.200 lavoratori in Francia e sta chiudendo un impianto fuori Parigi. Secondo Florent Couvreur, analista di CM-CIC Securities, Psa avrebbe bisogno circa 2 miliardi di euro per far fronte ai suoi debiti obbligazionari nel 2014.

Naturalmente con questa operazione Psa non vuole compromettere l'altra alleanza strategica con General Motors (detiene il 7% del capitale), ritenuta indispensabile per migliorare i risultati delle marche Peugeot e Citroen sul mercato europeo. In base all'accordo siglato tra le due case, GM ha  infatti la possibilità di interrompere l'alleanza in caso di modifiche nell'azionariato di controllo del costruttore francese. Peraltro, il colosso Usa ha già fatto sapere, tramite il vice presidente, Steve Girsky, che la collaborazione sopravviverà anche se Dongfeng dovesse prendere una partecipazione della casa automobilistica francese.



15.11 | 0 komentar | Read More

Il mutuo? Costa meno

Written By Unknown on Minggu, 13 Oktober 2013 | 15.11

Continua il ritocco al ribasso degli spread sui mutui da parte delle banche. E il trend da inizio ottobre si è accentuato. Numerosi sono infatti gli elementi importanti su questo fronte: il fenomeno è oggi costante, allargato, esteso al tasso variabile come al fisso, compresi i prestiti immobiliari a più lunga scadenza.

In altre parole, al ribasso partecipano ormai la maggior parte degli istituti di credito e non solo qualche pioniere che attiva di tanto in tanto un'offerta temporanea particolarmente aggressiva per aumentare la propria quota di mercato. Il risultato è che oggi lo spread sembra essersi definitivamente stabilizzato sotto il 3%. Anzi, nel caso di un mutuo a tasso variabile con scadenza ventennale sono ormai almeno una decina gli istituti che si attestano sotto questa soglia.

Lo segnala Mutuionline, che raccoglie le offerte di 56 banche convenzionate. La media di mercato si attesta infatti al 2,83% rispetto al 3,16% di un anno fa e al 3,55% dei massimi di febbraio 2012. Trend analogo per i mutui a 30 anni, per i quali però la media di mercato si attesta su valori un po' più alti, al 2,89%.

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e tablet iPad, Android, Amazon Kindle e Windows 8.



15.11 | 0 komentar | Read More

Investire Italia?


Novita' online

Novita' in edicola

Trading

Advertiser Links

C'è sempre più denaro sull'Italia. Che si tratti di azioni, di obbligazioni o di immobili, da fine settembre i flussi di denaro in acquisto sono esplosi. I soldi vengono soprattutto dagli investitori esteri, che evidentemente non aspettavano altro che il via libera offerto da una certa stabilità del quadro politico, dopo la fiducia incassata dal governo Letta, per entrare sulle attività italiane a prezzi che erano molto indietro rispetto a quelli registrati sui mercati dell'Europa core.

E la corsa all'Italia ha per una volta guidato quella agli asset dell'intera Unione europea, perché il fatto che l'Italia sia considerata meno rischiosa oggi, rende più attraente l'intera area dell'euro. Tanto più che nel frattempo sembra imminente un accordo fra le parti politiche in Usa sul tetto del debito, prospettiva che riduce in generale l'avversione al rischio, spingendo gli investitori in Europa verso i Paesi periferici e lontano dai titoli tedeschi. Così da fine settembre il Ftse Mib ha guadagnato l'8,3%, portandosi al +16% da inizio anno, contro rispettivamente il 5,25% e il 18,9% dell'Ibex spagnolo.

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e tablet iPad, Android, Amazon Kindle e Windows 8.


7 Commenti

Inviato il: 12/10/2013 21.39   
Da: Atollo

Inviato il: 12/10/2013 16.38   
Da: delaware

Inviato il: 12/10/2013 15.22   
Da: Atollo

Inviato il: 12/10/2013 15.20   
Da: Atollo

Inviato il: 12/10/2013 14.42   
Da: delaware

Inviato il: 12/10/2013 10.44   
Da: Atollo

Inviato il: 11/10/2013 22.08   
Da: Lince71


15.11 | 0 komentar | Read More

Il mutuo? Costa meno

Written By Unknown on Sabtu, 12 Oktober 2013 | 15.11

Continua il ritocco al ribasso degli spread sui mutui da parte delle banche. E il trend da inizio ottobre si è accentuato. Numerosi sono infatti gli elementi importanti su questo fronte: il fenomeno è oggi costante, allargato, esteso al tasso variabile come al fisso, compresi i prestiti immobiliari a più lunga scadenza.

In altre parole, al ribasso partecipano ormai la maggior parte degli istituti di credito e non solo qualche pioniere che attiva di tanto in tanto un'offerta temporanea particolarmente aggressiva per aumentare la propria quota di mercato. Il risultato è che oggi lo spread sembra essersi definitivamente stabilizzato sotto il 3%. Anzi, nel caso di un mutuo a tasso variabile con scadenza ventennale sono ormai almeno una decina gli istituti che si attestano sotto questa soglia.

Lo segnala Mutuionline, che raccoglie le offerte di 56 banche convenzionate. La media di mercato si attesta infatti al 2,83% rispetto al 3,16% di un anno fa e al 3,55% dei massimi di febbraio 2012. Trend analogo per i mutui a 30 anni, per i quali però la media di mercato si attesta su valori un po' più alti, al 2,89%.

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e tablet iPad, Android, Amazon Kindle e Windows 8.



15.11 | 0 komentar | Read More

Investire Italia?

C'è sempre più denaro sull'Italia. Che si tratti di azioni, di obbligazioni o di immobili, da fine settembre i flussi di denaro in acquisto sono esplosi. I soldi vengono soprattutto dagli investitori esteri, che evidentemente non aspettavano altro che il via libera offerto da una certa stabilità del quadro politico, dopo la fiducia incassata dal governo Letta, per entrare sulle attività italiane a prezzi che erano molto indietro rispetto a quelli registrati sui mercati dell'Europa core.

E la corsa all'Italia ha per una volta guidato quella agli asset dell'intera Unione europea, perché il fatto che l'Italia sia considerata meno rischiosa oggi, rende più attraente l'intera area dell'euro. Tanto più che nel frattempo sembra imminente un accordo fra le parti politiche in Usa sul tetto del debito, prospettiva che riduce in generale l'avversione al rischio, spingendo gli investitori in Europa verso i Paesi periferici e lontano dai titoli tedeschi. Così da fine settembre il Ftse Mib ha guadagnato l'8,3%, portandosi al +16% da inizio anno, contro rispettivamente il 5,25% e il 18,9% dell'Ibex spagnolo.

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e tablet iPad, Android, Amazon Kindle e Windows 8.


Inviato il: 11/10/2013 22.08   
Da: Lince71


15.11 | 0 komentar | Read More

Piazza Affari ben impostata, Mediobanca alla ribalta

Written By Unknown on Jumat, 11 Oktober 2013 | 15.11

Di Francesca Gerosa

Le borse europee seguono l'ottima andamento di Wall Street e dei mercati asiatici mentre si sono allentate le tensioni relative al rischio di default degli Stati Uniti grazie alla possibilità di un accordo su un aumento di breve termine del tetto sul debito Usa. I repubblicani hanno proposto infatti un'estensione di sei settimane del limite sull'indebitamento degli Stati Uniti che in caso contrario verrebbe superato intorno al 17 ottobre, come ha spiegato il Tesoro Usa.

L'accordo permetterebbe di scongiurare il rischio di default del Paese almeno nel breve termine. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, non ha immediatamente accettato la proposta, ma le negoziazioni proseguono e ci sono buone probabilità di sbloccare l'impasse sulla questione del tetto sul debito.

Mentre sul fronte macro l'indice dei prezzi al consumo in Germania a settembre è rimasto invariato a livello mensile ed è salito dell'1,4% su base tendenziale (+1,5% il mese precedente), un dato in linea al preliminare e al consenso degli economisti, il differenziale tra il Btp e il Bund apre stabile a 248 punti base dai 247 della chiusura di ieri con un rendimento del 4,34%, perfettamente in linea con quello della Spagna (4,34%) che registra uno spread sulla Germania di 249 punti base.

Dopo il sette anni sindacato di mercoledì e gli 8,5 miliardi in Bot a dodici mesi di ieri, protagonista sul primario ancora l'Italia che, nelle aste a medio-lungo di metà mese, mette a disposizione degli investitori fino a 6 miliardi di Ccteu insieme a Btp a tre e quindici anni.

A Piazza Affari il Ftse Mib sale dello 0,42% a 18.915 punti grazie alla performance di alcune banche come il Banco Popolare (+1,57% a 1,42 euro), Mps (+1,62% a 0,2387 euro), Ubi Banca (+1,94% a 4,63 euro) e soprattutto Mediobanca (+2,68% a 6,31 euro). Oggi Citigroup ha confermato il rating buy sull'istituto di Piazzetta Cuccia, alzando il target price da 6 a 7,2 euro.

L'upgrade del target price segue il collocamento da parte di Unipol, attraverso la sua controllata Fondiaria Sai, del 2,7% del capitale di Mediobanca (23 milioni di azioni per complessivi 135,2 milioni di euro), a 5,85 euro per azione, in pratica con uno sconto dell'1,5% rispetto al prezzo di chiusura.

Il flottante dell'azione dovrebbe aumentare nei prossimi mesi a causa sia di questo collocamento sia dei recenti commenti fatti da alcuni azionisti (Groupama, Generali, Italmobiliare e altri per un totale di circa l'8% del capitale) circa un'uscita dal patto di sindacato di Mediobanca che scade a dicembre.

Gli analisti di Citigroup credono che il potenziale overhang (eccesso di carta sul mercato) proveniente dall'ulteriore cessione di quote dovrebbe essere mitigato dal miglioramento della governance della banca e dall'effetto sulla liquidità. Comunque il target price è stato alzato a 7,2 euro dopo una revisione della somma delle parti di Mediobanca per tener conto dei recenti sviluppi del mercato e del valore attuale della partecipazione in Generali.

La valutazione non comprende alcun contributo da parte delle altre partecipazioni che Mediobanca detiene attualmente (pari a un book value di 1,5 miliardi di euro a giugno 2013). "Ci aspettiamo che Mediobanca raggiunga un Rote del 9% nel 2016", prevedono gli analisti di Citigroup, osservando che l'azione tratta a 0,7 volte il t/tbv 2014, quindi a sconto rispetto alle banche europee (1 volta) e in linea con i competitor italiani.

Tuttavia Mediobanca offre una maggiore redditività, un minore rischio per quanto concerne la qualità del credito e il rischio sovrano e un'opportunità di ristrutturazione sia per l'investment banking sia per il portafoglio di investimenti. Senza contare che il business bancario di Mediobanca, escludendo Generali, tratta a sconto rispetto alle altre banche italiane (8,5 volte contro 16). E poi l'istituto ha anche iniziato a cedere alcune quote di società in portafoglio e nell'ultimo trimestre ha mostrato un miglioramento dei costi di finanziamento e delle commissioni, sostenendo il turnaround dell'investment banking.



15.11 | 0 komentar | Read More

Credem, Moody's mette sotto osservazione il rating per downgrade

Di Francesca Gerosa

Moody's ha messo sotto osservazione il rating Baa3 del Credem per un possibile downgrade. La decisione è stata presa per tener conto del deterioramento della qualità del credito della banca, del livello di capitale e dell'esposizione sopra la media ai titoli di Stato italiani.

A queste motivazioni l'agenzia di rating aggiunge la maggiore dipendenza rispetto ai concorrenti ai finanziamenti della Bce e le prospettive sulla profittabilità. Comunque il titolo Credem in borsa per ora non risente della notizia visto che staziona sulla parità a quota 5 euro dopo un massimo in apertura a 5,09 euro.

Si ricorda che Credem ha chiuso il secondo trimestre 2013 con ricavi per 244 milioni di euro, registrando un buona andamento del margine d'interesse (+3,6% sul trimestre precedente), mentre le commissioni sono risultate leggermente sotto le attese compensate da un maggiore trading income.

I costi sono stati in linea con le attese, mentre gli accantonamenti a 28 milioni di euro sono stati superiori al previsto e spiegano l'utile (29 milioni) più basso rispetto alle stime di alcuni analisti. Il Core Tier1 ratio si è attestato al 9,6%. Il tasso di copertura delle sofferenze è risultato stabile a 55,9%, mentre quello degli incagli è aumentato dal 12,9% al 13,7% con un costo del credito a 57 punti superiore alle attese ma comunque inferiore rispetto alla media delle altre banche italiane.



15.11 | 0 komentar | Read More

A Salini il 40% del progetto per la metro di Copenhagen per 15 milioni

Written By Unknown on Kamis, 10 Oktober 2013 | 15.11

Di Francesca Gerosa

Salini, come anticipato nell'edizione odierna di MF, ha finalizzato l'acquisto da Tecnimont Civil Construction, controllata di Maire Tecnimont, del 40% del progetto per la metropolitana "Cityringen" di Copenhagen in Danimarca, per un controvalore di 15 milioni di euro. Rimane quindi in capo a Tecnimont Civil Construction una ridotta partecipazione.

Tale acquisto segue la risoluzione, intervenuta per ragioni di opportunità dovute ad approfondimenti condotti dalle parti, del contratto sottoscritto tra Impregilo e Tecnimont Civil Construction relativo all'acquisto della partecipazione da parte di Impregilo, come comunicato lo scorso 17 giugno 2013.

Il nuovo investimento conferma la forte determinazione del gruppo Salini Impregilo, anche in relazione alla già deliberata fusione, per la realizzazione di questo importante progetto il cui valore è pari a circa 1,7 miliardi. Advisor dell'operazione sono stati Banca Iimi e lo Studio Legale Lombardi Molinari e Associati.

A Piazza Affari, dopo la notizia, il titolo Impregilo sale del +1,41% a 3,874 euro e Maire Tecnimont dell'1% a 1,7 euro. Attualmente il flottante di Impregilo, per effetto delle adesioni all'opa di Salini, è pari all'11,2% e scenderà al 10,2% post fusione, quindi dal primo gennaio. Il management ha dichiarato che il suo obiettivo è quello di portare il flottante almeno al 25%.

"Crediamo che per fornire al titolo un'adeguata liquidità il livello ottimale sia un 30% di flottante", afferma un analista di una sim milanese. La società ha diverse opzioni per ricostituire il flottante. "Riteniamo che la strategia del gruppo sarà quella di un mix tra un aumento di capitale, che ipotizziamo vicino ai 150 milioni di euro, e il collocamento di circa il 12% di Salini-Impregilo da parte di Salini Costruttori. Nelle nostre previsioni ipotizziamo un aumento di capitale a un prezzo a 3,5 euro, in linea con l'attuale prezzo di mercato".

"Crediamo che Impregilo Salini sia un ottimo investimento grazie a un progetto di crescita interessante che darà un importante ritorno nel lungo periodo. Nel breve periodo, però, il collocamento potrà ridurre l'appeal sul titolo", precisa l'analista secondo cui il nuovo gruppo dovrebbe chiudere il 2013 con un ebitda margin al 10,6%, destinato a crescere al 13,2% nel 2016. La forte crescita attesa porterà anche a un netto miglioramento della posizione finanziaria netta che dovrebbe tornare positiva nel 2014 (da un debito netto 2013 di 123 milioni di euro) per arrivare a fine piano a 250 milioni di euro.



15.11 | 0 komentar | Read More

Tar, nessun rialzo del prezzo dell'opa su Camfin fino all'udienza del 20 novembre

Di Francesca Gerosa

Resta confermata la sospensione della delibera con la quale la Consob ha imposto a Lauro 61 (società partecipata da Marco Tronchetti Provera, Clessidra, Intesa Sanpaolo e Unicredit) di aumentare il prezzo dell'opa su Camfin da 0,80 a 0,83 euro. E' quanto ha deciso il Tar del Lazio che ha sospeso in via provvisoria la delibera fino all'udienza di merito del prossimo 20 novembre.

Nel confermare la sospensione della delibera della Consob, il Tar del Lazio ha considerato che il procedimento di opa "è giunto ormai alla fase finale e che il mercato risulta comunque informato sia in ordine alla pendenza del ricorso sia in merito alla disponibilità da parte della ricorrente delle risorse aggiuntive necessarie al pagamento della differenza tra il prezzo originario e il prezzo rettificato".

I giudici amministrativi hanno ritenuto, inoltre, che "nelle more della definizione del merito possa prodursi un pregiudizio, almeno in parte, non integralmente riparabile, stante la numerosità dei soggetti nei confronti dei quali la ricorrente (Lauro 61) dovrebbe ripetere i maggiori esborsi".

La sentenza della Consob resta dunque congelata fino al 20 novembre in attesa di una decisione definitiva e quindi si applicherà il prezzo di 0,80 euro. Entro il 18 ottobre dovranno infatti essere pagate le azioni che verranno apportate all'opa tra il 7 e l'11 ottobre in occasione della riapertura dell'offerta imposta dalla Consob. Lauro61 ha comunque già costituito un fondo vincolato per il sovrapprezzo. L'ultima istanza potrebbe essere il ricorso al Consiglio di Stato.



15.11 | 0 komentar | Read More

Piazza Affari cauta, declassamento Moody's scontato per Telecom

Written By Unknown on Rabu, 09 Oktober 2013 | 15.11

Di Francesca Gerosa

Le borse europee scendono in avvio, condizionate ancora dalla mancanza di progressi a Washington sulla questione del bilancio pubblico, anche se l'imminente nomina della colomba Janet Yellen alla presidenza della Federal Reserve limita i ribassi. Ai mercati europei piace la scelta di Janet Yellen perché significa continuità con la politica monetaria di Ben Bernanke.

Barack Obama dovrebbe annunciare in serata la nomina. La scelta della Casa Bianca, caduta sull'attuale numero due Fed che sarebbe la prima donna a capo della Banca centrale americana, necessita comunque dell'approvazione del Senato. L'euro apre sopra 1,35 dollari, a 1,3536 dollari, l'euro/yen a 131,74 e il dollaro/yen a 97,31.

A Piazza Affari il Ftse Mib scende ma solo dello 0,04% a quota 18.364 punti. Lo spread tra Btp a dieci anni e omologhi tedeschi sale a 256 punti, in leggero rialzo rispetto ai 255 punti della chiusura di ieri. Il rendimento è al 4,37%. Molto ridotta la distanza dalla Spagna, con il differenziale Bonos/Bund che si attesta a 252 punti per un tasso del 4,33%.

E' atteso forse oggi stesso e comunque entro domani il pricing del nuovo Btp a sette anni maggio 2021. Il nuovo titolo avrà un rendimento compreso tra i 10 e i 12 punti base sopra quello del marzo 2021 attualmente in circolante sul mercato. Secondo quanto dice Ifr i book verranno aperti oggi e sempre nella giornata di oggi l'emissione dovrebbe essere prezzata.

L'importo previsto è di circa 5 miliardi. In attesa dell'asta Bot di domani, 8,5 miliardi a dodici mesi, il ministero dell'Economia ha comunicato ieri sera a mercati chiusi che l'appuntamento di medio-lungo termine di venerdì prevede un totale tra 4,5 e 6 miliardi in Btp a 3 e 15 anni e CctEu novembre 2018.

Oggi approda in aula senza sostanziali modifiche il decreto che ha abolito la prima rata dell'Imu su abitazioni principali, terreni agricoli e fabbricati rurali, dopo che i deputati del Pd hanno accettato di ritirare gli emendamenti per mantenere l'Imu sulle prime case con una rendita catastale superiore a 750 euro, evitando per il momento nuove tensioni con il Pdl. Il governo discuterà anche del cosiddetto golden power, in pratica dei decreti presidenziali sui poteri speciali nei settori difesa, energia, trasporti e comunicazioni.

Il governo ha infatti inserito la rete di telecomunicazione tra gli asset strategici su cui avrà poteri speciali di vigilanza. In questo modo, senza intervenire sulla normativa in tema di opa, il governo riuscirebbe a proteggere Telecom Italia, in calo dello 0,81% a 0,612 euro dopo che l'agenzia Moody's ha portato il rating a livello spazzatura, modificandolo da Baa3 a Ba1, con outlook negativo. Il downgrade era nell'aria e ormai il prezzo del titolo lo scontava, ma le recenti dimissioni di Franco Bernabè, anche per gli analisti di Moody's come per Standard & Poor's, aumentano il livello di incertezza e lo hanno reso inevitabile.

Telecom Italia ha subito reagito al declassamento ricordando all'agenzia che "il gruppo è solido tanto a livello industriale che finanziario". Lo dimostrano la forte generazione di cassa, il margine di liquidità per 12,8 miliardi di euro e redditività tra le più alte del comparto. La riduzione del debito, ha aggiunto Telecom, è sempre stata e continuerà a essere una priorità per Telecom Italia, nell'ambito di un percorso di sviluppo sostenibile delle attività industriali.

Inoltre, nel corso degli anni il gruppo ha perseguito un approccio prudente alla gestione dei rischi finanziari, mantenendo un margine di liquidità almeno pari alle scadenze del debito dei successivi 18/24 mesi e adottando una documentazione contrattuale relativa ai propri finanziamenti priva di clausole di step-up o di accelerazione nel rimborso del capitale legate al rating.

"Chiaramente il downgrade non rappresenta una grande notizia ma potrebbe sollevare preoccupazioni sul debito del gruppo", affermano gli analisti di Mediobanca Securities (agisce in qualità di co-advisor finanziario di Telecom Italia per lo spin-off della rete di TI). In ogni caso "era in parte atteso dal mercato, forse la tempistica è stata la sorpresa principale".

Anche per gli analisti di Banca Akros (hold e target price a 0,65 euro) il downgrade era ampiamente previsto e giunge subito dopo un cda inconcludente e le dimissioni del presidente esecutivo. "Altre agenzie potrebbe fare altrettanto in assenza di una chiara strategia che possa assicurare il perseguimento della riduzione del debito e preservare la redditività operativa di Telecom Italia", ipotizzano gli analisti di Banca Akros secondo i quali la revisione di Moody's, inizialmente prevista per metà novembre, ha subito un'accelerazione a causa della situazione di stallo tra i soci di Telco e il governo.

I risultati del terzo trimestre, a detta degli esperti di Mediobanca Securities, dovrebbero comunque confermare i primi segnali di riduzione del debito e l'impatto in termini di maggiori oneri finanziari dovrebbe essere abbastanza limitato, intorno a 10 milioni di euro. In realtà gli analisti di Equita (hold e target price a 0,65 euro) hanno calcolato che l'impatto sui conti TI possa arrivare al peggio a circa 220 milioni di euro di maggiori oneri finanziari al terzo anno con un impatto di circa il 9% sull'utile per azione.

Peraltro la società non ha bisogno di rifinanziare il proprio debito in tempi brevi grazie al margine di liquidità. In vista del cda del gruppo fissato per il 7 novembre gli analisti di Mediobanca Securities si aspettano che il management sveli la nuova strategia per ridurre la mole del debito anche attraverso la valorizzazione delle torri, dell'operatore di rete e del centro di competenza.

Ancora una volta gli analisti della banca d'affari ribadiscono comunque che il modo più veloce e più semplice per risolvere il problema del debito è la vendita di Tim Brasil con un incasso atteso pari a 8 miliardi di euro, vale a dire il 30% del debito previsto per fine anno.

Anche per gli analisti di Equita TI può riguadagnarsi un livello investment grade solo cedendo la sua quota in Tim Brasil ad almeno 8 miliardi di euro oppure in almeno 3 anni di perseverante riduzione del debito. "Crediamo che lo spin-off della rete, la vendita di Tim Brasil e l'integrazione con il bilancio di Telefonica avranno un impatto positivo sul profilo di credito di TI", aggiungono gli analisti di Banca Akros, ritenendo dunque più che mai necessaria una corporate action. In attesa l'azione sarà volatile in borsa.

Il titolo per gli analisti di Equita mantiene multipli contenuti/attraenti. Tuttavia c'è chiaramente il rischio che i multipli restino tali perché l'esigenza di rifinanziare oltre 3 miliardi annui sul mercato sub-investment grade espone Telecom Italia alle incertezze legate all'effettiva liquidità di questo mercato. "Pensiamo quindi che il titolo possa trattare con uno sconto del 10-15% rispetto alla nostra valutazione fondamentale di 0,65 per azione", concludono gli analisti della sim.



15.11 | 0 komentar | Read More
techieblogger.com Techie Blogger Techie Blogger