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Salini e Ansaldo Sts arrivano in Perù e festeggiano in borsa

Written By Unknown on Senin, 31 Maret 2014 | 15.11

Salini Impregilo e Ansaldo Sts arrivano in Perù. Il gruppo Salini Impregilo (al 19%) con Ansaldo Breda (al 12%) e Ansaldo Sts (al 15%), società del gruppo Finmeccanica, come partner di un consorzio internazionale si sono aggiudicati il maxi contratto da circa 9 miliardi di dollari promosso dall'Agencia de Promociòn de la Inversiòn Privada per la concessione della costruzione e gestione dell'ampliamento della rete metropolitana della città di Lima in Perù.

La partecipazione di Salini Impregilo nella costruzione è pari al 26% delle opere civili; il valore della partecipazione del gruppo nella concessione è pari a 1,7 miliardi di dollari. Invece Ansaldo Sts ha una quota pari a 710 milioni di dollari (510 milioni di euro) che riguarda la progettazione, fornitura, installazione e collaudo dei sistemi per le opere elettromeccaniche. Mentre il valore dell'ordine per Ansaldo Breda è di circa 500 milioni di dollari (364 milioni di euro).

L'ad di Salini Impregilo, Pietro Salini, è molto soddisfatto: "anche in questo caso ci siamo presentati forti delle nostre esperienze e della nostra capacità di innovare, e le abbiamo impiegate per immaginare e progettare un'opera strategica per la città di Lima e di tutto il Perù. La nuova metro di Lima è concepita con soluzioni tecniche e progettuali all'avanguardia nel mondo. Con quest'opera il Perù potrà ulteriormente rafforzarsi come area di interesse per gli investimenti internazionali e sarà in grado di soddisfare le richieste dei cittadini di una maggiore fruizione della città, contribuendo allo stesso tempo all'abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico. Auspico che questo successo italiano, riprova delle grandi capacità delle imprese italiane, sia l'occasione di nuova occupazione per le aziende italiane del settore".

A Piazza Affari stamani sia Salini Impregilo sia Ansaldo Sts sono premiati: la prima azione sale dello 0,88% a 4,378 euro e la seconda dell'1% a 8,535 euro. Per Ansaldo Sts, afferma un analista di una sim milanese, la notizia è buona soprattutto perché la commessa dovrebbe fa lievitare le valutazioni in vista di un cambio di proprietà e facilitare il processo di cessione avviato dalla controllante Finmeccanica (+0,91% a 7,18 euro).

"Consideriamo positivamente questo contratto anche perché crediamo che migliori la visibilità del gruppo nel corso di quest'anno data la dimensione considerevole della commessa", aggiungono gli analisti di Banca Imi (add e target price a 8,10 euro confermati su Ansaldo Sts), segnalando che questo contratto rappresenta il 30%/36% della guidance 2014 di Ansaldo Sts a livello di raccolta ordini (1,4-1,7 miliardi). "Ci aspettiamo una redditività operativa per questo contratto sostanzialmente in linea con gli obiettivi di fine anno della società, ossia il 9,5%".


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Francia, il deficit pubblico sale al 4,3% nel 2013

Il deficit pubblico francese nel 2013 si attesta al 4,3% del pil, contro il 4,9% del 2012 e contro il 4,1% previsto dal governo. Il debito pubblico è al 90,6%, contro il 93,4% stimato dal governo. Mentre il pil francese è cresciuto dello 0,3% nell'ultimo trimestre dell'anno, in linea con le attese. Su base annua il pil transalpino registra una crescita dello 0,8%.


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Citi, sette titoli dell’automotive ai raggi X

Written By Unknown on Minggu, 30 Maret 2014 | 15.12

La ripresa europea è una buona notizia per il settore dell'auto, che sta tuttavia risentendo negativamente della congiuntura difficile dei Paesi emergenti e della debolezza delle relative valute. E' l'opinione degli analisti della banca d'affari Usa, che hanno rivisto stime e target price.

1) Bmw. Al gruppo tedesco è stato assegnato il rating neutral con prezzo obiettivo 85 euro, in aumento dai precedenti 83 euro, contro una quotazione attuale di 91,70. L'impatto degli investimenti in tecnologia e produzione che sono stati decisi dalla compagnia saranno positivi nel lungo termine, ma non garantiranno gli stessi ritorni di capitale di quelli del passato. E sebbene Bmw sia attualmente un leader nelle auto elettriche di fascia alta, i suoi concorrenti stanno crescendo. Al target price del titolo, che in un anno ha realizzato un total return (performance+ rendimento della cedola) del 40%, corrisponde un p/e 2014 intorno a 9, che è in linea con i multipli storici, escluso il 2008-2009.

2) Daimler. Rating neutrale, con prezzo obiettivo 67 euro, contro una quotazione attuale di 68,6. La compagnia automobilistica è sulla giusta strada per conquistare gli obiettivi che si è prefissata per il medio termine, soprattutto se si considera che è il secondo anno dopo il lancio di un modello quello che porta maggiore redditività mentre il primo risente negativamente dei costi. Il giudizio prudente sul titolo, che in 12 mesi ha garantito un total return del 69,2%, è legato al fatto che i miglioramenti sono già scontati nei prezzi di borsa.

3) Fiat. Target price di 6,9 euro, inferiore alla quotazione attuale di 8,24 euro, per il gruppo che merita il rating sell (vendere). Gli analisti di Citi hanno infatti tagliato la stima sull'ebit 2014 a 3,66 miliardi di euro da 4,13 miliardi a causa del calo delle previsioni sui mercati dell'America Latina e della gamma incentrata su soli tre modelli (Panda, Punto e 500). Con un p/e 2015 di 7,5 il titolo, che in un anno ha reso (total return) il 98,5%, non è inoltre così a buon mercato rispetto alla media per essere attraente.

4) Psa. Target price di 6 euro contro una quotazione recente di 13,5 con rating sell (vendere) per il gruppo francese, che continua a collezionare notizie negative. La famiglia Peugeot, il 20 gennaio scorso, ha fatto spazio allo Stato francese e alla compagnia automobilistica cinese Dongfeng, entrambi con una quota del 14% all'interno di un aumento di capitale riservato di 1,5 su 3 miliardi complessivi, mentre le vendite continuano a scendere in maniera preoccupante. Una ricapitalizzazione necessaria a seguito della perdita record di 5 miliardi registrata a fine 2012. Le sinergie con GM sono state inoltre recentemente ridotte da 2 a 1,2 miliardi di dollari. Sul listino di Parigi il titolo ha realizzato in un anno un total return del 139,2%.

5) Renault. Giudizio buy (comprare) con target price 88 euro, che lascia un buon margine di crescita dalle quotazioni attuali (70,78 euro). Gli analisti hanno leggermente aumentato la stima del margine operativo lordo da 1,5 a 1,6 miliardi di euro per riflettere i maggiori risparmi di costo. Se si valuta l'attività core della compagnia al 30% del ratio ev/sales (valore d'impresa/vendite) e si applica uno sconto del 10% alla quota Nissan, si ottiene un prezzo obiettivo di 106 euro. Il titolo ha reso in un anno il 49,6%.

6) Continental. Il target price è 210 euro contro una quotazione attuale di 172,5 con rating buy (comprare), perché gli analisti sono ottimisti sul gruppo tedesco del settore pneumatici che beneficerà della graduale ripresa europea. Al prezzo obiettivo corrisponde un ratio ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) 2015 di 7,6 per tener conto delle prospettive di crescita strutturale. Negli ultimi 12 mesi sul listino di Francoforte ha reso l'89,5%.

7) Pirelli. Il titolo quotato a Piazza affari, che in un anno ha realizzato un total return del 46,6%, merita un target price di 12,70 euro, che è di poco superiore alle quotazioni attuali (11,58 euro). Il rating è quindi neutrale, perché prevale lo scetticismo sulla capacità del gruppo di realizzare gli obiettivi che si è prefissato. Gli analisti si aspettano quindi un periodo di consolidamento delle quotazioni, prima di poter raggiungere traguardi più ambiziosi.


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Visco: piú investimenti per ripresa, imprese mettano risorse

La ripresa dell'economia italiana passa per una profonda riforma del settore pubblico, ma anche le imprese devono fare la loro parte. Ne è convinto il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che nel corso del suo inervento al Convegno biennale del Centro studi di Confindustria ha ribadito la necessità di "affrontare risolutamente i nodi strutturali che hanno frenato l'economia italiana già prima delle crisi e ne hanno aggravato le conseguenze".

"Lo sforzo di cambiamento richiesto ai soggetti pubblici e ai policy-maker - ha spiegato Visco - deve essere accompagnato da un altrettanto profondo mutamento del settore privato, delle imprese e dei lavoratori". Le imprese devono diventare "piú grandi, piú tecnologiche, piú internazionalizzate", e il primo passo in questa direzione è il rafforzamento del capitale. "Attraverso una maggiore patrimonializzazione, anche con risorse proprie - ha proseguito il governatore - gli imprenditori potranno dimostrare direttamente la fiducia nelle prospettive delle loro imprese, cosí facilitando il reperimento di risorse aggiuntive da intermediari e risparmiatori. Una maggiore diversificazione delle fonti di finanziamento permette alle imprese di ridurre la dipendenza dal credito bancario, migliorando la capacitá di resistenza agli shock e contribuendo al tempo stesso allo sviluppo del mercato dei capitali".

Un "segnale positivo" è "il maggiore interesse per la quotazione in borsa. Dal gennaio 2013 si sono quotate oltre 20 imprese italiane, il numero più elevato dal 2007, e altre hanno annunciato l'intenzione di farlo". E sul fronte del lavoro, Visco si schiera a favore dei "rapporti di lavoro piú stabili" che, come dimostrano alcuni studi della Banca d'Italia, "possono stimolare l'accumulazione di capitale umano, incentivando i lavoratori ad acquisire competenze specifiche all'attività dell'impresa", rafforzando "l'intensità dell'attività innovativa e, in ultima istanza, la dinamica della produttività".

Per quanto riguarda il settore pubblico, Visco ha ricordato che "per lungo tempo l'influenza negativa di un contesto istituzionale poco favorevole all'attività imprenditoriale sulla competitività e sulla sua capacità di attrarre investimenti dall'estero è stata sottovalutata. Va riavviata e intensificata l'azione riformatrice in questo ambito, con l'obiettivo prioritario di snellire un quadro normativo complesso e ridondante, definendo per l'attività economica regole chiare, facilmente applicabili e stabili nel tempo". Occorre inoltre "intevenire sul funzionamento delle pubbliche amministrazioni, che sono chiamate ad applicare tali norme, innalzandone i livelli di efficienza e di efficacia e favorendone la trasformazione da soggetti che, nella percezione di molti imprenditori, costituiscono un ostacolo all'attività economica, a promotori di sviluppo e innovazione. Al riguardo, gli inteventi previsti dall'Agenda digitale, ai quali va data rapida attuazione, costituiscono un'opportunità di rilievo".

Chiudendo il suo intervento, Visco ha commentato il dibattito degli ultimi due giorni su alcune sue frasi relative a "rigidità" nel mondo imprenditoriale e sindacale: "c'è un approccio selettivo sulle citazioni", ha precisato, aggiungendo che "bastava ascoltare quello che ho detto ieri, non ho parlato di rigidità legate al mercato del lavoro, ma di attitudini diffuse in varie istituzioni, anche in quella che rappresento".


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Piazza Affari, +12% in tre mesi E ORA?

Written By Unknown on Sabtu, 29 Maret 2014 | 15.12

Piazza Affari è la vera piazza emergente del 2014. Gli investitori esteri arrivano a frotte per non perdersi il recupero di un listino che vale ancora la metà rispetto ai livelli del 2007. «A Piazza Affari c'è oggi una grande liquidità e si vedono volumi sostenuti. Merito dei grandi investitori che si stanno accaparrando quote di rilievo nelle ultime settimane. Io stesso ho provato ad aprire una posizione ribassista sul listino italiano, ma non c'è stato verso ho dovuto chiudere subito lo short». A parlare è un gestore di lungo corso del listino milanese che oggi si sorprende della forza che il mercato azionario tricolore mostra di avere, nonostante i timori legati all'Ucraina e alla crescita cinese.

Ma forse dietro questa corsa a Piazza Affari c'è proprio una nuova percezione del rischio. L'Italia, seppur a fatica, sembra tornata un Paese più sicuro in cui investire con un spread lontano anni luce da quelli del 2011 (in questi giorni viaggia intorno ai 177 punti base) e con la prospettiva che dal rigore si possa arrivare a una politica più rivolta allo sviluppo. I grandi gestori esteri in fuga dalle piazze emergenti, oggi considerate poco sicure, e in cerca di una redditività maggiore a quella offerta dai listini che hanno già superato i livelli pre crisi, guardano a Milano con grande interesse. Lo dimostra il fatto che Milano da inizio anno ha registrato un apprezzamento da record con l'indice Ftse Mib che ha guadagnato il 12%, l'indice Ftse Mid Cap che è salito del 13,5% e l'indice Ftse Star che è cresciuto del 15%. Nello stesso periodo l'indice Msci World è rimasto allo stesso livello di inizio anno, il Dax tedesco è sceso dell'1% e il Cac francese è salito di appena l'1,9%.

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e tablet iPad, Android, Amazon Kindle e Windows 8.


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Citi, sette titoli dell’automotive ai raggi X

La ripresa europea è una buona notizia per il settore dell'auto, che sta tuttavia risentendo negativamente della congiuntura difficile dei Paesi emergenti e della debolezza delle relative valute. E' l'opinione degli analisti della banca d'affari Usa, che hanno rivisto stime e target price.

1) Bmw. Al gruppo tedesco è stato assegnato il rating neutral con prezzo obiettivo 85 euro, in aumento dai precedenti 83 euro, contro una quotazione attuale di 91,70. L'impatto degli investimenti in tecnologia e produzione che sono stati decisi dalla compagnia saranno positivi nel lungo termine, ma non garantiranno gli stessi ritorni di capitale di quelli del passato. E sebbene Bmw sia attualmente un leader nelle auto elettriche di fascia alta, i suoi concorrenti stanno crescendo. Al target price del titolo, che in un anno ha realizzato un total return (performance+ rendimento della cedola) del 40%, corrisponde un p/e 2014 intorno a 9, che è in linea con i multipli storici, escluso il 2008-2009.

2) Daimler. Rating neutrale, con prezzo obiettivo 67 euro, contro una quotazione attuale di 68,6. La compagnia automobilistica è sulla giusta strada per conquistare gli obiettivi che si è prefissata per il medio termine, soprattutto se si considera che è il secondo anno dopo il lancio di un modello quello che porta maggiore redditività mentre il primo risente negativamente dei costi. Il giudizio prudente sul titolo, che in 12 mesi ha garantito un total return del 69,2%, è legato al fatto che i miglioramenti sono già scontati nei prezzi di borsa.

3) Fiat. Target price di 6,9 euro, inferiore alla quotazione attuale di 8,24 euro, per il gruppo che merita il rating sell (vendere). Gli analisti di Citi hanno infatti tagliato la stima sull'ebit 2014 a 3,66 miliardi di euro da 4,13 miliardi a causa del calo delle previsioni sui mercati dell'America Latina e della gamma incentrata su soli tre modelli (Panda, Punto e 500). Con un p/e 2015 di 7,5 il titolo, che in un anno ha reso (total return) il 98,5%, non è inoltre così a buon mercato rispetto alla media per essere attraente.

4) Psa. Target price di 6 euro contro una quotazione recente di 13,5 con rating sell (vendere) per il gruppo francese, che continua a collezionare notizie negative. La famiglia Peugeot, il 20 gennaio scorso, ha fatto spazio allo Stato francese e alla compagnia automobilistica cinese Dongfeng, entrambi con una quota del 14% all'interno di un aumento di capitale riservato di 1,5 su 3 miliardi complessivi, mentre le vendite continuano a scendere in maniera preoccupante. Una ricapitalizzazione necessaria a seguito della perdita record di 5 miliardi registrata a fine 2012. Le sinergie con GM sono state inoltre recentemente ridotte da 2 a 1,2 miliardi di dollari. Sul listino di Parigi il titolo ha realizzato in un anno un total return del 139,2%.

5) Renault. Giudizio buy (comprare) con target price 88 euro, che lascia un buon margine di crescita dalle quotazioni attuali (70,78 euro). Gli analisti hanno leggermente aumentato la stima del margine operativo lordo da 1,5 a 1,6 miliardi di euro per riflettere i maggiori risparmi di costo. Se si valuta l'attività core della compagnia al 30% del ratio ev/sales (valore d'impresa/vendite) e si applica uno sconto del 10% alla quota Nissan, si ottiene un prezzo obiettivo di 106 euro. Il titolo ha reso in un anno il 49,6%.

6) Continental. Il target price è 210 euro contro una quotazione attuale di 172,5 con rating buy (comprare), perché gli analisti sono ottimisti sul gruppo tedesco del settore pneumatici che beneficerà della graduale ripresa europea. Al prezzo obiettivo corrisponde un ratio ev/ebitda (valore d'impresa/reddito operativo lordo) 2015 di 7,6 per tener conto delle prospettive di crescita strutturale. Negli ultimi 12 mesi sul listino di Francoforte ha reso l'89,5%.

7) Pirelli. Il titolo quotato a Piazza affari, che in un anno ha realizzato un total return del 46,6%, merita un target price di 12,70 euro, che è di poco superiore alle quotazioni attuali (11,58 euro). Il rating è quindi neutrale, perché prevale lo scetticismo sulla capacità del gruppo di realizzare gli obiettivi che si è prefissato. Gli analisti si aspettano quindi un periodo di consolidamento delle quotazioni, prima di poter raggiungere traguardi più ambiziosi.


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Accordo tra Luxottica e Google per lanciare i nuovi super occhiali

Written By Unknown on Selasa, 25 Maret 2014 | 15.12

Firmato un accordo tra Luxottica e Google per progettare, sviluppare e distribuire insieme una nuova generazione di occhiali per Glass. Grazie alla partnership Luxottica e Google, leader nelle rispettive industrie, combineranno lo sviluppo di nuove tecnologie con un design all'avanguardia. Le due aziende formeranno una squadra di esperti dedicati a design, sviluppo, strumentazione e ingegneria dei prodotti Glass che uniscono moda e lifestyle all'innovazione tecnologica.

Il gruppo di Leonardo Del Vecchio (che vanta un'esperienza decennale nel campo della tecnologia indossabile grazie a dispositivi Mp3 e Hud) ha inoltre annunciato che i due marchi di proprietà più importanti del gruppo, Ray-Ban e Oakley, saranno oggetto della collaborazione con Glass.

"Viviamo in un mondo in cui l'innovazione tecnologica ha trasformato radicalmente il nostro modo di comunicare e di interagire in tutto ciò che facciamo",   ha dichiarato Andrea Guerra, ceo di Luxottica Group."Ma la cosa più importante è che siamo arrivati a un punto in cui abbiamo contemporaneamente sia una forte offerta di tecnologia che una domanda da parte del consumatore di dispositivi e applicazioni indossabili. In previsione di questo momento, Luxottica negli ultimi anni ha significativamente investito in innovazione per strutturare piattaforme tecnologiche e soluzioni digitali da combinare all'eccellenza dei suoi prodotti. Riteniamo che la collaborazione strategica con un partner come Google offra il contesto ideale per inaugurare un nuovo corso nella nostra industria . Pensiamo sia giunto il momento di unire le competenze, il know-how e la forte attenzione alla qualita' del prodotto che ci caratterizzano con l'altissima competenza tecnologica di Google per dare vita a una nuova generazione di dispositivi rivoluzionari".

Alla luce dell'annuncio gli analisti di Mediobanca Securities confermano su Luxottica il rating outperform e il prezzo obiettivo a 44,5 euro, evidenziando che in un'intervista il Ceo del gruppo, Andrea Guerra, ha indicato una crescita dei ricavi annuale di circa il 5%-10%, con un fatturato che punta ai 10 mld euro nel medio periodo. "Apprezziamo questa notizia in quanto rafforza la nostra visione positiva sul titolo", conclude Mediobanca Securities.


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Avvio positivo del Ftse Mib, Kepler boccia Bpm

Sull'umore dei mercati azionari europei non pesano in avvio di seduta i dati deboli della manifattura Usa e il perdurare della crisi politico diplomatica ucraina. Ieri i Paesi del G7 si sono impegnati a discutere nei prossimi mesi modalità di riduzione della dipendenza energetica da Mosca, in risposta all'annessione della Crimea. E dagli Stati Uniti sono arrivate minacce di nuove sanzioni contro la Russia in caso di escalation militare della crisi.

Intanto è stato annullato per protesta il G8 previsto per giugno a Sochi: l'incontro si terrà a Bruxelles, ristretto al gruppo dei sette. Non dovrebbe trattarsi, tuttavia, di una sospensione permanente della Russia dal G8. Proprio i timori legati alla situazione ucraina e alle crescenti tensioni tra Russia e Occidente hanno spinto al ribasso, nella seduta di ieri, il mercato obbligazionario italiano, dando sostegno ai titoli di Stato tedeschi. In chiusura lo spread tra Btp e Bund ha allargato a 184 punti base, mentre il tasso decennale italiano è salito lievemente al 3,42%.

Oggi il differenziale riparte da 183 punti (tasso al 3,42%) in attesa dell'indicatore sulla fiducia delle imprese tedesche a marzo a cura dell'istituto di ricerca economia Ifo. Le stime sono per un indice a 111, in lieve calo dal precedente 111,3. Sui Btp pesa anche l'approssimarsi della tornata di collocamenti di fine mese con l'offerta di dopo domani di Bot a 6 mesi per 7,5 miliardi di euro, sugli 8,57 miliardi  in scadenza. Oggi a mercati chiusi arriveranno i dettagli delle aste a medio lungo di venerdì. Secondo Intesa Sanpaolo l'offerta sarà fino a 3 miliardi di Btp quinquennali, fino a 3,5 miliardi di decennali e fino a 3 miliardi di Ccteu. Domani andrà invece in asta la nona tranche del Ctz 31 dicembre 2015, con un'offerta compresa tra 2 e 2,5 miliardi.

A Piazza Affari il Ftse Mib sale dello 0,67% a 20.764 punti.  Sul listino milanese sale ancora Mps (+1,65% a 0,2406 euro), con la stampa che ipotizza che, oltre a Blackrock, che possiede il 5,748% del capitale, anche Vanguard abbia acquisito una quota dell'1% circa del capitale della banca dalla Fondazione Mps. Si fanno anche i nomi degli hedge Marshall Wace, Tosca, Och Ziff e Guggenheim come acquirenti di altre quote dalla Fondazione. Lo scorso 18 marzo la Fondazione ha ceduto una quota dell'11,98% della banca senese, azzerando i suoi 300 milioni di euro di debiti con le banche creditrici e conservando una quota del 15% circa, destinata a scendere con l'aumento di capitale da 3 miliardi che la banca lancerà da metà maggio.

Invece la Banca Popolare di Milano scende a quota 0,67 euro (-0,07%). Nella riforma varata dal consiglio di gestione, che verrà sottoposta all'assemblea del 12 aprile, viene mantenuto il modello cooperativo, ma ai fondi si vogliono riservare una maggior rappresentativitá e un ruolo più incisivo agli organi di vertice. Questa mattina Kepler Cheuvreux ha abbassato il giudizio su Bpm da hold a reduce, anche se il target price sale da 0,45 a 0,60 euro.

Dopo un altro cambio di management (il terzo amministratore delegato e il quarto presidente in tre anni), la banca popolare ha proposto modifiche della governance e ha lanciato un nuovo piano industriale. Il piano ha come obiettivo un utile netto di 295 milioni di euro al 2016 (30 milioni nel 2013) con un Rote del 7% dopo un aumento del Core Tier 1 dal 7,2% all'8,4% attraverso l'aumento di capitale da 500 milioni di euro, portando il common equity al 12% al 2016, assumendo anche la rimozione di 8 miliardi di euro di add-on e la validazione dei modelli AIRB.

È invece in corso un roadshow di Unicredit (+0,87% a 6,41 euro) presso investitori istituzionali, che terminerà mercoledì, a seguito del quale la banca potrebbe lanciare un'emissione obbligazionaria di tipo Additional Tier 1. Infine è da monitorare il Credito Valtellinese (-0,14% a 1,408 euro) che ha siglato un accordo quadro per conferire ad Alba Leasing, società nata dallo spin-off di Italease, attività di leasing per 435 milioni di euro nell'ambito di un aumento di capitale riservato che consentirà all'istituto di avere l'8,05% dell'operatore.


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Prese di beneficio a Wall Street (-0,3%)

Written By Unknown on Sabtu, 22 Maret 2014 | 15.11

Wall Street ha chiuso in discesa per le prese di beneficio degli investitori che hanno preferito portare a casa i guadagni prima del fine settimana. L'indice Dow Jones ha perso lo 0,17% a quota 16.302,7 e il Nasdaq ha ceduto lo 0,98% a 4276,78. Mentre lo S&P 500 è arretrato dello 0,29% a 1.866,52 dopo aver toccato un nuovo record storico.

A frenare i listini sono state le cosiddette streghe, ovvero la scadenza contemporanea dei future e delle opzioni sia sugli indici che sui singoli titoli. Più precisamente giorno delle streghe è, nel mercato borsistico americano, il terzo venerdì dell'ultimo mese di ogni trimestre, in cui scadono contemporaneamente i futures sugli indici, le opzioni sugli indici e le opzioni sulle azioni.

In evidenza (con successivo ripiegamento) Media General dopo l'acquisizione di Lin Media per 1,6 miliardi di dollari. Scivolone invece del produttore di antivirus Symantec (-13%) dopo il licenziamento dell'ad. Pesante anche Nike (-5,1%), le cui previsioni sul fatturato hanno deluso gli analisti.


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Calcio, i campioni del low cost

Calcio, i campioni del low cost - Milano Finanza

Industria

Calcio, i campioni del low cost




C'è un interrogativo che, in tempi di ristrettezze economiche per le società di calcio italiane, arrovella tifosi e appassionati: qual è il club che ha speso meglio, in termini di vittorie sul campo, le risorse investite nel calciomercato e negli ingaggi dei giocatori? Milano Finanza ha provato a dare una risposta a questa domanda prendendo spunto da uno studio recentemente commissionato a Pricewaterhouse Coopers dall'Eca (l'associazione presieduta da Karl-Heinz Rummenigge che riunisce i principali club europei) in cui la nota società di consulenza ha provato ha individuare una correlazione tra gli investimenti effettuati dalle società per l'acquisto dei calciatori e la performance sportiva, ma aggiungendo anche una terza variabile, ovvero le spese sostenute per gli ingaggi dei giocatori.

La spesa complessiva sostenuta dai club (investimenti lordi nel calciomercato più il costo del personale) è stata poi messa in relazione ai punti assegnati a ciascun club da Pwc nelle competizioni nazionali e internazionali (il dettaglio è illustrato nella tabella in pagina). E' stato così possibile stilare una classifica relativa a quanto ciascun club ha speso in media per ogni punto realizzato. Ovviamente minore è questo costo, migliore è la performance del club. 




 
 



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Societe Generale, le mid cap con una marcia in più

Written By Unknown on Jumat, 21 Maret 2014 | 15.11

Fra le società a bassa-media capitalizzazione che di recente hanno comunicato i risultati del bilancio 2013 gli analisti di Societe Generale hanno individuato in diversi settori (dall'information technology al residenziale) quelle più promettenti. Ecco cinque titoli che a loro parere non deluderanno gli investitori.

1)Store Electronic Systems. Il gruppo francese, che realizza sistemi di etichettatura elettronica per la distribuzione, merita un target price di 19 euro, che implica un potenziale di rialzo del 24% dalla quotazione attuale. Il titolo, che capitalizza 177 milioni di euro, in un anno ha reso (total return) il  47,7%. La società, nonostante la revisione al ribasso delle stime sugli utili (eps) 2014 e 2015, a causa dell'impatto dell'acquisizione dell'austriaca Imagotag, beneficerà del miglioramento della redditività e dell'espansione in nuovi mercati, con la Germania che potrebbe adottare presto la sua tecnologia. I ricavi 2014 sono previsti 96,1 (da 82,3) milioni di euro, a fronte di un utile netto di 6,3 milioni (da 3,9).

2)Boiron. Il gruppo farmaceutico francese, specializzato nell'omeopatia, che capitalizza 1,19 miliardi di euro, ha comunicato di recente i risultati 2013 che hanno evidenziato un forte incremento del reddito operativi netto (+57%) e dell'utile netto (+64%), grazie all'espansione delle vendite, al forte controllo delle spese e ai risparmi generati dalla ristrutturazione in vari mercati. La società dispone di liquidità netta (a fine 2013) per 160 milioni di euro e il dividendo netto è stato incrementato del 33% fino a 1,2 euro. Nel 2014 gli analisti si aspettano ricavi per 618 milioni di euro (stabili) e un reddito operativo netto di 118 milioni (-12%). Il rating sul titolo, che in un anno ha realizzato un total return del 48,4%, è buy (comprare).

3)Ophir Energy. Il gruppo petrolifero quotato a Londra, che ha in corso diversi progetti in Africa e in particolare in Gabon e Tanzania, è correttamente valutato 350p per azione, che implica un margine di rialzo del 34% dai prezzi recenti. L'appeal del titolo, che è sceso negli ultimi 12 mesi del 36% e negli ultimi tre dell'8%, è prevalentemente speculativo e legato ad operazioni di m&a (fusioni e acquisizioni). l'azione, che capitalizza 1,5 miliardi di sterline, è adatta ad investitori che hanno un alto profilo di rischio, a causa della natura del business.

4)Aubay. Ogni debolezza del prezzo può rappresentare una buona occasione di acquisto del titolo, che ha registrato un total return a un anno del 106,6%, con target 11,3 euro. I risultati recentemente comunicati per il 2013 dalla società francese specializzata nel settore dell'information technology (130 milioni di euro di capitalizzazione)  hanno battuto le attese del mercato e l'avvio del 2014 è promettente. Nonostante le acquisizioni fatte nel 2013 (BSC e Aedian) che inizialmente avevano generato una minore redditività, il management è riuscito a cambiare nettamente la situazione, facendo salire i margini, mentre l'indebitamento netto è in calo.

5)Maisons France Confort. Negli ultimi 12 mesi il titolo, che capitalizza 246 milioni di euro, ha garantito un total return del 48%, ma può crescere ancora fino a un prezzo obiettivo di 39,5 euro (+11%). I punti di forza del gruppo immobiliare francese sono l'attesa ripresa del settore residenziale, che ha già toccato i minimi, l'aumento della  quota di mercato e la fiducia dimostrata dal management sulle prospettive 2014. I ricavi 2014 sono previsti 532 milioni di euro (da 516), a fronte di un utile netto di 14,6 milioni (da 13,2). Il redimento della cedola è 2,8%.


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Piazza Affari piatta, vola UnipolSai

Le borse europee sono poco mosse in avvio. Washington ha inasprito le sanzioni contro la Federazione russa e Fitch ha rivisto al ribasso le prospettive sul merito di credito della Russia. In particolare, ha rivisto da stabile a negativo l'outlook sul debito a lungo termine, in valuta e non, della Russia e ha confermato il rating a BBB. Per Fitch l'impatto diretto delle sanzioni annunciate finora non è rilevante ma l'agenzia teme che l'annessione della Crimea nella Federazione russa possa spingere Usa e Ue a nuove misure.

Invece Fitch ha confermato il rating AAA sugli Stati Uniti e ha alzato l'outlook a stabile da negativo. Il debito americano era sotto osservazione per un possibile downgrade dallo scorso ottobre. Fitch ha sottolineato che gli Usa hanno una maggiore tollerabilità del debito rispetto ad altri Paesi a tripla A e che la crisi sul tetto del debito dello scorso anno non ha avuto impatti negativi sui rendimenti dei bond Usa né ridotto gli investimenti esteri nei Treasuries.

Nelle prime contrattazioni, lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi è stabile a quota 178 punti per un tasso del 3,42%. Il differenziale Bonos/Bund segna 172 punti per un rendimento del 3,36%. A Piazza Affari il Ftse Mib si attesta a 21.072 punti (-0,10%). Vola UnipolSai (+6,49% a 2,654 euro) che ha chiuso il 2013 con un utile netto a perimetro post fusione di 694 milioni di euro. Il combined ratio del ramo danni è migliorato al 93,3% dal 101,9% del 2012, mentre il margine di solvibilità a fine dicembre era pari a 1,5 volte con un eccesso di capitale pari a 2 miliardi post dividendi.

Il ramo danni ha registrato una raccolta di 9,3 miliardi, in calo dell'8,1%, mentre il ramo vita ha visto una crescita del 9,1% a 6,1 miliardi circa. Nel complesso i premi sono scesi a 15,4 miliardi da 15,7 miliardi nel 2012. UnipolSai distribuirà un dividendo sulle azioni ordinarie di 0,19559 euro, sulle risparmio A di 19,64133 euro e sulle risparmio B di 0,22497. Per quanto riguarda quest'anno UnipolSai si aspetta un risultato consolidato della gestione positivo.

C'è anche Telecom Italia (+0,67% a 0,8285 euro) sotto i riflettori. Il governo studia una modifica alla golden share per cancellare il potere di veto nei confronti dell'ingresso dei gruppi europei. La società diventa così più contendibile. Inoltre l'ad, Marco Patuano, non ha escluso una partnership con la Cassa depositi e prestiti per investire sulla rete di nuova generazione, partendo dall'acquisizione di una quota in Metroweb. E se Campari (-0,78% a 5,75 euro) risente del fatto che Ubs ha confermato il giudizio sell e limato il target price da 5,7 a 5,5 euro, Mediaset segna un +0,40% a 4 euro con Citigroup che ha promosso la controllata Mediaset Espana da sell a neutral.


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Borse europee attese deboli in apertura

Written By Unknown on Kamis, 20 Maret 2014 | 15.12

Partenza debole per le principali Borse europee. E' quanto si attendono gli esperti, visto che i mercati dovranno assorbire i timori di un aumento dei tassi negli Usa prima del previsto, mentre restano sulle sfondo le tensioni in Ucraina.

Secondo gli analisti di IG, il Ftse-100 in avvio dovrebbe perdere di 30 punti (6543), il Dax  59 punti (9218) e il Cac-40 31 punti a (4277).

Sull'andamento di Wall Street ieri hanno pesato negativamente le dichiarazioni del numero uno della Fed, Janet Yellen, che ha parlato di un possibile rialzo dei tassi circa 6 mesi dopo la fine del tapering, verso l'aprile 2015. "La Fed sembra intenzionata a cambiare rotta. Il tapering di 10 mld continua come da attese ma a questo è stata aggiunta la revisione della guidance dei tassi. E' stato eliminato il tasso di disocuppazione al 6,5% come target e sostituito con il tasso Fed Fund. Questo sostanzialmente perchè la Fed vuole alzare i tassi e sta preparando il terreno", commenta un esperto.

A Piazza Affari fra ii titoli del comparto bancario resta sotto i riflettori B.Mps. Fondazione Mps ha ceduto l'11,98% della quota detenuta nella banca. Il presidente, Antonella Mansi, ha dichiarato che le cessioni non si fermano qui e che proseguono i colloqui per individuare un investitore stabile in Mps.

Attenzione anche a B.Popolare. In vista della ricapitalizzazione da 1,5 miliardi di euro euro che dovrebbe partire a fine aprile, l'a.d. del gruppo, Pier Francesco Saviotti, ha affermato che se in occasione dell'aumento di capitale arriveranno fondi esteri, saranno i benvenuti.

Occhi puntati su Finmeccanica che ha pubblicato ieri a mercati chiusi i conti 2013. Il gruppo ha chiuso lo scorso anno tornando in utile, con un risultato netto di 74 mln euro, a fronte della perdita di 792 milioni di euro registrata nel 2012. Inoltre, la società ha precisato che "il deconsolidamento del settore trasporti - così come definito nel Piano Strategico approvato dal CdA nel 2013 - appare pertanto condizione indispensabile affinchè Finmeccanica possa cogliere in pieno i benefici derivanti dal rilancio del comparto Aerospazio e Difesa". Da seguire anche Eni sulle ipotesi di cessione di una parte della quota detenuta in Saipem.

Attenzione infine a Cattolica Ass che ha chiuso il 2013 con un utile netto di 44 milioni di euro. Inoltre, il Cda proporrà all'assemblea degli azionisti un dividendo di 0,45 euro per azione.


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La Fed fa cadere le borse Ue, faro di S&P su Bpm

Le borse europee scivolano in apertura sulla scia degli indici Usa e asiatici in calo dopo che la Federal Reserve ha indicato che potrebbe alzare i tassi di interesse molto prima del previsto. I commenti della presidente della Banca centrale americana, Janet Yellen, hanno fatto crollare titoli e bond Usa suggerendo che i tassi di interesse potrebbero salire entro metà 2015. Janet Yellen ha anche detto che la Fed potrebbe concludere il suo programma di acquisti di titoli questo autunno.

Il differenziale tra i Btp e i Bund decennali è stabile a quota 179 punti, mentre il rendimento del decennale italiano sale al 3,42%. A Piazza Affari il Ftse Mib scende dello 0,60% a 20.850 punti con le banche sotto pressione, tra cui la Banca Popolare di Milano (-0,66% a 0,67 euro) dopo che ieri a mercato chiuso Standard & Poor's ha prolungato il creditwatch negativo deciso lo scorso novembre.

L'agenzia ha un rating a lungo di BB- e a breve B su Bpm. La decisione è motivata dall'attesa di una riforma della governace e dell'aumento di capitale da 500 milioni di euro. Solo ieri l'ad della popolare, Giuseppe Castagna, ha dichiarato che dal roadshow è emerso "molto interesse" e si è detto"fiducioso" sull'aumento di capitale che partirà tra aprile e maggio. Invece l'ad del Banco Popolare (-0,23% a 17,33 euro), Pier Francesco Saviotti, ha affermato che, se fondi istituzionali vorranno entrare nel capitale, anche con quote importanti, saranno i benvenuti.

Intesa Sanpaolo (-0,71% a 2,246 euro), che presenterà i conti e il piano il prossimo 28 marzo, non ha bisogno di fare pulizie di bilancio, secondo l'ad Carlo Messina. Intanto la controllata Banca Fideuram ha chiuso il 2013 con un utile netto consolidato di 313,1 milioni in crescita del 52,2%, sui massimi storici.

Qunato a Mps (-1,16% a 0,2382 euro), la presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi, ha detto di non sapere chi ha comprato la quota del 12% della banca venduta martedì con un collocamento lampo da Morgan Stanley, ma probabilmente c'è stato più di un compratore. La Fondazione non ha abbandonato l'idea di trovare un partner strategico a cui cedere parte della sua quota e con cui, se trovato prima dell'aumento di capitale, potrebbe esserci anche un patto di sindacato per governare insime il rilancio della banca.


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Snam investe 6 mld Cedola a 0,25 euro

Written By Unknown on Rabu, 19 Maret 2014 | 15.12

Il consiglio di amministrazione di Snam ha approvato il piano strategico 2014-2017, che prevede nel periodo investimenti in Italia per 6 miliardi di euro, di cui 1,3 nel 2014. Gli investimenti, informa una nota, saranno volti all'ulteriore potenziamento delle infrastrutture gas nazionali, "nella più ampia ottica di un'effettiva interconnessione con le reti europee, incrementando la sicurezza degli approvvigionamenti e la flessibilità del sistema".

Inoltre Snam conferma la politica di distribuzione degli utili, dando agli azionisti un dividendo annuo di 0,25 euro per il biennio 2014-2015. La società, informa una nota, conferma così "l'impegno per una politica di remunerazione dell'azionista attrattiva e sostenibile, alla luce delle prospettive economiche-finanziarie e patrimoniali previste". Per il 2014 è già stata distribuita una cedola di 0,10 euro a ottobra 2013 a titolo di acconto, il saldo di 0,15 euro sarà messo in pagamento dal 22 maggio.

"Per il periodo 2014-2017 confermiamo un significativo piano di investimenti, pari a 6 miliardi di euro, con l'obiettivo di aumentare il grado di sicurezza e di flessibilità del sistema gas italiano in u'ottica più ampia di integrazione con le reti europee", ha detto l`a.d. Carlo Malacarne.

"La realizzazione di questo piano risponderà alla consueta, rigorosa disciplina finanziaria, consentendo a Snam di continuare il percorso intrapreso di crescita profittevole e di confermare una dividend policy attrattiva e sostenibile mantenendo inalterata la solida struttura patrimoniale", ha aggiunto Malacarne.

La struttura finanziaria di Snam rimarrà "solida ed efficiente nel medio e lungo termine", pur in presenza del consistente piano di investimenti annunciato, con un rapporto fra debito e attività che si manterrà al 55% circa nel periodo di piano, sottolinea la società. Grazie alle operazioni di rifinanziamento condotte nella prima parte dell`anno e a quelle attese per la restante parte del 2014, Snam "conta di ottimizzare ulteriormente il costo del debito".

Gli interventi pianificati nel periodo 2014-2017 e l`ottimizzazione del portafoglio di attività consentiranno al gruppo di AUmentare il numero di contatori, che al 2017 dovrebbero raggiungere circa 6,6 milioni, in crescita di circa il 12% rispetto ai 5,9 milioni di fine 2013.

Inoltre Cassa depositi e Prestiti ha firmato con Snam un Memorandum che definisce il processo negoziale per l'eventuale trasferimento a Snam della quota posseduta in Tag, società che detiene i diritti di trasporto nel gasdotto che collega il confine tra Slovacchia e Austria con l'entry point di Tarvisio.


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Borse caute in attesa Fed, Mps ora meno rischiosa

Apertura interlocutoria delle borse europee in vista delle decisioni della Federal Reserve. Gli economisti si aspettano che la Banca centrale americana tagli ulteriormente il proprio programma di acquisti di titoli, riducendo la liquidità fornita al sistema. Alcuni non escludono che il presidente, Janet Yellen, abbandoni la strategia di definire obiettivi quantitativi precisi in termini di disoccupazione in favore di un atteggiamento più flessibile.

In pratica, l'istituto centrale americano dovrebbe eliminare dalla forward guidance il riferimento al 6,5% del tasso di disoccupazione quale soglia in corrispondenza della quale potrebbe prendere in considerazione un rialzo dei tassi d'interesse, limitandosi a ribadire il messaggio che il costo del denaro rimarrà vicino a zero fino a quando il complesso dell'economia non restituirà segnali univoci di un consolidamento della ripresa. Attesa anche un'ulteriore riduzione da 10 miliardi del programma di quantitative easing.

Lo spread tra Btp e Bund apre stabile a 179 punti, in linea con la chiusura di ieri. Il rendimento del titolo decennale italiano è al 3,37%. Protagoniste oggi sul primario Berlino e Lisbona. La prima metterà sul piatto 4 miliardi di Bund decennali, la seconda, reduce dal deludente buyback di ieri, che complica l'uscita dal programma di assistenza finanziaria, mette sul piatto 1-1,25 miliardi di titoli 6 e 12 mesi.

A Piazza Affari, dove il Ftse Mib sale ma solo dello 0,18% a 21.075 punti, Mps balza dell'1,59% a quota 0,2499 euro dopo che ieri la Fondazione Mps, con un'operazione anticipata dall'agenzia MF-DowJones e da milanofinanza.it, ha venduto 1,4 miliardi di azioni della banca pari all'11,98% del capitale. L'ente ha precisato che "considerando anche le vendite effettuate sul mercato telematico azionario, oggi e nei giorni precedenti, la quota detenuta dalla Fondazione Mps nella banca è ora pari al 15,07%.

Il ricavato delle vendite è prioritariamente destinato alla totale estinzione del debito residuo nei confronti dei creditori finanziatori. L'operazione è avvenuta a un valore pari a 0,24 euro per azione, a sconto del 3% sul prezzo di chiusura di ieri, per un incasso di circa 335 milioni. Già le vendite sul mercato compiute tra gennaio e marzo erano valse a Palazzo Sansedoni circa 85 milioni, riducendo l'indebitamento complessivo a circa 255 milioni. Con la cessione di ieri, l'esposizione si è azzerata e oggi la situazione finanziaria di Palazzo Sansedoni risulta completamente sotto controllo.

Così questa mattina Equita ha alzato il giudizio su Mps da hold a buy con un target price a 0,31 euro. Invece Banca Akros ha ribadito il rating reduce e il target price a 0,19 euro anche se si aspetta che il taglio della quota in mano alla Fondazione Mps venga ben accolto dal mercato che il rogo ha tagliato per essere accolti dal management della banca che ha elogiato il modello public company. Ora naturalmente "la quota dell'ente sarà ulteriormente diluita con l'aumento di capitale da 3 miliardi di euro, ancora superiore alla capitalizzazione di mercato della banca. Per cui ribadiamo il rating reduce sul titolo", affermano gli analisti di Banca Akros.


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Scelte cinque banche per l'ipo di Alibaba

Written By Unknown on Senin, 17 Maret 2014 | 15.12

Il colosso cinese dell'e-commerce Alibaba ha mosso i primi passi verso l'offerta pubblica iniziale a New York, selezionando cinque banche come gestori del collocamento

Secondo quanto riferito da alcune fonti gli istituti sarebbero Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs, JpMorgan Chase e Morgan Stanley, e riceveranno lo stesso ammontare di commissioni per la transazione.

L'approccio scelto dai cinesi per il lancio della ipo sara' dunque diverso da quello adottato nelle ultime operazioni della stessa natura da parte di societa' di internet quali Facebook e Twitter, che hanno pagato alla banca principale il doppio delle commissioni corrisposte agli altri istituti.

Secondo le ultime indiscrezioni di stampa, dal collocamento di parte del capitale Alibaba dovrebbe raccogliere circa 15 milioni di dollari. I primi documenti per procedere con l'offerta potrebbero essere depositati presso le autorita' competenti già ad aprile.


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La Crimea filorussa frena le borse, Unicredit sotto la lente

Le tensioni internazionali intorno a Ucraina e Crimea non frenano le borse europee in apertura. Il 96,77% degli elettori (1,2 milioni) nel referendum di secessione in Crimea ha optato per la separazione della penisola dall'Ucraina e a favore dell'annessione alla Russia. Un esito considerato illegittimo da Stati Uniti ed Unione europea che stanno studiando sanzioni da imporre a Mosca già in giornata.

"E' probabile che dopo il voto favorevole della Crimea all'annessione alla Russia le possibili sanzioni da parte dell'Occidente intensifichino le tensioni e aumentino l'avversione al rischio" sui mercati, a detta di Mitul Kotecha, economista di Credit Agricole. Se le tensioni dovessero aumentare, "la domanda di asset sicuri salirà", con pressioni al rialzo su franco svizzero, yen e oro. Al momento l'euro/dollaro si attesta a 1,3901 da 1,3912 in chiusura a New York, l'euro/yen a 141,22 da 140,94, il dollaro/yen a 101,59 da 101,30 e la sterlina/yen a 169,11 da 168,51.

A Piazza Affari, dove il Ftse Mib sale dello 0,45% a 20.438 punti e lo spread Btp/Bund si attesta a quota 187 punti base (tasso al 3,41%), si guarda alle banche dopo che il presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, ha detto che quelle italiane hanno tutto l'interesse a comprare dalle imprese l'intero stock di crediti commerciali accumulati con le pubbliche amministrazioni perché questa operazione migliorerebbe i loro bilanci in vista dell'Asset Quality Review.

Dopo i test della Bce, ripartiranno fusioni e acquisizioni tra banche. La questione principale che si pone alle banche italiane in tema di bad bank, è il prezzo al quale i crediti deteriorati verrebbero ceduti, secondo il presidente di Mps (+2% a 0,2363 euro), Alessandro Profumo. Più defilata Intesa Sanpaolo, in crescita dello 0,37% a 2,16 euro. A quanto pare il piano della banca prevede un polo del risparmio con la possibile integrazione tra Fideuram e il private banking e un'ulteriore riduzione di filiali.

Invece BlackRock ha incrementato la sua quota diventando il primo azionista di Unicredit (+1,30% a 6,24 euro). Secondo il Financial Times, la banca vuole quotare in borsa Pioneer Investments all'inizio del prossimo anno. Dalla quotazione della divisione che opera nel risparmio gestito Piazza Cordusio si aspetta di raccogliere 2/3 miliardi di euro.

Tra l'altro, dopo i conti 2013, stamani Rbc ha alzato il target price del titolo da 5,4 a 5,8 euro, ma il rating resta underperform. Intanto Unicredit, Intesa Sanpaolo, Clessidra e Nuove Partecipazioni hanno raggiunto un accordo di massima con Rosneft per il suo ingresso nel capitale di Pirelli & C. (-0,91% a 11,93 euro), che la valorizza 12 euro per azione.

Sale, infine, UnipolSai (+1,71% a 2,49 euro) che ha sottoscritto un accordo con Allianz per cederle un portafoglio assicurativo danni del valore di 1,1 miliardi di euro (dati 2013), 729 agenzie e 500 dipendenti dedicati alla gestione di tali attività. L'operazione prevede un corrispettivo di 440 milioni di euro.


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Tutta in rosso la settimana di Wall Street

Written By Unknown on Minggu, 16 Maret 2014 | 15.11

Dopo il rosso delle borse europee (con l'eccezione di Francoforte) anche Wall Street ha chiuso in calo dello 0,27% a quota 16.065,6 e il Nasdaq dello 0,35% a 4.245,4. A livello settimanale gli arretramenti sono stati pari al 2,35% e al 2,1% settimanale (cinque sedute consecutive in rosso). Investitori attenti agli sviluppi della situazione in Ucraina.

Domenica i cittadini della Crimea andranno alle urne per votare il referendum sulla secessione della regione indipendente dall'Ucraina e l'annessione alla Russia. Probabile che il referendum confermi la volontà della popolazione della penisola di tornare sotto il Governo di Mosca. La Russia ha cominciato a mobilitare le truppe sui confini orientali dell'Ucraina e ha spostato parte della propria flotta del Mar Nero.

Intanto Alibaba, maggiore società di e-commerce cinese, potrebbe sbarcare in borsa nel terzo trimestre e tentare di raccogliere almeno 15 miliardi di dollari con l'ipo a Wall Street. La sfida è superare i 16 miliardi di dollari di Facebook nel maggio 2012 e i 18 miliardi di Visa, attuale detentrice del record.

Il gruppo cinese potrebbe valere attorno a 120 miliardi di dollari, stima che si confronta con Amazon.com che ha una capitalizzazione di mercato di 171 miliardi di dollari ed eBay che capitalizza 73 miliardi.


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Oyster, i titoli preferiti in sette settori

In Europa i Paesi periferici stupiranno quest'anno in positivo. Gli Stati Uniti riusciranno a crescere del 2-2,5%. I mercati emergenti rallenteranno nel medio termine, con la grande incognita della Cina. Sono i temi chiave dello scenario 2014 delineato dai gestori di Oyster Funds (Syz & Co). Ecco i titoli europei che considerano più promettenti.

1) Banche. Dagli istituti di credito dell'Europa periferica, che hanno già raggiunto i prezzi obiettivo (Unipol, Unicredit, Banco Comercial Portugues) il focus dei money manager si è spostato sulle blue chip del settore (Lloyds Bank, Societe Generale), che hanno valutazioni interessanti, con il ratio prezzo/valore di libro (p/nav) che nel caso delle banche francesi è ancora inferiore a uno. Interessanti anche Kbc, una delle banche europee con il roe più elevato (rote maggiore del 15%) e Ubs, che ha un notevole spazio di miglioramento dei margini.

2) Auto. Il settore continua ad essere attraente, perché nonostante il rally già realizzato alcuni titoli selezionati (Valeo, Continental, Duerr) dovrebbero crescere nei prossimi anni al ritmo del 12%, cioè il doppio della media. In particolare Valeo, a fronte di un roce del 28%, viene scambiato con un p/e inferiore a 10, mentre Continental (p/e di 9) si avvantaggia dell'atteso recupero del mercato dei pneumatici nel 2014 e Duerr, oltre a guadagnare quote di mercato, potrà utilizzare il cash per nuove acquisizioni.

3) Farmaceutico. A trainare le performance saranno sia alcune società di nicchia ad alto tasso di crescita ed elevati margini (Ucb, Orpea, Fresenius, Ucb, Sartorius, Lundbeck, Novo Nordisk) sia i grandi gruppi che si occupano del problema dell'immunoterapia nei soggetti affetti da tumore, con risultati che sembrano promettenti (Roche, Astra Zeneca).

4) Industria. I titoli preferiti sono Zodiac Aerospace (controllo familiare e potenziale di crescita a medio termine del 20% all'anno), Eads (la redditività di Aibus dovrebbe continuare a crescere), Philips (profonda ristrutturazione portata avanti dal nuovo management team) e Kion, che realizza in Europa il 70% dei ricavi. Da non dimenticare i gruppi specializzati nei servizi postali, che hanno saputo sostituire le attività tradizionali con altre più redditizie, le cui potenzialità non sono ancora scontate nelle quotazioni (Royal Mail, PostNL).

5) Lusso. Il potenziale a lungo termine del settore rimane molto interessante, ma nel breve pesano le incertezze dei mercati emergenti, che sono centrali in questo business. Il titolo con maggiore appeal è Richemont, un gruppo a controllo familiare con marchi di grande livello (Cartier, Van Cleef, Vacheron Constantin) e che dispone di un solido bilancio con circa 4 miliardi di franchi svizzeri di liquidità.

6) Tecnologia. Nel settore la scelta dei fund manager cade su Oxford Instruments, specializzata nel mercato della nanotechnology, che ha un potenziale di espansione nel lungo termine del 15%, CSR/Nordic Semi, che presenta ricavi e margini in miglioramento, e Wirecard, operatore nei pagamenti mobile, che vede aumentare la quota di mercato e vuole crescere anche in Asia.

7) Tlc. Il trend dominante è il consolidamento del settore, che è positivo per titoli come Telecom Italia (la più a buon mercato fra le tlc europee, con possibilità di cessione di Tim Brasil), Vivendi (valutazioni attraenti, portafoglio interessante nei media) e KPN, che beneficia della fusione delle sue attività in Germania e della maggiore stabilità dell'economia norvegese.


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Tutta in rosso la settimana di Wall Street

Written By Unknown on Sabtu, 15 Maret 2014 | 15.11

Dopo il rosso delle borse europee (con l'eccezione di Francoforte) anche Wall Street ha chiuso in calo dello 0,27% a quota 16.065,6 e il Nasdaq dello 0,35% a 4.245,4. A livello settimanale gli arretramenti sono stati pari al 2,35% e al 2,1% settimanale (cinque sedute consecutive in rosso). Investitori attenti agli sviluppi della situazione in Ucraina.

Domenica i cittadini della Crimea andranno alle urne per votare il referendum sulla secessione della regione indipendente dall'Ucraina e l'annessione alla Russia. Probabile che il referendum confermi la volontà della popolazione della penisola di tornare sotto il Governo di Mosca. La Russia ha cominciato a mobilitare le truppe sui confini orientali dell'Ucraina e ha spostato parte della propria flotta del Mar Nero.

Intanto Alibaba, maggiore società di e-commerce cinese, potrebbe sbarcare in borsa nel terzo trimestre e tentare di raccogliere almeno 15 miliardi di dollari con l'ipo a Wall Street. La sfida è superare i 16 miliardi di dollari di Facebook nel maggio 2012 e i 18 miliardi di Visa, attuale detentrice del record.

Il gruppo cinese potrebbe valere attorno a 120 miliardi di dollari, stima che si confronta con Amazon.com che ha una capitalizzazione di mercato di 171 miliardi di dollari ed eBay che capitalizza 73 miliardi.


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Oyster, i titoli preferiti in sette settori

In Europa i Paesi periferici stupiranno quest'anno in positivo. Gli Stati Uniti riusciranno a crescere del 2-2,5%. I mercati emergenti rallenteranno nel medio termine, con la grande incognita della Cina. Sono i temi chiave dello scenario 2014 delineato dai gestori di Oyster Funds (Syz & Co). Ecco i titoli europei che considerano più promettenti.

1) Banche. Dagli istituti di credito dell'Europa periferica, che hanno già raggiunto i prezzi obiettivo (Unipol, Unicredit, Banco Comercial Portugues) il focus dei money manager si è spostato sulle blue chip del settore (Lloyds Bank, Societe Generale), che hanno valutazioni interessanti, con il ratio prezzo/valore di libro (p/nav) che nel caso delle banche francesi è ancora inferiore a uno. Interessanti anche Kbc, una delle banche europee con il roe più elevato (rote maggiore del 15%) e Ubs, che ha un notevole spazio di miglioramento dei margini.

2) Auto. Il settore continua ad essere attraente, perché nonostante il rally già realizzato alcuni titoli selezionati (Valeo, Continental, Duerr) dovrebbero crescere nei prossimi anni al ritmo del 12%, cioè il doppio della media. In particolare Valeo, a fronte di un roce del 28%, viene scambiato con un p/e inferiore a 10, mentre Continental (p/e di 9) si avvantaggia dell'atteso recupero del mercato dei pneumatici nel 2014 e Duerr, oltre a guadagnare quote di mercato, potrà utilizzare il cash per nuove acquisizioni.

3) Farmaceutico. A trainare le performance saranno sia alcune società di nicchia ad alto tasso di crescita ed elevati margini (Ucb, Orpea, Fresenius, Ucb, Sartorius, Lundbeck, Novo Nordisk) sia i grandi gruppi che si occupano del problema dell'immunoterapia nei soggetti affetti da tumore, con risultati che sembrano promettenti (Roche, Astra Zeneca).

4) Industria. I titoli preferiti sono Zodiac Aerospace (controllo familiare e potenziale di crescita a medio termine del 20% all'anno), Eads (la redditività di Aibus dovrebbe continuare a crescere), Philips (profonda ristrutturazione portata avanti dal nuovo management team) e Kion, che realizza in Europa il 70% dei ricavi. Da non dimenticare i gruppi specializzati nei servizi postali, che hanno saputo sostituire le attività tradizionali con altre più redditizie, le cui potenzialità non sono ancora scontate nelle quotazioni (Royal Mail, PostNL).

5) Lusso. Il potenziale a lungo termine del settore rimane molto interessante, ma nel breve pesano le incertezze dei mercati emergenti, che sono centrali in questo business. Il titolo con maggiore appeal è Richemont, un gruppo a controllo familiare con marchi di grande livello (Cartier, Van Cleef, Vacheron Constantin) e che dispone di un solido bilancio con circa 4 miliardi di franchi svizzeri di liquidità.

6) Tecnologia. Nel settore la scelta dei fund manager cade su Oxford Instruments, specializzata nel mercato della nanotechnology, che ha un potenziale di espansione nel lungo termine del 15%, CSR/Nordic Semi, che presenta ricavi e margini in miglioramento, e Wirecard, operatore nei pagamenti mobile, che vede aumentare la quota di mercato e vuole crescere anche in Asia.

7) Tlc. Il trend dominante è il consolidamento del settore, che è positivo per titoli come Telecom Italia (la più a buon mercato fra le tlc europee, con possibilità di cessione di Tim Brasil), Vivendi (valutazioni attraenti, portafoglio interessante nei media) e KPN, che beneficia della fusione delle sue attività in Germania e della maggiore stabilità dell'economia norvegese.


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Merkel e Obama abbattono la borsa di Mosca

Written By Unknown on Jumat, 14 Maret 2014 | 15.12

La Russia muove le truppe al confine con la Crimea, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, alza i toni contro Putin, gli Usa accolgono in parte le richieste di aiuto del governo ucraino. Si sta aprendo un weekend di grandi tensioni internazionali e la borsa di Mosca apre oggi in netto ribasso (-5%).

L'indice Micex, denominato in rubli, è calato subito del 2,5% e alle 8,20 ora italiana stava perdendo  il 3,6%, in continuo calo, mentre l'Rts, espresso in dollari, ha aperto con -2,9% e attualmente è a -4,2%. I settori più colpiti sono il manifatturiero (-7,47%), i trasporti (-6,88%), le banche (-5,3%) e le tlc (-4,64%).

Angela Merkel, intervenendo ieri in Parlamento dopo la decisione di Putin di spostare le truppe ai confini con la Crimea, ha accusato il Cremlino di usare "la legge della giungla contro la forza del diritto". E ha avvertito: "Se Mosca non cambierà posizione, subirà "enormi conseguenze politiche ed economiche".

Il governo ucraino ha chiesto assistenza militare agli Stati Uniti, armi, munizioni e sostegno di intelligence. Per ora l'amministrazione Obama ha accettato di fornire solo razioni militari, nel timore di alimentare la tensione nella repubblica ex sovietica. Lo riferisce il Wall Street Journal online, citando alti funzionari Usa.


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I venti di guerra pesano sulle borse, Mps sugli scudi

I venti di guerra in Ucraina pesano sulle borse europee, in calo in apertura. A Piazza Affari l'indice Ftse Mib cede lo 0,39% a 20.512 punti, fanno peggio il Cac40 di Parigi (-0,52%) e il Ftse100 di Londra (-1,01%). Nell'arco della settimana gli indici sono in calo di oltre il 3%, rispecchiando il crescendo di tensione tra la Russia e l'occidente sull'Ucraina e la preoccupazione per i dati contrastanti giunti dalla Cina, dove le autorità stanno facendo pressione sulle banche per ridurre i prestiti alle industrie in difficoltà.

Il differenziale Italia-Germania, che ieri ha toccato i massimi dall'inizio della scorsa settimana a 187 punti base, sale stamani a 190 punti base con un tasso del 3,43%. Unico dato macro importante della mattinata, appena reso noto, l'inflazione in Germania, in calo a febbraio all'1,2% annuale dall'1,3% di gennaio.

Sul listino milanese Fiat scende dello 0,89% a 7,765 euro anche se dovrebbe chiudere il primo trimestre con un trading profit più alto dello stesso periodo del 2013, secondo quanto ha dichiarato l'ad, Sergio Marchionne, a Ginevra. Il top manager ha anche detto di puntare a vendere 5 milioni di auto nel 2016. Cnh Industrial (-0,32% a 7,72 euro) ha invece prezzato un bond a cinque anni per un miliardo di euro con un rendimento del 2,865%.

Quanto a Finmeccanica (-0,81% a 6,695 euro) non intende per il momento aprire un'azione di responsabilità contro l''ex ad Giuseppe Orsi, ma si oppone alla richiesta dell'ex manager relativa al pagamento degli stipendi arretrati dal febbraio 2013, data del suo arresto nell'ambito di un'inchiesta su presunte tangenti per la vendita di 12 elicotteri all'India.

Tra le banche, attenzione a Ubi Banca (-0,83% a 6,54 euro) che ha ricevuto l'autorizzazione da parte della Banca d'Italia al progetto di modifiche statutarie da sottoporre all'assemblea straordinaria dei soci che prevede di convocare contestualmente all'assemblea ordinaria, e a Mps (+2,29% a 0,2322 euro) perché secondo fonti di stampa Jc Flowers, fondo di investimento Usa, sarebbe interessato a una quota del 20% della banca che ai valori attuali costa circa 513 milioni.

La Fondazione Mps deve vendere la quota del 29,9% entro due settimane. Jc Flowers potrebbe far da capofila a un pool di investitori tra questi anche il fondo Blackstone. I nuovi soci di Mps si troveranno poi a sostenere l'aumento di capitale da 3 miliardi di euro. Intanto questa mattina gli analisti di Credit Suisse hanno alzato la raccomandazione sul titolo da underperform a neutral, portando il target price da 0,13 a 0,20 euro.


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Citi, 7 titoli minerari che possono crescere fino al 50%

Written By Unknown on Kamis, 13 Maret 2014 | 15.12

Taglio dei costi, aumento degli utili e del cash flow. Sono tre passi importanti che metteranno in una luce nuova il settore minerario, penalizzato in passato da troppe inefficienze. A tutto vantaggio delle performance borsistiche, che potranno così migliorare. Ecco sette titoli che, secondo gli analisti di Citi, hanno un potenziale di rialzo a doppia cifra e meritano il rating buy (comprare).

1) BHP Billiton. Il colosso minerario guidato da Andrew Mackenzie, che sul listino di Londra capitalizza 176,6 miliardi di dollari, ha un target price 21 sterline, che implica un potenziale di rialzo dell'11%, a cui si aggiunge un rendimento della cedola intorno al 4%. E' considerato dagli investitori un gruppo solido, ben diversificato e di alta qualità, in grado di creare valore per gli azionisti di minoranza. Il roce (ritorno sul capitale impiegato) è previsto intorno al 13,8% nel 2014, per scendere al 12,6% nel prossimo anno.

2) ArcelorMittal. Il vantaggio di puntare su questo gruppo, specializzato nell'acciaio e nato nel 2006 dal takeover di Arcelor su Mittal Steel, è quello di essere molto esposto verso la ripresa dell'economia europea. Il roce è atteso in aumento dall'1,8% del 2013, al 3,8% del 2014 e al 4,1% del 2015. Il titolo, che capitalizza 25,7 miliardi di dollari, merita un prezzo obiettivo di 13,70 euro (+22% dalle quotazioni attuali). Il dividend yield non è invece significativo (1,3%).

3) GlencoreXstrata. Con una capitalizzazione di 75,6 miliardi di dollari, è uno dei leader mondiali del settore, con attività diversificate in oltre 50 Paesi, e uno dei maggiori titoli compresi nell'indice Ftse100. Il target price di 3,90 sterline lascia spazio sul listino londinese a un rialzo del 15%, a cui si somma un rendimento della cedola del 2,9%. Il roce è stimato in aumento dal 6,6% del 2014 (dopo un 2013 negativo) all'8,4% nel 2015.

4) Rio Tinto. E' uno dei titoli preferiti dagli analisti, con prezzo obiettivo 39,50 sterline (+19% dalle quotazioni attuali) che sommato al dividend yield 2014 del 4%, porta a un total return del 23%. Il gruppo, che capitalizza 94,5 miliardi di dollari, trarrà vantaggio dalle iniziative che sta adottando per cedere gli asset non strategici, tagliare gli investimenti e incrementare la liquidità, con l'intento di incrementare il rendimento del free cash flow fino dell'11% entro il 2016.

5) Lonmin. Il target price di 4,57 sterline implica un upside del 51% per il gruppo quotato a Londra e specializzato in metalli preziosi, che capitalizza 2,9 miliardi di dollari. Gli analisti ritengono che avrà un secondo semestre 2014 e un 2015 molto promettenti, grazie alla ripresa del mercato globale dell'auto. Anche la debolezza del rand gioca a suo vantaggio. Il rendimento della cedola non è significativo (0,2% nel 2014), mentre il roce sale dal 2,9% del 2014 al 4,1% del 2015.

6) Petra Diamonds. E' passata dall'essere una piccola società a un importante estrattore di diamanti, comprando in Sud Africa gli asset non strategici da De Beers, che continua a focalizzarsi su nuovi e più grandi progetti a livello globale. Il prezzo obiettivo del titolo, che capitalizza 1,4 miliardi di dollari, è 1,98 sterline e lascia spazio a un potenziale del 24%, mentre il rendimento della cedola è nullo. Il roce è invece in forte espansione dal 5% del 2013, al 12,8% del 2014 e al 17,6% del 2015.

7) Ferrexpo. Il gruppo specializzato nell'estrazione di ferro, che capitalizza 1,4 miliardi di dollari, attualmente risente delle tensioni in Ucraina, poiché la sua miniera principale è nella regione di Poltava. Ma aldilà degli eventi recenti, il gruppo sta portando avanti un programma di investimenti da 647 milioni di dollari, che consentirà di ottimizzare la gestione corrente e incrementare la produzione. Il target price di 2,10 sterline implica un margine di crescita del 44% dalle quotazioni attuali, a cui si aggiunge un dividend yield 2014 del 2,7%. Il roce migliora quest'anno (dal 15,7 al 17%) ma scende nel 2015 (9,7%).


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Borse caute su dati Cina, Telecom sotto tono

I mercati europei aprono la seduta in cauto rialzo dopo che la produzione industriale in Cina è salita dell'8,6% nei primi due mesi dell'anno, ai minimi dall'aprile 2009 e sotto l'atteso +9,5%. Hanno frenato anche le vendite al dettaglio, cresciute dell'11,8% a gennaio e a febbraio, ai minimi da tre anni e contro un previsto +13,5%. Mentre gli investimenti in attività fisse sono saliti del 17,9% nei primi due mesi di quest'anno, il peggior risultato da 11 anni a questa parte e contro un atteso +19,4%.

L'ufficio nazionale di statistica ha rilasciato i dati relativi a due mesi per evitare le distorsioni legate alle festività del nuovo anno lunare. Si tratta comunque di dati che confermano il raffreddamento dell'economia cinese, già evidenziato nei giorni scorsi dal calo del 18% dell'export a febbraio. Per alcuni economisti i dati lasciano prevedere una crescita economica in Cina del 7% nel 2014, contro il target del 7,5%.

Lo spread Italia/Germania, ieri risalito a 183 punti base, oggi riparte da 184 punti base con un tasso del decennale italiano al 3,42%. Dopo il collocamento ieri del Bot a 12 mesi per 7 miliardi con tassi ai minimi storici e del nuovo Btpei decennale emesso per 4,5 miliardi, si entra oggi nel cuore della tornata d'aste di metà mese, con i collocamenti a medio-lungo: in offerta quattro Btp, i benchmark a 3, 7 e 15 anni, più un off-the-run sulla scadenza 2037, per i quali si prospettano tassi a nuovi minimi storici.

L'ammontare complessivo sui quattro titoli è compreso fra 6 e 7,75 miliardi. Ieri in chiusura, il Btp a 3 anni dicembre 2016 vedeva un rendimento attorno all'1,21% dall'1,41% dell'asta precedente di metà febbraio, al minimo dall'introduzione dell'euro. Il 7 anni maggio 2021 rendeva il 2,80% dal 3,02% dell'asta di febbraio, il 15 anni settembre 2028 il 3,90% da 4,26% dell'ultima asta a gennaio.

Ieri il governo ha annunciato un pacchetto di misure che comprende mille euro in più all'anno in busta paga per chi guadagna meno di 1.500 euro mensili e un taglio del 10% dell'Irap a carico delle imprese, a parte dal primo maggio. Ma restano i dubbi sulle coperture: il governo ha spiegato che il taglio dell'Irap sarà finanziato da un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie (esclusi i titoli di Stato) al 26%, mentre per gli altri provvedimenti si conta sui risultati della spending review e sull'innalzamento del deficit 2014 al 3%.

Il governo ha inoltre varato un decreto legge in materia di lavoro che prevede semplificazioni nell'apprendistato e nei contratti a termine e ribadito l'impegno allo sblocco totale degli arretrati della pubblica amministrazione. A Piazza affari il Ftse Mib scambia a quota 20.850 punti (+0,33%). Acquisti su Generali (+0,74% a 16,42 euro) dopo i conti 2013 che hanno mostrato con un utile netto di 1,915 miliardi di euro, in netto miglioramento rispetto ai 94 milioni del 2012. Tanto che il cda ha proposto un dividendo più che raddoppiato a 0,45 euro per azione da 0,20 euro del 2012.

Generali ha anche svalutato la propria quota in Telco, la holding che controlla il 22,5% di Telecom Italia (ferma a 0,806 euro), al valore equivalente di 0,72 euro per ogni azione TI, e giudicato "probabile" l'uscita dalla holding già a giugno. "Ci sono due finestre di uscita", ha detto l'ad del Leone, Mario Greco, "a giugno 2014 e a febbraio 2015, una delle due verrà attivata, è probabile che sia giugno e ci dobbiamo preparare". Sul valore della quota, ha spiegato "abbiamo preferito andare in trasparenza e svalutare Telecom Italia al valore di fine 2013". Rispetto a questa, ha aggiunto il direttore finanziario Alberto Minali "ora c'è una piccola plusvalenza".

Generali non presenterà quindi delle liste e non avrà candidati nel consiglio di Telecom Italia. "Non ci saranno rappresentanti. Noi ovviamente siamo azionisti di Telco. Abbiamo un interesse in trasparenza, ma voteremo sicuramente le liste che verranno presentate da Telco o dagli altri. Ci presenteremo in assemblea o direttamente o tramite Telco", ha precisato Greco.


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Enel, +10,3% l’utile netto del 2013. Dividendo di 0,13 euro ad azione

Written By Unknown on Rabu, 12 Maret 2014 | 15.12

Enel ha chiuso il 2013 con un utile netto ordinario di 3,11 miliardi euro (+10,3%, rispetto al 2012). Il consiglio di amministrazione ha proposto un dividendo di 0,13 euro per azione, che dal 2015 dovrebbe salire. Il debito è sceso a 39,8 miliardi contro i 42,9 del  31 dicembre 2012.

Nella nota sul Piano industriale 2014-2018, il gruppo prevede per il 2014 un utile netto ordinario di 3 miliardi di euro e un ebitda di 15,5 miliardi oltre a un miglioramento della politica dei dividendi a partire dai risultati del 2015, con un payout pari di almeno il 50% dell'utile netto ordinario rispetto all'attuale 40%. Il gruppo intende inoltre proseguire nel processo di dismissioni per 4,4 miliardi entro il 2014. Enel punta poi ad una riduzione dell'indebitamento finanziario netto per il 2014 che dovrebbe calare a 37 miliardi di euro, salire a 39 miliardi nel 2016 per ridursi poi a 36 nel 2018.

I risultati conseguiti dall'Enel nel corso del 2013 "confermano l'efficacia della strategia di diversificazione geografica e tecnologica", ha commentato l'ad  Fulvio Conti, che prevede una  migliore "politica dei dividendi a partire dai risultati 2015". I risultati sono stati ottenuti grazie ad un piano di razionalizzazione dei costi e all'ottimizzazione degli investimenti che, spiega Conti, "hanno permesso di conseguire gli obiettivi economico-finanziari e di superare l'obiettivo di riduzione dell'indebitamento finanziario netto".

Questi risultati, prosegue l'ad, sono stati raggiunti nonostante il lungo ciclo economico negativo in Italia e in Spagna e i provvedimenti regolatori fortemente penalizzanti adottati dal governo spagnolo, nel 2012 e 2013. Nonostante ciò il gruppo continua a produrre flussi di cassa netti positivi. Nei  prossimi cinque anni, Conti sottolinea che il gruppo proseguirà "la strategia di riduzione dell'indebitamento e della generazione di cassa. Si proseguirà inoltre nel percorso di semplificazione della struttura societaria e di riorganizzazione del gruppo".

Guardando al risultato netto di gruppo, che nel 2012 precipitò a 238 milioni di euro soprattutto a causa delle pesanti svalutazioni delle attività di Endesa Iberia, nel 2013 è risalito a 3,2 miliardi. "Il significativo incremento", spiega la società, "è sostanzialmente dovuto alla plusvalenza connessa alla cessione di Arctic Russia, agli effetti derivanti dalle svalutazioni sugli avviamenti rilevate nei due esercizi a confronto, alla rettifica effettuata in fase di prima applicazione del nuovo IAS 19 (pari a 627 milioni di euro al netto degli effetti fiscali e delle quote di interessenza dei soci minoritari) e al miglioramento della gestione finanziaria".

I ricavi nel 2013 sono stati di 80,5 miliardi di euro  (-5,2%), soprattutto a causa della riduzione dei ricavi da vendita di energia elettrica, legata alle minori quantità vendute, solo parzialmente compensata dai maggiori ricavi da trasporto di energia elettrica e dalla vendita di combustibili.  L'ebitda è stato di 17 miliardi di euro, in aumento del 7,6% rispetto al 2012. L'ebit, invece, è stato di di 9,9 miliardi (+46,1%), tenuto conto di minori ammortamenti e perdite di valore per 1,9 miliardi e della rettifica effettuata in fase di prima applicazione del nuovo principio contabile ias 19.

L'energia elettrica venduta è calata del  6,7% soprattutto a causa delle minori quantità vendute sia nel mercato domestico (-10,1 TWh) che all'estero (-11,2 TWh), soprattutto  per le attività svolte nella Penisola Iberica (-6,6 TWh) e in Francia (-5,0 TWh).


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Cala a 1,4 mld il rosso di Mps, crediti deteriorati a 21 mld

Cala la perdita di Monte dei Paschi di Siena, ma aumentano i crediti deteriorati. La banca senese ha chiuso il 2013 con una perdita netta di 1,43 miliardi di euro, in flessione rispetto al rosso di 3,168 miliardi di euro registrato a fine 2012, dato che includeva anche impairment di avviamenti e intangibili per circa 1,654 miliardi. Nel solo quarto trimestre la perdita si è ridotta a 920 milioni. Sul risultato hanno pesato rettifiche su crediti per 2,75 miliardi di euro, un dato superiore alle attese degli analisti a 2,2 miliardi di euro, con un'incidenza del quarto trimestre pari a 1,210 miliardi di euro.

Alla fine dello scorso esercizio Mps ha registrato un'esposizione netta in termini di crediti deteriorati pari a circa 21 miliardi di euro, in crescita di circa 3,6 miliardi di euro rispetto a fine anno precedente. In tale ambito, le sofferenze sono aumentate del +21,7% e gli incagli del +26%. In crescita anche i crediti ristrutturati (+20,4%) e, in misura inferiore, le esposizioni scadute (+6,6%).

Di conseguenza Rocca Salimbeni sta continuando il rafforzamento della copertura dei crediti deteriorati, anche in vista dell'asset quality review della Bce: al 31 dicembre la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 41,8%, +80 punti base anno su anno, con il coverage delle sofferenze pari al 58,8% (+90 punti base). Inclusi gli ammortamenti, la copertura del totale crediti deteriorati si è portata al 45,7% e quella delle sofferenze al 63,2%.

Mentre il portafoglio titoli e derivati del gruppo è risultato pari a 35,5 miliardi di euro, in diminuzione di circa 3 miliardi di euro rispetto a fine 2012. E' proseguita, inoltre, l'attività di ottimizzazione del portafoglio Afs sia per i titoli governativi diminuiti di 2 miliardi di euro sia delle posizioni di private equity attraverso la vendita di 6 fondi. Altri 10 fondi sono in fase di dismissione.

Sotto il profilo patrimoniale, il Core Tier 1 di Monte dei Paschi di Siena è salito al 10% dall'8,9% di fine 2012, il patrimonio di vigilanza si è attestato a 12,816 miliardi di euro, invece le attività ponderate per il rischio (RWA) sono scese del 9% a 84,499 miliardi di euro.

Nell'ambito dell'aumento di capitale da 3 miliardi di euro, che doveva partire a gennaio ma che è slittato a non prima del 12 maggio per volere del primo azionista, la Fondazione Mps, è stato rinnovato l'accordo di pre-underwriting relativo all'operazione.

Ubs agirà in qualità di global coordinator e bookrunner, Citigroup, Goldman Sachs International e Mediobanca in qualità di co-global coordinators e joint bookrunners e in aggiunta Barclays, Bank of America Merrill Lynch, Commerzbank, JP Morgan, Morgan Stanley e Societe Generale in qualità di joint bookrunners. L'istituto è inoltre assistito da Ubs in qualità di financial advisor e Mps Capital Services in qualità di co-financial advisor nonché da Linklaters in qualità di advisor legale.


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Morgan Stanley, dieci titoli per puntare sulla ripresa europea

Written By Unknown on Selasa, 11 Maret 2014 | 15.12

E' tempo di investire con più convinzione nei cosiddetti mercati periferici europei. Lo sostengono gli analisti di Morgan Stanley in vista degli sviluppi positivi del quadro economico e politico attesi nel 2014-15. Ecco dieci titoli italiani e spagnoli da sovrappesare (overweight) in portafoglio per agganciare la ripresa.

1) Enel. Il colosso italiano dell'energia, che il 12 marzo presenterà il business plan 2014-18, è considerato una delle più interessanti storie di ristrutturazione del settore. Gli analisti si aspettano che il management confermi il target di riduzione del debito (a 37 miliardi di euro) e la cessione di 6 miliardi di asset non strategici entro fine anno, per passare al secondo step, quello del buyout delle quote di minoranza, al fine di migliorare l'inefficiente ciclo del cash flow e far crescere l'eps (utile per azione). Il titolo, che tratta a sconto rispetto alla media del p/e 2015, in un anno ha reso (total return) a piazza Affari il 43,2%.

2) Unicredit. Le valutazioni borsistiche, con un p/nav (prezzo/net asset value) di 0,76 totale e 0,2 se riferito solo al business italiano, continuano a rendere il titolo bancario, che negli 12 mesi ha registrato in borsa un total return del 56%, molto attraente, soprattutto se sarà trovata a breve una soluzione positiva al problema delle sofferenze (npl) e in vista della comunicazione del piano strategico l'11 marzo.

3) Intesa Sanpaolo. Il mercato continua a sottostimare secondo gli analisti le potenzialità di ulteriori progressi della banca italiana, che registrerà il picco delle sofferenze nel 2014. In borsa nell'ultimo anno il titolo ha già reso (total return) l'86,7%, ma può salire ancora in vista l'aggiornamento del piano strategico del 27 marzo.

4) Bbva. Il punto di forza del titolo, che negli ultimi 12 mesi ha realizzato un total return del 23,5%, è quello di essere esposto alla ripresa economica spagnola grazie alla solidità del suo business nel Paese e alla migliore qualità degli asset rispetto ai concorrenti. I rischi nei mercati emergenti sono inoltre compensati dalla presenza in Messico e Spagna, che pesano per il 75% sulla valutazione.

5) Prysmian. Grazie alla leadership globale dei cavi sottomarini la società guidata da Valerio Battista è ben posizionata per trarre beneficio dall'andamento del settore non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti e in Cina. Un altro vantaggio è rappresentato dal fatto che il 45% del portafoglio è esposto verso business a ciclo breve (costruzioni) e che sarà quindi favorito dell'accelerazione attesa degli investimenti nel 2014-15. Il tasso di crescita stimato (cagr) nel 2014-17 dei ricavi e dell'utile (eps) è rispettivamente del 4,5 e dell'11%, ma il titolo tratta alle quotazioni attuali a sconto del 10% circa rispetto ai competitor.

6) Prada. La griffe italiana quotata a Hong Kong ha registrato negli ultimi 12 mesi una performance deludente (-29% il total return) a causa delle revisioni al ribasso delle stime da parte del management e del rallentamento dello scenario del lusso, ma alle quotazioni attuali presenta un rapporto rischio/ rendimento molto favorevole, che potrà portare a un rialzo del prezzo.

7) Melia Hotels. Il gruppo spagnolo che controlla e gestisce hotel e resort, beneficerà dell'aumento dell'interesse degli investitori verso i Paesi dell'Europa periferica. Il titolo, che ha realizzato un total return del 50% negli ultimi 12 mesi, ha uno spazio di rialzo del 35% rispetto al nav, soprattutto in vista della volontà di cedere immobili del valore di 100-125 milioni di euro all'anno.

8) Terna. Gli analisti preferisco il gruppo guidato dal Flavio Cattaneo a Snam per la crescita più sensibile del Rab (Regulatory asset base), rispettivamente 4% contro 3,4% nel 2013-16, e la maggiore efficienza del bilancio, che implicano un premio rispetto alla media al settore. In un anno il titolo ha reso (total return) il 27,7%.

9) Enagas. La società iberica specializzata nel settore del gas migliorerà la generazione di free cash flow quando gli investimenti saranno ultimati, con la possibilità di incrementare il cash flow nel medio termine. Gli esiti della riforma del settore avranno inoltre un impatto positivo, perché porteranno a una maggiore visibilità e valutazione del Rab (Regulatory assety base). Il titolo, che ha registrato in un anno un total return del 23%, tratta ancora a sconto rispetto ai competitor (p/e 2015 di 13,3).

10) Bankia. Insieme a Bbva è il titolo bancario preferito per trarre vantaggio dal miglioramento graduale del quadro economico spagnolo. Il roe (ritorno sul capitale) è superiore a quello dei concorrenti, grazie alla migliore efficienza dei costi. Il titolo, che negli ultimi 12 mesi ha perso il 51% (total return), viene scambiato 1,4 volte il Tnav, contro 1,2 della media.


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Piazza Affari sale, in evidenza Mps

I mercati azionari europei partono in lieve rialzo (+0,53% a 20.863 punti l'indice Ftse Mib di Piazza Affari). Un rimbalzo limitato dalle tensioni in Ucraina e dai timori sul possibile rallentamento dell'economia cinese. La situazione in Crimea non sembra alleggerirsi, con le forze pro-russe che ieri hanno aperto il fuoco durante l'assalto a una base ucraina, mentre la Nato ha annunciato l'invio di voli di ricognizione lungo le frontiere orientali.

Anche i timori sulla salute economica e sul consumo dei principali metalli in Cina, alimentati da alcuni recenti dati che indicano un calo dell'export, continuano a pesare sulle scelte degli investitori. Sul fronte bancario la Bce potrebbe comunicare oggi, secondo quanto hanno riferito alcune fonti all'agenzia Reuters, una serie di dettagli più precisi sulla conduzione degli stress test bancari; tra questi l'esatta definizione di crediti deteriorati per i 128 istituti di credito i cui bilanci saranno oggetto dell'analisi di Francoforte.

Mentre la Consob ha rimesso ai cda delle banche italiane la decisione se inserire a bilancio o meno la plusvalenza legata alla rivalutazione delle quote di Bankitalia. Antonio Patuelli, presidente Abi, ha detto di non aver ricevuto alcuna indicazione dalle autorità di regolamentazione europee circa la non iscrizione a conto economico di queste plusvalenze. E ha aggiunto che, qualora l'indicazione da parte dell'Esma dovesse essere per un inserimento delle plusvalenze solo a riserva, gli istituti di credito non sarebbero tenuti a pagare la tassa sulle plusvalenze pari a 900 milioni euro in tre anni, di cui 300 quest'anno.

Mentre lo spread Btp/Bund, che ieri è sceso fino a 174 punti base eguagliando il minimo dal 14 giugno del 2011, riparte da 175 punti base, Unicredit, che oggi presenta il bilancio 2013 e il piano industriale, segna un +1,24% a 6,115 euro. La banca ha anche in cantiere il lancio di un bond additional tier 1 denominato in dollari. L'emissione avrà un ammontare equivalente a 2 miliardi di euro.

Invece la Fondazione Mps ha venduto sul mercato 185 milioni di azioni di Monte dei Paschi (+1,30% a 0,2178 euro) incassando 40,6 milioni. Cedendo l'1,6% è scesa sotto il 30%: la vendita in blocco della sua quota attuale non farebbe dunque scattare l'opa. Nel frattempo Alberto Aleotti, secondo maggiore azionista dell'istituto dopo la Fondazione Mps, lo scorso 5 marzo ha ridotto la partecipazione nella banca all'1,034% dal 4%.

Oggi si riunisce il cda di Mps sui risultati di bilancio così come il cda di Bpm (+0,80% a 0,631 euro) per esaminare i risultati di bilancio e il piano industriale e quello di Telecom Italia (-0,24% a 0,8255 euro) per integrare l'odg dell'assemblea del 16 aprile con la richiesta di Marco Fossati di far nominare ai soci il presidente.


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Il mercato del lavoro sostiene Wall Street (0,19%)

Written By Unknown on Minggu, 09 Maret 2014 | 15.11

Chiusura contrastata a Wall Street dove l'indice S&P 500 ha ritoccato il precedente record raggiunto solo ieri (1878,04 con un progresso giornaliero dello 0,05%), spinto al rialzo dal numero di posti di lavoro maggiore delle attese creato a febbraio. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,19% a quota 16452, 72 mentre il Nasdaq ha perso lo 0,37% a 4336,22.

Il report sul mercato del lavoro ha indicato che il recupero dell'economia, sebbene lento, sta procedendo. Questo spinge gli investitori a credere che la debolezza dei recenti numeri macro sia dovuta al clima rigido che ha colpito gli Stati Uniti. Dunque ci si aspetta che la Fed vada avanti con il tapering.

La bilancia commerciale degli Stati Uniti ha registrato a gennaio un deficit di 39,10 miliardi di dollari, in rialzo rispetto al dato del mese precedente rivisto da 38,70 miliardi di dollari a 38,98. Sia le esportazioni sia le importazioni sono salite dello 0,6% su base mensile. Dopo la pubblicazione dei dati il cambio euro/dollaro è sceso sui minimi intraday a 1,385 per poi recuperare leggermente.

Sul fronte societario Big Lots è balzata del 21% in scia alla diffusione dei risultati del quarto trimestre, con i ricavi che hanno battuto le previsioni degli analisti.


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Citi, focus su dieci utility europee

Da gennaio l'indice Msci Europe Utilities ha registrato una performance in euro del 7,5 %, nettamente superiore a quella dei listini europei (2,4%), sebbene con notevoli differenze fra i Paesi. Quali titoli potranno continuare la corsa e quali no? Ecco il parere degli analisti della banca d'affari Usa.

1) Enel. Giudizio positivo (buy) sulla blue chip italiana guidata da Fulvio Conti, che ha un dividend yield  2014 e 2015 rispettivamente del 3,3 e 3,5%. Il p/e (prezzo/utile) è 12 nel 2014 e 11,5 nel prossimo anno, inferiore alla media di settore (rispettivamente 15,2 e 14,7). I risultati 2013 saranno annunciati l'11 marzo.

2) Enel Green Power. Rating sell (vendere) per la controllata di Enel nelle energie rinnovabili, che ha un rendimento della cedola modesto (1,4% nel 2014-2015), a fronte di un p/e elevato (20,8 nel 2014 e 21 nel 2015).

3) A2A. Giudizio negativo (sell) per la utility italiana, che è sopravvaluta (p/e 2014 e 2015 pari rispettivamente a 30,1 e 35,4), mentre il dividend yield è basso (2% nel 2014 e 1,7% nel 2015).

4) Atlantia. Rating sell (vendere) nonostante l'alto rendimento della cedola (4,5% nel 2014 e 4,7% nel 2015), a fronte di un p/e di 17 nel 2014 e 15,5 nel 2015.

5) Hera. Giudizio neutrale per la società, che ha un dividend yield del 4,7% nel 2014 e 2015. Il p/e è superiore alla media (rispettivamente 20,5 e 18).

6) Snam. Rating sell (vendere) per la società, che vanta un rendimento della cedola del 4,9% nel 2014 e 2015 a fronte di un p/e che scende da 14,4 a 14.

7) Terna. Il giudizio degli analisti è negativo (sell). Il p/e è inferiore alla media (14,8 e 14,4), mentre il dividend yield è interessante (5,1% nel 2014 e 2015).

8) Endesa. Rating buy (comprare) per il gruppo spagnolo, che ha un dividend yield del 6,2% nel 2014 e 2015. Il p/e è invece intorno a 16 in entrambi gli esercizi.

9) E.On. Giudizio negativo (sell) per il gigante tedesco dell'energia, che ha un rendimento della cedola del 3,6% nel 2014 e 2015. il p/e sale invece da 15,6 a 16. risultati 2013 saranno annunciati il 12 marzo.

10) Suez environnement. Rating buy (comprare) per la società francese, che ha un p/e superiore alla media, ma in calo (20,9 nel 2014 e 16,9 nel 2015), a fronte di un dividend yield del 4,5% in entrambi gli anni.


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Lo Yen debole spinge la borsa di Tokyo

Written By Unknown on Jumat, 07 Maret 2014 | 15.12

Lo Yen debole spinge la borsa di Tokyo - Milano Finanza

Banche e assicurazioni

Lo Yen debole spinge la borsa di Tokyo




La borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo grazie all'indebolimento dello yen, che favorisce le imprese esportatrici. L'indice Nikkei avanza dello 0,92% a 15.274,07 punti dopo il massimo da cinque settimane di ieri. Il Topix sull'intero listino sale dello 0,70% a 1.236,97 punti.




 
 



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Continua il rialzo dell'euro sul dollaro

L'euro apre in lieve rialzo a 1,3862 dollari, nuovo massimo da due mesi, dopo il balzo di ieri, legato alla decisione della Bce di non annunciare, per ora, nuove misure di politica monetaria. Gli investitori attendono i dati sul mercato del lavoro Usa per prendere posizioni piu' nette. Poco mosso anche lo yen che, dopo il forte deprezzamento delle scorse sedute, legato all'allentarsi delle tensioni in Ucraina, recupera qualche punto sia sul dollaro (102,89) che sull'euro (142,60).


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Padoan risponde a Rehn, tagli per 5 miliardi alla spesa

Written By Unknown on Kamis, 06 Maret 2014 | 15.12

Priorità ai tagli fiscali, risorse da tagli spesa e coperture transitorie. Il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, risponde al severo monito giunto dai vertici della Commissione Ue sullo stato dei conti italiani e, soprattutto, sulla necessità ormai inderogabile di incidere in modo strutturale sugli squilibri economici del Paese.

"Agiremo concentrando le risorse per un intervento forte. Le coperture arriveranno dalla spending review con 5 miliardi sul 2014 e con misure transitorie come il rientro di capitali". E sul deficit, "non dobbiamo tornare oltre il 3%", aggiunge e sui provvedimenti attuativi annuncia una task force per combattere l'arretrato. Dualismo con Renzi? "Ogni volta che vedo il presidente del Consiglio ci chiediamo chi metta in giro queste voci. Una contrapposizione così farebbe molto male al Governo". 

Per il ministro, occorre "aggredire le cause di fondo della debole competitività delle imprese" mettendo quindi al primo punto "la questione dell'eccessivo cuneo fiscale". L'obiettivo è "concentrare tutto l'intervento in una direzione, tutto sulle imprese, e quindi Irap e oneri sociali, oppure tutto sui lavoratori attraverso l'Irpef". Per le coperture dai tagli della spesa, possono arrivare "cinque miliardi su base annua" e misure transitorie come il "rientro dei capitali". Il ministro ha detto che "ci poniamo nel solco triennale del piano Cottarelli, In questo ambito - ha spiegato - credo sia possibile fare per il 2014 qualcosa in più rispetto ai tre miliardi immaginati dal precedente governo. Diciamo che 5 miliardi su base annua è una cifra non irragionevole".

Padoan ha annunciato che in uno dei prossimi consigli dei ministri, potrebbe essere portato il provvedimento per lo sblocco di 60 miliardi di vecchi debiti della Pubblica Amministrazione: "sbloccheremo i pagamenti anche sul 2013 e per il futuro attueremo un sistema basato sulle certificazioni e sulla trasparenza. Grazie al coinvolgimento della Cdp pensiamo di poter risolvere strutturalmente il problema".

E rispondendo alla Ue, Padoan ha detto che "dobbiamo abbattere il debito non perché che lo chiede l'Europa ma per noi e soprattutto per i nostri figli. Noi siamo impegnati duramente per le riforme strutturali. E il richiamo europeo è un motivo in più per dare forza alla nostra strategia. Dopodichè il problema della crescita è sentito a livello continentale esattamente come in Italia".


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Ubs, le 10 società europee più esposte verso la Russia

Written By Unknown on Rabu, 05 Maret 2014 | 15.11

La crisi in Ucraina e Crimea ha messo sotto pressione le società che realizzano una quota rilevante del fatturato in queste aree, con evidenti conseguenze sulla performance borsistica. Gli analisti della banca elvetica consigliano quindi di evitarle per privilegiare quelle più esposte verso l'Eurozona. Con alcune eccezioni.

1) Jeronimo Martins. La holding specializzata nel food retail, che capitalizza 7,5 miliardi di euro, realizza il 60% del fatturato in Russia e nei Paesi dell'Europa centrale. In un anno il titolo ha registrato un total return (performance + rendimento della cedoola) negativo (-21,8%). Il p/e (prezzo/utile) è 18,1, mentre il rendimento del dividendo è del 2,8%. Il rating è buy (comprare).

2) Carlsberg. Il gigante della birra, che capitalizza 11,3 miliardi di euro, deriva il 51% dei suoi ricavi dalla Russia e daii Paesi dell'Europa centrale. Sul listino di Copenhagen il ritorno totale negli ultimi 12 mesi è negativo (-5,5%). Il p/e (prezzo/utile) è 14,4, mentre il dividend yield è 1,7%. Il rating è neutral (neutrale).

3) Tele2. L'operatore svedese di tlc, che capitalizza 3,8  miliardi di euro, è esposto per il 40% del fatturato in Russia e nei Paesi dell'Europa centrale. Sul listino di Stoccolma il titolo ha reso (total return) in un anno lo 0,3%. Il p/e (prezzo/utile) è 17,2, mentre il rendimento della cedola è molto elevato (6,5%). Il rating è buy (comprare).

4) Omv. Il gruppo, che opera nel settore energia (petrolio e gas) e capitalizza 10,5 miliardi di euro, realizza il 39% del giro d'affari in Russia e nei Paesi dell'Europa centrale. Da inizio anno la performance relativa del titolo, rispetto all'indice Eurotop 300, è -7%. Il p/e (prezzo/utile) è 8,4, mentre il dividend yield è 3,8%. Il rating è neutral (neutrale).

5) Swedbank. La banca svedese, che capitalizza 22 miliardi di euro, è esposta per il 22% verso la Russia e i Paesi dell'Europa centrale. In un anno il titolo ha reso (total return) il 20,3%. Il p/e (prezzo/utile) è 11,4, mentre il rendimento della cedola è 6,6%. Il rating è buy (comprare).

6) Fortum. La utility, che distribuisce energia elettrica e che capitalizza 14,8 miliardi di euro, realizza il 20% del fatturato in Russia e nei Paesi dell'Europa centrale. Da gennaio la performance relativa del titolo rispetto all'indice Eurotop 300 è 1%. Il p/e (prezzo/utile) è 16,7, mentre il rendimento della cedola è del 6,4%. Il rating è sell (vendere).

7) Ferrovial. Il gruppo specializzato nel settore costruzioni, che capitalizza 11 miliardi di euro, realizza il 19% dei ricavi in Russia e nei Paesi dell'Europa centrale. In un anno il titolo ha reso (total return) il 30%.. Il p/e non è significativo, mentre il rendimento della cedola è 3,9%. Il rating è neutral (neutrale).

8) Henkel. La multinazionale specializzata in prodotti per la casa e la persona, guidata da Kasper Rorsted, che capitalizza 32,5 miliardi di euro, realizza il 18% del fatturato in Russia e nei Paesi dell'Europa centrale. Da gennaio la performance relativa rispetto all'indice Eurotop 300 è -6%. Il p/e (prezzo/utile) è 19, mentre il rendimento della cedola è 1,4%. Il rating è neutral (neutrale).

9) Unibail-Rodamco. La società immobiliare, che capitalizza 17,2  miliardi di euro, realizza il 16% del fatturato in Russia e nei Paesi dell'Europa centrale. Negli ultimi 12 mesi il total return del titolo è stato del 29%. Il p/e (prezzo/utile) è 17,7, mentre il rendimento della cedola è 5%. Il rating è buy (comprare).

10) Unicredit. Il gruppo bancario italiano, che capitalizza 32 miliardi di euro, è esposto per il 15% verso la Russia e i Paesi dell'Europa centrale. In un anno il titolo ha realizzato a piazza Affari un total return del 51%. Il p/e (prezzo/utile) è 15,6, mentre il dividend yield è 2,3%. Il rating è neutral (neutrale).


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