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Sondaggio Usa, il 59% degli americani sostiene accordo con Iran

Written By Unknown on Selasa, 31 Maret 2015 | 15.11

Più di un cittadino americano su due sostiene l'accordo tra le grandi potenze occidentali e l'Iran sul programma nucleare della Repubblica islamica. E' quanto emerge da un nuovo sondaggio di Washington Post e Abc, i cui risultati sono stati pubblicati oggi, in occasione della scadenza ultima fissata per il negoziato in corso tra le parti a Losanna.

In particolare, il 59% degli americani interpellati sostiene l'accordo tra il Gruppo 5+1 (Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Russia, Cina e Germania) e Teheran, mentre il 31% si è detto contrario. Se il sostegno all'intesa è più alto tra liberali (7 su 10) e democratici (i due terzi), una profonda divisione è stata registrata tra i repubblicani. Il 47% dei conservatori appoggia l'accordo, il 43% è contrario. Dal sondaggio è inoltre emerso che solo pochi americani sono comunque fiduciosi del fatto che l'eventuale intesa sarà efficace. Circa il 60% degli interpellati ha detto di non ritenere che l'accordo impedirà all'Iran di sviluppare l'arma nucleare.


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Francia, +0,1% mese su mese spese consumi familiari a febbraio

Francia, +0,1% mese su mese spese consumi familiari a febbraio - MilanoFinanza.it

MF Online

Francia, +0,1% mese su mese spese consumi familiari a febbraio




Le spese per consumi familiari in Francia nel mese di febbraio sono salite dello 0,1% a livello mensile, in linea con il consenso, e sono aumentate del 3% su base annuale. Lo ha reso noto l'ufficio nazionale di statistica francese. Le spese per consumi del mese di gennaio sono infine state riviste a +0,7% mese su mese da +0,6%.




 
 

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Nuovo tentativo di fusione con Net-à-Porter e Yoox si scalda in borsa

Written By Unknown on Senin, 30 Maret 2015 | 15.11

Yoox  vola a Piazza Affari (è sospeo con un rialzo teorico del 7,97% dopo un massimo a 22,76 euro) in scia alle indiscrezioni del Times secondo che il retailer di moda online sarebbe in trattativa per l'acquisto di Net-à-porter, il sito di ecommerce di lusso che Richemont ha acquistato nel 2010 con un'operazione che lo valutava 392 milioni di euro. Un'ipotesi di fusione fra Yoox  e Net-à-Porter era già circolata a ottobre 2013, poi è naufragata per questioni sui concambi e di governance.

Ma agli analisti di Equita sembrerebbe comunque un'ipotesi plausibile. Il deal avverrebbe in azioni piuttosto che in contanti. Il valore di Net-a-Porter, che non ha ancora prodotto utili a causa dei significativi investimenti effettuati, è stimato a 1,5-1,7 miliardi di euro, mentre Yoox  vanta una crescita a doppia cifra ed è in utile. La valutazione è relativamente simile a quella di Net-a-Porter con una capitalizzazione di mercato di 1,3 miliardi di euro.

Gli analisti di Equita stimano per Net-a-Porter un fatturato per quest'anno di circa 0,9-1 miliardi di euro contro i 630  milioni di Yoox . Il multiplo enterprise value/ebitda è quindi di 1,7-1,9x per Net-a-Porter contro le 2,1 di Yoox , un multiplo che potrebbe essere giustificato dalla marginalità superiore di Yoox .

Secondo alcune fonti una società nata dalla combinazione di Yoox  e Net-a-Porter riuscirebbe a gestire meglio l'aumento dei costi per la consegna dei pacchi così come l'intensificarsi della competizione delle rivali online e dei grandi magazzini più esclusivi come Bergdorf Goodman e Saks Fifth Avenue, che hanno investito in modo significativo su contenuti e vendite via Internet.

"L'operazione ci sembrerebbe strategicamente sensata in termini di potenziali sinergie logistiche e maggiore massa critica sui mercati asiatici, e anche in termini di posizionamento: la presenza multimarca di Yoox .com è prevalentemente nell'out-of-season mentre Net-à-porter è nel segmento in-season full price, dove Yoox  è presente invece tramite i monomarca", precisano gli analisti di Equita.

D'altro canto il business mono-brand di Yoox , che realizza circa il 30% del fatturato del gruppo, potrebbe risentire negativamente del fatto che il nuovo gruppo allarghi il suo business ai prodotti in collezione (Net-a-porter vende prodotti in-season). Inoltre Yoox  dovrebbe essere in grado di rassicurare i grandi marchi del lusso sul fatto che Richemont, loro concorrente, diventi il primo azionista, secondo alcuni analisti con una quota appena sotto il 50%.

E' anche vero che queste indiscrezioni seguono quelle di giovedì su un possibile interesse per Net-à-Porter da parte di Amazon: il riemergere in queste settimane di ipotesi speculative su Net-à-Porter potrebbe essere legato al fatto che la fondatrice Natalie Massenet è impegnata nelle ultime fasi di negoziazione con Richemont per il pagamento di una liquidazione che potrebbe raggiungere oltre 100 milioni di euro. Finora Richemont e Yoox  non hanno rilasciato commenti.


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Grecia, difficile Eurogruppo nei prossimi giorni

Difficilmente nei prossimi giorni si riuscirà a tenere un meeting dell'Eurogruppo per dare il via libera all'erogazione delle rate dell'ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi di euro a favore della Grecia. Lo scrive il quotidiano ellenico Kathimerini, spiegando che i funzionari di Atene e dei creditori internazionali nel corso del week end hanno discusso della lista di riforme ellenica.

Tuttavia, secondo fonti di Reuters, l'elenco delle misure che il Paese intende mettere in atto non sarebbe abbastanza dettagliato anche se nel corso del week-end sono state mostrate alcune idee, spiegano alcuni funzionari. Oggi comunque proseguiranno le negoziazioni, a livello più alto, tra il Brussels Group (formato da Bce, Fmi, Commissione Ue ed Esm) e Atene, nella speranza che si riesca a raggiungere un accordo nei prossimi giorni.


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Squinzi: il Paese può scattare ma il governo tolga il piombo dalle tasche del corridore Italia

Written By Unknown on Minggu, 29 Maret 2015 | 15.11

C'è una serie di fattori esterni (il Qe, il cambio euro/dollaro, il calo del prezzo del petrolio) che permetteranno all'Italia di tornare a crescere nel 2015. Lo ha affermato con forza il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel corso della Biennale di Piccola Industria di Confindustria.

"Nel 2015 vediamo finalmente una inversione di tendenza", ha detto il leader degli industriali. Un ruolo chiave per la ripresa lo svolge l'impresa che Squinzi, riprendendo lo slogan di Milano Finanza in edicola, ha definito "il Rinascimento" dell'Italia. "L'impresa è l'unica possibilità per far ripartire il Paese. Ma c'è ancora molto da fare per agganciare la ripresa". In particolare il governo deve portare a compimento tutte le riforme e "togliere il piombo dalle tasche del corridore Italia che sta facendo una scalata incredibile".

E' necessario, quindi, che il livello di crescita si attesti al 2%, altrimenti ci saranno molte difficoltà a mantenere i livelli di welfare nel nostro Paese, a cominciare dalle pensioni. In questo senso il governo ha una grande responsabilità che è quella di "semplificare l'Italia e deve portare a termine tutte le riforme".

Anni di crisi hanno lasciato in eredità un mondo che ormai è profondamente cambiato, viaggia a grandissima velocità e anche l'Italia deve adeguarsi a questi mutamenti altrimenti perderà l'occasione di tornare ad essere competitiva. Innanzitutto, ha detto Squinzi, bisogna agire sulla burocrazia: "Per ampliare due stabilimenti della Mapei in Italia ho aspettato rispettivamente 7 e 8 anni.  All'estero il tempo di attesa è di 90 giorni". L'Italia, ritiene il presidente, è competitiva, altrimenti non si spiegherebbe perché "siamo il secondo Paese manifatturiero d'Europa e il quinto nel mondo". Il Paese sta tornando ad attrarre anche investitori esteri e su questo aspetto il numero uno degli industriali è stato molto chiaro: "Non è importante la nazionalità del capitale dell'azienda ma la mentalità di chi produce e realizza i prodotti. Se si salvaguarda l'identità nazionale è una cosa positiva".


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Messina (Intesa): 2015 anno unico per l'Italia, le banche strategiche per la crescita

"Il 2015 è un anno unico per l'Italia e per le aziende del nostro Paese. Ci sono una serie di opportunità che devono essere colte per poter finalmente tornare a crescere e le banche, in questo senso, possono davvero giocare un ruolo fondamentale". E' quanto sostiene Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo , nel corso del suo intervento alla Biennale di Piccola Industria di Confindustria, in corso a Venezia.

"Questo è un anno potenzialmente straordinario per le aziende italiane ma se puntano sui mini bond non cresceranno. Solo le banche possono essere quel fattore abilitante per far crescere le imprese. Se le banche non sostengono le imprese, il Paese non riparte", ha detto Messina.

Nel suo intervento il top manager ha ricordato che Intesa Sanpaolo  da giugno 2011 – anno in cui l'Italia era in piena crisi - ha erogato credito per 120 miliardi verso le pmi, le famiglie e le imprese italiane. L'anno scorso il credito erogato è stato di 27 miliardi e nel 2015 la previsione della banca è di 37 miliardi; una cifra, secondo Messina, "molto più alta della manovra espansiva del governo".

La decisione della banca di accelerare sull'erogazione del credito è dettata proprio dal fatto che il 2015 è un anno chiave per il Paese,"in cui ognuno deve fare la sua parte e bisogna tornare a fare gioco di squadra. Proprio perché si tratta di un anno unico, abbiamo deciso di accelerare sull'accesso al credito". Secondo Messina quello in corso deve essere l'anno in cui l'Italia deve "completare i compiti  per poi cogliere tutte le opportunità di crescita che già sono presenti oggi".

"Dalla Bce", ha detto ancora il consigliere delegato, "abbiamo preso l'anno scorso 12,5 miliardi e 10 miliardi qualche settimana fa per un ammontare complessivo di 22,5 miliardi. Abbiamo erogato ai nostri clienti già la prima tranche da 12,5 miliardi e stiamo accelerando per erogare anche gli altri 10. Se riusciremo a erogare tutti i 37 mld previsti per il 2015, avremo la possibilità di prendere altri 10 miliardi. Se ci fosse una domanda incrementale, noi siamo pronti a sostenerla".

Parlando in generale del settore finanziario, il banchiere ritiene che il vero problema delle banche non siano le sofferenze ma gli incagli. Per questo "bisogna lavorare sugli incagli perché tornino in bonis e non diventino sofferenze".
Sotto il profilo dimensionale, Messina ha ricordato che la sua "è la banca più forte d'Europa, che è passata da una capitalizzazione di 26 miliardi nell'autunno 2013 a una di 53, superando colossi come Deutsche Bank ". In questo contesto Messina ha escluso che Intesa Sanpaolo  possa giocare un ruolo nel processo di consolidamento del sistema bancario italiano; ma ritiene che in Italia esista un problema di dimensioni che non permette la creazione di un'economia di scala; e ciò può essere risolto solo attraverso delle concentrazioni. "Credo quindi credo che il settore sarà oggetto di M&A", ha detto il top manager ricordando che la riforma sulle popolari va esattamente in questa direzione ma "non bisogna dimenticare che l'ingresso di un privato nel capitale di una banca popolare deve avere come scopo la generazione di valore".

Infine il consigliere delegato ha criticato aspramente il giudizio delle agenzie di rating, definendole "incompetenti. La loro è una valutazione stupida perché non si può guardare al Paese solo dal punto di vista del debito pubblico. Il risparmio in Italia e l'export oriented  -  per esempio -  sono da tripla A".


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Aria di Rinascimento italiano

Written By Unknown on Sabtu, 28 Maret 2015 | 15.11

È vero, per l'industria italiana l'anno è partito con il piede sbagliato: a gennaio il fatturato è diminuito dell'1,6% rispetto a dicembre e del 2,5% su base annua. Ancora peggio sono andati gli ordinativi, scesi rispettivamente del 3,6% e del 5,5%. Eppure sui mercati azionari l'ottimismo è palpabile e dall'inizio dell'anno il Ftse Mib ha guadagnato più del 20%. E nei giorni scorsi il Credit Suisse si è addirittura spinto a ipotizzare un nuovo Rinascimento italiano. Di certo quest'anno il pil dell'Italia tornerà a crescere dopo la contrazione del 2,3% nel 2012, dell'1,9% nel 2013 e dello 0,4% nel 2014.

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Wall Street positiva, petrolio in forte calo

Wall Street ha chiuso la settimana con una seduta in lieve rialzo. L'indice Dow Jones si è apprezzato dello 0,19%, lo S&P 500 dello 0,24%, il Nasdaq dello 0,57%. Tra i dati macro, la lettura definitiva del pil statunitense del quarto trimestre ha mostrato una variazione positiva del 2,2% trimestre su trimestre.

Sul listino il titolo Altera è balzato del 22,44% a 42,44 dollari, sui massimi di tre anni e mezzo, dopo che il Wall Street Journal ha scritto che Intel (+5,9%) potrebbe comprare il produttore rivale di microprocessori. Le trattative, riferisce il giornale finanziario, sono in corso ma i dettagli sono sconosciuti.

Con una capitalizzazione da 10,4 miliardi di dollari prima del balzo in borsa, l'acquisizione di Altera sarebbe per Intel la più grande della sua storia. La più grande al  momento risale al 2011, quando acquistò la società di software McAfee per 7,7 miliardi.

Chiusura in forte calo per il greggio a New York. Il Wti ha ceduto 2,5 dollari a 48,87 dollari al barile. Giu' anche il Brent che ha lasciato sul terreno 2,78 dollari a 56,41 dollari.


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Fincantieri costruirà cinque navi da crociera per Carnival

Written By Unknown on Jumat, 27 Maret 2015 | 15.11

Fincantieri  ha firmato uno storico accordo strategico con Carnival Corporation & plc per cinque navi da crociera innovative, da costruire nel periodo 2019-2022. Le intese tra le due società, spiega una nota, prevedono inoltre opzioni per ulteriori navi da realizzare nei prossimi anni.

L'accordo è soggetto a diverse condizioni, tra cui il finanziamento dell'armatore. Inoltre l'intesa delinea un piano di attività a lungo termine da parte di uno dei maggiori investitori stranieri in Italia, il gruppo statunitense Carnival Corporation, che ha investito nel Paese oltre 25 miliardi di dollari in virtù della partnership con Fincantieri .

Sotto il profilo tecnologico questa collaborazione segna un punto di svolta nel segmento di mercato di riferimento, in quanto le unità oggetto dell'accordo si baseranno su progetti altamente innovativi, che porteranno nella flotta di Carnival Corporation le navi di prossima generazione, ciascuna realizzata secondo le peculiarità dei diversi brand del gruppo.

"Siamo entusiasti di compiere un passo in avanti nel piano di potenziamento della nostra flotta grazie a questo accordo con Fincantieri , che conferma la nostra strategia a lungo termine di una costante capacità di crescita nel tempo", ha dichiarato Arnold Donald, presidente e ceo di Carnival Corporation. "Il nostro obiettivo à quello di superare ogni giorno le aspettative dei nostri ospiti e queste nuove unità ci permetteranno di riuscirci come mai prima. Queste saranno le navi più efficienti della nostra flotta, capaci di suscitare nuovo entusiasmo attorno al mondo delle crociere, consentendo ai passeggeri di vivere una vacanza unica e di apprezzare il valore delle crociere rispetto all'esperienza sulla terraferma".

Secondo l'a.d. di Fincantieri , Giuseppe Bono "questo programma, che è in assoluto uno dei più importanti per l'industria italiana nel suo complesso, ci rende orgogliosi del lavoro svolto in tutti questi anni, che ha contribuito a fare di Fincantieri  un'eccellenza mondiale. Queste cinque navi, che si aggiungono alle altre 16 che annoveriamo nel portafoglio ordini solo nel comparto crocieristico, potrebbero portare quindi a 21 il totale, assicurandoci il pieno sviluppo e una prospettiva strategica di lungo periodo. Per continuare a fronteggiare con successo i nostri competitor, è però necessario che al nostro interno le competenze di processo e di prodotto si arricchiscano ulteriormente di contenuti. Ci aspettiamo quindi che tutti operino con il massimo impegno, perché questa è l'unica via per difendere le posizioni di leadership conquistate".


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Buzzi Unicem compra Sacci per 120 milioni di euro

Al via il processo di consolidamento nel settore cementifero italiano.  Ieri in tarda serata Sacci Spa ha accettato l'offerta di acquisizione di Buzzi Unicem  per il 99,5% delle quote. Il completamento dell'operazione è ora condizionato al via libera delle banche e dei creditori che hanno aderito all'accordo di ristrutturazione dei debiti in base all'articolo 182 bis della Legge fallimentare.

L'offerta di Buzzi Unicem   prevede un esborso di 120 milioni di euro (circa 100 euro per tonnellata prodotta) che verrà finanziato con la liquidità e le linee di credito a disposizione.

L'acquisizione comporterà una diminuzione dei costi, fissi e variabili. Equita ha stimato sinergie a regime per 15/20 milioni di euro (il 4% dell'ebitda stimato per il 2016). Al contempo, una maggiore concentrazione del mercato favorirà un aumento dei prezzi (oggi pari a 60 euro per tonnellata).

"Il processo di consolidamento è un fattore chiave per il mercato italiano del cemento a causa del suo enorme eccesso di capacità che impedisce alle società del settore di raggiungere margini positivi", ha scritto giorni fa Banca Akros.

Sacci opera in Italia con cinque cementifici, pari ad una capacità di 2,8 milioni di tonnellate (7/8% della capacità italiana). Gli analisti di Equita stimano che abbia venduto circa 1,3 milioni di tonnellate di cemento lo scorso anno (6% di quota di mercato).

Sacci, al momento soggetta a una procedura concorsuale di ristrutturazione del debito, detiene partecipazioni anche in cementerie Barbetti (1,3 milioni di capacità stimata e 3,5% di quota di mercato in Italia) e cementerie Costantinopoli (un milione di tonnellate).


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A Piazza Affari attesa apertura in ribasso

Written By Unknown on Kamis, 26 Maret 2015 | 15.11

In apertura le borse europee sono previste in territorio negativo, con un'ondata di avversione al rischio che si è riversata sui mercati globali e che ieri ha penalizzato Wall Street e stamani Tokyo. Molte le ragioni del nuovo pessimismo. La Grecia rimarrà al centro delle attenzioni degli investitori. Ieri la Bce ha aumentato la quantità di denaro che le banche elleniche possono prendere in prestito nel quadro del programma di assistenza d'emergenza di liquidità, Ela, mentre il governo di Atene prosegue le trattative con i creditori internazionali sul programma di salvataggio.  

In seconda battuta, le tensioni geopolitiche, dopo gli attacchi della coalizione a guida saudita nello Yemen. Questo sta avendo un riflesso importante anche sul prezzo del petrolio, con il Wti che è tornato sopra quota 51 dollari al barile e sale del 4% a 51,02 dollari barile

Sul fronte macro, la Bce rilascia oggi la sua relazione sugli andamenti monetari dell'area euro in febbraio. Gli economisti si aspettano un incremento della massa monetaria, anche se il QE è stato avviato solo a marzo. Ciò dimostra il forte impatto dell'annuncio, che sembra aver stimolato le banche ad aprire linee di credito. In uscita anche il dato sul Pil francese e le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Usa.

A Piazza Affari da seguire ancora le banche, ieri contrastate, e in particolare le popolari. Attenzione poi a Pininfarina , che ha confermato l'interesse di Mahindra & Mahindra, pur sottolineando come non ci sia alcun accordo vincolante. Infine, da monitorare Ei Towers , che si è detta disponibile a un dialogo con la Rai e con Rai Way  per verificare il progetto industriale di creare un operatore unico.


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Kinexia chiude il 2014 con una perdita di 29,5 milioni di euro

Kinexia , gruppo attivo nel segmento integrato delle energie rinnovabili ed efficienza energetica e ambientale, ha chiuso il 2014 con una perdita netta di 29,5 milioni di euro, rispetto all'utile di 1,9 milioni registrato nel 2013. Ha pesato, fra gli altri, la maggiore incidenza degli interessi sul bond emesso anche per l'acquisizione di Geotea.

Sul bilancio 2014, la società, ha detto l'ad Pietro Colucci, "ha ritenuto opportuno dare luogo, in un'ottica di maggiore chiarezza, ad una valutazione di taluni specifici asset, essenzialmente immateriali, ispirata da più rigidi indicatori di valore". Questa decisione ha determinato svalutazioni, correzioni di valore di attività e accantonamenti a fondi rischi per 24 milioni di euro. Inoltre il gruppo ha attribuito per intero al conto economico del 2014, "i non recurring costs sostenuti nell'ambito delle operazioni di finanza straordinaria pari a 5 milioni di milioni", ha concluso il manager.

I ricavi sono cresciuti a 93 milioni di euro (+17% anno su anno), in miglioramento anche l'ebitda a 22,5 milioni (+8% sul 2013), mentre l'ebit è negativo per 18 milioni (+5,4 milioni nel  2013). In rosso anche il  risultato ante imposte per 28,6 milioni (+3,4 milioni nel 2013). L'indebitamento finanziario netto è negativo per 250,2 milioni contro i 92,2 milioni al 31 dicembre 2013.

Il cda ha approvato nel frattempo il piano industriale 2015-20178 (nei dettagli sarà presentato alla comunità finanziaria a fine aprile)  che prevede  ricavi  in salita, al 2015 pari a 205 milioni, al 2016 a 242 milioni mentre al 2017 a 269 milioni. L'ebitda è atteso in miglioramento da 65 milioni nel 2015 a 72 milioni nel 2016, fino ad arrivare a 83 milioni nel 2017 con una crescita annua composta (Cagr)  del  12,7% nei  tre anni e con una marginalità oltre il 30% dei ricavi.

Il management prevede una riduzione dell'indebitamento finanziario che passerebbe da 3,91 volte nel 2015, a 3,39 nel 2016 fino a giungere a 2,90 nel 2017.

 "A seguito delle operazioni straordinarie del 2014, che hanno riguardato sia gli aspetti organizzativi che di business, viene a terminare una fase industriale del gruppo Kinexia  che, con il nuovo piano integrato, si apre ad una nuova dimensione di sviluppo", ha concluso Colucci.


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Finecobank, all'ad Foti un compenso di 1,12 milioni di euro

Written By Unknown on Rabu, 25 Maret 2015 | 15.11

Nel 2014 l'ad di Finecobank  Alessandro Foti ha percepito un compenso totale di 1,12 milioni di euro cui si aggiungono 902 mila euro di compensi equity valutati al fair value.

Al presidente Enrico Cotta Ramusino sono andati 209 mila euro, mentre al vice presidente (dal 15 aprile 2014) Francesco Saita sono andati 86 mila euro e a Girolamo Ielo (vice presidente fino al 14 aprile e poi consigliere) 93 mila euro.

E' quanto si apprende dalla relazione di remunerazione pubblicata da Finecobank  in vista della prossima assemlbea di approvazione del bilancio 2014.

Il gruppo ha chiuso il 2014 con un utile netto di150 milioni, in aumento del 75,9% rispetto al 2013.


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Ftse Mib cauto in attesa indice Ifo ma banche popolari in spolvero

Le borse europee scendono in apertura sulla scia di Wall Street, ritracciando dalla chiusura di ieri quando hanno toccato i massimi da sette anni sui dati del settore privato della zona euro, migliori delle previsioni. In mattinata potrebbero giungere spunti dal fronte marco, con l'Ifo tedesco di marzo, dopo le buone indicazioni fornite ieri dal Pmi. L'indice di fiducia delle imprese tedesche è stimato in lieve rialzo a 107,3 punti dai 106,8 di febbraio. 

L'obbligazionario italiano, che ieri ha chiuso la seduta in calo, soprattutto per quel che riguarda le scadenze extra lunghe, sulle quali ha pesato il collocamento del nuovo indicizzato spagnolo a 15 anni, da 3,5 miliardi, vede stamani il Btp decennale ripartire da un rendimento dell'1,34% mentre lo spread Italia/Germania da 113 punti base. Il differenziale Bonos/Bund segna 108 punti per un tasso dell'1,29%.

Intanto si avvicina la tornata di aste italiane di fine mese, che parte domani con l'offerta di Ctz e Btpei fino a 3,5 miliardi e prosegue venerdì con 7 miliardi di Bot semestrali. Invece oggi a mercati chiusi arriveranno i dettagli dei collocamenti a medio lungo di lunedì: Intesa Sanpaolo  prevede un'offerta fino a 3 miliardi di Btp quinquennali, fino a 3,5 di decennali e fino a 1,5 di Ccteu

E a proposito di nuove emissioni italiane, ieri il Tesoro ha annunciato il nuovo Btp Italia, l'ottavo della serie, che avrà scadenza otto anni, allungata rispetto alle emissioni precedenti (quattro, sei anni). Il 10 aprile verrà comunicata al pubblico la cedola minima garantita, mentre l'offerta (differenziata per investitori retail e istituzionali) si terrà dal 13 al 16.

A Piazza Affari l'indice Ftse Mib scende dello 0,13% a 23.303 punti. Ancora sopra il prezzo dell'opa lanciara dai cinesi a 15 euro Pirelli  & C. (+0,19% a 15,49 euro). Il cda della società si riunirà il 31 marzo per stabilire la cedola e non è previsto nessun dividendo straordinario. A proposito di dividendo il consiglio di sorveglianza di STM  (-0,39% a 8,97 euro) ha approvato la proposta del consiglio di gestione di stabilire quest'anno un dividendo annuale cash di 0,40 dollari per azione da distribuire in quattro rate ciascuna da 0,10 dollari nel secondo, nel terzo e nel quarto trimestre e nel primo trimestre del prossimo anno.

Mentre Mediaset  (+0,41% a 4,404 euro), che ha chiuso il 2014 in utile (23,7 milioni da 8,9 milioni del 2013), è tornata dopo due anni a distribuire un dividendo simbolico di 0,02 euro per dare il segnale agli investitori che il peggio è ormai alle spalle. Guardando alla pubblicità in Italia, dopo il -1,3% del quarto trimestre e un gennaio difficile "ma migliore del mercato", ci sono stati segnali di miglioramento a febbraio e marzo si è chiuso piatto, come ha sottolineato il direttore generale di Publitalia, Luigi Colombo.

"Ci aspettiamo opportunità interessanti da aprile ad agosto dato che il secondo e terzo trimestre del 2014 sono stati particolarmente difficili per l'assenza dei mondiali di calcio", ha aggiunto, confermando le indicazioni di +2-4% sull'intero anno. Tengono alle vendite le banche popolari dopo il sì del Senato alla fiducia posta dal governo sul Dl banche. Il provvedimento, già approvato dalla Camera, è così diventato legge: prevede che le grandi banche popolari potranno adottare al massimo per due anni un tetto pari al 5% dei diritti di voto dopo la trasformazione in società per azioni. Bpm  sale dell'1,46% a 0,973 euro, Bper dell'1,55% a 8,165 euro, il Banco Popolare  dello 0,97% a 14,63 euro e Ubi Banca  dello 0,56% a 7,245 euro.


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Cofide sceglie il voto maggiorato

Written By Unknown on Selasa, 24 Maret 2015 | 15.11

Cofide , holding del gruppo De Benedetti, vuole introdurre il voto maggiorato. Il punto è all'ordine del giorno alla prossima assemblea degli azionisti che si terrà a Milano il 24 aprile in prima convocazione e il 27 in seconda. La proposta richiederà l'approvazione dei due terzi del capitale presente in assemblea "in quanto la società, per favorire una più ampia partecipazione degli azionisti alla decisione, ha ritenuto di non ricorrere al quorum ridotto previsto in caso di deliberazione entro lo scorso 31 gennaio".

Da ricordare che la famiglia De Benedetti, attraverso la Fratelli Rodolfo, Marco e Edoardo De Benedetti Sapa, detiene già oggi il 51,923% delle quote (fonte: Consob).

L'introduzione della loyalty share, scrive Cofide , prevede che agli azionisti rimasti ininterrottamente soci dell'azienda per 24 mesi, sia concesso un diritto di voto doppio per ciascuna azione posseduta. Il diritto di voto maggiorato, se approvato dall'assemblea, sarà effettivo a partire dal 2017. Lo scopo della società è di garantire stabilità nell'azionariato a medio-lungo periodo.


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Piazza Affari debole in attesa Pmi Ue, Telecom sotto la lente

Le borse europee ritracciano ancora in avvio in scia alla flessione dell'attività manifatturiera cinese. La lettura preliminare del Pmi sul settore manifatturiero cinese di marzo a cura di Hsbc ha infatti mostrato il peggior risultato degli ultimi undici mesi, tornando al di sotto della soglia critica dei 50 punti a 49,2, segnale di contrazione, e deludendo ampiamente il 50,6 del consenso.

Il risultato mette in evidenza la necessità della messa a punto di nuove misure espansive da parte del governo cinese per evitare un più sensibile rallentamento della seconda economia mondiale. Il deterioramento va messo in relazione principalmente alla voce nuovi ordini e a quella sull'occupazione, scivolata al minimo da febbraio 2009.

Gli investitori sono anche in attesa dei dati Pmi a marzo della zona euro (indice composito precedente: 53,3 punti; consenso: 53,6 punti), di Germania e Francia. A guardare gli ultimissimi indicatori, ha detto ieri il presidente della Bce, Mario Draghi al parlamento europeo, in un'audizione dedicata soprattutto a una prima valutazione degli effetti del Qe, si vedono leggeri segnali di miglioramento.

Sul fronte greco, ieri il premier, Alexis Tsipras, ha incontrato il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ma non è emerso con chiarezza se il meeting abbia prodotto una riduzione delle divergenze sulle riforme che Atene deve implementare per ottenere l'erogazione dei prestiti. Stamani comunque il portavoce del governo, Gabriel Sakellaridis, ha assicurato che verrà presentato ai partner della zona euro un pacchetto di riforme entro lunedì, nella speranza di ottenere il versamento degli aiuti finanziari di cui necessita con urgenza.

"Sarà fatto al massimo entro lunedì", ha detto Sakellaridis, sottolineando che il programma di riforme che Atene si accinge a proporre non conterrà misure recessive ma cambiamenti strutturali. Merkel e Tsipras, ha precisato, ieri hanno discusso i contorni delle misure senza andare in profondità. "Ritengo siano stati trovati punti di convergenza", ha concluso.

Lo spread tra i Btp decennali e i corrispettivi Bund tedeschi sale leggermente 111 punti base. Il rendimento dei titoli di Stato italiani è all'1,33%. A Piazza Affari l'indice Ftse Mib scende dello 0,20% a 23.011 punti. Ancora sopra il prezzo dell'opa lanciata dai cinesi a 15 euro Pirelli & C., in rialzo dello 0,39% a 15,56 euro. L'accordo che vedrà i cinesi di ChemChina prendere il controllo di Pirelli non avrà alcun impatto sull'occupazione, ha assicurato ieri il presidente, Marco Tronchetti Provera, rimarcando che un partner come ChemChina consentirà alla società di diventare più grande e di avere una penetrazione ancora più efficace sui mercati asiatici.

Tiene alle vendite anche Telecom Italia (+0,09% a 1,107 euro) il cui cda si dovrebbe riunire giovedì per prendere una decisione su Metroweb. Il gruppo tlc deve infatti decidere se condividere con la Cassa depositi e prestiti gli investimenti necessari per lo sviluppo della fibra. Tra le banche attenzione a Unicredit  (-0,40% a 6,245 euro) perché Aabar, primo azionista della banca con il 5%, sta preparando l'emissione di un'obbligazione convertibile su una parte della quota detenuta nella banca.

Tra l'altro oggi Banca Akros ha tagliato il rating sul titolo da buy a hold, pur alzando il target price da 6,30 a 6,60 euro. Su Generali  (+0,16% a 18,40 euro) è invece intervenuto Credit Suisse portando il prezzo obiettivo da 18,8 a 19,3 euro ma il giudizio resta neutral e su Beni Stabili  (+2,19% a 0,746 euro) Bank of America Merrill Lynch che ha avviato la copertura con un rating buy e un target price a 0,81 euro.


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Borse europee verso un'altra apertura con il segno più

Written By Unknown on Senin, 23 Maret 2015 | 15.11

Attesa apertura positiva sulle borse europee in scia al nuovo picco registrato da Wall Street venerdì scorso e ai rialzi di Tokyo e di Shangai. Euro stabile sul dollaro in apertura dei mercati valutari, con scambi a  1,08 dollari. Occhi puntati su Pirelli  fin dai primi scambi.

Su Piazza Affari continuerà a tenere banco l'offerta di China National Chemical e altri investitori per Pirelli  che potrebbe incrementare il valore del produttore di pneumatici italiano di circa 7,7 miliardi dollari, una delle più grandi acquisizioni all'estero da una società statale cinese negli ultimi anni.

Occhi puntati anche su Anima  H. dopo che Ubs ha alzato il target price sul titolo a 6,6 euro per azione da 6 euro (buy confermato). Incremento anche da parte di Citigroup a 7 euro da 5,4 euro (buy invariato).

Attenzione, infine, a Fiera Mi  che ha approvato settimana scorsa il nuovo piano di impresa al 2018, che a livello di consolidato prevede per il primo anno il raggiungimento di ricavi in crescita a oltre 330 milioni di euro e un Ebitda del 10% e,  sull'Aim Italia, a Digitouch  dopo che la controllata Audiens ha firmato un accordo esclusivo con 3 Italia per la gestione tecnologica del servizio di Mobile Profiling.

In una giornata priva di dati macro di rilievo gli investitori saranno poi focalizzati sul discorso di Draghi e sull'incontro tra Tsipras e Merkel a Berlino. Euro stabile sul dollaro in apertura dei mercati valutari. La moneta unica europea viene scambiata a 1,08 dollari, mentre venerdì, secondo le rilevazioni della Bce, ha chiuso a 1,0776 usd.

Nelle prime contrattazioni, lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi si attesta a 105 punti, contro i 103 punti della chiusura di venerdi' scorso. Il rendimento e' all'1,22%. Il differenziale Bonos/Bund segna 103 punti per un tasso dell'1,20%.  I prezzi dei Treasury sono saliti venerdì, registrando il più  grande guadagno da tre mesi, con gli investitori che si aspettano che la Fed aspetterà ancora un po' prima di rialzare i tassi d'interesse.

Il derivato sul Brent, con scadenza a maggio, tratta a 54,74 usd/barile (-1,10%) in calo rispetto alla chiusura precedente a 55,32 usd/barile, e quello sul Wti, con consegna a maggio, quota 45,93 usd/barile (-1,37%) dai 46,57 usd/barile dell'ultima chiusura.


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Mps, i compensi 2014 di Viola, Profumo e altri top manager

L'amministratore delegato di Mps  Fabrizio Viola ha percepito nel 2014 dal gruppo senese un compenso di 322 mila euro per la carica di ad e consigliere, più un importo transattivo pari a 1,2 milioni pattuito in occasione della riduzione della remunerazione imposta dall'Ue per gli aiuti di Stato, corrisposto nel luglio 2014, più 983 mila euro per la carica di direttore generale, per un totale di 2,5 milioni (di questi 80.7 mila euro sono stati riversati a Mps  in quanto percepiti da società controllate). 

Nel 2013 Viola aveva avuto 402 mila euro per la carica di ad e 1,389 milioni per la carica di direttore generale. Per il presidente Alessandro Profumo la remunerazione è stata di 85 mila euro, rispetto agli 87 mila del 2013. E' quanto sia apprende dalla relazione sulla remunerazione 2014 predisposta dalla banca semese in vista dell'assemblea dei soci dei prossimi aprile 14-15 e 16 aprile. 

Il vice presidente Pietro Giovanni Corsa ha avuto un compenso totale di 105 mila euro, mentre il consigliere Beatrice Bernard ha avuto 427 mila euro, di cui 360 mila euro da Axa  Mps  Assicurazioni Vita per la carica di direttore generale. 

Inoltre il vice direttore generale vicario Angelo Barbarulo ha avuto 535 mila euro di cui 41 mila euro riversati a Mps  perchè relativi a compensi per cariche in partecipate. E il vicedirettore generale Bernardo Mingrone ha avuto 725 mila euro di cui 131 mila da partecipate e riversati a Mps 

Mps  ha chiuso il 2014 con una perdita netta di -5,343 miliardi di euro. 


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