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Cambiare le regole per cambiare l'Italia, la proposta di due economisti

Written By Unknown on Kamis, 31 Januari 2013 | 15.11

Roberto Pasca e Massimo Lo Cicero sono due economisti, entrambi candidati per la lista Monti alle prossime elezioni politiche, che insegnano alla Sapienza. Di fronte ai cambiamenti che si sono determinati nell'ultimo anno, in particolare la nascita del Governo tecnico di Monti e lo scioglimento anticipato delle Camere per la sfiducia verso quel governo, hanno scritto un pamphlet (Cambiare le regole per cambiare l'Italia: istituzioni moderne e crescita sostenibile), offerto gratuitamente ai lettori in forma elettronico, che cerca di disegnare il percorso logico per realizzare le tanto attese riforme e lo sviluppo di una possibile relazione tra mercato e democrazia che sia capace di rilanciare la crescita economica in Italia.

"L'idea di affrontare questo problema, la ripresa della crescita non solo con il rilancio dell'economia reale ma anche e specialmente modernizzando una volta per tutte le istituzioni, sono alla base di questo progetto", ha dichiarato Pasca, "una nuova maggioranza e un nuovo governo dovranno essere capaci di realizzare riforme radicali infrangendo le barriere create dal conservatorismo e dal corporativismo dilagante nelle forze politiche. Il cambiamento si deve manifestare introducendo regole virtuose, capaci di tradurre gli obiettivi di ammodernamento e di sviluppo in comportamenti coerenti con gli obiettivi di riforma. Altrimenti, come abbiamo più volte visto, le riforme rimangono mere opzioni politiche che non riusciranno mai a innovare istituzioni e pubblica amministrazione e neanche a passare dal rigore alla crescita sostenibile".

"Se guardiamo ai venti anni della cosiddetta Seconda Repubblica troviamo vistosi fallimenti istituzionali: un inconsistente bipolarismo federale; un sistema elettorale autoreferenziale che impedisce la scelta dei candidati da parte degli elettori e che indica, senza alcun fondamento costituzionale, un capo del Governo con l'illusione di poter assicurare un'efficace governabilità; un cosiddetto federalismo fiscale, che complica solo la gestione del decentramento amministrativo", ha affermato Lo Cicero, "l'effetto di questi fallimenti ci ha consegnato, dopo venti anni un Paese stremato, affollato da complesse procedure burocratiche, ingiusto ed inefficiente".

Il problema centrale del Paese rimane comunque quello di rimettere n moto una crescita economica capace di sostenere i costi. "In questi venti anni siamo stati un Paese nel quale ristagnava la produttività; la popolazione non cresceva, se non con l'apporto dei flussi migratori; i giovani, potendo farlo, fuggivano all'estero. Il mercato del lavoro è tutt'ora denso di vincoli rigidi che frenano il cambiamento mentre si diffonde l'economia sommersa, illegale o criminale ai danni di quella regolare che paga le tasse", ha proseguito Lo Cicero, "questo era un Paese dove la pressione fiscale è diventata insostenibile e la qualità dei servizi collettivi inadeguata alle necessità della popolazione. Il regno dello spreco e di rapaci corporazioni, gestite da un ceto politico designato da capipartito e non eletto dal popolo".

"Di fronte all'emergenza finanziaria dei conti dello stato il governo Monti ha creato uno scudo di reputazione alla scala europea e internazionale, ha certificato che non eravamo come la Grecia. Ma, anche per i tempi stretti in cui doveva agire seppur con una maggioranza parlamentare larga ma certamente ostile al cambiamento, è dovuto ricorrere all'inasprimento che ha avuto inevitabili effetti recessivi" ha sostenuto Pasca, "meglio sarebbe stato ridimensionare il bilancio pubblico, riducendo sia le spese che le imposte, chiudendo il cuneo fiscale e dando fiato alla spesa per consumi delle famiglie ed a quella per gli investimenti delle imprese. Ma la sua maggioranza lo avrebbe seguito nel ridimensionamento della spesa pubblica? Come si è visto nell'applicazione della spending review, in particolare nell'abolizione di alcune province, l'ostruzione delle forze politiche è stato feroce".



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Seduta difficile per Piazza Affari

Di Teresa Campo

Attesa per l'apertura odierna di Piazza Affari dopo la disastrosa giornata di ieri ( Ftse Mib –3,36%), anche se le aspettative sono per un'apertura in rosso per i principali listini europei. Una caduta pesante quella di ieri, il peggior risultato tra le borse europee, ma soprattutto inattesa dopo che, ormai da fine 2012, sui mercati si respirava un clima di relativo ottimismo. E invece, l'inatteso calo dello 0,1% del Pil americano, ma soprattutto la caduta di blue chip tricolore come Saipem, Eni e Mps, hanno inevitabilmente affossato l'indice.

Occhi puntati in primo luogo su Saipem, cui il profit warnig lanciato martedì sera ieri è costato al titolo un pesantissimo –34,29%, trascinando in più con sé tutto il comparto dell'energia. La Consob ha avviato accertamenti a seguito di una maxivendita di azioni, il 2,3% del capitale, realizzata in fretta e furia da Bofa Merrill Lynch poco prima che la società comunicasse il taglio degli obiettivi per il 2012 e il 2013.

Occhi puntati anche su Stm, che ha presentato i risultati 2012 dopo la chiusura dei mercati americani. Il gruppo ha conseguito ricavi per 8,49 mld usd, in calo del 12,8% a/a, e la perdita netta è stata di 1,16 mld, o -1,31 usd per azione. E naturalmente su Mps e Fiat. Ieri l'azione ha perso il 4,83%, nonostante dati in linea con le attese. Il mercato si aspettava di più sul fronte delle trattative con Veba su Chrysler.

In Europa in mattinata il dato più importante da seguire sarà il tasso di disoccupazione in Germania di gennaio, elemento centrale per capire come sta andando l'economia del Paese. Nel pomeriggio il focus si sposterà oltreoceano dopo il dato negativo sul Pil del 4* trimestre di ieri.



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Piazza Affari prova a testare quota 18 mila punti

Written By Unknown on Rabu, 30 Januari 2013 | 15.11

Di Teresa Campo

Dopo la chiusura della vigilia a quota 17.891 punti,  con un frazionale calo dello 0,03%, la seduta odierna a Piazza Affari si prospetta relativamente debole. Resta l'impostazione positiva, ma a questo punto si avvicina sempre più la soglia dei 18 mila punti e il mercato, a giudizio degli analisti, non sembra avere al momento la forza di superarla. L'attesa più probabile a questo punto è un proseguimento del mercato in trading range, cioè oscillando all'interno dei valori degli ultimi giorni, senza dunque neanche spazi di grande ritracciamento, ma anzi con una solida base a 17.750 punti.

L'avvio debole è in realtà previsto per tutta l'Europa, in attesa di alcuni dati macro: prima il Pil della Spagna, ma ancora di più, nel pomeriggio, quelli americani, in primis la stima Adp dei nuovi posti di lavoro e poi la decisione della Fed circa i tassi di interesse. Scontato invece il successo dell'asta odierna di BTtp a 5 e 10 anni per un importo pari a 6,5 miliardi: le aste precedenti di inizio settimana hanno riscontrato forte domanda e rendimenti in discesa, mentre lo spread resta stabile attorno a 250 punti base, con tentativi di restringersi ulteriormente. 

Quanto ai titoli quotati a Piazza Affari, l'attenzione di operatori e investitori restarà concentrata anche oggi su alcuni temi dominanti. In primo luogo Mps e i titoli bancari più in generale, che sarà sempre molto scambiata e anzi ieri ha chiuso in rialzo del 2,29%. Tra gli altri bancari, interesse anche per Unicredit dopo che ha annunciato la vendita del 9,1% di Bank Pekao.

Tra gli altri titoli a maggiore capitalizzazione, focus su Saipem in scia alla revisione al ribasso dei dati previsti per il 2012 e delle stime sul 2013. Attese positive invece verso Luxottica di riflesso a ricavi preliminari in aumento del 13,9%. Ma soprattutto attenzione ai risultati di Fiat in uscita oggi. Secondo il consensus raccolto dall'azienda tra oltre 22 analisti il gruppo dovrebbe chiudere il 2012 con un risultato netto di gruppo pari a 1,3 mld (335 mln nel quarto trimestre) rispetto a un utile netto 2011 di 1,7 mld - dato influenzato da proventi netti atipici pari 1 mld legati alla valutazione della quota in Chrysler controllata al momento del consolidamento - e un debito netto industriale a 6,61 mld contro i 6,7 mld del 30 settembre.

Nel resto del listino occhi puntati su Rcs e i titoli dell'editoria. Secondo MF Rcs sarebbe pronto a chiedere una rimodulazione il debito in attesa dell'avvio della ricapitalizzazione. In questo uadro attenzione anche a un'accelerazione finale nella chiusura della partita di La7, con Cairo che potrebbe vincere le resistenze di Bernabè.



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Saipem, riflettori puntati su dopo il profit warning

Di Paola Valentini

Saipem rivede al ribasso i dati del 2012 e del 2013. Questo potrebbe essere il tema domninante di borsa di oggi che potrebbe anche oscurare la vicenda Mps", precisa un trader, "con possibili ripercussioni anche sui titoli della controllante Eni, tra l'altro proprio ieri Saipem ha effettuato un private placement di circa 10 milioni di titoli per un valore di circa 300 milioni di euro".

Intanto oggi Exane ha tagliato il rating a neutral, abbassabdo il target price del 45% a 21 euro, stesso taglio ha effettuato anche il Credit Suisse con target price ribassato da 35 a 20 euro. Il gruppo guidato dal nuovo ceo Umberto Vergine e da Giuseppe Caselli, nuovo COO della business unit E&C, Saipem ha abbassato le previsioni sugli utili del 2012 e sui ricavi e profitti del 2013. In particolare - si legge in una nota - a causa di negoziazioni su variazioni contrattuali nel business E&C che si prevede si concluderanno con esiti inferiori alle previsioni e in conseguenza di un rallentamento delle attività E&C rispetto alle attese durante l'ultimo trimestre, è previsto per il 2012 un Ebit nell'intorno di 1,5 miliari di euro, circa 6% inferiore a quanto precedentemente annunciato, e un utile netto di circa 900 milioni di euro.

Per quanto riguarda il 2013 Saipem prevede ricavi di circa 13,5 miliardi di euro, un EBIT complessivo di circa 750 milioni di euro, un utile netto di circa 450 milioni di euro, nonché un livello di investimenti per circa 0,9-1 miliardo di euro. Vergine ha affermato: ''la revisione operata dal nuovo management ha condotto a un approccio alle stime più prudenziale. Il Consiglio di Amministrazione condivide questo approccio ed è convinto che le prospettive di Saipem per il 2013 siano accuratamente rappresentate. Nonostante il 2013 si avvii a essere un anno difficile, Saipem rimane una società solida con eccellenti prospettive e, grazie alle azioni che stiamo intraprendendo, prevediamo un significativo recupero della redditività nel 2014 e negli anni successivi, confermando Saipem leader del mercato''.

Proprio considerando il prossimo anno l'azienda precisa che negli ultimi mesi si sono presentate numerose opportunita' di mercato interessanti e queste, insieme agli ordinativi attesi dei prossimi sei-nove mesi, contribuiranno alle prestazioni finanziarie del 2014. Il modello industriale di Saipem rimane solido e i suoi punti di forza hanno portato il Consiglio di Amministrazione ad attendersi, dopo un 2013 difficile, un importante rimbalzo delle prestazioni complessive nel 2014 e negli anni successivi. Grazie all'eccellente qualità dei suoi asset, alle riconosciute competenze del suo personale, al forte contenuto locale e a una tecnologia all'avanguardia, Saipem e' posizionata favorevolmente per ricostruire un portafoglio ordini di alta qualita' e rimanere leader riconosciuta del mercato.



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Wall Street frena, Rbs nel mirino delle autorità Usa

Written By Unknown on Selasa, 29 Januari 2013 | 15.11

Di Roberta Castellarin

Wall Street ha chiuso in lieve calo con l'indice S&P 500 a 1.500 punti (-0,18%), il Dow Jones a 13.881,93 (-0,1%) e il Nasdaq a 3154 (+0,15%). Hanno pesato sulla borsa Usa una serie di dati macroeconomici in chiaroscuro. Meno di un terzo delle società dell'S&P 500 ha pubblicato le trimestrali, ma la maggior parte delle imprese che ha reso noti i conti ha superato le aspettative degli esperti. Le trimestrali sono state al di sopra delle attese, ma ci sono dubbi sulle fonti di crescita per i prossimi tempi, ha affermato Paul Zemsky, chief investment officer di Ing, aggiungendo che per raggiungere di nuovo i massimi, "le persone vogliono vedere la crescita".

Sul fronte macro, gli ordini di beni durevoli a dicembre hanno registrato un aumento del 4,6% m/m (+1,9% mese su mese il consenso) mentre la componente ex-trasporti, sempre a dicembre, è salita dell'1,3% mese su mese. Tuttavia, l'indice "pending home sale" di dicembre 2012 negli Usa, elaborato dalla National Association of Realtors, è diminuito del 4,3% mese su mese a 101,7 punti. Nonostante Fitch ratings ieri abbia comunicato che la tripla A per i bond del Tesoro Usa non è a rischio dopo la sospensione del tetto del debito, i rendimenti dei titoli a 10 anni hanno superato il 2%, per la prima volta da aprile 2012.

Il petrolio ha chiuso la seduta in rialzo di 56 centesimi a 96,44 dollari il barile. Sui mercati valutari, l'euro ha perso terreno contro il biglietto verde a 1,3456 e il dollaro arretra a 90,70 yen. Nel mirino delle autorità Usa è finita Rbs con l'accusa di manipolazione tassi. Questo sarebbe il terzo caso di inchiesta giudiziaria dopo quelli che hanno coinvolto Ubs e Barclays.



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Euro, quanto può restare così forte?

Di Roberta Castellarin

Il movimento di rialzo della parte a breve della curva euro, che già da qualche tempo aveva dato segnali di dinamismo in attesa degli effetti di riduzione di liquidità in eccesso che la parziale restituzione del primo Ltro (possibile dopo un anno dalla partenza del gennaio 2012) avrebbe potuto generare nel sistema bancario dell'eurozona, ha ulteriormente accelerato sull'annuncio dei primi dettagli dell'estinzione: saranno 137 i miliardi restituiti, circa il 28% dei fondi inizialmente presi a prestito, da 278 istituzioni finanziarie, più della meta degli originari prenditori. Ben più delle attese.

La moneta unica si è rafforzata praticamente contro tutte le altre valute, raggiungendo livelli che non si vedevano da mesi contro dollaro (11 mesi), sterlina (19), franco svizzero (20) e yen (22). La lettura di molti analisti è stata quella collegare questo rafforzamento a una semplice rotazione dall'euro alle altre valute deboli. Ma secondo gli analisti di JW Partners questa lettura non spiega del tutto il fenomeno.

Come sottolineano gli esperti, "anche se solo tra qualche settimana, con i dati delle banche centrali nazionali, sapremo quanto della restituzione dell'LTtro proviene Pai paesi periferici, il corposo 'payback' è da vedere come una conferma che la situazione di liquidità e il funzionamento dei mercati finanziari nell'eurozona è in fase di normalizzazione e che scenari drammatici di frammentazione vengano considerati sempre più marginali".

Secondo JW Partners sta in pratica continuando quel processo di rotazione dei portafogli da difensivi a dinamici-aggressivi, con investimenti più rischiosi ma più redditizi, che in buona parte va a braccetto con la riduzione dell'enorme sottopeso che l'Europa periferica aveva nei portafogli globali. "Proprio in questa fuga dai paradisi sicuri si possono inquadrare anche i nuovi massimi di periodo fatti segnare dall'euro contro valute i cui fondamentali di crescita sono sicuramente migliori, come il dollaro canadese e australiano", sostiene JW Partners.

Chi ora si aspetta un ritracciamento dell'euro deve operare con prudenza. "Se questa salita dei tassi a breve si confermerà un sintomo di una normalizzazione dei mercati e continuerà a influire positivamente sulla propensione al rischio, vendere euro contro valute cicliche, come Dollaro canadese, australiano o alcune valute emergenti, ha sicuramente più senso rispetto allo short verso Dollaro, Yen o Sterlina inglese", avvertono gli esperti.



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Borse europee, ottimismo dopo maxi rimborso alla Bce

Written By Unknown on Senin, 28 Januari 2013 | 15.11

Di Paola Valentini

Attesa un'apertura positiva per le borse europee dopo l'annuncio da parte della Bce, che ha rivelato che gli istituti hanno restituito 137,2 miliardi di euro presi a prestito nelle operazioni Ltro lo scorso anno, un dato superiore alle attese degli analisti che si attendevano 100 miliardi di euro. L'Eurostoxx è ai massimi  da un anno a questa parte. A sostenere il trend positivo delle borse europee c'è anche il dato sui flussi dei fondi diffuso da Nomura, secondo cui gli il sentiment degli investitori europei nei confronti dei comparti azionari è ai massimi da quasi due anni.

I dati più rilevanti che saranno diffusi nella mattinata di oggi per l'Europa sono l'indice tedesco dei prezzi delle importazioni anno su anno per dicembre, atteso a 0,70% contro il precedente di 1,1%. L'Unione europea diffonderà poi il dato sulla massa monetaria M3. In Italia riflettori puntati sulla fiducia dei consumatori a gennaio. L'indicatore, in una fase delicata per l'economia tricolore come l'attuale, è previsto dal consensus a 86,1 contro il precedente 85,7. Dagli Usa invece arriveranno i dati societari di Caterpillar, mentre sul fronte del real estate arriveranno i dati sulle vendite delle case, un segnale importante per capire come sta reagendo il mercato immobiliare Usa ai maxistimoli all'economia a stelle e strisce da parte della banca centrale americana. Anche gli indicatori di Nomura sui flussi di fondi negli Usa segnalano che la fiducia degli investitori verso le azioni Usa è ai massimi da due anni.



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Petrolio in rialzo, superata quota 96 dollari al barile

Di Francesco Ninfole

Il prezzo del petrolio è in rialzo sopra 96 dollari al barile. Sui mercati asiatici i future sul Light crude sono passati di mano in aumento di 19 centesimi a 96,07 dollari e i future sul Brent sono caduti di 3 centesimi a 113,25 dollari. "I prezzi del greggio sono saliti, superando anche i recenti range di scambi, e ci aspettiamo che questa tendenza acceleri", hanno affermato gli esperti di Barclays. Già nella seduta di venerdì il petrolio (analizzato tramite il contratto E-Mini Crude Oil future quotato al Cme) aveva tentato un nuovo balzo in avanti, che si è tuttavia arrestato in area 96,50-96,55 dollari.

La situazione tecnica di breve termine rimane positiva (i principali indicatori direzionali si trovano ancora in posizione long): da un punto di vista grafico, tuttavia, soltanto il breakout di quota 97 dollari potrebbe fornire un nuovo segnale long con un primo target a 97,60-97,70, un secondo attorno a 98,30-98,40 e un terzo a ridosso dei 99 dollari. Viene giudicata invece pericolosa una discesa al di sotto dei 95 dollari anche se un'eventuale correzione troverà un valido sostegno in area 93,50-93. Difficile però per adesso ipotizzare un'inversione ribassista di tendenza.



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M&G, cinque corporate bond che rendono fino al 9%

Written By Unknown on Minggu, 27 Januari 2013 | 15.11

Di Ester Corvi

Il 2012 è stato un anno molto buono per il mercato high yield europeo, che ha realizzato un rendimento totale del 27,2%. Pur non prevedendo una performance analoga nel 2013, gli specialisti di M&G sono convinti che il settore presenti ancora interessanti opportunità, soprattutto fra le società spagnole, italiane, greche, irlandesi e portoghesi che vanno però valutate caso per caso, analizzando il profilo rischio-rendimento.

A parere di James Tomlins, gestore del fondo M&G High Yield Bond, "capita spesso di scartare istintivamente una società solo a causa della sua sede. Ecco perché è molto importante studiare i fondamentali del business, a prescindere dalla collocazione geografica". Una valida ragione per puntare sulle emissioni corporate dei Paesi periferici che hanno un giro d'affari internazionale. Anche se, ricorda il money manager, "non c'è motivo di esporsi a un rischio senza un'adeguata ricompensa. Gli emittenti rischiosi devono innanzitutto offrire all'investitore un premio abbastanza allettante". Ecco cinque obbligazioni che ha selezionato e che rendono più del 7%

1) Fage Dairy Industry. (Usd 9,875% 2020). Rende l'8%. E' un'azienda greca produttrice di yogurt che in origine aveva una significativa esposizione all'economia interna, ma che negli ultimi anni ha investito in un mercato in forte espansione come quello statunitense, con uno stabilimento nel Nord dello stato di New York. Le attività Usa rappresentano attualmente la maggior parte dei flussi di cassa del gruppo.

2) Inaer Aviation. (Eur 9,500% 2017). Rende il 9,1%. E' un esempio della stessa categoria a cui appartiene la greca Fage Dairy Industry. La società, che si occupa di servizi di soccorso con elicottero, ha una percentuale degli utili in decisa crescita da Paesi diversi rispetto al mercato nazionale, tanto da essere leader in Italia. Inoltre è un buon esempio di azienda che fornisce servizi non esposti a una domanda ciclica. Queste caratteristiche implicano che sia meno vulnerabile alla volatilità causata dall'impatto dell'austherity in Spagna.

3) Guala Closures. (Eur 9,375% 2018). Rende il 7,4%. E' una società specializzata in packaging presente soprattutto in Italia. Si tratta, a parere degli esperti di M&G, di un'azienda solida ed estremamente competitiva che opera su un mercato di nicchia e in rapida crescita, quello delle chiusure antimanomissione per gli alcolici, utili ai produttori di bevande per difendersi dalle contraffazioni.

4) Bormioli Rocco. (Eur 10,000% 2018). Rende il 9,1%. La società, produttrice di contenitori e vasellame in vetro, ha pubblicato risultati d'esercizio deludenti negli ultimi trimestri. Il rapporto fra indebitamento netto ed Ebitda è aumentato da 2,5 volte a 3,5 nell'arco di un anno. Si tratta certo di un peggioramento ma, secondo Tomlins, considerando che il punto di partenza era basso, la situazione è ancora gestibile.

5) Ono. (Usd 8,875% 2018). Rende il 9,1%. L'operatore via cavo spagnolo emette titoli di debito sia in euro sia in dollari. A parità di condizioni, se la permanenza della Spagna nell'Eurozona fosse messa in discussione, sarebbe quindi preferibile detenere obbligazioni in valuta Usa.



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Blackrock valuta Twitter 9 miliardi di dollari

Di Filippo Buraschi

Blackrock ha offerto 80 milioni di dollari per rilevare il pacchetto di azioni Twitter in mano ai dipendenti del social network. L'anticipazione del Financial Times riporta al centro dell'attenzione il settore della tecnologia nelle ultime settimane un po' appannato a seguito dei forti cali di Apple a Wall Street, che hanno determinato il controsorpasso di Exon alla società di Cupertino quanto a capitalizzazione di borsa, e della perdita di appeal di colossi come Microsoft e Intel sotto attacco di smartphone e tablet.

L'offerta di Blackrock valorizza il 100% di Twitter circa 9 miliardi di dollari, ovvero il 10% in più rispetto all'ultima importante raccolta fondi della società nell'autunno del 2011. La società dei cinguettii dovrebbe approdare in borsa tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014, quando i suoi ricavi sono previsti in salita a un miliardo di dollari. Lanciata nel 2006, Twitter ha raddoppiato il numero di utilizzatori nel 2010, raggiungendo quota 200 milioni di persone.

Nel 2011 valeva meno di 8 miliardi di dollari, una cifra in ogni caso superiore di 3,7 miliardi rispetto a soli sette mesi prima. E maggiore anche rispetto alla capitalizzazione di Zynga e Groupon, che valgono rispettivamente circa 1,9 miliardi di dollari e 3,4 miliardi di dollari.



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Immobiliare, Milano da Exporre

Written By Unknown on Sabtu, 26 Januari 2013 | 15.11

Comincia a delinearsi il volto della Milano da Expo, l'evento che la città ospiterà nel 2015 e in vista del quale tanti progetti sono partiti. E non si tratta soltanto della nuova skyline della città, l'aspetto più vistoso con il profilo dei grattacieli che si staglia nel cielo milanese: dal nuovo Palazzo Lombardia, sede della Regione, alla Torre Cesar Pelli a Porta Nuova, la più alta col suo pennoncino e presso la quale si trasferirà presto Unicredit, a breve accompagnate dalla nascente torre Isozaki, futura sede principale di Generali in Italia, fatta eccezione per quella storica di Trieste.

Molte altre sono le opere in via di realizzazione oltre ai grattacieli appena citati e che fanno parte dei maxi progetti CityLife e Porta Nuova, e riguardano centri direzionali, commerciali, residenziali, università, residenze per studenti, social housing, musei, Cittadelle della salute, della giustizia, della cultura. Il tutto completato dalle necessarie opere infrastrutturali, a cominciare dalle due nuove linee della metropolitana. 

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M&G, cinque corporate bond che rendono fino al 9%

Di Ester Corvi

Il 2012 è stato un anno molto buono per il mercato high yield europeo, che ha realizzato un rendimento totale del 27,2%. Pur non prevedendo una performance analoga nel 2013, gli specialisti di M&G sono convinti che il settore presenti ancora interessanti opportunità, soprattutto fra le società spagnole, italiane, greche, irlandesi e portoghesi che vanno però valutate caso per caso, analizzando il profilo rischio-rendimento.

A parere di James Tomlins, gestore del fondo M&G High Yield Bond, "capita spesso di scartare istintivamente una società solo a causa della sua sede. Ecco perché è molto importante studiare i fondamentali del business, a prescindere dalla collocazione geografica". Una valida ragione per puntare sulle emissioni corporate dei Paesi periferici che hanno un giro d'affari internazionale. Anche se, ricorda il money manager, "non c'è motivo di esporsi a un rischio senza un'adeguata ricompensa. Gli emittenti rischiosi devono innanzitutto offrire all'investitore un premio abbastanza allettante". Ecco cinque obbligazioni che ha selezionato e che rendono più del 7%

1) Fage Dairy Industry. (Usd 9,875% 2020). Rende l'8%. E' un'azienda greca produttrice di yogurt che in origine aveva una significativa esposizione all'economia interna, ma che negli ultimi anni ha investito in un mercato in forte espansione come quello statunitense, con uno stabilimento nel Nord dello stato di New York. Le attività Usa rappresentano attualmente la maggior parte dei flussi di cassa del gruppo.

2) Inaer Aviation. (Eur 9,500% 2017). Rende il 9,1%. E' un esempio della stessa categoria a cui appartiene la greca Fage Dairy Industry. La società, che si occupa di servizi di soccorso con elicottero, ha una percentuale degli utili in decisa crescita da Paesi diversi rispetto al mercato nazionale, tanto da essere leader in Italia. Inoltre è un buon esempio di azienda che fornisce servizi non esposti a una domanda ciclica. Queste caratteristiche implicano che sia meno vulnerabile alla volatilità causata dall'impatto dell'austherity in Spagna.

3) Guala Closures. (Eur 9,375% 2018). Rende il 7,4%. E' una società specializzata in packaging presente soprattutto in Italia. Si tratta, a parere degli esperti di M&G, di un'azienda solida ed estremamente competitiva che opera su un mercato di nicchia e in rapida crescita, quello delle chiusure antimanomissione per gli alcolici, utili ai produttori di bevande per difendersi dalle contraffazioni.

4) Bormioli Rocco. (Eur 10,000% 2018). Rende il 9,1%. La società, produttrice di contenitori e vasellame in vetro, ha pubblicato risultati d'esercizio deludenti negli ultimi trimestri. Il rapporto fra indebitamento netto ed Ebitda è aumentato da 2,5 volte a 3,5 nell'arco di un anno. Si tratta certo di un peggioramento ma, secondo Tomlins, considerando che il punto di partenza era basso, la situazione è ancora gestibile.

5) Ono. (Usd 8,875% 2018). Rende il 9,1%. L'operatore via cavo spagnolo emette titoli di debito sia in euro sia in dollari. A parità di condizioni, se la permanenza della Spagna nell'Eurozona fosse messa in discussione, sarebbe quindi preferibile detenere obbligazioni in valuta Usa.



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White, un ex procuratore sale alla guida della Sec

Written By Unknown on Jumat, 25 Januari 2013 | 15.11

Di Marcello Bussi

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha nominato l'ex procuratore federale Mary Jo White alla direzione della Sec (Security and Exchange Commission), la Consob americana. Il presidente ha inoltre confermato Richard Cordray a capo dell'Agenzia per la tutela dei consumatori, incarico che riveste dal gennaio 2012.

«Resta ancora molto da fare per riformare Wall Street», ha detto Obama annunciando la nomina della White per poi sottolineare che è necessario continuare a confrontarsi con l'atteggiamento irresponsabile del settore finanziario. «Sono onorata e mi impegno ad adempiere alla missione della Sec, ovvero proteggere gli investitori e assicurare il corretto funzionamento dei mercati», ha dichiarato la White.

È la prima volta che la Sec viene guidata da un ex procuratore. La White si è occupata di indagini molto importanti, dall'attentato al World Trade Center del 1993, al caso John Gotti, il boss mafioso della famiglia Gambino. La White sarà sicuramente confermata dal Senato, mentre qualche difficoltà potrebbe incontrarla Cordray, ex procuratore generale dell'Ohio, visto che i repubblicani sono contrari all'Agenzia per la tutela dei consumatori, creata da Obama. (riproduzione riservata)



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Sarasin, otto titoli che brilleranno

Di Ester Corvi

"Per scrivere la parola crisi i cinesi usano due segni: uno indica il pericolo, l'altro l'opportunità. In una situazione di crisi bisogna guardarsi dai pericoli, ma anche riconoscere le opportunità". Sono parole di John F. Kennedy che molti esperti di asset allocation trovano calzanti nella fase attuale. Come gli specialisti della banca elvetica Sarasin, che hanno selezionato le migliori occasioni da cogliere sui mercati azionari europei.

1) Ahold. E' il secondo gruppo europeo nella distribuzione (supermercati) e il numero uno in Olanda, anche se realizza oltre la metà del suo reddito operativo negli Stati Uniti. Secondo gli analisti il piano che ha messo in atto per migliorare l'efficienza e tagliare i costi gli permetterà di far fronte alle pressioni sui margini reddituali sia in America sia in Europa. La solidità del bilancio e del flusso di cassa consente inoltre di incrementare i dividendi e mettere in atto un nuovo programma di buyback. Rispetto ai concorrenti il titolo ha quindi molto spazio di rialzo, oltre all'attraente rendimento della cedola (dividend yield), che quest'anno è stimato intorno al 4,6%.

2) Catlin. Il gruppo assicurativo inglese, che è quotata a Londra dal 2004, si distingue dai competitor per l'alta redditività e l'eccellente performance della raccolta, grazie alla flessibilità delle reti locali e agli efficienti processi di risk pricing. Nonostante il rialzo realizzato lo scorso anno, il titolo risulta inoltre ancora a sconto rispetto ai concorrenti diretti, con un multiplo p/b (prezzo/valore di libro) inferiore a uno nel 2013. E, oltre ad essere a buon mercato, ha un dividend yield 2012 vicino al 6%.

3) Deutsche Post. Non è solo il maggiore operatore del settore in Europa, ma è anche leader mondiale nella fornitura di servizi logistici, con il marchio DHL. E' il numero uno nell'express mail business in Europa, Asia/Pacifico e Medio oriente e uno dei tre maggiori provider internazionali con UPS e Fedex. L'esposizione verso i Paesi emergenti, che incidono per il 30% sul fatturato consolidato, rappresenta un punto di forza del gruppo che, dopo la cessione nel 2010 delle divisioni non strategiche, nel 2013 dovrebbero realizzare un incremento del 10% del reddito operativo e del 3-4% del fatturato. Anche in questo caso il rendimento della cedola è elevato (4,4% nel 2012 e 4,7% nel 2013).

4) Partners Group. E' una società elvetica di investment management, che dalla quotazione sul listino di Zurigo nel marzo 2006 ha visto più che triplicare la quotazione. Gestisce una vasta gamma di fondi e portafogli per una clientela internazionale di investitori istituzionali. La sua gamma prodotti viene continuamente aggiornata ed ampliata, per far fronte alle esigenze della clientela. I fattori chiave che inducono a investire nel titolo sono la posizione competitiva molto forte, la solida performance dei diversi strumenti di investimento, il potenziale ancora inespresso nel settore e un bilancio senza debiti. Il dividend yield stimato è 2,8% nel 2012 e 3,2% nel 2013. A parere di l'analista Rainer Skierka, la valutazione a premio del titolo rispetto ai concorrenti è quindi più che giustificata.

5) Richemont. Il core business del gruppo, gioielli e orologi, ha potenzialità di crescita notevoli. Per esempio nel mercato globale della gioielleria, che è stimato 150-200 miliardi di dollari, i marchi del lusso incidono attualmente solo per il 10%, ma questa percentuale è destinata a crescere nei prossimi anni. Grazie ai marchi Cartier, Van Cleef e Piaget, Richemont ha le caratteristiche per trarre grande beneficio da questo trend, oltre a poter contare su alti margini reddituali, un solido bilancio, un forte leverage operativo, visto che genera il 51% delle vendite tramite i propri punti vendita, e ritorni stellari del capitale investito (ROIC). In questo caso il rendimento della cedola è basso (intorno all'1%), ma lo spazio di rialzo del titolo è molto elevato.

6) Roche. Il gigante svizzero ha conquistato la leadership nel settore dei farmaci per il trattamento dei tumori e creato le basi per l'espansione a lungo termine. Grazie alle caratteristiche difensive e a un dividend yield del 4% è, a parere degli specialisti di Sarasin, una delle migliori scelte di portafoglio. Nei prossimi anni i ricavi sono previsti in aumento a una sola cifra, mentre i profitti saliranno a un ritmo superiore grazie ai considerevoli tagli dei costi che ha ottenuto in seguito agli interventi di ristrutturazione. Infine, visto che il gruppo difficilmente avrà bisogno di fare un'acquisizione importante, ci sono buone probabilità di vedere il rendimento crescere fino al 5% nel prossimo biennio.

7) Sap. Con 56 mila addetti, il gruppo leader nel software per le imprese sta beneficiando della rapida diffusione dei modelli di business cloud-based e delle applicazioni per la telefonia mobile, con l'innovativa tecnologia Hana che ha trainato i risultati nel 2012. Tre sono i fattori che, a parere degli analisti, rendono il titolo particolarmente attraente: il solido bilancio, l'aumento degli utili e il track record dei risultati. E, sebbene debba affrontare una dura competizione (Oracle, Microsoft, ecc.), gli analisti ritengono che gli ingenti investimenti fatti in passato gli permetteranno di generare ricavi annui per 20 miliardi di euro e un margine operativo del 35% entro il 2015. Il dividend yield 2012 è previsto intorno all'1,5%.

8) Sulzer. Il gruppo elvetico genera un fatturato annuo intorno a 4 miliardi di franchi, operando in diversi business fra i quali il più importante è il petrolifero, visto che genera oltre il 40% del fatturato consolidato. Dopo una serie di acquisizioni negli scorsi anni, nel 2013 dovrebbe entrare in una fase di consolidamento, durante la quale i progressi a livello operativo e le sinergie fra i diversi settori daranno un deciso impulso ai profitti. A favore della futura performance del titolo giocano inoltre la solidità del bilancio, la capacità di generare robusti flussi di cassa e una bassa valutazione rispetto ai concorrenti, mentre il dividend yield è intorno al 2%.



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Monti a Davos, l'Italia è ora un Paese diverso, fiducioso su futuro

Written By Unknown on Kamis, 24 Januari 2013 | 15.11

Di Valentina Sorrenti

Monti: "Atmosfera verso l'Italia è cambiata"

L'atmosfera attorno all'Italia è cambiata. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Monti, a Davos al World Economic Forum, sottolinenado che rispetto ad un anno fa il Paese ha riguadagnato rispetto e fiducia. Dopo aver aggiunto di vedere un concreto interesse per gli investimenti esteri in Italia, Monti ha anche ringraziato i cittadini italiani per la loro maturità.

"Vedo un interesse concreto nelle imprese e negli investitori per le opportunità che il mio Paese può offrire in termini di crescita e innovazione. Credo", ha proseguito Monti, "che sia la ricompensa per l'azione del governo col sostegno del parlamento, ma anche una ricompensa per tutti i cittadini italiani che nell'ultimo anno hanno capito il bisogno di cambiamento. Con la loro consapevolezza che era arrivato il momento di affrontare le difficoltà, hanno aiutato il Paese".

Con queste parole il presidente del consiglio ha detto di voler rendere omaggio ai cittadini italiani, affinchè diventino consapevoli del fatto che "il loro contributo è stato importante per il cambiamento della percezione dell'Italia da parte dell'Eurozona e dei mercati". Il premier si è anche detto fiducioso sul futuro dell'Italia: "la tendenza è stata invertita, lo spread è diminuito, c'è un surplus significativo, i capitali dall'estero sono tornati, la crescita riprenderà nella seconda metà dell'anno e nel prossimo Wef nell'indice di competitività l'Italia migliorerà la sua posizione".

Nonostante "un lungo anno di riforme", Monti ha evidenziato la consapevolezza circa la necessità di fare ancora molto. "Per ogni Paese le riforme sono un processo che non finisce mai, anche per la Germania, come dimostra l'azione della Merkel". Circa l'azione del suo governo, Monti ha sostenuto che "il peso della riduzione del debito pubblico non può essere affidato solo alle tasse. Abbiamo aumentato la lotta all'evasione fiscale, all'economia sommersa, alla corruzione".

Il premier ha inoltre commantato la sua decisione di impegnarsi in prima persona in politica, con una "agenda ambiziosa", perchè "lo devo agli italiani", in particolare "ai più fragili della nostra società, che hanno pagato il prezzo intollerabile della disoccupazione, soprattutto i giovani, e della privazione".

Secondo Monti, questi cittadini sono vittime di governi che spesso non sono stati abbastanza forti nell'affrontare la lotta alla corruzione, all'evasione, alle lobby, ai gruppi di interesse, ai manipolatori di mercati economici. Sono dunque vittime di "politici che si sono impegnati in promesse elettorali trascurando se fossero realizzabili, hanno aggravato la crisi perchè troppo attenti alle azioni domestiche e hanno rifiutato la chiamata di un maggiore coordinamento internazionale, alimentando così il populismo e il nazionalismo".


Inviato il: 23/01/2013 22.02   
Da: delaware


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Dexia scommette su Piazza Affari nel 2013

Di Ester Corvi

Priorità all'Italia. Nella strategia di investimento per il primo semestre 2013, fra i listini europei gli esperti di Dexia Asset Management assegnano le maggiori potenzialità di crescita a Piazza Affari e alla borsa di Madrid. I due listini, partendo dalle basse valutazioni attuai, hanno un ampio spazio di rialzo. Oltre alle azioni, ecco in sintesi gli altri temi di asset allocation che gli esperti della società di gestione del risparmio hanno selezionato.

1) La crescita globale. Lo scenario prospettato da Dexia AM indica una crescita del 2% negli Stati Uniti, un'accelerazione nei Paesi emergenti e una stabilizzazione della situazione in Eurolandia. "I dati del quarto trimestre sono rassicuranti sulla ripresa cinese, mentre la parziale risoluzione del fiscal cliff offre maggiore visibilità sulla crescita degli Usa. L'Europa invece deve fare ancora i conti con lo scetticismo degli investitori", ha affermato Koen Maes, responsabile dell'asset allocation.

2) Le banche centrali. Nel primo semestre del 2013 la Fed continuerà a seguire una politica monetaria espansiva, mentre la Bce interverrà sui mercati solo se necessario. Il Giappone, la maggiore sorpresa di fine 2012, grazie alla sua politica più aggressiva dovrebbe offrire un ulteriore sostegno alla liquidità.

3) Il rischio politico. La riduzione del rischio politico contribuirà a comprimere, secondo gli specialisti di Dexia AM, il premio al rischio degli investimenti grazie alla maggiore visibilità negli Usa, in Cina e in Giappone nel primo trimestre del 2013 (come la rinegoziazione del tetto del debito americano entro la fine di febbraio e la nomina dei nuovi governatori della Banca del Giappone a fine marzo-inizio aprile). In Eurolandia, dopo le elezioni tedesche programmate in autunno ci si può aspettare una minore divisione politica.

4) Il reddito fisso. Il mercato obbligazionario è quest'anno meno interessante di quello azionario. Tuttavia nel reddito fisso, secondo lo strategist Nadège Dufossé, "siamo più ottimisti sui titoli finanziari, sui bond high yield (alto rendimento) e sulle obbligazioni dei mercati emergenti, visto che gli spread potrebbero continuare a diminuire sebbene in misura minore rispetto all'anno scorso".

5) I mercati azionari. La rotazione in termini di asset class in favore dei titoli azionari è un elemento chiave nello scenario di Dexia AM. La performance delle borse dipenderà dalla fiducia degli investitori nel miglioramento della situazione economica nel 2013-2014 e dall'assenza di un forte rischio politico. I mercati da privilegiare sono quelli di Eurolandia e dei Paesi emergenti.

6) Le borse di Eurolandia. Le performance dei listini di Eurolandia saranno quest'anno superiori a quelle degli Stati Uniti, grazie alla maggiore visibilità del ciclo economico, al calo del rischio politico e agli ampi margini di rialzo dalle quotazioni attuali.

7) Piazza Affari. Gli esperti stanno dando la priorità a Paesi come l'Italia e la Spagna, che presentano uno spazio di recupero maggiore rispetto alla media, adottando una strategia di stock picking incentrata sulle società in grado di generare un alto flusso di cassa nel 2013-2014.

8) I Paesi emergenti. Oltre alle borse di Eurolandia, l'altro tema caldo nella strategia di investimento è rappresentato dai mercati emergenti, grazie al forte ritmo di crescita che non è ancora pienamente riflesso nelle valutazioni attuali.

9) Il Giappone. I gestori hanno aumentato l'esposizione verso il Giappone (da sottopesare a neutrale) perché il cambio di governo dovrebbe portare a un pacchetto di incentivi per il rilancio e a una politica monetaria più aggressiva, mentre il deprezzamento dello yen è vantaggioso per la competitività delle aziende nipponiche.

10) Le materie prime. Sulle commodity gli analisti di Dexia AM sono meno ottimisti. Nonostante l'accelerazione della domanda attesa nel 2013, la crescita globale non si attesterà a un livello tale da provocare pressioni sui prezzi. Fanno eccezione alcuni metalli industriali, come il rame, perché l'offerta potrebbe essere insufficiente per coprire l'incremento della domanda.



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Morgan Stanley, dieci titoli pronti a scattare

Written By Unknown on Rabu, 23 Januari 2013 | 15.11

Di Ester Corvi

C'è chi seleziona i titoli da inserire in portafoglio guardando alle previsioni di lungo termine e chi, invece, preferisce valutarne le potenzialità a breve. Gli esperti di Morgan Stanley hanno deciso di seguire il secondo criterio per mettere in evidenza dieci società che entro la fine di febbraio risentiranno di alcuni eventi (come la comunicazione dei bilanci 2012), che potranno avere un impatto positivo (nella maggior parte dei casi) o negativo sulle loro quotazioni. Eccoli in dettaglio.

1) CGG Veritas. Gli specialisti della banca d'affari americana temono che l'integrazione delle attività della Fugro possa avere un impatto negativo nel 2013 e indurre la società petrolifera a rivedere al ribasso le stime per quest'anno (-12%) il prossimo 28 febbraio, quando comunicherà i risultati dell'esercizio 2012. Il giudizio a breve termine è negativo e il rating equalweight (peso in linea con il mercato). Il prezzo obiettivo è 27 euro, ma potrebbe scendere a 17,5 euro.

2) Fiat Industrial. Il gruppo potrebbe sorprendere positivamente il mercato il 1 febbraio, quando comunicherà il bilancio 2012, grazie ai risultati dell'ultimo trimestre della divisione AG e di quella militare di Iveco. Utilizzando il modello della somma delle parti il titolo è valutato 8,5 euro, ma nello scenario migliore arriva a 11 euro. Il rating è equalweight (peso in linea con il mercato).

3) Fortum. La comunicazione dei risultati 2012, il 31 gennaio, potrebbe essere l'occasione per rivedere al ribasso le previsioni sul gruppo, che deve affrontare molte sfide nel settore delle utility nel Nord Europa. Gli utili attesi potrebbero essere tagliati del 6% nel 2013-14 e del 13% nel 2015. Il target price è 12,50, ma nell'ipotesi peggiore potrebbe essere 10 euro. Il rating è underweight (sottopesare).

4) GN Store Nord. La comunicazione degli utili del bilancio 2012, il 22 febbraio, potrebbero dare un impulso positivo alle quotazioni del titolo grazie anche al buon andamento del business Netcom. Il prezzo obiettivo è 90 corone danesi, ma nello scenario più ottimista sale a 120 corone. Il rating è overweight (sovrappesare).

5) Holcim. Le notizie che arrivano dall'India sul prezzo del cemento, in calo a causa della debole domanda, sono destinate a pesare negativamente sulle quotazioni del titolo, visto che il Paese incide in totale per il 25% sul reddito operativo lordo (ebitda) di Holcim. In occasione della comunicazione del bilancio 2012, il 27 febbraio, gli analisti potrebbero quindi rivedere al ribasso le stime sul 2013. Il prezzo obiettivo è 74 franchi svizzero, ma nell'ipotesi peggiore può scendere a 52 franchi. Il rating è equalweight (peso in linea con il mercato).

6) Michelin. Il gruppo, che ha sorpreso positivamente il mercato nel primo semestre 2012, dovrebbe fare lo stesso il 12 febbraio quando saranno resi noti i risultati dell'intero anno. Il titolo, secondo gli esperti, è correttamente valutato a 76 euro ma può arrivare a 92 euro. Il rating è equalweight (peso in linea con il mercato)

7) Publicis groupe. A metà febbraio la società francese dovrebbe sorprendere in positivo il mercato, annunciando risultati 2012 migliori delle aspettative e un buon avvio del 2013. Il prezzo obiettivo è 52,5 euro, ma può arrivare a 57,5 euro. Il rating è overweight (sovrappesare).

8) Roche. Gli analisti si aspettano buone notizie dal gruppo farmaceutico, che il 30 gennaio annuncerà i risultati 2012 e un aumento del dividendo. Resta una delle società meglio posizionate nel settore. Il giudizio è positivo con target price 230 franchi svizzeri, che arriva a 297 nello scenario migliore. Il rating è overweight (sovrappesare).

9) Suez Environnement. Gli investitori saranno sorpresi in positivo dalle attese sul reddito operativo lordo (ebitda) che dovrebbe rimanere stabile nel 2013, rassicurando il mercato sulla sostenibilità del dividendo. Il gruppo è valutato 11 euro nell'ipotesi base, ma in quella migliore può più che raddoppiare (21,5 euro). Il rating è overweight (sovrappesare).

10) William Hill. Nel caso del gruppo inglese le date da tenere a mente sono il 29 gennaio, quando saranno annunciati i risultati del quarto trimestre 2012, e il primo marzo (bilancio 2012). Il titolo, che è valutato 390 pence, potrà però toccare quota 560 se entrambi gli accordi che sta discutendo si concretizzeranno e ci sarà una ripresa del settore della distribuzione nel Regno Unito. Il rating è overweight (sovrappesare).



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Microsoft guarda a Dell e porta Surface in Italia

Di Davide Fumagalli

La rivoluzione avviata da Steve Ballmer qualche mese fa con la commercializzazione del tablet Surface a marchio Microsoft, potrebbe trovare il suo coronamento con l'interesse dimostrato dal colosso del software in Dell. Microsoft ha infatti avviato una trattativa con il fondo di private equity Silver Lake per partecipare all'acquisizione di Dell, il gigante dei computer in crisi che il suo fondatore sta pensando di delistare.

Secondo alcune fonti raccolte dal Wall Street Journal, Microsoft sarebbe infatti disponibile a investire nell'operazione dai 2 ai 3 miliardi di dollari, una somma che permetterebbe di gestire non solo il delisting, ma renderebbe la società di Ballmer fondamentale per la ristrutturazione industriale di Dell stessa. L'acquisizione complessiva di Dell è stimata intorno ai 19 miliardi di dollari e Silver Lake Partners sarebbe la capofila finanziaria tra i gruppi interessati nell'acquisizione di Dell. Il fondo avrebbe già conseguito finanziamenti da parte di quattro banche d'affari, Credit Suisse, BoFa, Barclays e Rbs, che risolverebbero così la parte finanziaria. A Wall Street il titolo di Dell ha guadagnato il 2,5% portandosi oltre i 13 dollari, ovvero nella forchetta stimata di 13-14 dollari a cui l'operazione dovrebbe chiudersi.

La partecipazione all'operazione di buyout di Dell consentirebbe a Microsoft di completare la metamorfosi annunciata pubblicamente da Ballmer agli azionisti, che porterà la società fondata da Bill Gates a offrire non solo sistemi operativi e software, ma anche hardware e servizi integrati con i programmi, allo stesso modo di società come Apple. Un modello iniziato in parte con la consolle da gioco Xbox e sfociato poi nel tablet Surface, che Microsoft commercializzerà anche in Italia e 12 Paesi europei dal 14 febbraio.

Il tablet Surface Windows RT sarà disponibile nelle versioni a 32 e 64 GB a partire da un prezzo stimato al pubblico di 499 Euro, lasciando ai consumatori la possibilità di abbinare la tastiera preferita tra i modelli Touch Cover o Type Cover. Proprio la tastiera abbinata la tablet, basata sulla versione RT di Windows 8, è uno dei punti distintivi del dispositivo rispetto alla concorrenza. Un vantaggio che, con l'operazione Dell, Microsoft potrebbe replicare su di un'ampia gamma di dispositivi. (riproduzione riservata)



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Morto Riccardo Garrone, presidente onorario di Erg

Written By Unknown on Selasa, 22 Januari 2013 | 15.11

Riccardo Garrone, presidente della Sampdoria, è morto questa sera. Aveva 76 anni ed era nato a Genova il 23 gennaio del 1936. Era malato da tempo. Garrone era presidente onorario e consigliere di amministrazione dell'azienda di famiglia, la Erg, fondata dal padre Edoardo nel 1938.

Laureato in chimica industriale, aveva assunto la guida della ERG nel 1963, dopo l'improvvisa scomparsa del padre. Dal 1983 al 1986 e dal 1998 al 2000 è stato presidente dell'Associazione Industriali di Genova. Nel 1993 è stato nominato Cavaliere del Lavoro. Nel 2003 ha lasciato la presidenza della società al figlio Edoardo Garrone, pur mantenendo la carica di consigliere di amministrazione della holding capogruppo. Era presidente del consiglio di amministrazione del Banco di San Giorgio.



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La strategia di investimento di Standard Life in dieci punti

Di Ester Corvi

Secondo gli esperti di Standard Life Investments, una delle maggiori società di investimento mondiali, ogni scelta di portafoglio deve essere pensata in una prospettiva di ampio respiro, calibrando le occasioni di breve con le opportunità di lungo termine. Seguendo questa teoria, ecco il loro punto di vista su dieci temi.

1) I settori globali. I mercati risentiranno anche nel 2013 del sentiment instabile degli investitori, ma la conseguente volatilità dei listini può essere considerata un'opportunità per comprare i titoli che sono stati eccessivamente penalizzati, come quelli che sono forti in nicchie di mercato e hanno un sufficiente pricing power per far fronte al calo della domanda. E' il caso del gruppo finlandese Wartsila, specializzato in attrezzature navali, che beneficia delle normative più stringenti in materia ambientale, e la società Usa Borgwarner, che rifornisce l'industria dell'auto e trarrà vantaggio dagli standard più ristretti sulle emissioni e sui motori.

2) Le azioni americane. La buona notizia è che gli investitori sono tornati a essere selettivi su Wall Street, premiando i titoli con buoni fondamentali e prospettive in miglioramento. Secondo Euan Sanderson, specialista di Standard Life, è il momento di puntare sui titoli il cui potenziale non è ancora completamente scontato dal mercato. Un esempio è il gruppo Ford, che non è stato ancora sufficientemente apprezzato per la capacità di incrementare la redditività grazie agli investimenti realizzati negli ultimi anni.

3) Il listino di Londra. In una fase economica difficile le società più deboli continueranno a soffrire sul listino inglese, ma spesso gli investitori tendono a generalizzare e non si accorgono dei settori che evidenziano già segnali di ripresa, come il bancario che coglierà i frutti del processo di ristrutturazione. I titoli selezionati sono Lyods Banking Group e Barclays, che hanno registrato revisioni al rialzo degli utili.

4) Le borse di Eurolandia. In questo caso il criterio base da seguire per scegliere le società che sapranno mettere a segno la migliore performance è quello della crescita elevata e sostenibile, grazie all'esposizione ai mercati emergenti (LVMH) e alla continua innovazione (L'Oreal). Il gruppo francese LVMH realizza infatti negli emerging market il 50% del fatturato e quasi il 60% del reddito operativo, mentre L'Oreal sta focalizzando il suo impegno sull'attività di R&S.

5) Il Giappone. Sul listino nipponico è meglio selezionare, secondo il responsabile degli investimenti Matt Harris, le società che sono le prime della classe, cioè quelle che hanno un indubbio vantaggio competitivo. E' il caso del gruppo petrolifero JX Holdings, che ha un portafoglio business più interessante dei concorrenti visto che comprende oltre al greggio anche il rame, che compensa i risultati nelle fasi di debolezza dell'oro nero. Un'altra opportunità è la banca regionale Suruga bank, specializzata nei prestiti ai privati.

6) Gli altri mercati asiatici. Durante lo scorso anno la debolezza di alcuni settori ha trascinato al ribasso anche i titoli che non meritavano di perdere terreno. Un esempio è la società coreana Samsung, che è leader nel mercato dei Nand (memoria flash utilizzata per l'archiviazione a lungo termine), che verrà trainato al rialzo dalla domanda degli smartphone.

7) I mercati emergenti. Negli ultimi tempi il punto di osservazione sui mercati emergenti è un po' cambiato. Oltre ad andare alla ricerca delle maggiori opportunità di crescita, gli investitori si stanno concentrando sui titoli che offrono un elevato rendimento della cedola (dividend yield) anche in settori che non sono tradizionalmente generosi, come l'energia e i materiali. Gli analisti hanno selezionato il gruppo minerario canadese Mart Resources e la compagnia cinese specializzata nell'alluminio China Hongqiao.

8) I corporate bond. Quest'anno è meglio puntare sui corporate bond americani con rating investment grade, mentre i titoli ciclici dei mercati periferici europei sono sopravvalutati. I segnali di ripresa dell'economia Usa, superati i timori del fiscal cliff, sono infatti più evidenti di quelli di Eurolandia. In un portafoglio europeo l'investitore può quindi beneficiare dell'esposizione verso gli Stati Uniti tramite titoli come JP Morgan, Macy's e Walmart.

9) Il settore immobiliare. Fra le migliori opportunità del 2013 ci sono, nel Regno Unito, gli shopping center regionali e della moda e gli uffici nella zona centrale di Londra. Negli altri Paesi europei gli uffici a Parigi, Monaco e Stoccolma, mentre in Asia quelli a Shanghai e Beijing.

10) I titoli di Stato. Nel mercato dei titoli governativi Usa è meglio passare dai titoli con scadenza a trent'anni a quelli a dieci. Gli esperti di Standard Life sono compratori di bond australiani oltre a mantenere una forte esposizione sulla Germania, mentre sono neutrali su Italia e Spagna perché la riduzione degli spread potrebbe essere solo temporanea.



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Rendimenti, la rivincita dei conti correnti

Written By Unknown on Senin, 21 Januari 2013 | 15.11

I parcheggi assai ben remunerati delle banche italiane sorpassano i conti correnti. A fine 2012 la ricchezza dei risparmiatori nei depositi vincolati ad alto rendimento delle banche italiane ha superato quella custodita nei conti correnti. Se lo stock di ricchezza di questi ultimi a fine ottobre era pari a 730,9 miliardi di euro, sui conti vincolati erano invece depositati 610,2 miliardi, cui si aggiungono 121 miliardi dei pronti contro termine, per un totale di oltre 731 miliardi.

Un sorpasso storico dovuto alla caccia a un porto sicuro da parte delle famiglie italiane alle prese, lo scorso anno, con la crisi dell'euro che ha tenuto con il fiato sospeso i mercati per diversi mesi. Alla fine del 2010 i capitali dei conti correnti rappresentavano il 35% della raccolta retail delle banche italiane (per un totale di 791 miliardi di euro), mentre gli investimenti vincolati, inclusi i pronti contro termine, rappresentavano il 27% del totale. Oggi invece i conti correnti sono scesi al 30% e gli investimenti vincolati sono saliti al 30%. 

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e iPad.



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La strategia di portafoglio di R&CA in cinque passi

Di Ester Corvi

Ripresa economica nei Paesi sviluppati, politiche monetarie non convenzionali e crescita degli utili aziendali. Tre previsioni positive sui mercati finanziari che gli analisti di R&CA si auspicano si concretizzino, ma che non devono far trascurare i molti elementi incertezza che ancora persistono e devono essere tenuti in considerazione nella strategia di portafoglio. Ecco i cinque punti chiave.

1) Lo scenario macro. In Giappone gli interventi del nuovo governo dovrebbero spingere il Paese a una crescita dell'1,5% mentre a livello globale le attese sono del 3,2%. Oltre agli inteventi sui tassi di rendimento dei debiti pubblici, molti governi si sono mossi per rendere più competitive le valute: in questo quadro bisogna fare maggiore attenzione agli investimenti obbligazionari in Paesi che godono di tassi insolitamente bassi rispetto all'inflazione e che hanno accumulato importanti quantità di valuta estera a protezione della propria divisa, investiti in debito pubblico estero a tassi reali negativi.

"Sarà determinante" secondo Corrado Caironi, strategist di R&CA, "verificare quanto il processo di politica monetaria espansiva possa risultare sostenibile nel medio termine contro i rischi di una possibile perdita di controllo del tasso di inflazione e degli accumuli di debito pubblico nei bilanci delle banche centrali. In questo scenario, che tenderà a prolungarsi nel tempo, l'investitore dovrà monitorare più da vicino i dati macro e rivedere i rischi in modo atipico, dato che i modelli di allocazione efficienti in passato potrebbero non rappresentare un valido riferimento nelle attuali dinamiche di mercato". L'aumento del differenziale di crescita spiega l'interesse per i Paesi emergenti, con attenzione alle attività delle banche centrali che saranno di riferimento per la rotazione degli asset finanziari e l'utilizzo di strumenti a gestione attiva.

2) Le borse. Nel portafoglio azionario è meglio sovrappesare i listini di Eurolandia, che presentano valutazioni interessanti, i Paesi emergenti, in una prospettiva di investimento di lungo termine, e il Giappone, che ha i presupposti per avviare una fase rialzista. Prudenza invece a Wall Street. Nella selezione delle società le preferite sono quelle ad alto rendimento della cedola (dividend yield).

3) I settori. I settori meno indebitati, ovvero il tecnologico e il farmaceutico, sono i più interessanti. La prossima rotazione settoriale potrebbe coinvolgere il petrolifero, i materiali di base e i titoli industriali. Il comparto immobiliare va mantenuto in portafoglio perchè rappresenta uno strumento anti-inflazione.

4) I bond. Nel portafoglio obbligazionario vanno sottopesate le scadenze brevi ed è opportuno diversificazione con corporate bond e in particolare con le emissioni bancarie europee, che potranno dare sorprese positive nei prossimi mesi. Da non tracurare anche i bond inflation-linked.

5) Il cash. La liquidità va al momento sottopesata in portafoglio. Nel 2013 gli esperti si aspettano un aumento della volatilità conseguente alla variabilità dei flussi di investimento. Il segnale per una presa di beneficio verrà offerto dagli indici macro e dalle indicazioni delle banche centrali. La stabilizzazione dei rating di credito dei debiti sovrani periferici ha tuttavia avviato una fase di recupero sui listini europei che erano stati più penalizzati nel 2012.



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Rendimenti, la rivincita dei conti correnti

Written By Unknown on Minggu, 20 Januari 2013 | 15.11

I parcheggi assai ben remunerati delle banche italiane sorpassano i conti correnti. A fine 2012 la ricchezza dei risparmiatori nei depositi vincolati ad alto rendimento delle banche italiane ha superato quella custodita nei conti correnti. Se lo stock di ricchezza di questi ultimi a fine ottobre era pari a 730,9 miliardi di euro, sui conti vincolati erano invece depositati 610,2 miliardi, cui si aggiungono 121 miliardi dei pronti contro termine, per un totale di oltre 731 miliardi.

Un sorpasso storico dovuto alla caccia a un porto sicuro da parte delle famiglie italiane alle prese, lo scorso anno, con la crisi dell'euro che ha tenuto con il fiato sospeso i mercati per diversi mesi. Alla fine del 2010 i capitali dei conti correnti rappresentavano il 35% della raccolta retail delle banche italiane (per un totale di 791 miliardi di euro), mentre gli investimenti vincolati, inclusi i pronti contro termine, rappresentavano il 27% del totale. Oggi invece i conti correnti sono scesi al 30% e gli investimenti vincolati sono saliti al 30%. 

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e iPad.



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La strategia di portafoglio di R&CA in cinque passi

Di Ester Corvi

Ripresa economica nei Paesi sviluppati, politiche monetarie non convenzionali e crescita degli utili aziendali. Tre previsioni positive sui mercati finanziari che gli analisti di R&CA si auspicano si concretizzino, ma che non devono far trascurare i molti elementi incertezza che ancora persistono e devono essere tenuti in considerazione nella strategia di portafoglio. Ecco i cinque punti chiave.

1) Lo scenario macro. In Giappone gli interventi del nuovo governo dovrebbero spingere il Paese a una crescita dell'1,5% mentre a livello globale le attese sono del 3,2%. Oltre agli inteventi sui tassi di rendimento dei debiti pubblici, molti governi si sono mossi per rendere più competitive le valute: in questo quadro bisogna fare maggiore attenzione agli investimenti obbligazionari in Paesi che godono di tassi insolitamente bassi rispetto all'inflazione e che hanno accumulato importanti quantità di valuta estera a protezione della propria divisa, investiti in debito pubblico estero a tassi reali negativi.

"Sarà determinante" secondo Corrado Caironi, strategist di R&CA, "verificare quanto il processo di politica monetaria espansiva possa risultare sostenibile nel medio termine contro i rischi di una possibile perdita di controllo del tasso di inflazione e degli accumuli di debito pubblico nei bilanci delle banche centrali. In questo scenario, che tenderà a prolungarsi nel tempo, l'investitore dovrà monitorare più da vicino i dati macro e rivedere i rischi in modo atipico, dato che i modelli di allocazione efficienti in passato potrebbero non rappresentare un valido riferimento nelle attuali dinamiche di mercato". L'aumento del differenziale di crescita spiega l'interesse per i Paesi emergenti, con attenzione alle attività delle banche centrali che saranno di riferimento per la rotazione degli asset finanziari e l'utilizzo di strumenti a gestione attiva.

2) Le borse. Nel portafoglio azionario è meglio sovrappesare i listini di Eurolandia, che presentano valutazioni interessanti, i Paesi emergenti, in una prospettiva di investimento di lungo termine, e il Giappone, che ha i presupposti per avviare una fase rialzista. Prudenza invece a Wall Street. Nella selezione delle società le preferite sono quelle ad alto rendimento della cedola (dividend yield).

3) I settori. I settori meno indebitati, ovvero il tecnologico e il farmaceutico, sono i più interessanti. La prossima rotazione settoriale potrebbe coinvolgere il petrolifero, i materiali di base e i titoli industriali. Il comparto immobiliare va mantenuto in portafoglio perchè rappresenta uno strumento anti-inflazione.

4) I bond. Nel portafoglio obbligazionario vanno sottopesate le scadenze brevi ed è opportuno diversificazione con corporate bond e in particolare con le emissioni bancarie europee, che potranno dare sorprese positive nei prossimi mesi. Da non tracurare anche i bond inflation-linked.

5) Il cash. La liquidità va al momento sottopesata in portafoglio. Nel 2013 gli esperti si aspettano un aumento della volatilità conseguente alla variabilità dei flussi di investimento. Il segnale per una presa di beneficio verrà offerto dagli indici macro e dalle indicazioni delle banche centrali. La stabilizzazione dei rating di credito dei debiti sovrani periferici ha tuttavia avviato una fase di recupero sui listini europei che erano stati più penalizzati nel 2012.



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Rendimenti, la rivincita dei conti correnti

Written By Unknown on Sabtu, 19 Januari 2013 | 15.11

I parcheggi assai ben remunerati delle banche italiane sorpassano i conti correnti. A fine 2012 la ricchezza dei risparmiatori nei depositi vincolati ad alto rendimento delle banche italiane ha superato quella custodita nei conti correnti. Se lo stock di ricchezza di questi ultimi a fine ottobre era pari a 730,9 miliardi di euro, sui conti vincolati erano invece depositati 610,2 miliardi, cui si aggiungono 121 miliardi dei pronti contro termine, per un totale di oltre 731 miliardi.

Un sorpasso storico dovuto alla caccia a un porto sicuro da parte delle famiglie italiane alle prese, lo scorso anno, con la crisi dell'euro che ha tenuto con il fiato sospeso i mercati per diversi mesi. Alla fine del 2010 i capitali dei conti correnti rappresentavano il 35% della raccolta retail delle banche italiane (per un totale di 791 miliardi di euro), mentre gli investimenti vincolati, inclusi i pronti contro termine, rappresentavano il 27% del totale. Oggi invece i conti correnti sono scesi al 30% e gli investimenti vincolati sono saliti al 30%. 

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e iPad.



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La strategia di portafoglio di R&CA in cinque passi

Di Ester Corvi

Ripresa economica nei Paesi sviluppati, politiche monetarie non convenzionali e crescita degli utili aziendali. Tre previsioni positive sui mercati finanziari che gli analisti di R&CA si auspicano si concretizzino, ma che non devono far trascurare i molti elementi incertezza che ancora persistono e devono essere tenuti in considerazione nella strategia di portafoglio. Ecco i cinque punti chiave.

1) Lo scenario macro. In Giappone gli interventi del nuovo governo dovrebbero spingere il Paese a una crescita dell'1,5% mentre a livello globale le attese sono del 3,2%. Oltre agli inteventi sui tassi di rendimento dei debiti pubblici, molti governi si sono mossi per rendere più competitive le valute: in questo quadro bisogna fare maggiore attenzione agli investimenti obbligazionari in Paesi che godono di tassi insolitamente bassi rispetto all'inflazione e che hanno accumulato importanti quantità di valuta estera a protezione della propria divisa, investiti in debito pubblico estero a tassi reali negativi.

"Sarà determinante" secondo Corrado Caironi, strategist di R&CA, "verificare quanto il processo di politica monetaria espansiva possa risultare sostenibile nel medio termine contro i rischi di una possibile perdita di controllo del tasso di inflazione e degli accumuli di debito pubblico nei bilanci delle banche centrali. In questo scenario, che tenderà a prolungarsi nel tempo, l'investitore dovrà monitorare più da vicino i dati macro e rivedere i rischi in modo atipico, dato che i modelli di allocazione efficienti in passato potrebbero non rappresentare un valido riferimento nelle attuali dinamiche di mercato". L'aumento del differenziale di crescita spiega l'interesse per i Paesi emergenti, con attenzione alle attività delle banche centrali che saranno di riferimento per la rotazione degli asset finanziari e l'utilizzo di strumenti a gestione attiva.

2) Le borse. Nel portafoglio azionario è meglio sovrappesare i listini di Eurolandia, che presentano valutazioni interessanti, i Paesi emergenti, in una prospettiva di investimento di lungo termine, e il Giappone, che ha i presupposti per avviare una fase rialzista. Prudenza invece a Wall Street. Nella selezione delle società le preferite sono quelle ad alto rendimento della cedola (dividend yield).

3) I settori. I settori meno indebitati, ovvero il tecnologico e il farmaceutico, sono i più interessanti. La prossima rotazione settoriale potrebbe coinvolgere il petrolifero, i materiali di base e i titoli industriali. Il comparto immobiliare va mantenuto in portafoglio perchè rappresenta uno strumento anti-inflazione.

4) I bond. Nel portafoglio obbligazionario vanno sottopesate le scadenze brevi ed è opportuno diversificazione con corporate bond e in particolare con le emissioni bancarie europee, che potranno dare sorprese positive nei prossimi mesi. Da non tracurare anche i bond inflation-linked.

5) Il cash. La liquidità va al momento sottopesata in portafoglio. Nel 2013 gli esperti si aspettano un aumento della volatilità conseguente alla variabilità dei flussi di investimento. Il segnale per una presa di beneficio verrà offerto dagli indici macro e dalle indicazioni delle banche centrali. La stabilizzazione dei rating di credito dei debiti sovrani periferici ha tuttavia avviato una fase di recupero sui listini europei che erano stati più penalizzati nel 2012.



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Pr, Barabino undicesimo al mondo per volume

Written By Unknown on Jumat, 18 Januari 2013 | 15.11

Nella classifica mondiale relativa a financial firm, legal e financial pr, Barabino & Partners si è piazzata all'11° posto nel mondo nelle classifiche per volume e al 14° in quelle per valore, con riferimento alle operazioni di m&a comunicate nel corso del 2012. Sono i risultati dell'analisi Mergermarket (gruppo Financial Times), sui deal di m&a conclusi nel mondo. Per la prima volta la società è presente nelle classifiche per valore relative a Stati Uniti e Asia rispettivamente al 17° e al 12° posto. Barabino si conferma, inoltre, al primo posto in Italia nelle classifiche per volume e per valore, con all'attivo 44 operazioni seguite per un controvalore di oltre 17 miliardi di dollari.

A livello europeo Barabino & Partners sale al settimo posto per volume delle transazioni gestite e all'11° posto per valore. Osservando i dati globali della graduatoria, la società si conferma l'unica realtà italiana presente, ed è inoltre presente da quest'anno anche nei ranking relativi a Stati Uniti con 9 operazioni gestite per 6 miliardi di dollari, e Asia con 5 operazioni seguite per 7,6 miliardi di dollari. Barabino & Partners risulta, inoltre, presente nei ranking relativi alla Francia, al 4° posto per valore e all'8° posto per numero di deal con un totale di 9 operazioni gestite per un ammontare complessivo di oltre 6,4 miliardi di dollari.



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Sarasin Bank, 8 idee di investimento per il 2013

Di Ester Corvi

Più tonici e ottimisti. Così gli esperti di Bank Sarasin vedono i mercati finanziari nel 2013, un anno che può rappresentare un punto di svolta in alcuni Paesi, come il Giappone, e il ritorno a un clima più sereno in Eurolandia. Ecco, in sintesi, otto temi di investimenti per i prossimi mesi.

1) La ripresa americana. La questione del fiscal cliff perde consistenza e l'economia americana comincia a correre più velocemente delle previsioni. Da un lato il reddito disponibile viene supportato da maggiori tassi di occupazione e minori prezzi del petrolio, e dall'altro il mercato immobiliare recupera terreno dopo la pesante crisi che ha attraversato. Il consiglio degli esperti della banca elvetica è investire a Wall Street oppure privilegiare le società europee con una forte esposizione verso gli Usa. I titoli segnalati sono Lowe's, Nike, McDonald's e Home Depot.

2) Il lusso cinese. La nuova leadership cinese sarà in grado di rivitalizzare la crescita del Paese della Grande Muraglia. Secondo gli analisti di Bank Sarasin "La politica si focalizzerà sul miglioramento del sistema di assicurazione sociale, in modo da incrementare la fiducia dei consumatori e quindi la domanda", che darà impulso in particolare ai settori dei materiali di base, dell'auto e del lusso. Fra le società che beneficeranno di questo trend ci sono Richemont, Swatch, Vw, Toyota e Rio Tinto.

3) Un euro più forte. La fase acuta della crisi di Eurolandia è dietro le spalle. Nel 2013 i governi saranno impegnati a rendere più solide le basi e più stretti i legami fra i vari Paesi. L'euro non potrà quindi che rafforzarsi dopo le elezioni in Italia. I titoli consigliati sono i finanziari come Axa.

4) Il rally del Nikkei. Grazie al nuovo leader, Shinzo Abe, l'economia giapponese dopo 15 anni di deflazione è destinata a migliorare. Uno yen più debole incrementa infatti la competitività estera delle aziende nipponiche, messe in seria difficoltà dall'aggressività di quelle coreane, con un conseguente impatto positivo sull'indice Nikkei, che seguirà un trend rialzista fino all'estate.

5) Focus sui farmaci. L'industria farmaceutica è riuscita nel 2012 a superare il problema legato alla scadenza quasi contemporanea di molti brevetti. Fra il 2010 e il 2012 il valore aggregato dei ricavi legati a brevetti scaduti è stato di 67 miliardi di dollari. Nel 2013 la stessa cifra sarà 23 miliardi di dollari, che rappresenta un calo di due terzi rispetto all'anno precedente. Superato il momento più difficile, ci sono quindi le premesse per una ripresa del settore anche in borsa, viste le bassi valutazioni dei maggiori gruppi. I titoli segnalati sono Roche, Novartis e Bayer.

6) Giù le tlc. Dopo un 2012 dominato da un aumento della regolamentazione e da una maggiore competizione, gli operatori di tlc quest'anno dovranno fare i conti con la flessione del traffico in molti Paesi europei, che avrà conseguenze negative sui bilanci aziendali. Gli specialisti di Sarasin consigliano quindi di sottopesare (underweight) in portafoglio i titoli europei delle tlc. Gli unici due con il rating buy (acquistare) sono At&t e Telus.

7) L'oro a 2.500 dollari. E' più una provocazione che una previsione ma, secondo gli analisti della banca svizzera, nei prossimi mesi gli acquisti d'oro da parte delle banche centrali dei Paesi emergenti (Cina, India, Brasile, Russia, Indonesia, Malesia, Messico, Corea del Sud e Turchia) potranno spingere al rialzo le quotazioni del metallo giallo, che nel 2013 toccherà un nuovo record a quota 2.500 dollari l'oncia.

8) Utility in ribasso. Quest'anno le norme più strette sull'emissione di CO2 avranno un impatto significativo sulle società industriali e del settore utility, spingendo verso l'alto i prezzi dell'elettricità e riducendo i margini reddituali. Meglio quindi evitare entrambi i settori, mentre si possono prendere posizioni short (ribassiste) sui titoli Rwe, Saint Gobain e Holcim.



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Iren, da cda ok a esercizio put, lascerà Edipower

Written By Unknown on Kamis, 17 Januari 2013 | 15.11

Di Valentina Sorrenti

Il consiglio di amministrazione di Iren ha dato il proprio assenso per esercitare il diritto di vendita ad A2A della quota detenuta in Edipower. La società ha intenzione di avviare quindi la procedura formale secondo le modalità e i tempi previsti. Gli accordi che contemplavano questo diritto di opzione prevedono ora l'assegnazione alla multiutility, quale contropartita della partecipazione, dell'impianto termoelettrico a ciclo combinato ad alta efficienza di Turbigo, alle porte di Milano con 800 Mw di potenza installata, e del nucleo idroelettrico di Tusciano, nel Salento, con una capacità produttiva annua di circa 250 GWh.

L'acquisizione dei due nuovi impianti porterà il gruppo Iren a disporre direttamente di una capacità termoelettrica a ciclo combinato pari a 2.000 Mw e di una capacità idroelettrica per oltre 600 Mw. In cambio, Iren cederà ad A2A la propria quota del 21% di Edipower. I destini delle due utility si separano così dopo anni di contrasti sorti in particolare sulle modalità del riassetto Edison, che si è concluso lo scorso anno con il via libera a Edf su Foro Buonaparte in cambio della cessione di Edipower agli ex soci italiani radunati in Delmi (oltre ad A2A e Iren, ne fanno parte Dolomiti Energia, Sel, Fondazione Crt, Banca Popolare di Milano e Mediobanca).

Nei prossimi anni, A2A e Iren si concentreranno sulla riduzione delle rispettive esposizioni debitorie, cresciute nel tempo con una serie di fusioni e aggregazioni (Aem-Asm, Enia-Iride) che fino ad oggi hanno prodotto più grattacapi che risultati. Il proposito è di ritornare attorno a un tavolo tra qualche anno per verificare se ci saranno i presupposti per dare vita alla cosiddetta "Grande Edipower", ossia la costituzione di una grande utility che fonda attorno al nocciolo A2A-Edipower anche Iren e (forse) Hera.

Tornando a Iren, la riunione di oggi ha anche preso in esame le principali linee guida del nuovo piano industriale. Dato che alcuni aspetti andranno ancora limati, il cda tornerà a riunirsi tra qualche giorno, con l'obiettivo di licenziare comunque il piano entro fine gennaio. Circa l'operazione decisa oggi, il gruppo ha sottolineato come l'uscita da Edipower e la conseguente acquisizione di asset di produzione consentirà di ottenere sia una maggiore flessibilità strategica sia maggiori sinergie realizzabili dalla gestione diretta degli impianti acquisiti, integrandoli nel complesso del parco impianti Iren.

La multiutility ha voluto commentare anche l'esito delle indagini della GdF di Parma che, per conto della Procura della Repubblica, hanno portato all'applicazione di provvedimenti restrittivi nei confronti del Vice Presidente, Luigi Giuseppe Villani. Il cda di Iren ha ribadito la propria totale estraneità ai fatti contestati ai soggetti coinvolti e, ritenendosi parte lesa, ha dato mandato ai propri legali per l'eventuale tutela dei propri interessi e della propria immagine.

La società, che ha comunque espresso piena fiducia nell'operato della magistratura, è pronta a garantire la massima collaborazione agli organi inquirenti, come avvenuto in occasione di "Green Money", un'inchiesta che aveva portato al licenziamento dei due dipendenti all'epoca coinvolti.

Il titolo Iren ha chiuso la seduta in perdita (-2,42% a 0,525 euro).



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Dell, da regina dei pc a potenziale spezzatino

Dell sta conducendo trattative con le società Silver Lake Partners e TPG circa la possibilità di delistarsi e tornare privata, dato che l'azienda fornitrice di soluzioni tecnologiche lotta per trovare un nuovo percorso da seguire in seguito alla fine del boom dei personal computer. Come ha scritto il Wall Street Journal, le trattative tra Dell e società di equity sono andate avanti negli ultimi due-tre mesi secondo persone a conoscenza della situazione.

Una di queste ha descritto le trattative come serie, riferendo che lo scorso anno le discussioni si sono animate e che un possibile accordo potrebbe presentarsi probabilmente entro sei settimane. Secondo indiscrezioni le società di equity si sono avvicinate per anni a Dell, ma solo recentemente le cose si sono evolute poiché la "valutazione di Dell è incredibilmente bassa", ha riferito un manager dell'azienda. Silver Lake Partners e TPG sono stati in trattative per l'accordo e potrebbero fare un'offerta, hanno riferito persone a conoscenza della questione, aggiungendo che altri, come ad esempio i fondi pensione, potrebbero affiancarli nell'investimento.

Le persone hanno avvertito che l'offerta non è ancora conclusa e che la situazione è fluida. Inoltre, è stato riferito che J.P. Morgan Chase & Co. è coinvolta e che molte banche stanno discutendo circa la possibilità di stanziare dei finanziamenti. Un portavoce di Dell non ha voluto rilasciare commenti.

Dell aveva una capitalizzazione di mercato di circa 19 miliardi di dollari prima che le sue azioni schizzassero in alto del 13% in seguito alle notizie sulle trattative di un'acquisizione. Le discussioni sono un segno di quanto Dell, una volta il maggior produttore mondiale di pc, abbia lottato tra le dinamiche in movimento nell'industria dei pc. Dell raggiunse una posizione di rilievo grazie ai suoi modelli costruiti secondo le specifiche del cliente. Dell ha però cercato fortemente di adattarsi a un mercato basato sulla vendita al dettaglio, concentrato più sui consumatori che considerano i dispositivi come merce. Nel 2006 Dell ha ceduto i titolo di maggior produttore mondiale di pc a Hewlett-Packard. Nello stesso momento, sono divenuti popolari nuovi tipi di gadget elettronici come gli smartphone e i tablet, un'area in cui Dell è molto poco presente.


Oggi i pc rappresentano ancora la metà dei entrate di Dell. Eppure il mercato delle macchine è in declino. Secondo la società di ricerca Gartner, le spedizioni di pc nel quarto trimestre del 2012 sono diminuite del 4,9% rispetto all'anno precedente e quelle di Dell sono calate del 20,9%. Questo calo sta colpendo il fatturato e i profitti di Dell. Nel trimestre terminato il 2 di novembre, le entrate dell'azienda statunitense derivate dai PC sono diminuite del 19% rispetto a un anno fa. Complessivamente, sempre rispetto allo scorso anno il profitto dell'azienda è calato del 47%.

Al contrario, altre aziende come Apple, che ha guidato il boom dei tablet e degli smart-
Phone, e Samsung, un grande produttore di smartphone, stanno raggiungendo profitti e ricavi record. Michael Dell, fondatore di Dell tornato a esserne il CEO nel 2007 dopo essersi dimesso nel 2004, ha cercato diverse strategie per risollevare l'azienda che ha creato nella sua camera al college. Inizialmente promise di portare a nuova vita l'azienda producendo computer e altri gadget per i consumatori. Quando questi tentativi non hanno funzionato, Dell ha iniziato a dare la priorità a alla produzione di strumenti per le aziende. Nel 2009 ha acquisito la società di servizi Perot Systems per 3,9 miliardi di dollari e da allora ha speso milioni per comprare aziende più piccole che realizzano prodotti come storage technology e security software. Tuttavia, i guadagni non hanno bilanciato gli altri cali derivati dalle vendite dei PC.

Nel 2010 Dell ha annunciato di considerare l'idea di far diventare l'azienda privata, facendo nascere discussioni sul fatto che un probabile accordo fosse già sul tavolo. Alla fine dello stesso anno, comunque, il direttore finanziario dell'azienda ha dichiarato che non c'erano piani per privatizzare Dell. Michael Dell possiede il 15,7% dell'azienda.

Un'acquisizione del gigante dei PC, se portata a termine, sarebbe tra le più grandi realizzate prima della crisi finanziaria del 2008, quando un crollo del credito eliminò la possibilità di grandi accordi tra più aziende per privatizzarne altre. Alcuni banchieri e analisti sono scettici su una facile acquisizione di Dell, se ce ne sarà una. Tuttavia la maggiore liquidità sul mercato, insieme al recente declino del corso azionario di Dell, potrebbero rappresentare il momento giusto per le trattative.

Questo tipo di accordo potrebbe richiedere agli acquisitori di arrivare ad almeno 7 miliardi di dollari di equity, basandosi su altre recenti acquisizioni finanziarie, una parte dei quali potrebbe derivare dalla quota di Dell nell'azienda. Il resto sarebbe una bella somma da dividere anche per due o tre aziende. E in generale, dalla crisi finanziaria, gli investitori in fondi di private-equity sono contrari a tali accordi a causa del rischio che può comportare.

Un acquisizione di questo tipo potrebbe anche richiedere un debito della portata di 15 miliardi di dollari, anche questa una bella somma, soprattutto considerando che gli analisti e gli azionisti non sono stati fiduciosi sulle prospettive di business di Dell.

Tuttavia, l'accordo ha alcune cose a suo favore. Oltre alla grande quota di Dell, l'azienda ha 14,2 miliardi di dollari cash, equivalenti e investimenti sul bilancio. Pare di questi assets potrebbero essere applicati per un'acquisizione di Dell. Nonostante il recente momento negativo, Dell genera forti profitti che le aziende di private-equity potrebbero utilizzare come garanzia per aumentare il debito per sostenere l'acquisto. Lo scorso anno ci sono state entrate per 3,5 miliardi di dollari e 1,8 miliardi di dollari attraverso i primi tre trimestri del corrente anno fiscale.

I trader dei bond Dell sono stati spaventati dal rapporto e hanno assicurato il debito contro il default in cinque anni fino al 45%. Tuttavia, gli analisti hanno detto che delistarsi potrebbe essere un beneficio per Dell, anche se probabilmente non le rimarrebbe molto capitale per continuare a fare acquisizioni.

Dell ha già molti degli ingredienti di cui ha bisogno per risollevarsi, ha detto Brian Marshall, analista presso ISI Group. "Avrebbe un senso per loro diventare privati, fissare l'azienda dietro le scene e poi ritornare come azienda più piccola con una crescita maggiore e più redditizia quando l'inversione di rotta è terminata".



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Facebook lancia uno strumento di ricerca che correla le informazioni delle persone

Written By Unknown on Rabu, 16 Januari 2013 | 15.11

Di David Fumagalli

Mark Zuckerberg l'ha definito uno strumento per rendere più semplice e naturale le ricerche basate sulle persone, i loro interessi, i luoghi in cui si trovano e le foto che hanno postato. Graph Search, questo il nome dello strumento, può infatti mettere facilmente in relazione i miliardi di correlazioni tra le informazioni immesse dagli utenti su Facebook, di qualsiasi tipo siano. Si tratti id una foto, un post o semplicemente un Like, sarà possibile cercare ogni tipo di correlazione presente sul sistema.

Domande come "trova gli amici di Mark Zuckerberg che amano un videogioco" o sono stati fotografati a San Francisco, otterranno così risposte immediate. Una sorta di motore di ricerca non tanto basato sulle informazioni, come Google, ma sulle correlazioni tra le informazioni stesse. Facebook ha inoltre stretto una partenrship con Microsoft per utilizzare il motore Bing per le normali ricerche su internet.

Il nuovo strumento, che sarà disponibile per il momento a un numero limitato di utenti statunitensi, non verrà utilizzato per scopi commerciali, ovvero non sarà messo a disposizione di inserizionisti e altre società disposte a pagare per effetturare ricerche, sino a quando non sarà completato lo sviluppo. Successivamente, sarà reso disponibile gradualmente a tutti gli utenti in tutte le lingue.

Una vera miniera di valore per indistrie di ogni tipo, dalle assicurazioni ai partiti politici e ai cacciatori di teste, che porta però con sé implicazioni potenzialmente devastanti sotto il profilo della privacy, per motivi facili da intuire. Il punto chiave è infatti il tipo di informazioni che saranno accessibili e macinate da questo strumento, e quanto le scelte di privacy impostate dagli utenti saranno rispettate. Un punto che, guardando ai cambiamenti disinvolti fatti da Facebook in passato, dovrebbe essere valutato con grande attenzione dagli utenti. un semplice Like, in questo nuovo mondo, potrebbe avere conseguenze decisamente superiori a quanto si può pensare.



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Meridiana torna tutta all’Aga Khan, Gentile esce

Di Andrea Montanari

L'Aga Khan non vuole perdere Meridiana e non accetta di salvarla passando dal concordato preventivo. Così, secondo quanto appreso da milanofinanza.it, il principe ismaelita durante il cda in corso dalle 14 di questo pomeriggio e ripreso pochi minuti fa dopo una pausa tecnica, ha trovato l'accordo con l'altro socio, Giuseppe Gentile, che aveva invece proposto il ricorso alla procedura straordinaria.

Quest'ultimo in particolare avrebbe esercitato l'opzione put sulla sua quota di competenza a favore dell'Aga Khan che così diventerà, o meglio tornerà a essere, l'unico proprietario del vettore sardo che fondò alcuni decenni fa per dare slancio alla Costa Smeralda, venduta di recente all'emiro del Qatar.

L'operazione di rilancio di Meridiana costerà complessivamente al principe ismaelita quasi 100 milioni: è questa infatti la cifra che serve per salvare l'azienda e garantire la continuità alla licenza di volo. (riproduzione riservata)



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Piazza Affari negativa ma l'euro continua il rally

Written By Unknown on Selasa, 15 Januari 2013 | 15.11

Di Valentina Sorrenti

Chiusura ontrastata a Piazza Affari

Dopo le buone performance dei giorni scorsi e l'apertura di oggi in territorio positivo, il Ftse Mib ha virato e chiuso in perdita con a 17.391 punti (-0,64%). Secondo un esperto contattato da MF-Dow Jones il ribasso non è altro che una correzione fisiologica già attesa da tempo, visti i massimi livelli di iper comprato raggiunti in precedenza.

Nel pomeriggio ha pesato sull'andamento di Piazza Affari anche l'apertura contrastata di Wall Street, trascinata al ribasso da Apple cha ha tagliato gli ordini delle componenti per l'iPhone 5 a seguito di una domanda inaspettatamente debole. Il Dow Jones, unico a scambiare in positivo con un timido 0,05%, l'S&P 500 scende dello 0,2% e il Nasdaq Composite perde lo 0,42%.

Per quanto riguarda le altre piazze del vecchio continente, la prima seduta della settimana è apparsa incerta. Hanno guadagnato Cac 40, con un timido 0,6% a 3.708 punti, e Dax 30, con un +0,18% a 7.730 punti; in ribasso invece Ibex 35 (-0,38% a 8.632 punti) e Ftse 100 (-0,13 a 6.113 punti).

E' stato registrato un lieve aumento dello spread Btp-Bund decennali, che ha chiuso poco sopra quota 260 punti base, mentre il rapporto euro/dollaro continua a salire, con la moneta unica a 1,3371 sul biglietto verde. L'unica motivazione per questa corsa sembra essere riconducibile a un maggiore ottimismo originato in seguito alla conferenza della Bce di giovedì scorso, durante la quale Draghi ha posto l'accento sulla ripresa prevista verso la fine di quest'anno, allontanando le aspettative per un futuro taglio dei tassi. Nel brevissimo termine, invece, secondo Unicredit è naturale assistere a qualche presa di profitto sulla divisa europea, soprattutto dopo un rally così veloce e in vista dell'intervento del presidente della Fed, Ben Bernanke, previsto nella tarda serata.

Sul listino principale di Piazza Affari la miglior performance di oggi è stata quella di Fiat, che ha chiuso la seduta in rialzo del 6,25% a 4,384 euro in scia alle notizie positive su Chrysler e alla decisione di Equita Sim, che ha tolto l'azione dalla propria lista dei meno preferiti. Inoltre nel pomeriggio dal salone dell'auto di Detroit Sergio Marchionne ha confermato l'accordo con i cinesi di Guangzhou Automobile Group per la produzione di alcuni modelli di Jeep. L'ad ha poi spiegato che Fiat e Chrysler devono diventare una cosa sola, quindi l'acquisizione della quota di Veba nella casa automobilistica Usa potrebbe avvenire prima della quotazione della casa Usa, operazione tecnicamente fattibile in 9 mesi a suo dire.

Medaglia d'argento a Salvatore Ferragamo, che ha guadagnato il 4,67% a 18,61 euro. A portare l'interesse sul titolo sono state le parole dell'ad, Michele Norsa, che ha indicato un trend positivo per le vendite del quarto trimestre con un mese di dicembre in significativa crescita a livello mondiale. Per Equita (hold e target price 17,4 euro) queste indicazioni potrebbero fare da supporto al titolo dopo la recente sottoperformance. Deutsche Bank ha invece alzato il target price da 16,3 a 17,2 euro (rating hold), pur avvertendo che il prossimo livello della strategia richiederà un maggior sforzo.

Al terzo posto tra le migliori performance del Ftse Mib c'è Telecom Italia, che ha segnato un +2,36% a 0,7605 euro. Il mercato ha infatti iniziato a comprare il titolo dopo le dichiarazioni del vice commissario europeo alle tlc, Neelie Kroes, sul tema della creazione di condizioni comuni e stabili in Europa per tlc.

Da segnalare fuori dal listino principale la performance di Tiscali (+5,88% a 0,045 euro) sulla scia del successo di Indoona, l'applicazione sviluppata dall'azienda che permette di comunicare in Voip sfruttando la connessione ad Internet.

In calo invece Generali Ass. (-3,09% a 14,1 euro). Mario Greco, in occasione della trasferta londinese di Generali per la presentazione del nuovo piano industriale, non è riuscito a incantare gli investitori che hanno quindi deciso di prendere profitto sul titolo dopo il recente rally in borsa. I numeri presentati sono stati in linea alle attese degli investitori, ma di fronte a un titolo che ha quasi raddoppiato le sue quotazioni in pochi mesi il mercato si aspettava qualcosa di più.

Svolta di Impregilo, che ha chiuso la seduta con un -0,52% a 3,796 euro dopo i forti acquisti della seduta. Equita ha infatti alzato il target price da 4,32 euro a 4,4 euro (rating buy confermato). La sim ha stimato una plusvalenza netta pari a circa 160 milioni di euro ottenuta dalla cessione della rimanente quota del 6,5% di Ecorodovias, cifra che confermerebbe l'attesa di Equita per un dividendo straordinario pari a 1,5 euro per azione.



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Apple taglia gli ordini di componenti per iPhone 5, azione a 500 dollari

La pesante crisi economica inizia a toccare anche Apple. La società guidata da Tim Cook ha infatti perso oltre il 3% a Wall Street riavvicinandosi a quota 500 dollari dopo aver tagliato in maniera significativa gli ordini di alcuni componenti chiave per gli ultimi modelli di iPhone e iPad.

Il taglio degli ordini di componenti di iPad è legato, secondo indiscrezioni, al prossimo rilascio di nuove versioni del tablet di Apple, che dovrebbe anticipare al mese di marzo il lancio dei dispositivi. Nel caso dell'iPad, il nuovo modello dovrebbe avere peso e dimensioni complessive ridotte per aumentarne l'appeal e la versatilità, mentre il nuovo iPad mini, che si è rivelato un campione di vendite, dovrebbe sfoggiare un display ad altissima risoluzione di tipo Retina e un processore più potente del modello attuale.

Il calo del titolo è però legato al taglio degli ordinativi per i componenti utilizzati nell'iPhone 5, che dovrebbe così totalizzare nel primi trimestre dell'anno vendite inferiori a quanto previsto. In particolare la società avrebbe chiesto a Japan Display, Sharp e LG Display di dimezzare le forniture di schermi, inizialmente previste a 65 milioni di pezzi per il trimestre gennaio-marzo, e avrebbe tagliato le commesse anche per altre componenti del prodotto.

Dopo che negli scorsi mesi iPhone e iPad avevano spinto al rialzo i conti trimestrali di Apple e alimentato le aspettative degli investitori, sta crescendo l'attesa per i risultati finanziari relativi all'ultimo trimestre del 2012 (il cui annuncio è previsto per il 23 gennaio), dato che rifletteranno l'andamento delle vendite durante le festività.

Ultimamente sono aumentati i dubbi e le perplessità circa le capacità della multinazionale di mantenere un trend di crescita senza pari al mondo. A pagare il cambiamento del sentiment nei confronti della società è stato in particolare il titolo, passato dal picco storico di 705,07 dollari ai 520,3 dollari di venerdì scorso.



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Tre temi di investimento vincenti secondo Swiss & Global

Written By Unknown on Senin, 14 Januari 2013 | 15.11

Di Ester Corvi

Focus sugli asset reali. E' il consiglio degli esperti di Swiss & Global Asset Management, che privilegiano le azioni rispetto agli investimenti a reddito fisso, anche se temono che il riemergere dei timori per i rischi sistemici in Europa mantengano alta la volatilità nei prossimi mesi.

1) Spazio alle azioni. Il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha indicato quale sarà l'orientamento della politica monetaria del prossimo futuro: la banca centrale manterrà bassi i tassi d'interesse fino a quando la crescita non si sarà rafforzata e la disoccupazione non sarà scesa sotto il 6,5%, a condizione che il tasso annuale di inflazione resti sotto il 2,5%. A parere degli economisti di Swiss & Global è in atto un cambio di paradigma, in quanto saranno tollerati maggiori rischi di inflazione a favore della crescita. Le recenti misure di politica monetaria potrebbero accelerare il passaggio da una fase deflazionistica a una fase potenzialmente inflazionistica. Negli ultimi dieci anni gli investimenti a reddito fisso sono stati i principali beneficiari di questa evoluzione. Per il futuro gli esperti privilegiano gli asset reali come le azioni e, in modo selettivo, gli investimenti immobiliari.

2) I mercati asiatici. Gli analisti sono ottimisti sulle prospettive dell'Asia, e soprattutto della Cina. I dati economici positivi confermano queste aspettative. Anche le altre economie emergenti, come Brasile, India e Russia, dovrebbero continuare a evidenziare performance superiori alla media mondiale. A loro avviso, i prezzi delle materie prime resteranno sotto controllo, con un impatto favorevole sia per la crescita economica sia per l'andamento dell'inflazione.

3) La ricerca dei rendimenti. Nell'attuale scenario di tassi bassi, la politica d'investimento è guidata dalla ricerca di rendimenti. Da questo punto di vista gli asset reali, come le azioni e gli immobili, presentano le prospettive migliori. In particolare gli elevati dividend yields delle azioni (rendimenti delle cedole) rispetto ai rendimenti dei titoli a reddito fisso depongono a favore delle prime.



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Fiat offre aumento salariale di 40 euro per 2013, si tratta ancora

Di Francesca Gerosa

Un accordo ponte per il 2013 con un'offerta di un aumento salariale di 40 euro lordi mensili, cifra legata alle presenze. Sarebbe questa, secondo fonti sindacali, la proposta avanzata da Fiat oggi a Torino nel corso dell'incontro sindacale all'Unione Industriale per giungere al rinnovo del contratto specifico di primo livello per gli oltre80 mila dipendenti del Lingotto.

Fiat ha ricordato ai sindacati l'attuale congiuntura economica che ha determinato 32 milioni di ore di cassa integrazione lo scorso anno nella sola Fiat Spa. Una proposta davanti alla quale i sindacati non si sono dimostrati pregiudizialmente contrari, anche se mirano a ottenere un incremento salariale più sostanzioso.

"La ripresa del confronto ha aperto la strada per la definizione del contratto. Valuteremo se accettare la proposta per il 2013 e intanto discutere i criteri per i prossimi anni e le questioni normative", ha affermato Eros Panicali, segretario nazionale della Uilm. "Possiamo accettare la proposta per quanto riguarda la durata limitata al solo 2013", ha aggiunto Ferdinando Uliano della Fim, "ma vorremmo capire gli aspetti legati alle componenti del salario aziendale. Bisogna anche chiarire cosa vuol dire il legame con le presenze".

Pur cosciente del fatto che il settore auto sta attraversando un momento difficile, il segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici, Antonio D'Anolfo, ritiene che un aumento di 40 euro lorde mensili sia troppo basso e che non possa essere legato soltanto alla presenza. Non ci sta nemmeno Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic, secondo cui quella di oggi è una proposta "insufficiente" perché devono entrare in busta paga i 103 euro mensili del vecchio premio di produzione.

Durante quest'anno, ha ricordato Di Maulo, bisognerà discutere i criteri con cui definire gli aumenti salariali del 2014 e del 2015, che devono essere sulla busta paga e non legati alle presenze, e definire la parte normativa. La trattativa è stata aggiornata al 16 e 17 gennaio, ultimo giorno utile per definire le buste dell'anno.

Comunque "oggi l'obiettivo", come anticipato da Panicali, era entrare nel merito della discussione sulla questione salariale per arrivare nel breve tempo alla chiusura. Se non si dovesse raggiungere una soluzione entro questo mese, ha precisato Uliano, si aprirà una nuova fase con le assemblee dei lavoratori per decidere la strategia da adottare nei confronti dell'azienda torinese.

A Piazza affari il titolo Fiat al momento sale dell'1,43% a 4,106 euro. Oggi Goldman Sachs ha alzato il target price di Fiat da 4,7 a 5 euro, confermando il rating neutral, dopo aver alzato le previsioni 2012-2013 per scontare ulteriori miglioramenti nelle regioni Nafta (Canada, Nord America, Stati Uniti), dati stabili in America latina, migliori performance dei brand e una graduale riduzione delle perdite in Europa.

Ma il giudizio resta neutral per la complessità dell'operazione legata all'acquisizione delle quote di minoranza in Chrysler. Senza una piena e diretta disponibilità della cassa della controllata Usa, gli esperti di Goldman Sachs ritengono anche che il mercato continuerà a essere preoccupato per il debito del gruppo senza Chrysler, stimato in crescita dai 6,5 miliardi di euro di fine 2012 a 8,9 miliardi al termine del 2015. Tale crescita include anche l'esborso per il 16,6% di Veba in Chrysler. Senza considerarlo, il debito di Fiat ex Chrysler passerebbe da 4,5 a 6,3 miliardi di euro al 2015.



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