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Wall Street delusa dal pil, petrolio a 48 dollari

Written By Unknown on Sabtu, 31 Januari 2015 | 15.11

Wall Street ha chiuso in calo dopo la pubblicazione del Pil del quarto trimestre che ha deluso le attese crescendo solo del 2,6% rispetto al 3,1% previsto dal consenso.

L'indice Dow Jones ha ceduto l'1,45%, l'S&P 500 l'1,3% e il Nasdaq l'1,03%. Sul listino Apple ha corretto dell'1,4% a 117,16 dollari, giù ancora del 2% Royal Dutch Shell, Alibaba -0,8%.

Il prezzo del petrolio in forte rialzo a New York sulla scia dei dati sulle trivellazioni negli Stati Uniti, che hanno accusato il maggior calo settimanale dal 1987. Il light crude Wti è avanzato di 3,71 dollari a 48,24 dollari al barile. Il Brent di Londra ha guadagnato 3,41 dollari a 52,54 dollari al barile.


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Terza fumata nera al Quirinale, domani in campo Mattarella

Si è conclusa con una fumata anche la terza votazione a Montecitorio per eleggere il presidente della Repubblica. Lo scrutinio si è concluso con 513 bianche, 26 nulle, 70 i voti dispersi, 126 quelli per Ferdinando Imposimato, 56 per Vittorio Feltri, 33 per Luciana Castellina, 23 per Emma Bonino, 22 per Stefano Rodotà e 21 per Barani. Nessuno dei candidati ha dunque raggiunto i 673 voti su 1009 grandi elettori richiesti per l'elezione.

Dalla prossima votazione, che prenderà il via domani alle 9:30, il quorum scenderà dai due terzi dei grandi elettori alla maggioranza assoluta, pari a 505 voti. "Finite le prime tre votazioni, siamo arrivati al momento chiave. Siamo di fronte alla concreta possibilità che una personalità autorevole e stimata da tutti, un servitore dello Stato come Sergio Mattarella, diventi il presidente della Repubblica con un voto ampio di settori della maggioranza e dell'opposizione parlamentare", è stato l'appello lanciato dal premier, Matteo Renzi, a tutta la maggioranza.

"Non è una questione che riguarda un solo partito: la scelta del capo dello Stato interpella tutti senza distinzioni. Per questo auspico che sul nome di Sergio Mattarella si trovi la più ampia convergenza possibile, per il bene comune dell'Italia", ha aggiunto. Per farlo, però, Renzi e il Pd hanno bisogno dell'appoggio di Nuovo centro destra, ancora indeciso se votare scheda bianca allo scrutinio di domani mattina oppure tendere la mano al premier e intavolare una trattativa che porti al sì di Angelino Alfano a Mattarella.

Tuttavia, considerando i dubbi espressi già da questa mattina da numerosi esponenti di Ncd, è probabile a questo punto che Alfano sciolga i dubbi questa sera, dando l'indicazione ai suoi per la quarta e forse decisiva votazione. Più complicata la posizione di Forza Italia, ancora barricata sul no di Berlusconi all'ex ministro della Difesa. Il partito azzurro ha infatti riunito i suoi vertici al termine dello scrutinio di questo pomeriggio, confermando la scheda bianca anche per la quarta votazione.

"E' sicuramente una vittoria della sinistra del Pd, che ha sempre osteggiato le politiche di Renzi e le riforme e ora il premier si è consegnato mani e piedi al suo partito. Berlusconi non è certo di buon umore. Abbiamo deciso di votare scheda bianca per garbo istituzionale, verso una personalità contro cui non abbiano nulla e che si appresta a diventare presidente della Repubblica", ha fatto sapere il consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti.


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Amazon batte le stime degli analisti e vola in borsa

Written By Unknown on Jumat, 30 Januari 2015 | 15.11

Amazon ha registrato nel quarto trimestre del 2014 un calo dei profitti minore delle attese e vendite in crescita. Ha così rotto la striscia di pessime performance che avevano fatto storcere il naso agli investitori. Nell'after-hours Wall Street ha festeggiato la performance del gruppo, arrivata a mercati chiusi, con rialzi fino all'11%.

Amazon ha registrato profitti netti per 214 milioni di dollari, dai 239 milioni dello stesso periodo del 2013. Gli utili per azione sono passati a 45 centesimi da 50. Tuttavia hanno battuto le stime degli analisti che si aspettavano 17 centesimi ad azione. Sul fronte dei ricavi ha raggiunto quota 29,33 miliardi di dollari, in rialzo del 15% rispetto allo stesso periodo del 2013, battendo le stime degli analisti che si attendevano 23,05 miliardi di dollari.

Per il trimestre in corso il gruppo fondato nel 1995 a Seattle prevede un giro d'affari nell'intervallo compreso tra i 27,3 e i 30,3 miliardi.

Amazon nell'ultimo trimestre ha spinto in modo aggressivo per aumentare gli abbonati a Prime, il servizio che consente a 99 dollari l'anno di avere film in streaming e prodotti esclusivi a prezzi scontati.  Anche se Amazon non ha rivelato i numeri degli utenti di Prime, si stima si aggirino intorno ai 40 milioni.

Il gruppo americano ha anche lanciato il servizio di consegne in un'ora (sempre per gli associati) attraverso bike messenger a Manhattan.

Le spese operative, però, continuano a crescere:  hanno toccato 28,7 miliardi di dollari contro i 25,1 miliardi dello stesso periodo del 2013. Questo mentre il colosso sta cercando di continuare a diversificare la sua offerta: ha di recente lanciato anche un servizio di mail per le aziende entrando in competizione diretta con Google e Microsoft.

Amazon ha poi annunciato che nei conti del prossimo trimestre darà anche i risultati scorporati di Amazon Web Services, la piattaforma cloud del colosso di Seattle. Secondo molti osservatori, proprio questo servizio potrebbe essere una delle principali ragioni per investire nel titolo.


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Previsto avvio positivo per Milano

Previsto un avvio in frazionale progresso per le borse europee in scia ai rialzi di Wall Street e Tokyo (+0,49%).

I listini Usa ieri hanno chiuso in positivo grazie alla salita dei prezzi del petrolio e alle trimestrali positive di alcune societa'. Il Dow Jones ha guadagnato lo 1,31%, grazie a McDonald e Boeing, l'S&P 500 lo 0,95% e il Nasdaq Composite lo 0,98%.

"Secondo me - commenta un esperto - l'azionario ieri ha dato dei buoni segnali. I timori di possibili vendite dopo l'euforia Bce e il caso Grecia erano molti. Credo, inoltre, che la Fed prolunghera' la fase di tassi bassi. In questo contesto, quindi, l'equity non puo' che salire", commenta un esperto.

"Atene - prosegue l'operatore - e' stata colpita da forti vendite.
Sicuramente e' un elemento da considerare in vista delle trattative tra la Trokia e la Grecia, ma dal mio punto di vista per i mercati azionari non vedo la possibilita' che questo pesi in maniera notevole".

"Per quanto riguarda i cambi, invece, la volatilita' e' altissima", conclude l'esperto. A livello macro da seguire l'inflazione nell'Eurozona e, negli Usa, il pil del quarto trimestre annualizzato e l'indice di fiducia dell'universita' del Michigan.

A Piazza Affari da seguire Salvatore Ferragamo  che nel corso del 2014 ha conseguito ricavi preliminari consolidati in crescita del 6,5% a/a a 1,3 miliardi di euro a cambi costanti, e B.Cucinelli  dopo che il fondatore, tramite la finanziaria di famiglia Fedone, ha completato la cessione di 3.494.000 azioni della Brunello Cucinelli , pari al 5,14% del capitale.

Tra le popolari da tenere d'occhio BancaEtruria. In agenda oggi, secondo quanto scrive MF, un Cda per fare il punto sui non performing loan in vista della trimestrale del prossimo 11 febbraio.

Nel resto del listino attenzione ad Astaldi  e Amplifon , le cuiassemblee ieri hanno dato via libera al voto maggiorato e, sull'Aim Italia, a Ikf  che, a seguito dell'ammissione a quotazione sul segmento Marche' Libre delle controllate Luigi Botto e Sintesi , ha raccolto 2,5 mln euro.


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Focus su 8 titoli tecnologici Usa

Written By Unknown on Kamis, 29 Januari 2015 | 15.11

I risultati record di Apple, che ha chiuso il primo trimestre dell'anno fiscale con un fatturato di 74,6 miliardi di dollari (+30%) e un utile netto di 18 miliardi (+48%) hanno stupito positivamente gli analisti di Barclays, che hanno rivisto il prezzo obiettivo del gigante di Cupertino. Ecco i loro rating su altre sette società tecnologiche Usa.

1) Apple Il target price è stato incrementato da 140 a 150 dollari per azione, che implica un potenziale di rialzo del 27%. Sia l'aumento del fatturato che il margine reddituale sono stati superiori alle attese. Per il secondo trimestre 2015 la società si aspetta un fatturato compreso fra 52 e 55 miliardi di dollari e un margine lordo fra il 38,5 e il 39,5%. Occhi puntati adesso all'Apple Watch, che arriverà in commercio ad aprile. Per l'intero esercizio 2015 gli specialisti dell'investment bank prevedono un utile per azione (eps) di 8,56 dollari, in crescita a 9,37 nel 2016.

2) Corning. Giudizio positivo (overweight) con prezzo obiettivo 26 dollari, del 5% circa superiore alle quotazioni attuali per il gruppo guidato da Wendell Weeks, che capitalizza 31,6 miliardi di dollari. Gli analisti sono cauti sul target price, perché aspettano conferme dal meeting del 6 febbraio. L'utile per azione è previsto 1,42 dollari nel 2015 e 1,50 nel prossimo anno.

3 )Freescale Semiconductor. Il fatturato del quarto trimestre della società specializzata nei semiconduttori, che a New York capitalizza 9,65 miliardi di dollari, è stato in linea con le aspettative, mentre gli utili sono stati migliori. I futuri progressi sono però già incorporati nel prezzo, visto che il titolo è valutato 27 dollari, più delle quotazioni recenti intorno a 31. La stima dell'utile per azione è 2,11 dollari nel 2015 e 2,30 nel 2016. Il rating neutrale.

4) Informatica. Rating neutrale con target price 39 dollari, contro una quotazione attuale di 42,3, per la mid cap del software, che capitalizza 4,56 miliardi di dollari. La società ha incrementato di recente il piano di buyback (riacquisto di azioni proprie), che consentirà all'eps di salire (1,68 dollari nel 2015 e 1,99 nel 2016) nonostante il calo di redditività conseguente agli onerosi investimenti per la crescita.

5) Juniper Networks. Il potenziale di rialzo è del 17% (27 dollari), con rating overweight, per il titolo che capitalizza 10 miliardi di dollari. Nel 2015 gli analisti stimano un utile per azione di 1,69 dollari, ipotizzando un calo dell'1,8% dei ricavi a 4,55 miliardi di dollari. Nel 2016 l'eps è invece previsto in aumento a 1,89 dollari, grazie a un progresso del 5% del fatturato (4,77 miliardi) e a margini lordi e operativi rispettivamente intorno al 40 e al 22%.

6) VMware, Giudizio positivo e target di 100 dollari, di oltre il 30% superiore alle quotazioni attuali per il gruppo che capitalizza 33 miliardi di dollari. I miglioramenti nella diversificazione del portafoglio vanno nella giusta direzione, sostenendo la crescita di medio termine e l'aumento della redditività. L'utile per azione è stimato 4,02 dollari nel 2015 e 4,75 nel 2016.

7) Western Digital. Giudizio positivo (overweight) con prezzo obiettivo 117 dollari, che implica un upside del 15% per la società di hardware che sul Nasdaq capitalizza 23,7 miliardi di dollari. L'utile per azione è previsto 8,43 dollari nel 2015, a fronte di ricavi per 15,26 miliardi con un margine lordo del 30,5%, e 9,67 nel prossimo anno con un fatturato stabile.

8) Total  System Services. Rating overweight e target price 42 dollari (+15%) per la mid cap (6,7 miliardi di capitalizzazione) focalizzata nel settore dei pagamenti elettronici. Nel quarto trimestre l'eps rettificato è salito del 20,8%, mentre per l'intero esercizio la crescita attesa è del 13%. Il titolo ha le caratteristiche, secondo gli analisti, per registrare quest'anno una performance superiore all'indice S&P. L'utile per azione salirà da 2,30 dollari nel 2015 a 2,60 nel prossimo.


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Attesa apertura in calo per le borse europee

Partenza attesa in calo per le Borse europee sulla scia della flessione di di Wall Street, con il Dow Jones che ieri ha ceduto l'1,13%, penalizzato dalle indicazioni dalla Fed. Il Fomc, oltre a confermare i tassi, ha ribadito che i tempi non sono ancora maturi per un rialzo, ma ha sottolineato il miglioramento del mercato del lavoro e la crescita del pil. Fattori che rendono possibile un intervento a giugno.

ll Ftse Mib dovrebbe avviare la seduta con un calo dello 0,7 - 0,8%, in area 20.250 punti. Sullo sfondo resta la situazione in Grecia, che per ora non ha penalizzato gli altri mercati del Vecchio Continente. Sul fronte dei titoli di Stato, lo spread sul decennale Btp/Bund è a quota 128 punti base, con il rendimento del Btp a 10 anni pari all'1,61%.

Quanto ai dati macro, alle ore 9,55 si attende il tasso di disoccupazione in Germania e alle 11,00 la fiducia nell'Eurozona, entrambi riferiti a gennaio. Nel pomeriggio, alle 14,00 verrà pubblicata l'inflazione in Germania e alle 14,30 il dato sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Usa.

A piazza Affari da seguire Finmeccanica , sempre sul tema delle cessioni, e le banche. La stampa ipotizza che Apollo Management avrebbe messo nero su bianco all'advisor Banca Imi la disponibilità a concretizzare un'operazione di acquisto dalla Fondazione del 18,9% di Banca Carige .

Infine si segnala che Berenberg ha ridotto la raccomandazione su Enel  G.P. da buy (comprare) a hold (mantenere), mentre JPMorgan ha alzato il prezzo obiettivo da 4,5 a 7 euro e Ubs da 5,5 a 6,7 euro su Stm .


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Sette griffe ai raggi x

Written By Unknown on Selasa, 27 Januari 2015 | 15.11

Il modello di pricing del settore del lusso non è più sostenibile. Sono di questo parere gli analisti di Morgan Stanley, che ritengono che i marchi tradizionali dovranno affrontare una competizione più accanita, che metterà sotto pressione i margini reddituali.

1) Burberry. Prezzo obiettivo di 1.918 pence, che implica un potenziale di rialzo dell'8%, ma che nell'ipotesi bullish (ottimista) può arrivare a 2.606 (+47%) per il gruppo che capitalizza a Londra 7,8 miliardi di sterline. I fattori di successo  sono la forza del marchio, una chiara struttura dei prezzi, le iniziative per migliorare la produttività dei punti vendita e la vincente strategia digitale. I punti di debolezza sono invece legati ai rischi del mix di prezzi (soprattutto per quanto riguarda gli articoli in pelle e gli accessori), alla deludente espansione retail in Giappone e alle incognite della linea beauty. Il titolo ha registrato da gennaio una performance del 9,3% e negli ultimi 12 mesi del 23,45. Il titolo tratta 21 volte l'utile stimato nel 2015 e 19 volte quello del prossimo anno.

2) Lvmh . Giudizio positivo (overweight) anche per il colosso francese del lusso , che ha un margine di crescita del 3,5% rispetto al target price di 146 euro, che sale a 197 euro (+40%) nello scenario bullish. Il titolo, che capitalizza oltre 70 miliardi di euro, ha un p/e intorno a 18 quest'anno, che cala a 17 nel prossimo. I punti di forza del gruppo guidato da Bernard Arnaultsono rappresentati dal portafoglio difensivo (con il marchio Lvmh  che incide per il 50% sul reddito operativo netto), dall'esposizione al travel retail e al potenziale di ripresa del segmento alcolici. Da inizio 2015 la performance è del 4% e negli ultimi 12 mesi del 14,5%.

3) Tiffany. Rating neutrale (equalweight) per il gruppo americano, che capitalizza 11,7 miliardi di dollari. Il prezzo obiettivo di 94 dollari è del 4% superiore alle quotazioni attuali, ma nell'iporesi ottimista arriva a 113,1 dollari (+25%). Il titolo viene scambiato 22 volte l'utile 2015 e 20 quello del 2016, contro una media globale del settore rispettivamente di 19,4 e 18. I punti di forza sono il migliore pricing power nei gioielli, le limitate differenze di prezzo fra le varie aree geografiche e il marchio dominante in un mercato frammentato. Potrebbe però riscontrare difficoltà muovendosi verso zone più premium price e dover affrontare rischi di debolezza negli Usa. Da inizio 2015 ha perso il 13,7%, ma la performance a un anno è ancora positiva (+10,4%).

4) Richemont. Il gruppo elvetico gode di una posizione di vantaggio nella gioielleria (35% del reddito operativo netto), che consente un elevato pricing power, anche se l'abbandonato il 15 gennaio scorso, da parte della Snb, del peg contro l'euro a 1,20, ha creato notevoli pressioni sul fronte dei cambi, che non potranno facilmente essere bilanciate. Il target price di 72 franchi svizzeri è inferiore alle quotazioni attuali (76), ma nello scenario più favorevole c'è uno spazio di crescita fino a 100 franchi svizzeri (+31,6%). Il titolo, che ha un p/e 2015 di 20, in calo a 18,5 nel 2016, da gennaio ha lasciato sul terreno il 16,5%. Anche la performance a un anno è negativa (-12%).

5) Prada. Prezzo obiettivo di 40,7 dollari di Hong Kong, inferiore alla quotazione attuale di 42,3 per il titolo (108,2 dollari di dollari di Hk di capitalizzazione) che dall'inizio del 2015 è sceso del 4% e dal gennaio 2014 del 30,7%. Nell'ipotesi bullish il target è 57,1 dollari di Hk (+36%). I punti a suo favore sono la crescita dei volumi di vendita, supportati dal continuo lancio di nuovi modelli, mentre ci sono effetti negativi legati alla confusa strategia di prezzo. Il titolo è sopravvalutato, visto che tratta 22,7 volte l'utile 2015 e 22,6 quello del 2016. Il giudizio neutrale (equalweight).

6) Kering . Al colosso del lusso, che capitalizza 22,6 miliardi di euro, è stato assegnato un prezzo obiettivo di 163 euro, che è inferiore alla quotazione attuale di 178,7. Nello scenario ottimista è invece 220 euro (+27%). Sul futuro della società pesa il cambio del management di Gucci, che potrebbe tuttavia accelerare le vendite, proteggendo nello stesso tempo il pricing power. Beneficia inoltre della forza dei brand più piccoli, come Bottega Veneta e Saint Laurent. Il lusso rappresenta il 90% del reddito operativo netto. I rischi possono invece essere legati a un negativo price mix e al fatto che alle non evidenti sinergie del marchio Puma con il resto del gruppo. Il titolo, che viene scambiato intorno a 15 volte l'utile 2015 e 2016, ha registrato da inizio 2015 una performance del 12,7%, che negli ultimi 12 mesi sale al 22,3%. Il rating è equalweight.

7) Swatch. Giudizio negativo (underweight) sul gruppo elvetico, a causa dell'aumento della concorrenza dei nuovi modelli, dell'alto livello delle scorte e dal limitato pricing power che non potrà contrastare la minore competitività delle esportazioni legata al cambio. Il principale punto a suo favore è invece l'esposizione verso i consumatori di reddito medio in Cina. Il titolo, che è sceso del 17,5% da gennaio e del 31,6% negli ultimi 12 mesi, è valutato 328 franchi svizzeri, contro una quotazione attuale di 360,6. Nello scenario più ottimista il target è 440 franchi.


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Crollano i profitti di Philips. Che lancia l'allarme sul 2016

Philips  chiude il quarto trimestre con una calo dell'utile netto del 67% a 134 milioni di euro (contro i 412 milioni del corrispondente periodo del 2013) e lancia un allarme sui numeri finanziari al 2016.

Le vendite della società olandese, già protagonista l'anno scorso di una serie di profit warning sui risultati trimestrali e annuali, ha registrato invece vendite in leggero aumento da 6,4 a 6,5 miliardi.

L'amministratore delegato Frans van Houten ha inoltre evidenziato come Philips  sia indietro rispetto ai target finanziari fissati per il 2016 in seguito a diverse difficoltà operative nella divisione biomedicale. "Sono convinto che questo non cambi le nostre performance potenziali nel lungo termine", ha comunque sottolineato il top-manager.

La società inoltre sta trattando la cessione di Lumileds e della divisione Automotive Lighting. Il cda ha comunque proposto un dividendo invariato a 0,8 euro


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Dopo il trionfo di Syriza attesa apertura in calo a Milano

Written By Unknown on Senin, 26 Januari 2015 | 15.11

Il risultato delle elezioni greche farà tornare la volatilità sulle borse europee. Il quantitative easing annunciato dalla Bce giovedì scorso farà da paracadute per i bond dei Paesi perfiferici, ma resta il timore di nuove tensioni finché non saranno chiare le future mosse di Tsipras. In apertura occhi puntati sui bancari e, in particolare, sulle popolari che vengono da una settimana di rally e quindi sono a rischio di prese di beneficio

Il leader di Syriza, vincitore delle elezioni in Grecia, incontrerà già stamane il presidente della Repubblica Karolos Papoulias, che dovrebbe conferirgli l'incarico di formare il nuovo governo. Prima del colloquio con il capo dello Stato, verso le 10.30, Alexis Tsipras vedrà il capo del partito Greci Indipendenti, considerato il più probabile partner di Syriza per il nuovo esecutivo. Se l'accordo verrà confermato oggi, l'esecutivo Tsipars potrebbe essere varato in tempi brevissimi, con il giuramento entro mercoledì.

Qualche pressione oggi anche sui titoli governativi, con lo spread sul decennale Btp/Bund in aumento a 121 punti base (1,56% il rendimento del Btp a 10 anni). Sul fronte dei dati macro, oggi alle 10 verrà pubblicato l'indice Ifo relativo alla fiducia delle imprese tedesche nel mese di gennaio. Il consenso è posto a 106,3 punti.

A Piazza Affari da seguire ancora le banche popolari. La stampa nel fine settimana riportava che è stato acceso un faro Consob sugli acquisti sui titoli delle banche popolari prima del 17 gennaio, vale a dire prima di quando sono iniziate a trapelare le indiscrezioni sulla riforma poi varata dal Governo per Decreto.

Intanto Le azioni e i warrant di Primi sui motori  sono stati temporaneamente sospesi dalle negoziazioni in attesa di comunicato.


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Syriza trionfa in Grecia. Immediato il monito della Bundesbank

Alexis Tsipras e il partito di estrema sinistra Syriza hanno vinto ieri le elezioni in Grecia.  Con il 94% delle schede scrutinate, Syriza ha ottenuto 149 seggi, mancando la maggioranza assoluta per due posti. Di conseguenza dovrà cercare un alleato per governare.

I risultati delle elezioni hanno cominciato a mettere sotto stress l'euro.  Anche perché Tsipras ha commentato subito dopo la vittoria:  "La Troika è una cosa del passato", "il voto contro l'austerità è stato forte e chiaro". E ancora:  "La Grecia volta pagina, abbandona l'austerità, la catastrofe, lascia la paura dietro di se, lascia cinque anni di sofferenze e chiude circolo vizioso dell' austerità, annulla l'accordo di austerità con la troika che è il passato".

Il primo a parlare dopo i risultati era stato il responsabile del programma economico di Syriza, Yannis Milios, secondo il quale gli accordi sottoscritti dai precedenti governi, ultimo quello di Antonis Samars, con la Troika (Bce-Ue-Fmi) per il salvataggio della greca «sono morti».

Immediato il monito della Bundesbank, attraverso il presidente Jens Weidmann:  "La Grecia rispetti gli impegni, fare le riforme è nel suo interesse".  E di Grecia si parlerà oggi durante la riunione dell'Eurogruppo, preceduta da un vertice ad hoc convocato tra i vertici dell'Europa e dell'Eurozona, ovvero i presidenti Draghi, Juncker, Tusk e Dijsselbloem.

Syriza ha ottenuto il 36,34%, pari a 149 seggi. A quasi nove punti di distanza seguono i conservatori di Nea Dimokratia (Nd) del premier uscente Antonis Samaras con il 27,81% e 76 seggi. Terzo partito si conferma l'estrema destra di Alba Dorata, che con il 6,28% conquista 17 seggi.

A breve distanza i centristi di To Potimai con il 6,05%, a seguire i comunisti del Kke, che hanno ottenuto il 5,47% Greci Indipendenti (formazione scissionista di Nea Dimokratia) ha preso il 4,75%, così come i socialisti del Pasok di Evangelos Venizelos (prima del crollo il partito che si alternava con Nd al potere dalla caduta del regime dei colonnelli nel '74) con il 4,68%.  L'affluenza è stata del 63,9, più alta del voto precedente quando andò a votare il 62,5%.


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Preparate il tappabuchi

Written By Unknown on Sabtu, 24 Januari 2015 | 15.11

Con determinazione Matteo Renzi è riuscito nell'intento di portare a casa la tanto attesa riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto Jobs Act. Ma il premier non ha tirato fuori la stessa decisione nel caso dei fondi pensione, visto che non è stato preso alcun provvedimento per rilanciare i questi strumenti che servirebbero oggi più che mai a integrare le pensioni pubbliche, che in futuro saranno più magre rispetto a oggi. Una situazione destinata a peggiorare proprio con il varo del Jobs Act.

Il provvedimento infatti inserisce nel mercato del lavoro italiano elementi di maggiore flessibilità dando la possibilità alle aziende di licenziare con più libertà rispetto a quanto è stato possibile finora. Questa è stata una riforma richiesta a gran voce dall'Europa per rilanciare il sistema Italia alla prese con la crisi economica e un debito pubblico di dimensioni maxi. Ma, visto dalla parte dei lavoratori, il Jobs Act rischierà di rendere le carriere più intermittenti. Ciò vuol dire che i dipendenti avranno più periodi di vuoti contributivi, nei quali cioè non verseranno contributi perché appunto non lavoreranno.

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La Bce e lo strabismo di Venere

Mario Draghi sembra aver fatto la sua parte. Nei prossimi 19 mesi la palla passerà alle banche italiane. Che avranno in pancia più di 100 miliardi di liquidità per far ripartire l'economia. Ma come faranno? Si può guardare all'esperienza americana, con un profondo distinguo finale. La liquidità iniettata subito dopo il collasso Lehman andò per un primo periodo quasi esclusivamente a beneficio delle società e banche quotate. Che dovevano sistemare i conti e far sparire l'immondizia nascosta nei bilanci. Solo successivamente, e gradatamente, la liquidità amazzonica confluita nel sistema delle banche e delle compagnie assicurative cominciò, per vasi comunicanti, a confluire nell'economia reale. Il vero punto di svolta, nelle analisi di molti economisti, è stato quando le case in America hanno smesso di scendere di prezzo, ricreando quell'effetto ricchezza che ha poi sostenuto consumi e investimenti. L'indice Case Shiller è chiaro: dal 2008 al febbraio 2012 le case americane hanno perso il 26% di valore; dal minimo a oggi, esso è risalito del 22%. Per ritornare al livello del 2008 c'è un 9% che ancora manca ma la tendenza è chiara. Il pil americano non ha seguito pedissequamente lo stesso andamento, ma è chiaro che la ripartenza del mercato immobiliare ha trovato poi nel Qe un propellente formidabile.

In Italia il primo Qe mascherato di Draghi nel 2012 si pensava fosse sufficiente per rimettere a posto i bilanci delle banche. Non è stato così. Una volta sterlizzata quella prima forte immissione di liquidità, rivendendo i titoli comprati, la Bce ha proceduto a storcere il braccio alle banche imponendo loro asset quality review e altre piacevolezze dirette a mortificare la loro già scarsa predisposizione a prendersi rischi nel finanziare l'economia reale. Certo, non hanno chiesto il fallimento di migliaia di aziende che lo meritavano, nessuno lo nega. Ma da lì a tornare a prendersi soverchi rischi nel lending c'è ancora molta strada da fare. Il mercato immobiliare, salvo alcune isole felici (centri storici per case di pregio) è ancora molto lontano da una chiara ripartenza. Per non parlare di capannoni e uffici, dove la tragedia è ancora in atto. Le banche potranno fare qualcosa per risollevare questo settore? Dipende da quanta sofferenza immobiliare hanno ancora in pancia, istituto per istituto.

Morale? Verosimilmente in un primo periodo, il Qe di Draghi si tradurrà, come ha già anticipato a Class Cnbc quella vecchia volpe di George Soros, in una fiammata inflazionistica delle attività finanziarie europee, quindi azioni & c. Solo in un secondo periodo (difficile stabilire quando) questa ricchezza, favorendo anche aumenti di capitale e nuovi collocamenti di società, si riverbererà sugli investimenti di lungo periodo. Ma perché ciò avvenga sono necessarie due condizioni. La prima è che il governo Renzi si faccia venire qualche idea concreta per il rilancio del settore immobiliare. La seconda è che dai vari organismi preposti (Eba, Bce, Bankitalia e via dicendo) le banche vengano messe in condizioni regolamentari di poter accettare un maggiore grado di rischio nei loro prestiti o investimenti. In fondo la Bce vuole fortemente che ci sia qualcuno che riprenda a spendere e investire: si tratta di due attività in questo momento ancora molto rischiose. Se non si rivedono le regole di patrimonializzazione, lo strabismo della Bce sarebbe più evidente di quello di Venere. (riproduzione riservata)


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Piazza Affari prevista positiva in apertura. Oggi è il giorno di Draghi

Written By Unknown on Kamis, 22 Januari 2015 | 15.11

I listini azionari europei dovrebbero aprire in rialzo, sostenuti dalle attese per il lancio del QE da parte della Bce. Qualsiasi cosa decida l'Eurotower, gli effetti saranno ampi sui mercati. Ieri la reazione degli investitori ai rumors sulla proposta del Comitato esecutivo di un piano da 50 mld euro al mese per un anno è stata variegata.

Le indiscrezioni sono in linea con le aspettative di mercato per un programma compreso tra i 500 e i 1.000 miliardi di euro di acquisti di titoli di Stato. Tuttavia le aspettative sono talmente alte da comportare rischi di delusione. Uno dei dettagli sconosciuti riguarda la distribuzione degli acquisti alle banche centrali nazionali e la condivisione del rischio o meno, ma determinanti sono anche data d'inizio, dimensioni e durat.

Sempre sul fronte macro attesi oggi anche i dati sul fatturato dell'industria in Italia a novembre, l'indice della fiducia dei consumatori EURO-19 a gennaio (preliminare) e da oltreoceano le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione Usa. 

A piazza Affari da seguire ancora le banche, in particolare le popolari, dopo i recenti rialzi legati alla riforma del settore. Ma attenzione anche al duo Carige -Bpm  dopo le ipotesi di stampa sulle mosse di Andrea Bonomi.

Nel mirino anche ad Eni , ieri in recupero con un +3,5%. Ovviamente il driver principale resta l'andamento del prezzo del petrolio.


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Il gruppo Espresso vende Deejay TV a Discovery

Il gruppo Espresso ha venduto a Discovery Italia All Music, la società che editrice di Deejay TV per un valore attorno a 17 milioni di euro. La finalizzazione dell'operazione è prevista entro la fine  di gennaio.  In seguito all'accordo, Discovery Italia (ha in portafoglio canali quali REal Time, K2, Frisbee, Eurosport)  produrrà il canale in partnership con Elemedia, società cui fanno capo le emittenti radiotelevisive del gruppo Espresso, sempre col brand Deejay TV.

Il titolo l'Espresso ha aperto bene a Piazza Affari con un rialzo del 2,78% a 0,998 euro.

Il valore dell'operazione è stato stimato prudenzialmente in 17 milioni di euro, con variazioni in funzione di alcuni parametri tra i quali i risultati di posizionamento del canale nell'ambito del settore della televisione digitale terrestre free, al consolidamento del brand e ad iniziative congiunte legate al mondo digitale e pubblicitario.

Marinella  Soldi, President & Managing Director Discovery Networks Southern Europe e amministratore delegato Discovery Italia, ha detto che il gruppo Discovery "si consolida come terzo editore nazionale per share e dà vita a un sistema multipiattaforma e digitale basato su contenuti di qualità". Con l'acquisizione di Deejay TV, Discovery Italia debutta nella tv generalista.

Il canale continuerà ad essere distribuito sui multiplex di Persidera (Joint Venture fra Time del gruppo Telecom Italia  e Gruppo Espresso ).


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Il Ftse Mib sale in attesa Zew, ancora denaro sulle popolari

Written By Unknown on Selasa, 20 Januari 2015 | 15.11

Le borse europee salgono in avvio di seduta, mentre si avvicina l'appuntamento con il consiglio della Bce che giovedì dovrebbe annunciare l'estensione del quantitative easing ai titoli di Stato. L'attenzione si concentra sui dettagli del piano. Le stime degli operatori convergono su un programma delle dimensioni di 600 miliardi di euro, importo giudicato non sufficiente per riportare l'inflazione della zona euro verso il target inferiore ma vicino al 2%.

Altro punto determinante sarà l'assunzione del rischio che, secondo indiscrezioni, potrebbe ricadere in buona parte sulle singole Banche centrali. Ieri fonti vicine al dibattito hanno riferito di tentativi dell'ultimo minuto da parte della Bundesbank, dichiaratamente contraria al QE, di annacquarlo e di ritardare la decisione sugli aspetti più decisivi, mentre la numero uno del Fmi, Lagarde, ha sottolineato l'alta correlazione tra l'efficienza del QE e la mutualizzazione dei rischi.

Proprio il Fondo monetario internazionale ha dimezzato la stima sulla crescita del pil italiano, portandola allo 0,4% dallo 0,8% dell'ultima proiezione di ottobre. L'aggiornamento del World Economic Outlook, pubblicato stamane a Pechino, prevede un'accelerazione del tasso di crescita dell'economia a 0,8% solo l'anno prossimo. La nuova proiezione su quest'anno è perfettamente allineata a quella indicata venerdì scorso dalla Banca d'Italia e da confrontare con lo 0,6% programmatico della legge di stabilità.

Nel ridurre anche le stime di crescita a livello globale per il 2015 di 0,3 punti percentuali sia per l'anno in corso sia per il 2016, il Fmi ha spiegato che i nuovi fattori che sostengono la crescita, come il calo dei prezzi del greggio e il deprezzamento di euro e yen sono offuscati dal persistere di forze negative tra cui gli effetti perduranti della crisi e la crescita potenziale in calo di molti Paesi.

Intanto però la prospettiva sempre più concreta di un quantative easing continua a schiacciare ai minimi storici i rendimenti dei titoli di Stato della zona euro: lo spread Btp/Bund scambia a livelli pre-crisi a 128 punti base con un tasso del decennale italiano all'1,67%. Il cambio euro/dollaro tratta a 1,1588 dopo la pubblicazione dell'indice dei prezzi alla produzione della Germania. Il dato di dicembre è risultato in calo dello 0,7% mese su mese e dell'1,7% anno su anno, peggio delle attese del consenso a -0,4% mese su mese e al -1,4% anno su anno.

Dopo i dati macro provenienti dalla Cina, a partire dal pil che si è espanso in tutto il 2014 al ritmo più lento degli ultimi 24 anni al 7,4%, leggermente al di sotto del target del governo del 7,5%, il focus di giornata sarà sull'indice Zew, barometro della fiducia di analisti e investitori tedeschi, che a gennaio dovrebbe essere cresciuto a 40 da 34,9 di dicembre.

Sul listino milanese, con il Ftse Mib in rialzo dello 0,35% a quota 19.549 punti, sono ancora da monitorare le banche popolari perché all'interno del pacchetto di norme cosiddetto "investment compact", all'esame dell'odierno consiglio dei ministri, sarà inserito un provvedimento sulla razionalizzazione del credito bancario. Una bozza prevede l'abrogazione del voto capitario nelle banche popolari, passo che potrebbe aprire una fase di consolidamento del settore.

Proprio la Banca Popolare dell'Emilia Romagna  (+1,89% a 5,65 euro), la Banca Popolare di Vicenza e la Banca Popolare di Milano  (-0,15% a 0,682 euro) saranno ascoltate oggi in audizione dalla commissione Finanze del Senato. Spunti sul tema potrebbero arrivare anche dall'esecutivo dell'Abi, a cui partecipa tra gli altri Visco. In evidenza il Banco Popolare  (+0,58% a 10,46 euro), meno Ubi Banca  (+0,33% a 6,14 euro) e la Popolare di Sondrio  (-0,18% a 3,238 euro).

Bene il Credito Valtellinese  (+5,20% a 0,88 euro), spinto anche dalle indiscrezioini di stampa secondo cui il fondo di private equity Permira ha messo sul tavolo 2,2 miliardi di euro per l'Istituto Centrale delle Banche Popolari (ICBPI): la banca valtellinese è il primo socio di questa società con il 20,4% del capitale.

E visto che la riforma delle banche popolari potrebbe favorire il processo di consolidamento del sistema bancario, Mps  (+1,47% a 0,483 euro) e Banca Carige  (+0,47% a 0,0646 euro) continuano a salire sull'ipotesi di una fusione in arrivo, magari con Bpm  l'una e Ubi Banca  (+0,57% a 6,15 euro) l'altra.

In rosso Luxottica  (-2,29% a 48,74 euro), che ha comunicato a mercato chiuso il dato preliminare sul fatturato rettificato 2014 salito a 7,6 miliardi di euro (+6,7% anno su anno); meglio Yoox (+1,06% a 18,04 euro) anche se Goldman Sachs hanno ha tagliato parecchio le stime di utile della società (oltre il 35%), confermando comunque il rating buy sul titolo.

Ubs è invece intervenuta su Pirelli  & C. (+1,68% a 12,09 euro), alzando il giudizio da neutral a buy e il prezzo obiettivo da 12 a 14 euro. La stessa banca d'affari ha alzato il target price di Italcementi  (+0,19% a 5,25 euro) da 4,5 a 5 euro (rating neutral), viceversa ha abbassato quello di Buzzi Unicem  (+0,35% a 10 euro) da 13,5 a 13,3 euro, mantenendo in ogni caso buy. Infine, Societe Generale  ha promosso Saras  (+2,53% a 0,93 euro) da sell a hold.


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Germania, calano i prezzi alla produzione a dicembre

Germania, calano i prezzi alla produzione a dicembre - MilanoFinanza.it

MF Online

Germania, calano i prezzi alla produzione a dicembre




Scivolano i prezzi alla produzione in Germania. Il dato di dicembre comunicato dall'Ufficio Federale di Statistica tedesco, ha segnato una variazione negativa dello 0,7% dopo la variazione nulla del mese scorso. Le attese avevano previsto un calo dello 0,4% Rispetto allo stesso mese dell'anno precedente i prezzi hanno segnato una diminuzione dello 1,7%. Il dato è peggiore delle attese che avevano previsto un calo dell'1,4%.




 
 


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Profondo rosso per la borsa cinese (-7,7%). Tokyo positiva

Written By Unknown on Senin, 19 Januari 2015 | 15.11

Apertura di settimana in profondo rosso per la borsa cinese il cui indice Shanghai Composite ha chiuso sotto del 7,7%,   la caduta più fragorosa dal 2008 che ha azzerato i guadagni da inizio anno dopo il blocco imposto sul margin trading a tre dei più grandi broker del Paese. Tra i titoli con il rosso più pesante c'è Bank of China che è crollata oltre il limite del 10%.

Le autorità cinesi stanno attuando un giro di vite sui margini degli investimenti perché temono che un rialzo delle azioni di oltre il 60% negli ultimi mesi sia insostenibilie e possa essere fonte di instabilità.

Lo scorso novembre c'è stata la storica apertura della borsa di Shanghai agli investitori esteri che grazie al nuovo collegamento con il listino di Hong Kong possono, seppure in maniera graduale, acquistare azioni quotate nel listino principale cinese.

Anche per questo motivo il tonfo di Shanghai ha avuto conseguenze sul listino di Hong Kong (Hang Seng -2%), mentre non si è registrato invece alcun impatto sulle altre borse asiatiche con Tokyo che ha fatto segnare un rialzo dello 0,89%. L'indice Nikkei è così tornato sopra i 17 mila punti chiudendo a 17.014 sulla scia di ulteriori stimoli monetari da parte della banca centrale giapponese.

In Giappone è sceso dello 0,5% m/m la produzione industriale novembre in linea con le attese, mentre è salita a 38,8  la fiducia dei consumatori.

Intanto da rilevare che oggi Wall Street resterà chiusa per la festa del Martin Luter King's Day. Mentre per domani si attendono sempre dalla Cina i dati sul pil del Paese e si capirà se l'economia cinese avrà centrato nel 2014 il target di crescita del 7,5%.

E il petrolio ha aperto in calo. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti scende di 37 centesimi a 48,32 dollari e quelli sul Brent arretrano di 37 centesimi a 49,80 dololari al barile.


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Borse Ue, apertura di settimana con il fiato sospeso

Settimana chiave quella che si apre oggi per le borse europee in attesa del meeting della Bce di giovedì dal quale è atteso il lancio del piano di Qe. Sono ormai in pochi a dubitare che il Consiglio direttivo della Banca centrale europea lanci acquisti di titoli di Stato nella riunione del 22 gennaio. L'attenzione, poi, si sposterà sulle elezioni in Grecia, in agenda per il prossimo weekend.

Nell'attesa sono previste sedute dove il sentiment sarà improntato alla prudenza per le borse europee. Che oggi restano anche orfane di Wall street chiuso per la festa del Martin Luther King's Day.

In ogni caso, nonostante il crollo di Shanghai (-7,7%) che peraltro non ha avuto effetti su Tokyo, si preannuncia un'apertura in rialzo per i listini azionari europei, in scia alla chiusura positiva di Wall Street di venerdì. Oggi non saranno peraltro diffusi dati macro rilevanti.

A Piazza Affari da seguire il comparto bancario e in particolare le popolari in scia alle indiscrezioni di stampa sulla possibile riforma del settore. Occhi puntati su Intesa Sanpaolo  dopo le parole del Ceo, Carlo Messina, che ha sottolineato come la banca cercherà crescita esterna anche nei settori del private banking e dell'asset management.

Focus su Finmeccanica  di riflesso alle indicazioni del piano di Insigma per le controllate Ansaldo  Breda e Ansaldo Sts  e su Generali che è salita al 100% di Generali Ppf Holding (Gph).

Da seguire anche Salini Impregilo  dopo il completamento della centrale idroelettrica di Sogamoso in Colombia. Da monitorare, infine, la Juventus F.C . che grazie alla vittoria sul Verona e al contemporaneo pareggio dell'As Roma  ha allungato in vetta alla classifica.

Nel frattempo stamani l'euro ha scambiato poco mosso nei confronti del dollaro in Asia. Il cambio dollaro/yen tratta a 117,13 da 117,61 in chiusura venerdi' a New York, dopo essere sceso fino a 116,92. L'euro/dollaro è a 1,1568 da 1,1569 e l'euro/yen a 135,46 da 136,07. Il cross euro/dollaro probabilmente si deprezzerà nel medio periodo in scia alle politiche monetarie divergenti di Eurozona e Stati Uniti, ma il cross potrebbe rimbalzare per ora, afferma Jp Morgan.

Il mercato valutario sembra aver prezzato la possibilità di acquisti di bond su larga scala da parte della Bce, ma "resta incerto se un annuncio da 500 miliardi di euro possa far indebolire ulteriormente l'euro", aggiungono da Jp Morgan. "Un rimbalzo della moneta unica non sarebbe una sorpresa", spiegano gli analisti della banca, evidenziando la portata delle posizioni short sulla moneta da parte degli investitori speculativi.


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Impennata finale di petrolio e Wall Street

Written By Unknown on Minggu, 18 Januari 2015 | 15.11

Dopo cinque giorni di chiusure con il segno meno, Wall street sul finale di seduta ha avuto un'impennata rialzista che ha portato l'indice Dow Jones a guadagnare l'1,1% fino a quota 17.511,57, lo S&P 500 circa l'1,3% e il Nasdaq l'1,39% a 4.634,38.

All'origine del rimbalzo c'è soprattutto il recupero del petrolio: a New York chiusura delle contrattazioni sul Wti in ascesa di 2,44 dollari (+5,2%) a 48,69 dollari al barile.

Buone notizie però sono giunte anche dal fronte delle trimestrali. I conti di Intel si sono rivelati sopra le attese e anche quelli di Goldman Sachs, nonostante il calo dei profitti e dei ricavi, sono stati superiori alle previsioni degli analisti.


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Lombard Odier, l'impatto delle decisioni della Bns

Giovedì 15 gennaio la Banca Nazionale Svizzera (Bns) ha deciso di abolire la politica di tasso di cambio minimo. Ha ridotto inoltre il tasso d'interesse di riferimento a -75bp sui depositi a vista (oltre la soglia di esenzione). Inoltre, la Bns ha nuovamente abbassato in zona negativa il margine di fluttuazione del Libor a tre mesi, tra -1.25% e -0,25% (fino ad ora
era stato tra -0.75% e +0,25%). Ecco quali saranno le principali conseguenze secondo Salman Ahmed, specialista di Lombard Odier Investment Managers.

1) Secondo le dichiarazioni della Banca, le divergenze nelle politiche monetarie delle principali aree valutarie sono aumentate in modo significativo, una tendenza che dovrebbe diventare ancora più pronunciata. Questa mossa sembra essere una risposta preventiva alla possibilità sempre più probabile che la Bce lanci un programma di Qe. Eventualità rafforzata ieri dal via libera della Corte di giustizia europea. Un ulteriore allentamento da parte della Bce significherebbe un incentivo ancora più forte all'acquisto di asset in euro da parte della Bns, con il conseguente incremento di bilancio già aumentato all'85% del Pil.

2) Abbandonando il tasso di cambio minimo (invece di correggerlo), la Bns ha riacquistato la flessibilità nella gestione della politica monetaria e ora può farlo senza essere influenzata dalle scelte della Bce, almeno nel breve termine. Questo significa anche che i tassi d'interesse dovranno compensare le pressioni di apprezzamento sulla valuta. In termini di effetti economici reali, l'apprezzamento della valuta farà male all'economia svizzera e creerà nuove pressioni deflazionistiche.

3) La Bns ha dichiarato che nelle decisioni di politica monetaria terrà conto degli sviluppi sui cambi, il che in parole povere significa un regime di gestione del tasso di cambio più opaco e relativamente più flessibile per il futuro. Detto questo, l'abolizione del tasso di cambio minimo comporterà una perdita di credibilità in questo frangente. L'implicazione chiave, oltre alla volatilità a breve termine nei cambi del franco svizzero, sarà un impulso per gli asset con duration piu lunga, mentre i tassi di interesse a breve termine di un certo numero di paesi si assesteranno in territorio negativo.

4) Quando le acque si saranno calmante e il decoupling delle economie sarà più pronunciato, è possibile che il franco svizzero inizi a deprezzarsi contro il dollaro americano alla luce del fatto che i tassi di interesse negativi in Svizzera cominceranno ad
avere effetto. A livello strutturale, la cosa più seria è la non capacità dell'economia dell'Eurozona nel rispondere positivamente all'evolversi del contesto di politica monetaria, con la conseguenza che la sua politica rimarrà accomodante per un prolungato periodo di tempo.

5) Gli sviluppi relativi alla valuta eserciteranno una forte influenza per l'impatto dei tassi sull'economia reale. Alla luce delle questioni strutturali, i tassi di interesse, che sono adesso negativi, probabilmente rimarranno tali per un considerevole periodo di tempo, visto che la politica monetaria non riesce ad avere gli effetti sperati e la politica fiscale è ancora paralizzata.


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Utility, tre buy e tre sell secondo Citi

Written By Unknown on Jumat, 16 Januari 2015 | 15.11

Nel 2014 il settore delle utility ha registrato sui listini europei una performance del 13,3%, superiore a quella del mercato, ma dall'inizio del 2015 ha perso il 3,6% del suo valore. Come si comporterà nei prossimi mesi in uno scenario dei prezzi delle commodity in calo? Secondo gli analisti di Citi vanno privilegiate le società altamente regolamentate, con solidi bilanci e presenza globale.

I titoli da comprare:

1) Iberdrola. Il gruppo spagnolo, che capitalizza 35,3 miliardi di euro, trarrà vantaggio dall'evoluzione del settore grazie alla diversificazione degli asset. E' uno dei pochi operatori che riuscirà a incrementare l'utile senza nuove acquisizioni, con l'eps (utile per azione) che è stimato in aumento al ritmo dell'8,7% annuo fra il 2014 e il 2017. Proprio tenendo conto di queste prospettive, lo sconto che il mercato attribuisce attualmente al titolo, che tratta 14 volte l'eps 2015, è eccessivo. Il target price è 6,10 euro (+11%), mentre il rendimento della cedola 2015 è 5,3%, a fronte di un payout ratio (monte dividendi/utili) del 70%. Negli ultimi 12 mesi ha realizzato una performance del 19%.

2) Enagas. I punti di forza della società (6,2 miliardi di euro di capitalizzazione), che merita il rating buy, sono l'alta visibilità degli utili e la solida generazione di cash flow. Nonostante la maturità del mercato, il settore spagnolo delle infrastrutture per il gas offre prospettive positive a lungo termine, alla luce del ruolo crescente del segmento Lng (liquefied natural gas) in Europa. La maggiore chiarezza nella regolamentazione porterà a un piano volto a ottimizzare la redditività, migliorare la politica dei dividendi e incentivare l'espansione internazionale. Il titolo, che tratta 14 volte l'eps 2015, merita un prezzo obiettivo di 30 euro (+15,4%). Il dividend yield 2015 è 5,4%, mentre il payout è intorno all'85%. La performance negli ultimi 12 mesi è stata del 32%.

3) Edf. Target di 23,30 euro per il gigante francese (40 miliardi di euro di capitalizzazione), che viene scambiato sul listino di Parigi 11,4 volte l'utile atteso nel 2015. Il giudizio positivo è motivato dall'alto potenziale della società, in termini di crescita degli utili e dei dividendi. Secondo gli analisti è inoltre uno degli operatori meno sensibile alle pressioni strutturali che gravano sul settore. Il rendimento della cedola è elevato (5,9%), a fronte di un payout ratio del 67%.

I titoli da vendere:

1) Fortum. I bassi prezzi dell'energia nel Nord e la svalutazione del rublo contro l'euro sono due aspetti che incideranno negativamente sul titolo (15,5 miliardi di capitalizzazione), creando ulteriore pressione sui margini reddituali. Ai prezzi attuali l'azione incorpora l'ipotesi di una sostanziale ed elevata creazione di valore conseguente ai profitti delle pianificate cessioni del network svedese, ma non c'è certezza che ciò avvenga nei tempi stabiliti, creando pressioni al ribasso sui dividendi nel medio termine. Il prezzo obiettivo di 16,50 euro è inferiore alle quotazioni attuali (17,3 euro). Fortum, che tratta 15,6 volte l'eps 2015, vanta un rendimento della cedola 2015 del 6,3%, menttre il payout ratio è del 50%.

2) Rwe . Rating sell anche per il gruppo tedesco (13,5 miliardi di euro), a causa di una visione negativa sul mercato dell'energia del Centro Europa e dei dubbi sulla capacità della società di tagliare i costi e gli investimenti più di quanto già annunciato per controbilanciare la pressione sul fatturato. Il prezzo obiettivo del titolo, che tratta 10,8 volte l'eps 2015, è 26,30 euro, mentre il dividend yield 2015 è 4,4%. Il payout ratio è 48%.

3) Sse.Gli utili saranno schiacciati al ribasso nel breve termine a causa dei minori prezzi dell'energia Uk e della ripresa più debole di quanto atteso dal consensus di mercato. La valutazione di 13,90 sterline è inferiore alle quotazioni attuali (14,80 sterline). Il titolo, che capitalizza 14,6 miliardi di sterline, viene scambiato sul listino di Londra con un multiplo di 13 sull'utile previsto nel 2015. Il rendimento della cedola 2015 è 5,9%, a fronte di un payout alla stessa data del 79%.


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Piazza Affari cerca di consolidare il balzo

Partenza vista poco sotto la parità per le piazze europee. "Mi aspetto un assestamento in apertura dopo il balzo di ieri", afferma un gestore interpellato da MF-Dowjones, che vede in avvio il Ftse Mib poco sotto quota 18.800 punti, con un calo intorno allo 0,4%. Alla vigilia il principale indice di piazza Affari ha chiuso la seduta con un +2,36% a 18.844 punti.

"Tanti i dati macro in agenda oggi. In primo luogo l'inflazione tedesca a dicembre, risultata in linea con le stime a +0,2% a/a. Seguiranno alle 11:00 i dati sull'inflazione europea, ovviamente da monitorare in vista di un possibile annuncio del QE da parte della Bce", spiega il gestore.

Nel pomeriggio dagli Usa verranno resi noti l'inflazione a dicembre (14:30), la produzione industriale, sempre relativa al mese scorso (15:15) e l'indice di fiducia delle famiglie elaborato dall'Università del Michigan per il mese di gennaio (16:00).

A piazza Affari da seguire Mps , dopo il vertice del top management in Bce di ieri sul piano. Come scrive MF-Milano Finanza, tra i punti oggetto di discussione vi sarebbe stata la possibilità che la banca senese possa procedere a contabilizzare già nel bilancio 2014 rettifiche aggiuntive su crediti rispetto agli 1,1 mld già spesati nei nove mesi e a quelle attualmente previste per il quarto trimestre.

Viene citata anche l'ipotesi di un incremento dell'aumento di capitale (fino a circa 4,5 mld euro). La stampa sostiene poi come non sia escluso che la Bce possa prendersi qualche giorno in più per il via libera al Capital Plan della banca, che potrebbe dunque arrivare dopo il 4 febbraio.

Attenzione poi a Eni , sempre alla luce dell'andamento del prezzo del petrolio, e a Fca dopo i dati sulle immatricolazioni auto a dicembre in Europa.


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BlackBerry vola sull'ipotesi di un'acquisizione da parte di Samsung

Written By Unknown on Kamis, 15 Januari 2015 | 15.11

Giornanta sull'ottovolante per BlackBerry dopo le indiscrezioni di Reuters e Cnbc su di un'offerta da 7,5 miliardi per l'acquisizione da parte di Samsung, smentite nel giro di un'ora da entrambe le societ. BlackBerry "non è coinvolto in trattative con Samsung in merito a un'offerta per acquisire" il gruppo canadese. Con questa frase il produttore di smartphone nordamericano ha smentito voci secondo cui quello sudcoreano sarebbe disposto a offrire fino a 7,5 miliardi di dollari. Affermazione confermata anche dal colosso coreano che, con una dichiarazione estremamente concisa affidata a una nota di sole sette parole in inglese, ha affermato che "le indiscrezioni di stampa sull'acquisizione sono senza fondamento".

Le smentite hano fatto sgonfiare il titolo BlackBerry, che negli ultimi 20 minuti di scambi sul Nasdaq aveva preso letteralmente il volo finendo in rialzo del 29,71% a 12,595 dollari. Nell'after-hours, successivamente alla diffusione del breve comunicato da Waterloo, Ontario, le azioni sono arrivate a cedere oltre il 16%.

L'obiettivo sarebbe quello di mettere le mani sul suo portafoglio di brevetti, valutato da solo oltre un miliardo e mezzo di dollari, e di sfruttare i molti settori in BlackBerry è quasi imbattibile, a partire dalla sicurezza dei suoi dispositivi e della piattaforma per la gestione di tutti i dispositivi mobili aziendali, BlackBerry Enterprise server, oltre al forte posizionamento nel settore dell'internet of things.

BlackBerry ha infatti acquisito anni fa Qnx, una società che ha sviluppato un sistema operativo robusto ma al tempo stesso poco impegnativo in termini di risorse, che ha poi utilizzato come base per il software dei propri dispositivi. Lo stesso software è però utilizzato  nell'industria aeronautica, in quella automobilistica e si sta rivelando perfetto per gestire centinaia di milioni di oggetti collegati a internet.


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Morgan Stanley, focus su sette minerari

I prezzi dei metalli di base sono sotto pressione (indice Lmein calo del 10% dal 14 novembre), a causa della debole domanda globale, del rafforzamento del dollaro e del crollo della quotazione del petrolio. In controtendenza l'oro, a causa delle speculazioni legate alla pur improbabile uscita della Grecia da Eurolandia, con una stima di 1.180 dollari l'oncia nel 2015. Le performance del gruppi minerari hanno risentito di questa situazione. Ecco secondo gli analisti dell'investment bank Usa come approfittare delle basse valutazioni, alla luce di rendimenti delle cedole molto attraenti.

1) Rio Tinto. Il colosso anglo-australiano, che a Londra capitalizza 82 miliardi di dollari, merita un prezzo obiettivo di 3.580 pence che corrisponde a un upside del 22% dal prezzo attuale. Il ritorno ai principi degli anni Ottanta e Novanta portano alla migliore combinazione fra attenzione ai dividendi e reinvestimenti per la crescita. Anche lo stato patrimoniale resta forte. Inoltre Rt ha la possibilità di fondere o cedere altri asset, garantendo la flessibilità del capitale. Il rendimento della cedola è stimato 5,3% nel 2015 e 5,6% nel 2016.

2) Norilsk Nickel. Prezzo obiettivo di 20 dollari, che implica un margine di rialzo del 29%, per la società mineraria, che ha un rendimento della cedola a doppia cifra (12,5% nel 2015 e 13,3% nel 2016), sostenuto dalla generosa creazione di free cash flow (fcf). La capacità di generare utili è sottostimata dal mercato, così come l'impatto del taglio dei costi. Il rapporto rischio/rendimento di questo titolo, che capitalizza 24,6 miliardi di dollari, è quindi attraente.

3) Fresnillo. Rating positivo (overweight) anche per il gruppo (9,2 miliardi di dollari di capitalizzazione), che controlla miniere di argento e oro in Messico, con prezzo obiettivo 860 pence (+4%). Nonostante lo scenario debole del prezzo dell'argento, ha la possibilità di migliorare il free cash flow nei prossimi mesi, essendo un produttore a basso costo, senza influenzare i target di lungo termine e la crescita degli utili. Il rendimento della cedola è trascurabile.

4) Lundin Mining. Le prospettive della compagnia mineraria svedese sono migliorate dopo l'acquisizione di Candelaria. La valutazione del titolo è adeguata e il gearing di bilancio non è eccessivo. Inoltre è esposta alle commodoties favorite dagli analisti (rame, zinco e nickel). Il target price del titolo, che capitalizza 3,1 miliardi di dollari, è 42 corone svedesi è del 20% superiore alle quotazioni attuali, mentre il dividend yield è inferiore all'1%.

5) Bhp Billiton. Il colosso minerario guidato da Andrew Mackenzie, che sul listino di Londra capitalizza 109 miliardi di dollari, merita un target price di 1.750 pence, del 30% superiore ai livelli attuali, perché sconta la debolezza del prezzo del ferro, del carbone e del petrolio. Il gruppo è però in grado di superare le difficoltà legate al ciclo economico e sarà più attivo nei reinvestimenti per proteggere le cedole. Il dividend yield è 6,3% nel 2015 e 6,6% nel 2016. Il rating è overweight.

6) Boliden. Rating neutrale e prezzo obiettivo 125 corone, contro una quotazione recente di 131, per il gruppo svedese specializzato nei segmenti rame e zinco, che è sopravvalutato del 5%. Dopo aver registrato una performance superiore a quella dei concorrenti, gli spazi di crescita del titolo (che capitalizza 4,4 miliardi di dollari) sono molto risicati, a mano di un'ulteriore svalutazione della corona. Il rendimento della cedola è 4,2% nel 2015 e 4,9% nel 2016.

7) Vedanta Resources. Rating underweight (sottopesare) per il gruppo minerario specializzato in rame, alluminio e zinco, con attività in India e Australia. Il titolo, che capitalizza sul listino di Londra 2 miliardi di dollari, è molto volatile a causa dell'alta leva finanziaria, che è superiore ai competitor, mentre i problemi in Zambia continueranno a persistere. La debolezza delle quotazioni del petrolio riduce inoltre la redditività in una delle aree chiave di crescita (Caim India). Attraente però il dividend yield (8,4% nel 2015 e 8,6% nel 2016).


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Borse europee attese in calo in apertura

Written By Unknown on Rabu, 14 Januari 2015 | 15.11

Partenza prevista debole per le principali piazze europee, penalizzate dall'accelerazione al ribasso di Wall Street nella seconda parte della seduta di ieri. "Mi aspetto un avvio in flessione dell'1,5%. Il Ftse Mib dovrebbe iniziare la seduta in area 18.450 punti", spiega un gestore. Il principale indice di piazza Affari alla vigilia ha chiuso a 18.708 punti (+1,96%). Pesa la forte discesa di Wall Street ieri dai massimi di giornata, con il Dow Jones che ha chiuso in modesto calo, ma di un 1% circa lontano dai top intraday.

"In generale, ritengo che fino a fine mese", quando ci saranno la riunione della Bce e le elezioni in Grecia, "dovremo abituarci ad eccessi di volatilità sull'azionario", prosegue il gestore. Si attende per oggi il parere della Corte di Giustizia Europea sul programma Omt. "Sarà importante valutare bene questo parere per capire se ci possano essere segnali anche in vista del Qe della Bce", sostiene il money manager.

Nel frattempo, la Banca Mondiale ha tagliato l'outlook sulla crescita globale nel 2015, con il Pil che viene visto a +3% dal precedente +3,4%. Sul fronte dei dati macro in pubblicazione oggi l'attenzione degli investitori sarà incentrata sulle vendite al dettaglio a dicembre negli Usa.

A piazza Affari da seguire le banche, e in particolare Mps . Come scrive MF-Milano Finanza, la banca punterebbe a esternalizzare la gestione operativa dei crediti in sofferenza non core, quelli cioè con un importo medio fino a 150.000 euro, pari all'80% delle posizioni complessive.

Tra i titoli industriali, focus invece su Enel , con la stampa che sostiene che il gruppo intenderebbe ritirare dal mercato bond per 4 miliardi di euro. Infine attenzione al settore del lusso dopo i dati di Burberry sulle vendite.


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