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Vittoria parziale nella contesa con Veba, Fiat auspica rapida soluzione

Written By Unknown on Rabu, 31 Juli 2013 | 15.11

Di Francesca Gerosa

Il titolo Fiat si riprende a Piazza Affari dopo la sentenza della Corte Usa sul contenzioso con il fondo Veba sul prezzo per l'acquisto della quota in Chrysler. Il titolo, sceso fino a un minimo a quota 5,875 euro in apertura, si stabilizza ora a quota 6,055 euro (+0,33%). La Corte del Delaware ha deciso che Fiat ha diritto di acquistare una parte della partecipazione di Veba in Chrysler in più tranche a un prezzo da determinarsi secondo una formula "predefinita" nell'ambito della causa con il fondo pensione del sindacato Usa.

Fiat ha preso atto della decisione della Corte Usa che le assegna una vittoria parziale nella controversia con il fondo sul valore di Chrysler. "Con la sua decisione, la Corte del Delaware ha accolto, senza ulteriore istruttoria, le domande di Fiat su due delle questioni più rilevanti della causa", recita una nota della casa torinese.

"La decisione del giudice di non fissare un prezzo per il 3,3% di Chrysler è una cattiva notizia, perché può ritardare il raggiungimento di un accordo di 3/9 mesi", avvertono gli analisti di Banca Akros (hold e target price a 6 euro confermati sul titolo Fiat).

La Corte ha però anche completamente rigettato le richieste di Veba di pronuncia senza istruttoria, compresa quella secondo cui Veba non potrebbe vendere la sua partecipazione in Chrysler al prezzo risultante dagli accordi "a causa dei divieti contenuti nelle Department of Labor's Prohibited Transaction provisions". E questo per gli analisti è positivo in quanto rende l'acquisto delle quote di minoranza di Chrysler da parte di Fiat più conveniente per il Lingotto.

Per gli esperti di Banca Akros la valutazione del 41,5% di Chrysler in mano al fondo oscilla intorno a 1,8 miliardi di euro. "Riteniamo che da un lato Fiat possa acquistare il 16,6% di Chrysler a un prezzo più economico, ma quando è ancora un punto interrogativo", spiegano alla banca. "Dall'altro lato Veba ha tutto l'interesse a procedere con un'Ipo a meno che Fiat intenda pagare di più per il resto della quota, il 24,9%. La notizia può dunque avere conseguenze negative nel breve termine".

Da parte sua il Lingotto auspica che attraverso l'istruttoria richiesta dalla Corte "possano essere presto risolte le poche questioni ancora aperte nel contenzioso e continua ad avere fiducia nel fatto che anche tali residue questioni saranno risolte in suo favore". Comunque in borsa il titolo Fiat è ancora frenato dal profit warning di Chrysler, anche se la casa torinese ha confermato i suoi target 2013.

Per gli analisti di Mediobanca Securities l'azione incorpora un certo appeal speculativo per il deal con Chrysler, che però è tutt'altro che certo, soprattutto in termini di tempi. "Anche se siamo più positivi sull'Europa, la valutazione tratta a un premio consistente rispetto ai competitor e quindi manteniamo il rating neutral su Fiat con un target price a 6,3 euro".

Anche gli analisti di JP Morgan, pur alzando stamani il target price su Fiat da 6 a 6,6 euro, hanno ribadito il rating neutral in quanto vedono ancora rischi per i volumi di mercato e difficoltà persistenti per quanto concerne i prezzi. Ciò nonostante, il broker ha aumentato le stime sul gruppo (eps 2013 da 0,27 a 0,29 euro per azione, ricavi da 86,6 miliardi a 88,81 miliardi e utile netto da 336 a 362 milioni) fiducioso sul fatto che i problemi produttivi in ??nord America verranno risolti e che l'Europa possa tagliare le perdite più velocemente del previsto.



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Crolla Telecom (-4,98%). Titolo sospeso a Piazza Affari

Di Paola Valentini

A piazza Affari Telecom Italia è stata sospesa dagli scambi dopo aver ampliato le perdite a un teorico -4,98% a 0,4 euro. Secondo indiscrezioni di stampa oggi dovrebbe tenersi un 'pre-consiglio' con la finalità di informare i rappresentanti dei soci della possibilità che sia necessario rafforzare il capitale.

 "Il rischio di un aumento è chiaramente riflesso dai multipli cui tratta il titolo e infatti da tempo è un tema di cui si parla. Siamo piuttosto dubbiosi che si discuta nel board di Telecom di questo adesso, in quanto sarebbe più logico valutare le possibilità di centrare gli obiettivi di deleverage a fine anno o la conseguente azione delle agenzie di rating", commentano gli analisti di Equita Sim.

La stampa ipotizza inoltre che i conti approvati domani contengano anche un'ulteriore svalutazione di goodwill per circa 2 miliardi. "Ci pare una ipotesi plausibile e senza impatti particolari per il titolo", spiega Equita. Su Telecom Italia il rating è hold, con target price a 0,7 euro.

"Le attuali deboli condizioni del mercato italiano e i risultati trimestrali che dovrebbero essere deboli potrebbero portare al terzo impairment in tre anni", commenta Banca Akros, che ricorda come le svalutazioni cumulate nel 2011 e nel 2012 siano state pari a 11,8 miliardi.

"Il goodwill contabilizzato da Telecom era ancora 32 miliardi a dicembre 2012. Un tale impairment in pratica cancellerebbe tutto l'utile netto atteso per il 2013", aggiungono gli esperti. Quanto a un possibile aumento di capitale, "affronterebbe la struttura del capitale ancora sbilanciata, in quanto il processo di de-leverage è più lento di quanto atteso. Una mossa fino a 4 miliardi non dovrebbe essere esclusa, in quanto ridurrebbe il rapporto debito/Ebitda a un livello intorno a 2,1", affermano gli analisti.

"Nel caso in cui il trend attuale dovesse persistere e in assenza di azioni portate avanti entro la fine dell'anno, un aumento di capitale diventerebbe un'opzione sempre piu' necessaria".



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Edison torna all'utile (152 milioni di euro)

Written By Unknown on Selasa, 30 Juli 2013 | 15.11

Edison torna in utile nel primo semestre registrando un utile netto di 152 milioni di euro contro una perdita di 49 milioni di euro di un anno fa. E a piazza Affari il titolo Edison risparmio guadagna il 6,1% a 0,90 euro.

I ricavi salgono a 6,2 miliardi contro i 5,8 di un anno fa e l'Ebitda, o margine operativo lordo, si attesta a 670 milioni di euro contro i 301 milioni del primo semestre 2012. Inoltre Edison fa sapere che "la chiusura in aprile dell'arbitrato per la fornitura di gas dall'Algeria, unitamente alla revisione dei contratti long term gas da Algeria e Qatar siglata in luglio, ha avuto un impatto positivo sui conti del semestre".

Edison prevede inoltre che, alla luce degli effetti positivi prodotti dalla revisione dei contratti gas e della positiva performance registrata dalla 'Filiera energia elettrica, l'ebitda 2013 si attesterà a circa 1 miliardo di euro.



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Troppe spese legali, l'utile trimestrale di Deutsche Bank si dimezza

Di Francesca Gerosa

Troppe spese legali e l'utile di Deutsche Bank si dimezza. Il colosso bancario tedesco ha chiuso il secondo trimestre con una flessione dell'utile netto a 334 milioni di euro, rispetto ai 656 milioni di euro dell'analogo periodo dell'anno precedente, disattendendo le attese degli analisti di 767 milioni di euro.

Il calo è legato ai costi legali, per i quali la banca ha messo da parte 630 milioni di euro. A pesare sono il coinvolgimento nell'indagine sulla manipolazione del tasso Libor, l'inchiesta sull'evasione fiscale del mercato del carbon-trading; l'azione della corte Usa per i mortgage-backed securities.

Anche l'utile ante imposte di 792 milioni è ben sotto le stime degli analisti (1,3 miliardi). Il risultato dell'istituto tedesco, i cui accantonamenti totali sono aumentati a 3 miliardi dai 2,4 miliardi del primo trimestre, appare in netto contrasto rispetto a quello delle altre banche.

Finora in questa tornata di risultati, le banche di investimento come Morgan Stanley, Goldman Sachs, JP Morgan e Bank of America hanno, infatti, mostrato risultati migliori delle previsioni degli analisti, in gran parte grazie alla forza del trading. Nel caso di Deutsche Bank i ricavi netti sono cresciuti, ma solo del 2% a 8,2 miliardi di euro, sostenuti principalmente dal contributo delle divisioni investment bank e retail bank.

Nel dettaglio, i ricavi delle attività di investment banking sono aumentati del 9% grazie al trading di azioni e alla solida emissione di securities. Mentre i ricavi derivanti dalla vendita e dal trading di debito e di altri prodotti hanno risentito di "un contesto più impegnativo" rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Inoltre, nel trimestre il margine netto d'interesse è sceso del 7% a 3,65 miliardi di euro, mentre gli accantonamenti per perdite su crediti sono aumentati del 13% a 473 milioni di euro. Solida la posizione patrimoniale con un Core Tier 1 al 30 giugno in base ai criteri di Basilea III che si è attestato al 10%. Alla Borsa di Francoforte il titolo Deutsche Bank perde il 3% e scivola a quota 34,8106 euro.



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Minibond, valanga in arrivo

Written By Unknown on Minggu, 28 Juli 2013 | 15.11

Il prossimo autunno si preannuncia ricco di novità in tema di finanziamento alle piccole e medie imprese italiane. D'altra parte lo ha detto chiaro il presidente di Assogestioni, Domenico Siniscalco, in un'intervista a MF-Milano Finanza pubblicata venerdì 26 luglio. Nelle scorse settimane si sono riuniti i tavoli di discussione per favorire gli investimenti in pmi e, ha detto Siniscalco, «siamo a buon punto e mi auguro si possa partire subito. Del resto ci sono già imprese che hanno emesso i primi minibond e anche le banche stanno avviando i cantieri».

Banche, sgr, consulenti e studi legali sono infatti tutti al lavoro; da un lato per selezionare le pmi non quotate potenziali emittenti di bond, che possano sfruttare le norme introdotte dal decreto Sviluppo dello scorso autunno, all'altro lato per strutturare fondi di investimento ad hoc da proporre agli investitori istituzionali e non. Perché questo volano si attivi, secondo Siniscalco, «non c'è bisogno di chiedere interventi legislativi o fiscali. L'importante è allineare il nostro interesse a quello generale. Solo in questo modo l'industria del gestito potrà offrire più risorse all'intero sistema economico».

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e tablet iPad, Android e Windows 8.



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Ubs, chi vince con la Merkel

Di Ester Corvi

Le elezioni in Germania si svolgeranno il prossimo 22 settembre. Ma c'è chi già si interroga sull'esito che avranno sui mercati finanziari. Per esempio gli specialisti di Ubs, che ritengono probabile al 70% una vittoria della Merkel contro il 30% di un cambiamento nell'attuale governo, hanno analizzato l'impatto che avrà sul listino azionario. Storicamente, la borsa di Francoforte ha evidenziato una migliore performance quando il Cdu/Csu è risultato il principale partito. In questo caso, considerando le elezioni dal settembre del 1953 al settembre del 2009, la borsa tedesca ha messo a segno una performance media del 2,1% a tre mesi, del 5,1% a sei mesi, del 3,6% a 9 mesi e del 5,1% a 12 mesi. Quando si è imposto l'Spd negli stessi periodi le variazioni sono invece 0,8%, -3,8%, -4,4% e -2,1%. Dal quadro globale al particolare, ecco i settori che battono il mercato quando vincono i partiti di destra.

1) Chimico. Il settore ha registrato una performance migliore della media dal 2000, una situazione che è legata principalmente al revival della old economy dopo il tramonto della new economy e alla forte espansione della Cina, da cui le società tedesche hanno tratto grandi benefici. Che, secondo gli analisti della banca d'affari svizzera, continueranno in futuro.

2) Risorse di base. La performance di questo comparto è più legata all'andamento dell'economia globale che alla vittoria di un partito o di un altro, ma secondo gli analisti ci sono alte chance che non deluda gli investitori. In passato ha registrato un migliore trend quando ha vinto il Cdu.

3) Beni di consumo. E' un altro settore che storicamente ha registrato una migliore performance nei periodi di governo guidati dal Cdu, soprattutto nel periodo 2005-2013. L'effetto è più evidente sei-nove mesi dopo le elezioni.

4) Engineering. Questo comparto in passato ha evidenziato una performance peggiore della media dopo una vittoria del partito Spd fin dalla metà degli anni Settanta. Nei periodi di governo guidati dal Cdu registra invece una performance relativamente migliore.

5) Alimentare. Dalle elezioni del 2009 il settore ha dimostrato di saper crescere più della media del listino, mentre in passato quando ha vinto il partito Spd ha avuto fortune alterne. Il trend favorevole, secondo gli esperti, è destinato a proseguire.

6) Banche. Gli istituti di credito tedeschi temono gli effetti di una regolamentazione più severa del settore da parte di una coalizione di sinistra. Una vittoria del Cdu è quindi relativamente più favorevole e ne dovrebbe sostenere la performance, anche se molte banche sono deboli dal punto di vista patrimoniale.

7) Assicurazioni. Sebbene una delle riforme più favorevoli per le compagnie assicurative sia avvenuta durante una fase di governo Spd (post-1998 governo Schroder), gli analisti ritengono che il settore trarrebbe vantaggio da una vittoria del Cdu, come è avvenuto in passato.



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Ubs, chi vince con la Merkel

Written By Unknown on Sabtu, 27 Juli 2013 | 15.12

Di Ester Corvi

Le elezioni in Germania si svolgeranno il prossimo 22 settembre. Ma c'è chi già si interroga sull'esito che avranno sui mercati finanziari. Per esempio gli specialisti di Ubs, che ritengono probabile al 70% una vittoria della Merkel contro il 30% di un cambiamento nell'attuale governo, hanno analizzato l'impatto che avrà sul listino azionario. Storicamente, la borsa di Francoforte ha evidenziato una migliore performance quando il Cdu/Csu è risultato il principale partito. In questo caso, considerando le elezioni dal settembre del 1953 al settembre del 2009, la borsa tedesca ha messo a segno una performance media del 2,1% a tre mesi, del 5,1% a sei mesi, del 3,6% a 9 mesi e del 5,1% a 12 mesi. Quando si è imposto l'Spd negli stessi periodi le variazioni sono invece 0,8%, -3,8%, -4,4% e -2,1%. Dal quadro globale al particolare, ecco i settori che battono il mercato quando vincono i partiti di destra.

1) Chimico. Il settore ha registrato una performance migliore della media dal 2000, una situazione che è legata principalmente al revival della old economy dopo il tramonto della new economy e alla forte espansione della Cina, da cui le società tedesche hanno tratto grandi benefici. Che, secondo gli analisti della banca d'affari svizzera, continueranno in futuro.

2) Risorse di base. La performance di questo comparto è più legata all'andamento dell'economia globale che alla vittoria di un partito o di un altro, ma secondo gli analisti ci sono alte chance che non deluda gli investitori. In passato ha registrato un migliore trend quando ha vinto il Cdu.

3) Beni di consumo. E' un altro settore che storicamente ha registrato una migliore performance nei periodi di governo guidati dal Cdu, soprattutto nel periodo 2005-2013. L'effetto è più evidente sei-nove mesi dopo le elezioni.

4) Engineering. Questo comparto in passato ha evidenziato una performance peggiore della media dopo una vittoria del partito Spd fin dalla metà degli anni Settanta. Nei periodi di governo guidati dal Cdu registra invece una performance relativamente migliore.

5) Alimentare. Dalle elezioni del 2009 il settore ha dimostrato di saper crescere più della media del listino, mentre in passato quando ha vinto il partito Spd ha avuto fortune alterne. Il trend favorevole, secondo gli esperti, è destinato a proseguire.

6) Banche. Gli istituti di credito tedeschi temono gli effetti di una regolamentazione più severa del settore da parte di una coalizione di sinistra. Una vittoria del Cdu è quindi relativamente più favorevole e ne dovrebbe sostenere la performance, anche se molte banche sono deboli dal punto di vista patrimoniale.

7) Assicurazioni. Sebbene una delle riforme più favorevoli per le compagnie assicurative sia avvenuta durante una fase di governo Spd (post-1998 governo Schroder), gli analisti ritengono che il settore trarrebbe vantaggio da una vittoria del Cdu, come è avvenuto in passato.



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Minibond, valanga in arrivo

Il prossimo autunno si preannuncia ricco di novità in tema di finanziamento alle piccole e medie imprese italiane. D'altra parte lo ha detto chiaro il presidente di Assogestioni, Domenico Siniscalco, in un'intervista a MF-Milano Finanza pubblicata venerdì 26 luglio. Nelle scorse settimane si sono riuniti i tavoli di discussione per favorire gli investimenti in pmi e, ha detto Siniscalco, «siamo a buon punto e mi auguro si possa partire subito. Del resto ci sono già imprese che hanno emesso i primi minibond e anche le banche stanno avviando i cantieri».

Banche, sgr, consulenti e studi legali sono infatti tutti al lavoro; da un lato per selezionare le pmi non quotate potenziali emittenti di bond, che possano sfruttare le norme introdotte dal decreto Sviluppo dello scorso autunno, all'altro lato per strutturare fondi di investimento ad hoc da proporre agli investitori istituzionali e non. Perché questo volano si attivi, secondo Siniscalco, «non c'è bisogno di chiedere interventi legislativi o fiscali. L'importante è allineare il nostro interesse a quello generale. Solo in questo modo l'industria del gestito potrà offrire più risorse all'intero sistema economico».

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e tablet iPad, Android e Windows 8.



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Tokyo arretra, Canon crolla

Written By Unknown on Kamis, 25 Juli 2013 | 15.12

Chiusura negativa per la borsa di Tokyo. L'indice Nikkei arretra dell'1,1% a 14.562,03 punti, mentre il Topix cede l'1,4% a 1.202,32 punti.

A pesare sono state la debole performance registrata ieri da Wall Street e le notizie negative arrivate dal fronte societario. A deludere sono stati in particolare i risultati trimestrali di Canon, che ha infatti perso il 5,4%. Il primo produttore al mondo di fotocamere digitali ha tagliato le previsioni sull'utile operativo per il corrente esercizio. Male anche i titoli minerari e petroliferi, penalizzati dal calo dei prezzi delle materie prime.  

Deboli anche gli altri listini asiatici.



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Ftse Mib piatto in apertura, banche in rosso

Di Valentina Sorrenti

Apertura piatta a Piazza Affari dopo la chiusura debole dei principali mercati asiatici, con il Ftse Mib che segna un -0,01% a quota 16.433 punti. Partenza contrastata nel Vecchio Continente dopo i rialzi di ieri: il Dax 30 e il Ftse 100 perdono rispettivamente lo 0,37% e lo 0,01% mentre il Cac 40 ha aperto con un rialzo dello 0,05% e l'Ibex 35 dello 0,16%.

Investitori cauti anche in vista di una serie di dati macro importanti, tra cui l'Ifo tedesco del mese di luglio. "Dopo i buoni dati Pmi di ieri e lo Zew della scorsa settimana non è da escludere che la componente prospettica dell'Ifo possa evidenziare segnali di recupero. Tendiamo ad escludere un dato sotto le attese", ha commentato un operatore.

Focus anche sulla stima del pil in Inghilterra, il primo dato sulla crescita di un Paese nel secondo trimestre dopo gli Stati Uniti. Attesi nel pomeriggio anche gli ordini di beni durevoli e le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Usa.

Dopo che S&P ha rivisto il rating su 18 istituti di credito (decisione attesa dopo il downgrade del rating italiano) a Piazza Affari i titoli del comparto bancario hanno iniziato la seduta in rosso: Ubi Banca -0,79%, Bper -0,5%, Banco Popolare -0,88%, Mps -0,68%, Intesa Sanpaolo -0,28%, Unicredit -0,1%, Bpm -0,62%.

Da subito molto volatile quest'ultimo titolo, dato che oggi la Banca presenterà l'esito della lunga ispezione terminata a maggio dando quindi indicazione sul futuro dell'istituto. Giornata importante anche per Telecom Italia (+0,19% a 0,529 euro), dato che il consiglio dell'Agcom sarà chiamato a un primo via libera al progetto dello scorporo della rete. 

Si riuniscono oggi i board di Azimut (+0,19% a 15,95 euro), Luxottica (+0,86% a 40,1 euro) e Terna (0,37% a 3,246 euro). In rosso Prysmian (-1,3%) e Tenaris (-0,95%) mentre in apertura si è posizionata in vetta al listino FonSai con un +1,86%. It Way guadagna il 6,43% a 1,49 euro dopo la cessione dell'8,37% del capitale, pari a oltre 600 mila azioni proprie, a Sky-Netics.



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Ftse Mib positivo in partenza, forte calo per Tod's

Written By Unknown on Rabu, 24 Juli 2013 | 15.11

Di Valentina Sorrenti

Partenza in modesto rialzo per le Borse europee, dopo la conclusione debole della seduta di ieri. In apertura il Ftse Mib sale dello 0,21% a 16.276 punti mentre il Cac 40 guadagna lo 0,3%, il Dax lo 0,1%, il Ftse 100 lo 0,13% e l'Ibex 35 lo 0,5%. Stabile lo spread, con il differenziale sul Btp/Bund a 282 punti base e un rendimento del decennale italiano al 4,36%.

Sul fronte dei dati macro, attesa per il Pmi dei Paesi dell'Euro a luglio e dagli Usa l'indice settimanale di richieste di mutui e le vendite di nuove unità abitative. Per quanto concerne le trimestrali, dai conti di Apple sono arrivate buone notizie, raffreddando un po' i timori sull'andamento del settore tecnologico.

Sul principale listino milanese Telecom Italia, dopo il +6,74% di ieri in scia al newsflow M&A europeo, nelle prime battute guadagna lo 0,67% a 0,523 euro. Da seguire i bancari, su cui JPMorgan mantiene la visione cauta, confermando la propria preferenza per Unicredit (+0,41% a 3,946 euro). Tra gli altri titoli del settore bene Bper (+0,87%) e Bpm (+0,67%).

Fiat si mantiene sopra i 6 euro a 6,03 euro (+0,33%) dopo che la Consulta ha dichiarato illegittimo l'articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale possa essere costituita anche nell'ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie dei contratti collettivi applicati nell'unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori.

Stm, ieri in calo del 10,57%, ha aperto ancora debole segnando un -0,59% a 6,685 euro dopo che Ubs ha ridotto il target price da 7 a 6,8 euro, confermando il rating neutral. La stessa casa d'affari ha invece portato da neutral a sell la raccomandazione su Tod's (-3,38% a 120,2 euro) con prezzo obiettivo che sale da 102 a 104 euro.

Upgrade invece per Saras (+3,44%), con Mediobanca Securities che ha alzato il rating a neutral da underperform. Infine, da seguire T.I.Media (+1,46%) con la stampa che punta l'attenzione su possibili operazioni straordinarie per valorizzarla da parte di Telecom Italia.



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Tod's pesante dopo il downgrade di Ubs

Di Teresa Campo

Crollo di Tod's a Piazza Affari. In questo momento il titolo, tra i peggiori del listino, arretra del 3,94% a 119,5 euro. 
Dopo l'exploit che in meno di un mese l'ha portato a ridosso di quota 125 euro dai circa 105 di partenza, ora gli analisti ritengono che il titolo abbia corso troppo, sostenuto dalla teorica possibilità, dopo la cessione di Loro Piana a Lvmh, che la società potesse essere l'obiettivo di qualche acquirente estero.

In particolare Ubs ha ridotto la raccomandazione su Tod's da neutral a sell, con target price però aumentato da 102 a 104 euro. Il titolo sarebbe quindi sopravvalutato almeno del 7-8%. Ma Ubs, pur citando un ipotetico prezzo di offerta a 150 euro per azione, non crede a breve in una possibile cessione della maggioranza da parte della famiglia Della Valle, citando "i solidi fondamentali del business, l'espansione auto-finanziata e il coerente messaggio sul mantenimento dell'attuale struttura proprietaria". Sul primo semestre 2013 gli analisti sono cauti, prevedendo una "debole crescita dei ricavi", introno al +2%, e margini in calo.



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Stm affonda in borsa, ritorno all'utile atteso per la fine dell'anno

Written By Unknown on Selasa, 23 Juli 2013 | 15.12

Di Valentina Sorrenti

"Ci aspettiamo di tornare all'utile nel quarto trimestre 2013 e di arrivare vicini al breakeven nel terzo trimestre". Lo ha affermato il numero uno di Stm, Carlo Bozotti, nel corso della conference call di presentazione dei conti del secondo trimestre in cui la società ha registrato una perdita netta di 152 milioni di dollari (0,17 dollari per azione), in peggioramento rispetto ai 75 milioni del corrispondente periodo del 2012, ma in miglioramento rispetto ai 171 milioni persi nei primi tre mesi dell'anno.

I ricavi netti si sono attestati a 2,045 miliardi, in crescita dell'1,8% su base trimestrale ma in flessione del 4,8% annua. I risultati migliori sono stati riportati da Greater China & South Asia, con una crescita dei ricavi su base sequenziale del 6,0%, mentre le Americhe hanno fatto segnare un progresso del 5,6% e la regione Emea del 5,2%. La regione Giappone & Corea ha invece registrato una contrazione del 12,8%, dovuta alle dinamiche del business di alcuni importanti clienti.

L'utile lordo del secondo trimestre è stato pari a 672 milioni (736 milioni un anno fa) e il margine lordo al 32,8%, in miglioramento rispetto al 31,3% dei primi tre mesi ma in calo rispetto al 34,3% dello stesso periodo del 2012. Il free cash flow è stato negativo per 134 milioni di dollari, un dato riconducibile principalmente alle risorse liquide previste per il finanziamento di St-Ericsson, rispetto al valore negativo per 65 milioni di dollari fatto segnare nel trimestre precedente.

In linea con le previsioni, risulta in diminuzione nel secondo trimestre a 954 milioni la posizione finanziaria netta. Per quanto riguarda il primo semestre i ricavi netti sono diminuiti del 2,6% a 4,05 miliardi, a causa principalmente del calo delle vendite di St-Ericsson. Escludendo la linea di prodotti Wireless, sono invece progrediti del 2,5% a 3,62 miliardi di dollari. Il margine lordo è stato pari al 32,1% dei ricavi netti, da confrontare con il 32% del primo semestre del 2012. La perdita netta è stata di 322 milioni (0,36 dollari per azione), rispetto ai 252 milioni persi un anno fa (0,28 dollari per azione).

"Abbiamo fatto buoni progressi nei nostri tre obiettivi: crescita dei ricavi, miglioramento del margine lordo e riduzione delle spese", ha detto Bozotti. Non riescono però a calmare gli operatori le parole del presidente e ceo di Stm: il titolo a Piazza Affari sta perdendo il 5,32% a 7,12 euro. Per il terzo trimestre la società si attende un andamento stabile dei ricavi su base sequenziale, con una variazione positiva o negativa di 3,5 punti percentuali, mentre il margine lordo dovrebbe attestarsi intorno al 33,5%, con una variazione positiva o negativa di 2 punti percentuali.

Per quanto riguarda l'uscita dalla joint venture, Bozotti ha affermato che Stm è in linea con il piano per St-Ericsson, grazie all'ottimo lavoro fatto da Carlo Ferro", numero uno di St-Ericsson, "e dal suo team". Il manager ha spiegato che i costi previsti per l'uscita dalla jv sono pari a circa 300-350 milioni di dollari, sotto le stime originali tra 350 e 450 milioni. "Le tendenze a livello macroeconomico rimangono incerte ma, a parte St-Ericsson, abbiamo visto un progressivo miglioramento negli ordinativi del secondo trimestre, anche se, verso la fine del secondo trimestre abbiamo riscontrato un indebolimento del mercato degli smartphone il cui impatto ha interessato anche prodotti Stm", ha aggiunto.

Per la seconda metà dell'anno la società prevede una crescita per i prodotti chiave dei settori Mems, Automotive, Microcontrollori e Imaging, con un conseguente incremento sequenziale dei ricavi sia nel terzo sia nel quarto trimestre. Previste, inoltre, nuove riduzioni significative delle spese operative per conseguire l'obiettivo compreso tra 600 milioni di dollari e 650 milioni di dollari nel primo trimestre del 2014. "Guardando avanti", ha sottolineato Bozotti, "ci attendiamo un miglioramento progressivo del margine lordo".

In primo luogo, tramite l'utilizzo degli impianti a un livello più stabile e ottimizzato la società vuole espandere il business nei segmenti che ritiene trainanti per la crescita. In secondo luogo, è stata espressa l'intenzione di utilizzare al meglio il portafoglio di tecnologie per poi sfruttare la posizione attuale al fine di gestire più aggressivamente il mix di prodotti in modo da escludere dall'offerta quelli a margine più basso.

"Per riuscire in questo intento, apporteremo modifiche strutturali e graduali alla nostra struttura produttiva per renderla più confacente alle nostre esigenze, utilizzando in modo complementare le foundry. Di conseguenza, progettiamo di espandere gradualmente la nostra capacità nelle linee da 8 pollici, chiudendo progressivamente alcune linee di produzione da 6 pollici a Singapore e Catania e consolidando le nostre attività di back-end a Shenzhen (Cina)", ha concluso il top-manager.



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Mutares salva le attività italiane di Autoneum

Di Stefania Peveraro

I tedeschi di Mutares salvano le attività italiane di Autoneum, gruppo svizzero da 1,9 miliardi di franchi di fatturato, specializzato nella produzione di sistemi di isolamento acustico e termico per il settore automotive, e si prendono carico dei 730 dipendenti distribuiti tra la sede di Leinì e i quattro stabilimenti di Santhià, Desio, Vicolungo e Pignataro. Lo hanno annunciato questa mattina Autoneum e Mutares, entrambe società quotate, la prima a Zurigo e la seconda a Francoforte.

Autoneum Italy, che era in perdita da anni, ha chiuso il 2012 con un fatturato di 132 milioni di franchi svizzeri, dei quali circa la metà nel settore auto, con il gruppo Fiat come cliente, e per l'altra metà nel settore veicoli pesanti, rappresentando sostanzialmente tutte la attività europee di Autoneum nel settore truck. L'operazione prevede che Autoneum ceda la società a Mutares per il valore simbolico di un euro insieme a una dote oltre 10 milioni di euro, che comprende la copertura delle perdite pregresse e il rilancio.

Mutares, holding di investimento tedesca specializzata in ristrutturazioni aziendali, ha già avuto esperienza nel settore automotive e ha già in portafoglio una società italiana, la Castelli, storica azienda di Bologna produttrice di mobili per uffici fondata nel 1877 con 250 dipendenti, acquisita nel gennaio 2012 dagli americani di American Haworth Group.

Advisor di Autoneum sono stati per la parte finanziaria K-Finance, per la parte legale lo studio Chiomenti e per la parte fiscale lo studio commercialista torinese Ramojno, Germonio e Barbera.



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Gli hedge fund sostengono il recupero a breve dell'oro

Written By Unknown on Senin, 22 Juli 2013 | 15.11

Gli hedge fund tornano a scommettere in maniera decisa sull'aumento del prezzo dell'oro. E' quanto risulta dai dati diffusi dall'americana Commodity Futures Trading Commission (Cftm), che hanno evidenziato la scorsa settimana un aumento del 56% (fino a 55.535) dei contratti net-long (rialzisti) sul metallo giallo rispetto a quella precedente, mentre i contratti short (ribassisti) sono scesi quasi del 24% (61.002). Questa mattina l'oro quota a New York 1.316,20 dollari/oncia, in progresso dell'1,8%.

Nelle ultime due settimane, le dichiarazioni di Bernanke, che hanno ridotto le aspettative sull'abbandono a breve delle politiche espansive (quantitative easing), hanno ridato slancio al metallo giallo, che ha guadagnato il 6,7% complice anche la debolezza del dollaro. Dai minimi del 28 giugno è salito del 12%.

Gli esperti di Barclays ritengono tuttavia che il recupero sia di breve respiro, perchè il trend avrebbe bisogno di un maggiore supporto dai dati macro per consolidarsi. La loro previsione per l'oro è 1.200 dollari l'oncia nel terzo trimestre (da 1.416 nel secondo) e 1.325 nel quarto, mentre per l'argento è  rispettivamente 17,8 dollari (23,2 nel secondo) e 20 nel quarto. Il prezzo medio del 2013 è 1.393 dollari per l'oro e 22,8 per l'argento. Fra gli altri preziosi restano invece ottimisti su platino e palladio.

Nel frattempo proseguono i deflussi dai Etp (Etf, Etc, etn) che hanno come sottostante il metallo prezioso, che hanno toccato il livello più basso dal febbraio 2005. Nel mese di luglio il saldo è negativo per 41,9 tonnellate, in discesa tuttavia a un ritmo più lento di quanto evidenziato a giugno.


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Avvio poco sopra la parità a Piazza Affari, pochi spunti

Di Valentina Sorrenti

Avvio di seduta poco sopra la parità per Piazza Affari, con il Ftse Mib in rialzo dello 0,16% a 16.150 punti. La seduta si preannuncia caratterizzata da volumi bassi e il focus torna sulla crescita economica dopo le dichiarazioni dei Paesi del G20: occorre dare priorità alla crescita rispetto all'austerity. Caute le altre borse europee con il Cac in rialzo dello 0,1%, il Dax 30 dello 0,2% e l'Ibex 35 dello 0,3%. In lieve calo solo il Ftse 100 con un -0,1%.

Lo yen ha recuperato terreno contro il dollaro dopo che il partito liberale democratico del primo ministro Shinzo Abe ha vinto la maggioranza alla Camera alta del Parlamento nipponico, ottenendo di fatto un ulteriore sostegno per procedere con l'ambizioso piano di riforme economiche. La vittoria alle elezioni era scontata e dunque senza grosso impatto sull'azionario con l'indice Nikkei che ha segnato una crescita dello 0,47%.

Gli indici Usa venerdì sono migliorati sul finale ma hanno terminato la sessione contrastati. L'indice S&P 500 ha raggiunto nuovi massimi storici (+0,2% a 1.692,09 punti) terminando la quarta settimana consecutiva di rialzi nonostante le trimestrali deludenti di Microsoft e Google. In ribasso invece il Nasdaq Composite (0,7%) e il Dow Jones (-0,1%).

Pochi gli spunti oggi sul fronte macro. Da segnalare solamente l'indice Cfnai di giugno negli Usa e le vendite di case esistenti a giugno. Sul fronte dello spread, invece, il differenziale Btp/Bund è a quota 289 punti base, con un rendimento del decennale italiano al 4,41%. Lo spread sul decennale spagnolo è invece a 318 punti base, con un rendimento al 4,69%.

Sul principale listino milanese è da seguire Telecom Italia (+0,35%), dopo che la scorsa settimana il focus era tornato sulla possibile cessione di Tim Brazil, e Rcs (+0,43%) alla luce dell'ingresso nel capitale di Urbano Cairo. Tra i finanziari attenzione ancora alta su Fonsai che ha iniziato la seduta in rialzo dello 0,62%. Deutsche Bank ha alzato il target price su Mediolanum da 6,3 a 6,5 euro, confermando la raccomandazione buy.



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Piazza Affari, la Milano da comprare

Written By Unknown on Minggu, 21 Juli 2013 | 15.11

Fiducia nell'Italia. È quello che ci vuole per consolidare il recupero di Piazza Affari, che questa settimana ha ripreso slancio (+3,7%) ma che resta molto indietro rispetto agli altri listini europei. Se infatti Francoforte, Parigi e Londra hanno fatto un balzo dai livelli di fine 2008, con la borsa tedesca in crescita del 47,2% (indice Msci in euro), quella francese del 28,6% e la City del 67,5%, Milano è ancora sotto la linea del 18,8%, in compagnia di Spagna (-17%) e Portogallo (-12,3%), per non parlare della Grecia (-74%).

La stessa impressione si ricava dalle statistiche più recenti: da inizio 2013 Parigi ha guadagnato il 7,9%, Francoforte il 6,7%, mentre Milano ha ceduto il 5,5%, portandosi su quotazioni ritenute ingiustificatamente basse da molti analisti. Come quelli di Credit Suisse, che hanno messo in evidenza cinque buoni motivi per essere ottimisti su Piazza Affari, al punto da assegnarle il rating overweight (sovrappesare, cioè comprare).

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e tablet iPad, Android e Windows 8.



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Ubs, focus sulle trimestrali delle linee aeree

Da inizio hanno i titoli del settore europeo delle linee aeree non hanno deluso gli investitori. L'indice MSCI EU Airlines è infatti in crescita del 29% da gennaio. EasyJet ha messo a segno la migliore performance con un rialzo del 77%, seguita da Air Lingus e Ryanair con il 51%, mentre Air France è stata la peggiore con un ribasso dell'8%. Ma a breve le sorti borsistiche delle linee aeree saranno condizionate dalla comunicazione dei risultati trimestrali. Ecco le stime degli esperti di Ubs.

1) EasyJet. I conti del terzo trimestre saranno annunciati il 24 luglio. Gli analisti si aspettano un aumento dell'11% dei ricavi (1.152 milioni di sterline) e proiezioni positive sull'andamento della stagione estiva. Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 1,4 nel 2013 e 1,3 nel 2014 a fronte di un p/e (prezzo/utile) pari rispettivamente a 14,7 e 12,4.

2) Lufthansa. Il gruppo tedesco pubblicherà i risultati del secondo trimestre i 2 agosto. I ricavi sono previsti in crescita del 15% (8.078 milioni di euro) a fronte di un reddito operativo netto di 414 milioni e di un utile netto di 264. E' il titolo preferito dagli specialisti della banca d'affari elvetica, con rating buy (acquistare) e prezzo obiettivo 20 euro. Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 0,5 nel 2013 e 0,4 nel 2014 a fronte di un p/e (prezzo/utile) pari rispettivamente a 8,9 e 5,5.

3) Ryanair. La compagnia low-cost annuncerà i risultati del primo trimestre il 29 luglio, con i ricavi che sono stimati in crescita del 6% a fronte di un reddito operativo netto di 124 milioni di euro, che implica un margine del 9%, e un utile netto di 94 milioni. Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 2,0 nel 2013 e 1,8 nel 2014 a fronte di un p/e (prezzo/utile) pari rispettivamente a 15,8 e 13,2.

4) Air Lingus. I conti del primo semestre saranno comunicati il 31 luglio. I ricavi sono previsti in aumento del 5,5%, a quota 661 milioni di euro, mentre l'utile netto dovrebbe essere stabile. Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 0,5 nel 2013 e 0,4 nel 2014 a fronte di un p/e (prezzo/utile) pari rispettivamente a 14,1 e 11,9.

5) IAG. I conti del secondo trimestre saranno annunciati il 2 agosto. I ricavi dovrebbero essere stabili a quota 4,6 miliardi di euro, che salgono a 4,838 miliardi se si comprende l'acquisizione di Vueling, mentre il reddito operativo netto è stimato 115 milioni contro una perdita di 78 milioni un anno fa. Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 0,8 nel 2013 e 0,7 nel 2014 a fronte di un p/e (prezzo/utile) pari rispettivamente a 11,3 e 8,3.

6) Air France-KlM.  La compagnia comunicherà i risultati del primo semestre il 26 luglio. I ricavi del secondo trimestre dovrebbero essere pari a 6.598 milioni (6.500 nel 2012), mentre il reddito operativo netto previsto è negativo (-50 milioni, rispetto a -79 di un anno fa). Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 0,5 nel 2013 e 0,4 nel 2014 a fronte di un p/e rispettivamente di 24,2 e 3,6.



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Piazza Affari, la Milano da comprare

Written By Unknown on Sabtu, 20 Juli 2013 | 15.11

Fiducia nell'Italia. È quello che ci vuole per consolidare il recupero di Piazza Affari, che questa settimana ha ripreso slancio (+3,7%) ma che resta molto indietro rispetto agli altri listini europei. Se infatti Francoforte, Parigi e Londra hanno fatto un balzo dai livelli di fine 2008, con la borsa tedesca in crescita del 47,2% (indice Msci in euro), quella francese del 28,6% e la City del 67,5%, Milano è ancora sotto la linea del 18,8%, in compagnia di Spagna (-17%) e Portogallo (-12,3%), per non parlare della Grecia (-74%).

La stessa impressione si ricava dalle statistiche più recenti: da inizio 2013 Parigi ha guadagnato il 7,9%, Francoforte il 6,7%, mentre Milano ha ceduto il 5,5%, portandosi su quotazioni ritenute ingiustificatamente basse da molti analisti. Come quelli di Credit Suisse, che hanno messo in evidenza cinque buoni motivi per essere ottimisti su Piazza Affari, al punto da assegnarle il rating overweight (sovrappesare, cioè comprare).

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Ubs, focus sulle trimestrali delle linee aeree

Da inizio hanno i titoli del settore europeo delle linee aeree non hanno deluso gli investitori. L'indice MSCI EU Airlines è infatti in crescita del 29% da gennaio. EasyJet ha messo a segno la migliore performance con un rialzo del 77%, seguita da Air Lingus e Ryanair con il 51%, mentre Air France è stata la peggiore con un ribasso dell'8%. Ma a breve le sorti borsistiche delle linee aeree saranno condizionate dalla comunicazione dei risultati trimestrali. Ecco le stime degli esperti di Ubs.

1) EasyJet. I conti del terzo trimestre saranno annunciati il 24 luglio. Gli analisti si aspettano un aumento dell'11% dei ricavi (1.152 milioni di sterline) e proiezioni positive sull'andamento della stagione estiva. Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 1,4 nel 2013 e 1,3 nel 2014 a fronte di un p/e (prezzo/utile) pari rispettivamente a 14,7 e 12,4.

2) Lufthansa. Il gruppo tedesco pubblicherà i risultati del secondo trimestre i 2 agosto. I ricavi sono previsti in crescita del 15% (8.078 milioni di euro) a fronte di un reddito operativo netto di 414 milioni e di un utile netto di 264. E' il titolo preferito dagli specialisti della banca d'affari elvetica, con rating buy (acquistare) e prezzo obiettivo 20 euro. Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 0,5 nel 2013 e 0,4 nel 2014 a fronte di un p/e (prezzo/utile) pari rispettivamente a 8,9 e 5,5.

3) Ryanair. La compagnia low-cost annuncerà i risultati del primo trimestre il 29 luglio, con i ricavi che sono stimati in crescita del 6% a fronte di un reddito operativo netto di 124 milioni di euro, che implica un margine del 9%, e un utile netto di 94 milioni. Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 2,0 nel 2013 e 1,8 nel 2014 a fronte di un p/e (prezzo/utile) pari rispettivamente a 15,8 e 13,2.

4) Air Lingus. I conti del primo semestre saranno comunicati il 31 luglio. I ricavi sono previsti in aumento del 5,5%, a quota 661 milioni di euro, mentre l'utile netto dovrebbe essere stabile. Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 0,5 nel 2013 e 0,4 nel 2014 a fronte di un p/e (prezzo/utile) pari rispettivamente a 14,1 e 11,9.

5) IAG. I conti del secondo trimestre saranno annunciati il 2 agosto. I ricavi dovrebbero essere stabili a quota 4,6 miliardi di euro, che salgono a 4,838 miliardi se si comprende l'acquisizione di Vueling, mentre il reddito operativo netto è stimato 115 milioni contro una perdita di 78 milioni un anno fa. Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 0,8 nel 2013 e 0,7 nel 2014 a fronte di un p/e (prezzo/utile) pari rispettivamente a 11,3 e 8,3.

6) Air France-KlM.  La compagnia comunicherà i risultati del primo semestre il 26 luglio. I ricavi del secondo trimestre dovrebbero essere pari a 6.598 milioni (6.500 nel 2012), mentre il reddito operativo netto previsto è negativo (-50 milioni, rispetto a -79 di un anno fa). Il titolo ha un rapporto ev/sales (valore d'impresa/vendite) di 0,5 nel 2013 e 0,4 nel 2014 a fronte di un p/e rispettivamente di 24,2 e 3,6.



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Urbano Cairo ha il 2,8% di Rcs

Written By Unknown on Jumat, 19 Juli 2013 | 15.11

Di Valentina Sorrenti

Urbano Cairo è entrato tra i grandi soci di Rcs. Ha infatti rilevato quasi 12 milioni di azioni, in buona parte
acquistando una parte dei diritti rimasti inoptati con l'aumento di capitale, come anticipato da MF Milano Finanza il 12 luglio scorso, che gli permettono di raggiungere una partecipazione pari al 2,8% circa del nuovo capitale sociale del gruppo editoriale.

Lo ha comunicato Cairo Communication a nome dell'editore, che ha effettuato l'acquisto a titolo personale tramite la propria controllata U.T. Communications. In particolare, ha acquistato sul mercato 200 mila titoli ordinari e ha provveduto inoltre a convertire 4 milioni di diritti di opzione in 11,78 milioni di azioni.

"Il dottor Urbano Cairo precisa che l'investimento in RCS Media Group S.p.A. è effettuato a titolo personale. Le comunicazioni in tema di partecipazioni rilevanti verranno effettuate nei termini e con le modalità previste dalla normativa applicabile", si conclude la nota. Il titolo Rcs a Piazza Affari ha chiuso oggi in calo del 4,7% a 1,096 euro.

«È una piccola partecipazione, l'operazione di un editore puro che crede nell'editoria: ho voluto dare un contributo anch'io». Urbano Cairo commenta così con l'Ansa l'acquisto della quota in Rcs «Entro in punta di piedi, con molto rispetto per chi c'è già» ha aggiunto l'editore.



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Il debito ha schiacciato Detroit, la città dichiara fallimento

Di Valentina Sorrenti

Detroit ha dichiarato fallimento. Come ormai era atteso da tempo, la città culla dell'industria automobilistica statunitense con un debito di 18,5 miliardi di dollari ha dichiarato bancarotta, il più grande fallimento di una municipalità di tutta la storia americana.  L'ufficializzazione del provvedimento è giunta con il via libera alle procedure previste dalla legge fallimentare Usa (Chapter 9 per la municipalità) dato dal governatore del Michigan, Rick Snyder, al commissario della città, Kevyn Orr. Se approvata, la domanda per accedere al Chapter 9 permetterà al commissario straordinario di liquidare gli asset della città per soddisfare i creditori.

Detroit è passata dagli 1,8 milioni di abitanti del 1950 a poco meno di 685 mila, con una progressiva riduzione dei servizi pubblici. La dichiarazione di bancarotta è quindi solo l'atto finale di quella tendenza al crollo economico e al degrado che da anni ha investito la città. Status che emerge da alcuni dati anche non solo non economici come il tasso di omicidi che è arrivato al massimo in 40 anni, e che da vent'anni hanno fatto di Detroit una delle città Usa più pericolose.

La polizia risponde dopo 58 minuti ad una chiamata al 911 contro una media nazionale di 11 minuti, ci sono 78.000 edifici completamente abbandonati e il 40% dei semafori non funziona. La mancanza di fonti per la manutenzione e le riparazioni dei mezzi comunali ha fatto si che solo un terzo delle ambulanze funzioni ed anche i veicoli della polizia e dei vigili del fuoco sono in condizioni pessime. Il debito ha schiacciato Detroit: da oltre un decennio la città ha chiesto prestiti per pagare le sue spese.

Per ogni dollaro nelle casse della città 38 centesimi se ne andavano per ripagare il debito e gli interessi. Un livello che nel 2017, se non fosse stata dichiarata bancarotta, sarebbe arrivato a 65 centesimi per ogni dollaro. Detroit ha già dovuto affrontare una situazione in cui sia General Motors sia Chrysler sono state temporaneamente sottoposte al Chapter 11 del codice di bancarotta Usa per poi uscirne nel 2009 grazie ai prestiti federali da 80 miliardi di dollari.



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Milano apre positiva, poi passa in negativo

Written By Unknown on Rabu, 17 Juli 2013 | 15.12

Di Roberta Castellarin

Apertura in rialzo per la Borsa di Milano. L'indice Ftse Mib di piazza Affari ha esordito a +0,37% a 15.587, poi è passato in negativo a -0,07%. Un andamento in linea con le borse europee, l'Eurostoxx 600 segna un +0,1%. A Francoforte il Dax apre a 8.218,86 punti (+0,2%), a Londra Ftse 100 a 6.574,89 punti (+0,19%), a Parigi Cac a 40 3.863,55 punti (+0,33%) , a Madrid Ibex-35 7.818,10 punti (+0,26%).

Apertura in negativo per Rcs con un -3,72%. Telecom Italia apre  con un  +0,6% a 0,4893 euro. Ieri il numero uno Franco Bernabè si è dichiarato ottimista sulla possibilità di trovare una soluzione con l'Agcom. Telecom, ricordano gli analisti di Equita Sim, lamenta il fatto che l'autorità abbia imposto un taglio duro (110 milioni euro) di tariffe per l'accesso alla rete da parte degli operatori concorrenti; tale taglio sarebbe in contrasto con la regulation europea che prevedrebbe stabilità nella remunerazione delle reti in rame per incentivare gli investimenti nelle nuove reti NGN.  "I fondamentali di Telecom Italia  restano deboli e la visione neutrale è legata ad ipotesi di soluzioni speculative forzate proprio dai deboli fondamentali", aggiungono gli analisti, che danno un rating hold, con un target price a 0,7 euro.

Intanto Credit Suisse ha ridotto il target price di Eni a 19,2 euro per azione da 21 euro. Secondo gli analisti il comparto degli operatori integrati attivi nel segmento Oil farà fatica a brillare anche in questo trimestre. Tagliate in media dell'11% le stime a causa del negativo mark-to-market sul greggio, dei margini di raffinazione in Europa e Stati Uniti e di perdite sulla produzione in virtu' di alcuni stop in Nigeria e Nord Africa. Il taglio maggiore e' per Galp, Omv e Eni. Rating outperform confermato. Eni in apetura perde lo -0,06% a 16,15 euro.

Spread Btp-Bund stabile questa mattina. Il differenziale tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi è a quota 289 punti con un rendimento del 4,45%.

Avvio di seduta in lieve calo per l'euro. La moneta unica passa di mano a 1,3130 dollari ma resta in vista del picco registrato la scorsa settimana a 1,3208 dollari. euro/yen a 130,48.

Il biglietto verde rimane sulla difensiva in attesa della testimonianza semestrale davanti al Congresso del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, da cui i mercati si attendono indicazioni sui modi e i tempi con cui la banca centrale Usa intende procedere alla riduzione degli stimoli economici. Contro lo yen il dollaro è a 99,39.



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In manette l'intera famiglia Ligresti

Svolta clamorosa nell'inchiesta su Fonsai: questa mattina è finita agli arresti l'intera famiglia Ligresti: Salvatore, ai domiciliari, e i tre figli Giulia, Jonella e Paolo. Con loro sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza di Torino su richiesta della procura di Torino anche gli ex amministratori delegati di Fonsai, Fausto Marchionni ed Emanuele Erbetta e l'ex vicepresidente Paolo Talarico. Le ipotesi sono di falso in bilancio aggravato per grave nocumento al mercato e manipolazione del mercato. Alle 11 si terrà una conferenza stampa degli inquirenti per spiegare l'operazione.


Inviato il: 17/07/2013 09.49    *NEW*
Da: trading7


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Mps, comanda chi porta i soci

Written By Unknown on Minggu, 14 Juli 2013 | 15.11

Il progetto del Partito democratico di Siena per Mps è contenuto nella mozione di maggioranza presentata venerdì 12 luglio in Consiglio comunale. Il documento, anticipato da MF-Milano Finanza, arriva in un momento di forte contrapposizione dentro la politica locale e tra la banca e la politica locale, a pochi giorni dall'assemblea straordinaria che, giovedì 18 aprile, sarà chiamata a votare sull'eliminazione del tetto al diritto di voto al 4% per i soci diversi dalla Fondazione.

La modifica statutaria dovrebbe rendere pienamente contendibile la banca senese e agevolare così l'identificazione del socio di cui i vertici sono da tempo in cerca. Il progetto poi è pienamente appoggiato dalle autorità competenti, a partire dalla Banca d'Italia e dal Tesoro, senza dimenticare il sostanziale avallo della Commissione europea, che proprio in questi giorni sta esaminando il nuovo piano industriale di Mps. L'esito del passaggio assembleare sembrerebbe dunque scontato, ma non è così.

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e tablet iPad, Android e Windows 8.



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Credit Suisse, dieci tlc che non deluderanno

Di Ester Corvi

Dalle manovre di M&A l'attenzione degli investitori è destinata a focalizzarsi sui risultati del secondo trimestre 2013, che i maggiori gruppi europei di tlc comunicheranno nelle prossime settimane. Ecco dieci titoli che, secondo gli esperti della banca d'affari elvetica, hanno i numeri per registrare una performance superiore alla media.

1) Vodafone. Al colosso inglese, che capitalizza 93,8 miliardi di sterline e annuncerà i conti il 19 luglio, gli analisti hanno assegnato il rating outperform (performance migliore del mercato) poiché ritengono che il calo dei ricavi sarà inferiore alle attese, a fronte di un rendimento della cedola del 5,3%. Il titolo ha registrato una performance del 6,8% negli ultimi 12 mesi e del 2,2% negli ultimi tre.

2) BT. Parere favorevole anche su BT Group, che capitalizza 26,3 miliardi di sterline e sorprenderà favorevolmente il mercato con i dati trimestrali, che comunicherà il 25 luglio. Il prezzo obiettivo è 350 p, contro una quotazione recente di 334, e il rendimento della cedola è 3,3%. Il titolo ha registrato una performance del 54,6% negli ultimi 12 mesi e del 20,6% negli ultimi tre.

3) Deutsche Telekom. Il gruppo tedesco, che capitalizza 39,6 miliardi di euro, è salito 3,3% negli ultimi 12 mesi e dell'1,4% negli ultimi tre. Il rendimento del dividendo è del 5,6% e il prezzo obiettivo 10 euro, contro una quotazione attuale di 8,89. I risultati trimestrali saranno annunciati l'8 agosto.

4) Eutelsat. La società, che opera nei sistemi satellitari, ha buone prospettive di crescita. Al titolo, che capitalizza 4,9 miliardi di euro, è stato attribuito un target price di 30 euro, che implica un buon potenziale di rialzo dai 22,35 euro attuali. Il dividend yield è del 4,9%. I risultati saranno comunicati il 30 luglio. Il titolo ha registrato una performance negativa negli ultimi 12 (-9,9%) e tre mesi (-16,9%).

5) Immarsat. Ha ampi margini di miglioramento anche questo operatore del settore satellitare, che capitalizza 3 miliardi di sterline e merita un prezzo obiettivo di 800 p contro quotazioni recente intorno a 671. Il rendimento della cedola è del 4,9%. Il titolo ha registrato una performance del 39% negli ultimi 12 mesi e del -2,3% negli ultimi tre. I risultati saranno annunciati il 2 agosto.

6) SES. E' una delle società  del settore satellitare preferita dagli specialisti del Credit Suisse. Il titolo, che capitalizza 9,3 miliardi di euro, ha un prezzo obiettivo di 27 euro contro una quotazione attuale di 23. Il dividend yield è del 6,5%. Il titolo ha registrato una performance del 21,3% negli ultimi 12 mesi e del -6,1% negli ultimi tre. Annuncerà i risultati il 26 luglio.

7) TalkTalk. Sul titolo gli analisti ribadiscono il giudizio positivo, con un taret price di 275 p contro una quotazione attuale di 232. Il titolo, che capitalizza 2 miliardi di sterline, ha registrato una performance del 23,9% negli ultimi 12 mesi e del -13,6% negli ultimi tre. Il dividend yield è del 5,2%. I risultati trimestrali saranno comunicati il 24 luglio.

8) TDC. Target price di 48 corone per il gruppo danese, che ha messo a segno una performance del 15% negli ultimi 12 mesi e del 4,7% negli ultimi tre. Il rendimento del dividendo è del 7,8%. I conti trimestrali saranno pubblicati il 7 agosto.

9) Telenor. La società norvegese registrerà il 23 luglio risultati trimestrali in miglioramento. Il prezzo obiettivo è 130 corone contro una quotazione recente di 122. Il titolo ha evidenziato una performance del 21,8% negli ultimi 12 mesi e del -4,1% negli ultimi tre.

10) Telenet. La crescita attesa dei ricavi del secondo trimestre di Telenet è del 12%. Il prezzo obiettivo è 42 euro, che implica un buon potenziale dalle quotazioni recenti (36,7), mentre il rendimento del dividendo è a doppia cifra (19%). I risultati saranno annunciati il 30 luglio dopo la chiusura dei mercati.



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Mps, comanda chi porta i soci

Written By Unknown on Sabtu, 13 Juli 2013 | 15.11

Il progetto del Partito democratico di Siena per Mps è contenuto nella mozione di maggioranza presentata venerdì 12 luglio in Consiglio comunale. Il documento, anticipato da MF-Milano Finanza, arriva in un momento di forte contrapposizione dentro la politica locale e tra la banca e la politica locale, a pochi giorni dall'assemblea straordinaria che, giovedì 18 aprile, sarà chiamata a votare sull'eliminazione del tetto al diritto di voto al 4% per i soci diversi dalla Fondazione.

La modifica statutaria dovrebbe rendere pienamente contendibile la banca senese e agevolare così l'identificazione del socio di cui i vertici sono da tempo in cerca. Il progetto poi è pienamente appoggiato dalle autorità competenti, a partire dalla Banca d'Italia e dal Tesoro, senza dimenticare il sostanziale avallo della Commissione europea, che proprio in questi giorni sta esaminando il nuovo piano industriale di Mps. L'esito del passaggio assembleare sembrerebbe dunque scontato, ma non è così.

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Credit Suisse, dieci tlc che non deluderanno

Di Ester Corvi

Dalle manovre di M&A l'attenzione degli investitori è destinata a focalizzarsi sui risultati del secondo trimestre 2013, che i maggiori gruppi europei di tlc comunicheranno nelle prossime settimane. Ecco dieci titoli che, secondo gli esperti della banca d'affari elvetica, hanno i numeri per registrare una performance superiore alla media.

1) Vodafone. Al colosso inglese, che capitalizza 93,8 miliardi di sterline e annuncerà i conti il 19 luglio, gli analisti hanno assegnato il rating outperform (performance migliore del mercato) poiché ritengono che il calo dei ricavi sarà inferiore alle attese, a fronte di un rendimento della cedola del 5,3%. Il titolo ha registrato una performance del 6,8% negli ultimi 12 mesi e del 2,2% negli ultimi tre.

2) BT. Parere favorevole anche su BT Group, che capitalizza 26,3 miliardi di sterline e sorprenderà favorevolmente il mercato con i dati trimestrali, che comunicherà il 25 luglio. Il prezzo obiettivo è 350 p, contro una quotazione recente di 334, e il rendimento della cedola è 3,3%. Il titolo ha registrato una performance del 54,6% negli ultimi 12 mesi e del 20,6% negli ultimi tre.

3) Deutsche Telekom. Il gruppo tedesco, che capitalizza 39,6 miliardi di euro, è salito 3,3% negli ultimi 12 mesi e dell'1,4% negli ultimi tre. Il rendimento del dividendo è del 5,6% e il prezzo obiettivo 10 euro, contro una quotazione attuale di 8,89. I risultati trimestrali saranno annunciati l'8 agosto.

4) Eutelsat. La società, che opera nei sistemi satellitari, ha buone prospettive di crescita. Al titolo, che capitalizza 4,9 miliardi di euro, è stato attribuito un target price di 30 euro, che implica un buon potenziale di rialzo dai 22,35 euro attuali. Il dividend yield è del 4,9%. I risultati saranno comunicati il 30 luglio. Il titolo ha registrato una performance negativa negli ultimi 12 (-9,9%) e tre mesi (-16,9%).

5) Immarsat. Ha ampi margini di miglioramento anche questo operatore del settore satellitare, che capitalizza 3 miliardi di sterline e merita un prezzo obiettivo di 800 p contro quotazioni recente intorno a 671. Il rendimento della cedola è del 4,9%. Il titolo ha registrato una performance del 39% negli ultimi 12 mesi e del -2,3% negli ultimi tre. I risultati saranno annunciati il 2 agosto.

6) SES. E' una delle società  del settore satellitare preferita dagli specialisti del Credit Suisse. Il titolo, che capitalizza 9,3 miliardi di euro, ha un prezzo obiettivo di 27 euro contro una quotazione attuale di 23. Il dividend yield è del 6,5%. Il titolo ha registrato una performance del 21,3% negli ultimi 12 mesi e del -6,1% negli ultimi tre. Annuncerà i risultati il 26 luglio.

7) TalkTalk. Sul titolo gli analisti ribadiscono il giudizio positivo, con un taret price di 275 p contro una quotazione attuale di 232. Il titolo, che capitalizza 2 miliardi di sterline, ha registrato una performance del 23,9% negli ultimi 12 mesi e del -13,6% negli ultimi tre. Il dividend yield è del 5,2%. I risultati trimestrali saranno comunicati il 24 luglio.

8) TDC. Target price di 48 corone per il gruppo danese, che ha messo a segno una performance del 15% negli ultimi 12 mesi e del 4,7% negli ultimi tre. Il rendimento del dividendo è del 7,8%. I conti trimestrali saranno pubblicati il 7 agosto.

9) Telenor. La società norvegese registrerà il 23 luglio risultati trimestrali in miglioramento. Il prezzo obiettivo è 130 corone contro una quotazione recente di 122. Il titolo ha evidenziato una performance del 21,8% negli ultimi 12 mesi e del -4,1% negli ultimi tre.

10) Telenet. La crescita attesa dei ricavi del secondo trimestre di Telenet è del 12%. Il prezzo obiettivo è 42 euro, che implica un buon potenziale dalle quotazioni recenti (36,7), mentre il rendimento del dividendo è a doppia cifra (19%). I risultati saranno annunciati il 30 luglio dopo la chiusura dei mercati.



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Bernanke spinge Wall Street a toccare nuovi record

Written By Unknown on Jumat, 12 Juli 2013 | 15.11

Di Valerio Testi

Wall Street ha proseguito la serie positiva avviata dalle borse europee al punto che gli indici Dow Jones e S&P500 hanno toccato i nuovi massimi mentre il Nasdaq ha segnato il punto più alto dall'ottobre 2000. Per la precisione Dow Jones in ascesa dell'1,11% a 15.461,76, S&P 500 dell'1,4% a 1.675 e Nasdaq dell'1,63% a 3.578,3.

Così, a 35 giorni di distanza gli indici americani sono tornati ai loro massimi storici, toccati prima che dal vertice della Fed giungessero segnali di frenata sul fronte del quantitative easing. Mentre decisamente in secondo piano è rimasto il dato macroeconomico relativo alle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, salite oltre le attese.

Nel nuovo quadro generale il prezzo del petrolio a New York ha chiuso in calo. Il ribasso appare legato ai realizzi successivi ai forti guadagni di ieri, che avevano portato le quotazioni ai massimi da 14 mesi. Il light crude Wti cede 1,61 dollari a 104,91 dollari al barile. Al termine delle contrattazioni di Wall Street il dollaro è scambiato a 1,31 rispetto all'euro.



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Telecom Italia, la decisione dell'Agcom costa 110 milioni

Di Valentina Sorrenti

-2% sul flusso di cassa operativo atteso a fine 2013. E' il potenziale impatto negativo che gli esperti di Ubs stimano per Telecom Italia sulla scia della decisione di ieri dell'Agcom che ha tagliato il canone dell'unbundling del local loop da 9,28 a 8,68 euro (-6,47%). Gli esperti si attendevano un impatto negativo sul titolo che effettivamente stamattina a Piazza Affari lascia sul terreno il 2,08% a 0,517 euro.

Oltre all'impatto negativo sui dati, ha sentenziato Ubs che sull'azione ha confermato rating sell, il mercato potrebbe ritenere che tale mossa abbia un impatto negativo sulla stessa capacità dell'azienda di massimizzare la valutazione della newco della rete (Opac) in un potenziale deal con la Cdp. Per quanto riguarda il complesso dei canoni di accesso wholesale alla rete in rame, che l'Autorità per le comunicazioni ha deciso di notificare alla Commissione europea, è la stessa Telecom Italia a conteggiarne gli effetti.

L'impatto economico-finanziario per la società, che ammonterebbe a circa 110 milioni di euro su base annua rispetto al 2012, dovrà essere valutato dal cda sia per quanto riguarda l'effetto sui programmi di investimento sia per quanto riguarda il percorso di societarizzazione della rete di accesso, un progetto, ha sottolineato il colosso, del quale si conferma la validità anche alla luce degli orientamenti comunitari ma che la decisione di Agcom mette fortemente a rischio.

Secondo Telecom Italia l'intervento dell'autorità si pone in controtendenza rispetto a un percorso che, negli ultimi anni, ha portato ad un allineamento del canone Ull della società alla media ponderata dei principali Paesi europei (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito), attualmente pari a 9,29 euro al mese.

La proposta quindi risulta, sempre secondo Telecom italia, del tutto contraria agli orientamenti della Commissione europea, che auspica la stabilità dei canoni Ull e l'uniformità tra i principali Stati membri, le cui Autorità hanno recentemente approvato canoni per il 2013 in crescita rispetto al 2012 (Germania, Francia e Spagna) o sostanzialmente stabili (Regno Unito).

La decisione dell'Agcom dovra comunque passare al vaglio della Commissione europea alla quale l'azienda si riserva di far avere le proprie osservazioni e, qualora la decisione fosse confermata, Telecom Italia ha fatto sapere di voler ricorrere presso le competenti sedi giurisdizionali. La contrazione dei prezzi dell'accesso in rame, inoltre, risulta in contrapposizione con la proposta di raccomandazione del Commissario Kroes, che ha avuto il via libera degli Stati membri riuniti nel Cocom (Communication Committee), e, sempre secondo la società di tlc, rischia di compromettere lo sviluppo delle nuove reti in fibra.

Telecom ritiene, infine, che un corretto equilibrio tra concorrenza e investimenti, in linea con gli orientamenti comunitari, debba essere posto alla base della analisi di mercato in corso per la definizione dei prezzi di accesso in rame e fibra per gli anni 2014-2016, nell'ambito della quale dovrebbero essere valutati gli effetti pro concorrenziali del progetto di scorporo della rete di accesso.

Sempre secondo l'azienda, in questa fase l'Italia ha bisogno che venga promossa l'accelerazione degli investimenti nelle nuove reti in fibra, necessaria per consentire al Paese di raggiungere gli obiettivi di sviluppo ultrabroadband 2020 dell'Agenda Digitale che rappresentano, nell'attuale congiuntura, uno dei principali fattori di crescita dell'economia e di creazione di nuovi posti di lavoro.



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Crollano le vendite di pc nel secondo trimestre, -10,9%

Written By Unknown on Kamis, 11 Juli 2013 | 15.11

Ennesimo crollo nel mercato dei pc, che sembra ormai destinato a una contrazione permanente rispetto ai numeri del passato. Secondo i dati  elaborati da Gartner le vendite globali di pc sono infatti diminuite del 10,9% su base annuale nel secondo trimestre del 2013, scendendo a 76 milioni di unità. Questo segna il quinto trimestre consecutivo di spedizioni in declino, il declino più lungo nella storia dei pc.

Tutte le regioni hanno registrato un calo rispetto a un anno fa. Il calo del mercato pc in Asia/Pacifico è proseguito, raggiungendo i cinque trimestri consecutivi di declino, mentre il mercato Emea ha registrato due trimestri consecutivi di calo a due cifre.

"Stiamo assistendo alla riduzione del mercato dei pc direttamente legata alla contrazione della base installata di personal computer. I tablet a basso costo stanno sostituendo le macchine di fascia bassa utilizzate principalmente dai privati nei mercati maturi e sviluppati", ha dichiarato Mikako Kitagawa, analista di Gartner, "nei mercati emergenti i tablet a basso costo sono diventati il ??primo dispositivo per molte persone, che nella migliore delle ipotesi hanno solo rimandando l'acquisto di un pc. Questo spiega anche per il crollo del mercato dei mini notebook. "

A livello di singoli produtto prosegue la battaglia tra HP e Lenovo. Questa volta Lenovo è tornata in prima posizione con il 16,7% delle consegne contro il 16,3% segnato da HP. Lenovo ha mostrato risultati regionali variabili, registrando una forte crescita nelle Americhe ed Emea mostrando però un forte declino in Asia/Pacifico. HP è rimasta leader di mercato in Usa, Emea e America Latina. L'Asia/Pacifico è tradizionalmente il punto debole per HP, ma i risultati preliminari del secondo trimestre suggeriscono un miglioramento.



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Dexia, 5 motivi per investire in azioni

Di Roberta Castellarin

Nonostante i deboli risultati economici, nella prima parte del 2013 i mercati azionari sono stati euforici. In questo periodo gli attivi rischiosi, quali l'azionario, le obbligazioni high yield e convertibili, hanno registrato ottimi rendimenti, anche se alla fine di maggio sono state soggette ad una decisa correzione. Secondo Dexia ci sono cinque indicatori che dimostrano che i mercati azionari possono crescere ancora.

1 Il contesto economico. Nella prima metà dell'anno l'andamento dei mercati azionari è stato ampiamente determinato dallo slancio economico che ha visto gli Stati Uniti prevalere sulla zona euro anche in termini di rendimenti azionari. Secondo Dexia l'evoluzione della borsa sarà allineata agli sviluppi economici anche nel medio-lungo termine. "Guardando attentamente ai principali indicatori economici Pmi della zona euro si osserva un andamento positivo persino nei Paesi periferici e ciò supporta la nostra visione del raggiungimento del punto di minimo e di successiva ripresa dei risultati economici verso la fine del secondo semestre",  afferma Koen Maes, head of asset allocation strategy & funds.

2 Le materie prime. Secondo Dexia la debolezza dei mercati delle materie prime non corrisponde a una debolezza dei mercati azionari. Non c'è più la stessa correlazione che si è vista in passato. Nei prossimi anni, infatti, vi sarà un'eccedenza nell'offerta di diverse materie prime, soprattutto di metalli industriali come rame e nichel. Inoltre, la revisione al ribasso delle prospettive della crescita cinese ha avuto un forte impatto sull'aumento previsto della domanda. La correzione nei mercati delle materie prime ha quindi un effetto limitato sull'evoluzione dei mercati azionari e non riuscirà a compromettere lo scenario di crescita globale.

3 I risultati ottenuti dalle banche centrali. La rivalutazione dei mercati azionari è dovuta in gran parte anche alle politiche monetarie espansive adottate dalle banche centrali. Sussiste infatti una significativa correlazione fra il bilancio della Fed e l'andamento dell'indice S&P 500, "Questa politica accomodante verrà mantenuta anche nei prossimi trimestri", dichiara Nadège Dufosse, asset allocation strategist, "qualsiasi mossa di innalzamento dei tassi di interessi è ancora prematura stante l'elevato livello di disoccupazione e l'inflazione relativamente contenuta." Dufosse ritiene infatti che la Fed manterrà un atteggiamento prudente e pragmatico nello sviluppo delle sue decisioni. Allo stesso tempo, la banca centrale giapponese dovrà muoversi attentamente per conservare la credibilità guadagnata dopo il lancio, avvenuto con successo, dei provvedimenti generalizzati di allentamento. Inoltre, vi è ancora la possibilità che la Bce adotti una politica monetaria più aggressiva, se le circostanze del mercato lo richiedessero. In sintesi, mercati azionari possono quindi ancora beneficiare del supporto delle Banche Centrali.

4 Rotazioni previste. In un contesto caratterizzato da bassi tassi di interesse, la ricerca di rendimento continua a privilegiare l'azionario (e alcuni segmenti obbligazionari). "Tuttavia, il contesto economico è ancora troppo debole per attuare una rotazione effettiva dalle obbligazioni alle azioni", sottolinea Maes, "nell'immediato non prevediamo quindi una grande rotazione fra le diverse asset class". In aggiunta, non si sta manifestando un'effettiva e sostenibile rotazione duratura fra i diversi segmenti azionari e gli investitori continuano a preferire la selezione dei singoli titoli azionari. Infatti, l'assenza di una rotazione accentuata a vantaggio di settori più ciclici rispetto ai difensivi ben si adatta all'attuale contesto di crescita economica lenta e di elevata liquidità.

5 Valutazione attraenti. Spesso si effettua un confronto fra la solidità dell'economia e quella aziendale, anche se oggi non sono paragonabili. Infatti il livello globale del debito corporate si è ridotto sensibilmente e il margine operativo delle società statunitensi non è mai stato così elevato. In aggiunta, in questo contesto la valutazione di moltissime aziende risulta attraente, così come i rapporti prezzo/utile di aziende sia statunitensi che europee, con un'alta probabilità di un prossimo apprezzamento. Una normalizzazione del contesto economico e un ritorno ai livelli di valutazione del 2003-2007 dimostrano che esiste ancora un potenziale di crescita considerevole per i mercati azionari. Inoltre, il rendimento previsto dei mercati azionari continua a essere notevolmente superiore rispetto al rendimento delle obbligazioni corporate.



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Tokyo resiste ai dati sulla produzione cinese

Written By Unknown on Rabu, 10 Juli 2013 | 15.11

La borsa di Tokyo ha chiuso in leggero calo sulla scia dei deludenti dati sul surplus commerciale cinese a giugno. L'indice Nikkei è sceso dello 0,39% a 14.416,60 punti. Il surplus commerciale in Cina è infatti sceso del 14% a giugno. L'export è arretrato del 3,1% a 174,32 miliardi di dollari e l'import dello 0,7%. Gli analisti si aspettavano aumenti del 3,3% per l'export e e del 5,5% per l'import.

Tra gli altri listini, l'S&P/ASX è salito dello 0,3%, l'HSI dello 0,1%, il Kospi ha ceduto lo 0,5%, il Taiex ha guadagnato lo 0,5%, il Sensex ha ceduto lo 0,1%, lo Shanghai Composite è salito dello 0,8% e l'STI ha guadagnato lo 0,4%. Sul valutario, il dollaro è in calo nei confronti dello yen con gli operatori in cerca di investimenti sicuri dopo i dati deludenti dalla Cina. Il cambio usd/yen è a 100,57 da 101,15 della chiusura di New York, l'euro/usd scambia a 1,2792 da 1,2780 e l'euro/yen a 128,62 da 129,26.



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Timori per l'apertura di Piazza Affari e delle borse Ue

Di Teresa Campo

Si preannuncia difficile la giornata per i mercati azionari europei. Ancora una volta a pesare sono i timori sull'economia cinese: oltre al rallentamento della crescita, ora dati in peggioramenteo arrivano anche per quanto riguarda l'import del Paese del dragone. La Cina sembra non essere più in grado di assorbire l'offerta mondiale di materie prime, e presto anche di altre merci. Nel pomeriggio arriveranno invece da oltreoceano le minute del Fomc.

Quanto a Piazza Affari, pesa il downgrade di S&P sull'Italia, legato alla bassa crescita degli ultimi decenni. Ma l'impatto dovrebbe essere limitato, e impattare soprattutto l'asta di Bot a 12 mesi odierna.

A piazza Affari da monitorare il comparto bancario mentre nel segmento assicurativo occhi puntati su Generali dopo che Credit Suisse ha incrementato il target price a 15,65 euro in scia all'acquisto delle minoranze della controllata tedesca.

Focus anche su Fiat Industrial dopo che l'assemblea degli azionisti ha approvato il progetto di fusione con Cnh e Rcs. Parte oggi l'asta dei diritti inoptati.

Da segnalare, infine, Fiat, Amplifon e Buzzi Unicem in scia al successo del collocamento dei rispettivi bond. Per il Lingotto, in particolare, ricevute oltre 3 miliardi di richieste per un'emissione da 850 mln di euro.



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Terzo rialzo consecutivo per Wall Street

Written By Unknown on Selasa, 09 Juli 2013 | 15.12

Di Teresa Campo

Terza seduta consecutiva al rialzo per Wall Street. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,6%, l'S&P 500 lo 0,5% e il Nasdaq Composite lo 0,2%. Il tutto al termine di una seduta tranquilla, con i mercati che hanno continuato a beneficiare delle indicazioni arrivate venerdì dal rapporto sull'occupazione in attesa della trimestrale di Alcoa, che inaugura la stagione dei risultati delle imprese statunitensi.

A mercati chiusi il colosso dell'alluminio ha annunciato  di aver chiuso il secondo trimestre del 2013 in rosso di 119 milioni di dollari, pari a 0,11 dollari per azione. Escluse le voci straordinarie il gruppo minerario ha generato un utile di 0,07 dollari per azione, leggermente meglio rispetto a un consensus di  0,06 dollari per azione. Alcoa ha potuto migliorare lo scorso trimestre la produttività di tutte le sue unità. Le sue attività di downstream hanno inoltre registrato una solida performance. In questo modo è stato ammortizzato l'impatto dei costi di ristrutturazione e dei minori prezzi dell'alluminio. I ricavi sono scesi del 2% a 5,85 miliardi di dollari rispetto ai 5,83 miliardi stimati. Alcoa ha confermato di attendersi per quest'anno un aumento della domanda di alluminio a livello globale del 7%.

Per il resto a Wall Street giornata positiva per i bancari: Bank of America ha guadagnato l'1,7%, J.P. Morgan Chase & Co.  l'1,3% e Citigroup  il 2%.

Sul fronte assicurativo, UnitedHealth ha chiuso in rialzo del 2,1%. Secondo la rivista finanziaria Barron's il titolo del gigante dell'assicurazione sanitaria potrebbe apprezzarsi significativamente durante i prossimi due anni a seguito della completa implementazione della riforma della sanità di Barack Obama.

Sul fronte tecnologico, Dell Computer ha guadagnato il 3,1%. La società di consulenza ISS ha raccomandato agli azioni del produttore di PC di accettare l'offerta da 24,4 miliardi di dollari fatta da Michael Dell e Silver Lake. Male invece Intel, che ha perso il 3,6%. Evercore Partners ha tagliato il rating sul colosso dei semiconduttori da Equal Weight ad Underweight.

Tra i petroliferi Exxon Mobil  ha guadagnato lo 0,7% e Chevron lo 0,6%. Il prezzo del petrolio si è mantenuto oggi a New York al di sopra di 103 dollari al barile. Infine Priceline.com ha guadagnato il 3,9% dopo che . Morgan Stanley ha promosso il titolo del leader delle prenotazioni alberghiere online a overweight.



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Attesa positiva per l'apertura di Piazza Affari

Di Teresa Campo

Dopo il trend positivo della vigilia e in scia ai progressi di Tokyo e di Wall Street, l'apertura dei mercati è attesa in leggero rialzo per i listini europei, Piazza Affari inclusa. La seduta è attesa tranquilla, ma senza particolari driver in termini di dati macro in uscita: dopo l'accordo raggiunto tra la Troika e la Grecia l'attenzione si è spostata sui risultati delle società più importanti che stanno cominciando a uscire.

Oltreoceano ieri ha debuttato Alcoa con i risultati trimestrali, leggermente migliori del consensus: sia i ricavi che l'utile hanno battuto le attese, ma resta qualche timore per la situazione cinese e in particolare per un rallentamento del Paese, con le inevitabili conseguenze per la domanda di alluminio globale.

A piazza Affati focus sempre su Rcs alla vigilia dell'asta dei diritti inoptati dell'aumento di capitale. Ieri Sergio Marchionne ha definito Rcs strategica mentre Diego Della Valle ha scritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica per chiederne l'intervento diretto dopo il silenzio della politica sulla vicenda.

Nel mirino Unicem che ha avviato il collocamento di bond per massimi 200 mln di euro e, tra i bancari, al Banco Popolare dopo che Moody's ha tagliato il rating a Ba3. Da monitorare, ianche Fiat Industrial nel giorno dell'assemblea degli azionisti e Banca Generali in scia al riassetto dei vertici. Gian Maria Mossa dovrebbe assumere il ruolo di nuovo condirettore generale del gruppo.



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Egitto in fiamme, scontri tra Fratelli Musulmani ed esercito

Written By Unknown on Senin, 08 Juli 2013 | 15.11

Sedici persone sono morte questa mattina all'alba in scontri con le forze dell'ordine al Cairo. Secondo i Fratelli Musulmani, durante un sit-in di sostegno a Morsi alcuni manifestanti hanno cercato di entrare nel circolo ufficiali, ma i militari hanno cominciato a sparare uccidendo almeno 37 persone, tra cui ci sarebbero cinque minorenni. L'esercito invece ha dichiarato alla tv di Stato che un gruppo di terroristi ha cercato di fare irruzione nell'edificio, e nel conflitto a fuoco che ne è nato è rimasto ucciso un poliziotto mentre altre 40 persone sono state ferite.

Intanto un portavoce della presidenza ad interim egiziana ha spiegato che "molto probabilmente" l'economista Ziad Bahaa Eldin sarà nominato nuovo primo ministro, mentre il premio Nobel Mohamed ElBaradei dovrebbe essere designato alla carica di vice-presidente. Una duplice scelta che ha già ricevuto il netto rifiuto del partito salafita al Nur.

L'Italia, da parte sua, continua a seguire con "particolare attenzione e preoccupazione" l'evoluzione della situazione egiziana che sarà oggetto della riunione europea di oggi a Vilnius. Il nostro paese chiede che "cessi qualsiasi tipo di violenza e venga avviato quanto prima l'annunciato processo politico inclusivo e aperto alla concreta partecipazione di tutte le forze politiche".

L'Egitto, secondo quanto riferito dalla Farnesina, "ha urgente bisogno di ritornare alla normalità evitando arresti arbitrari e assicurando un regolare processo alle persone arrestate". "Il ritorno alla normalità è necessario anche per risolvere le quotidiane sfide economiche e sociali che più di ogni altra cosa toccano da vicino i comuni bisogni della popolazione". "E' responsabilità di tutti contribuire a creare il clima favorevole per far sì che l'Egitto possa iniziare concretamente ad affrontare tali sfide", si legge in una nota.



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Pierrel sospesa per eccesso di rialzo, dopo l'annuncio di un accordo con Henry Schein

Di Stefania Peveraro

Pierrel è in asta di negoziazione dopo aver segnato un balzo in apertura del 12,5%. Ora segna un +14% teorico.

La società ha annunciato nei giorni scorsi di aver sottoscritto, tramite la propria controllata Pierrel Pharma, un accordo di distribuzione in Usa e Canada con Henry Schein, il più grande distributore di prodotti dentali del mondo, per il suo anestetico dentale Orabloc. Pierrel avrà così accesso al 90% del mercato dentale canadese e al 75% del mercato dentale Usa per la commercializzazione del proprio anestetico iniettabile per uso odontoiatrico.



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Pensioni, obiettivo fissato a quota 80%

Written By Unknown on Minggu, 07 Juli 2013 | 15.11

il racket del risparmio gestito
Nella stragrande maggioranza i gestori tipici e soprattutto quelli che si dedicano a produrre pensioni alternative, producono performance subottimali. Questi buffoni strapagati vengono naturalmente lautamente mantenuti con le commissioni del fondo.
Il mondo del risparmio gestito è una sorta di racket: le persone semplici devono pagare un pizzo per avere il diritto di godere del frutto del proprio risparmio.
La presenza di una tassazione sul risparmio è un incentivo a legarsi mani e piedi ad un fondo, se non altro perchè la tassazione è differita. E le tasse sul risparmio dei cittadini sono state volute dalla stessa lobby dei fondi pensione in associazione con la mafia sindacale. La solita bella concorrenza di interessi marci a danno dei cittadini. Oggi esistono tasse sul risparmio delle persone perchè alcuni lobbisti hanno operato in tal senso.
L'intonazione di articoli come quello sopra mi lascia veramente con l'amaro in bocca.
Non capisco con che faccia si possa proporre alla gente la solita truffa concordata e risaputa.
Dei giornalisti con gli attributi direbbero come stanno le cose. Capisco che in Italia il giornalismo faccia rima con propaganda e pubblicità. Però francamente, cara Roberta, tu esageri.
E' ovvio che con il "trading" personale non si costruiscono pensioni, anche perchè il trading come proposto dalle banche italiane e dallo steso vostro giornale somiglia a un gioco d'azzardo. Buono a far vincere solo il banco.
Ma l'investimento fruttuoso, prudente e oculato dei propri risparmi non è certo una cosa da rocket scientist. E' una cosa accessibile a tutti, modulabile alla cultura del risparmiatore e soprattutto è un processo efficiente, trasparente ed economico. E sarebbe anche una cosa democratica e interclassista. Quello che è grave è che in Italia venga fiscalmente disincentivato per favorire il racket del risparmio gestito.
Su questo mi piacerebbe vedere giornalisti scrivere, piuttosto che sbrodolare pseudo pubblicità a favore di terzi.
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Pensioni, obiettivo fissato a quota 80%

Di Roberta Castellarin

A settembre si aprirà un nuovo capitolo della riforma delle pensioni, un cantiere che in Italia sembra essere sempre aperto. E che finisce con il destabilizzare i lavoratori che preferiscono sapere come finirà la storia prima di preoccuparsi di avviare un piano per integrare l'assegno pubblico. Una strategia che a lungo andare si può rivelare rischiosa.

Più si aspetta ad avviare una pensione di scorta, più aumenta l'importo che si dovrà versare per raggiungere l'obiettivo. Non solo; un investimento a fini previdenziali risulta più efficiente in un orizzonte temporale lungo soprattutto se si vuole puntare su portafogli diversificati tra bond e azioni. Il trading infatti può rivelarsi troppo rischioso soprattutto se in ballo ci sono risparmi che devono garantire una rendita al momento della pensione.

Inseguire i rally di mercato è un esercizio pericoloso che non porta molto lontano. «Nemmeno gli esperti sanno prevedere che cosa accadrà. E la maggioranza dei guadagni in borsa si realizza soltanto in qualche breve periodo di rally imprevedibile. Per massimizzare la performance dell'investimento bisogna essere nel mercato in questi momenti di rally», avvertono infatti dal colosso statunitense Fidelity.



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Pensioni, obiettivo fissato a quota 80%

Written By Unknown on Sabtu, 06 Juli 2013 | 15.11

il racket del risparmio gestito
Nella stragrande maggioranza i gestori tipici e soprattutto quelli che si dedicano a produrre pensioni alternative, producono performance subottimali. Questi buffoni strapagati vengono naturalmente lautamente mantenuti con le commissioni del fondo.
Il mondo del risparmio gestito è una sorta di racket: le persone semplici devono pagare un pizzo per avere il diritto di godere del frutto del proprio risparmio.
La presenza di una tassazione sul risparmio è un incentivo a legarsi mani e piedi ad un fondo, se non altro perchè la tassazione è differita. E le tasse sul risparmio dei cittadini sono state volute dalla stessa lobby dei fondi pensione in associazione con la mafia sindacale. La solita bella concorrenza di interessi marci a danno dei cittadini. Oggi esistono tasse sul risparmio delle persone perchè alcuni lobbisti hanno operato in tal senso.
L'intonazione di articoli come quello sopra mi lascia veramente con l'amaro in bocca.
Non capisco con che faccia si possa proporre alla gente la solita truffa concordata e risaputa.
Dei giornalisti con gli attributi direbbero come stanno le cose. Capisco che in Italia il giornalismo faccia rima con propaganda e pubblicità. Però francamente, cara Roberta, tu esageri.
E' ovvio che con il "trading" personale non si costruiscono pensioni, anche perchè il trading come proposto dalle banche italiane e dallo steso vostro giornale somiglia a un gioco d'azzardo. Buono a far vincere solo il banco.
Ma l'investimento fruttuoso, prudente e oculato dei propri risparmi non è certo una cosa da rocket scientist. E' una cosa accessibile a tutti, modulabile alla cultura del risparmiatore e soprattutto è un processo efficiente, trasparente ed economico. E sarebbe anche una cosa democratica e interclassista. Quello che è grave è che in Italia venga fiscalmente disincentivato per favorire il racket del risparmio gestito.
Su questo mi piacerebbe vedere giornalisti scrivere, piuttosto che sbrodolare pseudo pubblicità a favore di terzi.
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Pensioni, obiettivo fissato a quota 80%

Di Roberta Castellarin

A settembre si aprirà un nuovo capitolo della riforma delle pensioni, un cantiere che in Italia sembra essere sempre aperto. E che finisce con il destabilizzare i lavoratori che preferiscono sapere come finirà la storia prima di preoccuparsi di avviare un piano per integrare l'assegno pubblico. Una strategia che a lungo andare si può rivelare rischiosa.

Più si aspetta ad avviare una pensione di scorta, più aumenta l'importo che si dovrà versare per raggiungere l'obiettivo. Non solo; un investimento a fini previdenziali risulta più efficiente in un orizzonte temporale lungo soprattutto se si vuole puntare su portafogli diversificati tra bond e azioni. Il trading infatti può rivelarsi troppo rischioso soprattutto se in ballo ci sono risparmi che devono garantire una rendita al momento della pensione.

Inseguire i rally di mercato è un esercizio pericoloso che non porta molto lontano. «Nemmeno gli esperti sanno prevedere che cosa accadrà. E la maggioranza dei guadagni in borsa si realizza soltanto in qualche breve periodo di rally imprevedibile. Per massimizzare la performance dell'investimento bisogna essere nel mercato in questi momenti di rally», avvertono infatti dal colosso statunitense Fidelity.



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Tokyo positiva (+2%) con Bce e rialzo dollaro

Written By Unknown on Jumat, 05 Juli 2013 | 15.11

Di Francesca Gerosa

La borsa di Tokyo imita il rally dei listini europei e chiude a +2,08%. L'indice Nikkei è salito a 14.309,97 punti, dopo che ieri il numero uno della Bce, Mario Draghi, ha annunciato uno storico cambiamento nelle linee guida sulla strategia dell'istituto, sostenendo che la Banca centrale europea si impegna a mantenere per un lungo periodo i tassi agli attuali livelli o anche più bassi.

Anche la BoE, in sintonia con la Bce, ha preannunciato tassi ai minimi. Il listino giapponese ha anche beneficiato del rafforzamento del dollaro sullo yen a 100,35. L'euro/yen passa di mano a 129,37, mentre la moneta europea passa di mano a 1,2892 dollari, dopo essere scesa a un minimo da 5 settimane a 1,2886 dollari. Sul fronte macro, il leading indicator giapponese di maggio ha mostrato un miglioramento di 2,8 punti da aprile.

I riflettori oggi sono però puntati sui dati sull'occupazione Usa. I nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli a giugno sono attesi in rialzo di 165.000 unità (precedente: +175.000 unità); il tasso disoccupazione sempre a giugno è visto in calo al 7,5% rispetto al 7,6% precedente. Mercoledì sono stati pubblicati i dati sugli occupati del settore privato, sempre relativi al mese scorso, che hanno mostrato una crescita superiore al consenso pari a 188.000 unità.

Il petrolio è stabile sui massimi di periodo con gli investitori preoccupati per quanto potrebbe succedere ancora in Egitto: oggi è prevista la manifestazione di protesta dei Fratelli musulmani, sostenitori del presidente deposto, Mohamed Morsi. Il Wti è scambiato a 101 dollari/barile (-0,2%) e il Brent a 105,4 dollari (invariato).



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Realizzi a Piazza Affari, Rcs sotto i riflettori

Di Francesca Gerosa

Realizzi in apertura sui mercati europei dopo l'ottima performance della vigilia in scia alle dichiarazioni di Mario Draghi. Eì remota la prospettiva di una virata in senso restrittivo della politica monetaria della Bce. Quindi il costo del denaro sarà mantenuto sui livelli attuali per un "periodo prolungato".

A un paio di settimane dalle parole di Bernanke, che avevano scosso i mercati profilando all'orizzonte la fine delle misure ultra-espansive pensate come combustibile della locomotiva Usa, Draghi è riuscito a tranquillizzarli circa una situazione ben diversa sul fronte europeo.

E proprio per cogliere eventuali spunti su un possibile ritiro delle misure di quantitative easing da parte di Federal Reserve, da giorni il mercato aspetta le cifre sugli occupati Usa a giugno. Le attese del mercato sono per una creazione di 165.000 posti di lavoro dopo i 175.000 creati a maggio.

Stamani, a dispetto del giudizio severo del Fmi sull'Italia, lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti arretra a 272 punti, dopo aver toccato quota 274 ieri in chiusura, grazie all'assicurazione di Draghi che la politica monetaria della Bce resterà accomodante ancora a lungo. Il rendimento è al 4,38%. Il differenziale Bonos/Bund si restringe a 307 punti per un tasso del 4,73%.

A Piazza Affari, dove il Ftse Mib storna dello 0,22% a 15.772 punti, Telecom Italia segna un -1% a 0,5245 euro dopo che il cda ieri ha deciso di non avviare negoziati formali con il gruppo cinese Hutchison Whampoa per l'integrazione con 3 Italia. A settembre Mediobanca (+0,32% a 4,38 euro) annuncerà la volontà di uscire dal patto di sindacato di Telco, la holding che detiene la quota di riferimento di Telecom Italia, e se svalutare le azioni Telecom a valore di mercato. Parola di Tarak Ben Ammar, consigliere di Mediobanca e Telecom Italia.

L'assemblea di Finmeccanica (-0,75% a 3,96 euro) ha invece votato ieri il prefetto Giovanni De Gennaro e l'ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo come nuovi membri del cda. De Gennaro è poi stato nominato dal cda presidente della società. Tra le banche, Unicredit (+0,75% a 3,75 euro) sta ragionando sul futuro di Unicredit Credit Management Bank (ex UGC Banca), specializzata nella gestione dei crediti problematici, per la quale ha riscontrato notevole interesse da parte di fondi internazionali, tra cui Blackstone, e potrebbe valutare una partnership strategica per lo sviluppo ulteriore del business.

Mentre il Fondo monetario internazionale ha chiesto che le autorità seguano attentamente il piano di ristrutturazione con cui Mps (+0,63% a 0,208 euro) cercherà di ripagare gli oltre 4 miliardi di aiuti pubblici e che siano pronte ad agire se la banca senese non raggiunge i suoi target. MF riporta, invece, i dettagli del piano di ridisegno del modello distributivo del Banco Popolare che si articola su tre livelli: modello di rete distributiva a grappolo con filiali tradizionali, hub e spoke, segmento corporate e catena di comando del gruppo.

Oggi si tiene un cda di routine di Generali (-0,14% a 13,89 euro) in cui potrebbe esserci un aggiornamento sul tema delle cessioni (Bsi e Fata). Bene la controllata Banca Generali (+3% a 17,15 euro) la cui raccolta a giugno è stata pari a 305 milioni di euro, il miglior risultato di sempre.

Infine, fuori dal paniere delle blue chip, resta sorvegliata speciale Rcs (+1,93% a 1,27 euro) dopo che Diego Della Valle (detiene l'8,7% fuori dal patto) ha scoperto le carte e annunciato che sottoscriverà l'aumento di capitale per la quota di sua competenza e che potrebbe rilevare l'inoptato dalle banche per spingersi eventualmente anche sopra il 20%, superando quindi la quota di Fiat.

La decisione, ha spiegato, è maturata perché ha avuto rassicurazioni, anche nelle ultime ore, dai soci principali del gruppo, tranne Fiat (sulla parità a 5,50 euro), che la governance e il piano dell'azienda, dopo la ricapitalizzazione, cambieranno nella direzione da lui auspicata. Secondo alcune fonti, la Consob avrebbe acceso un faro sulla vicenda.

Intanto Pirelli (-0,66% a 9,03 euro) ha comunicato di avere esercitato i diritti di opzione relativi alla propria partecipazione vincolata al patto di sindacato e venduto sul mercato quelli relativi alle azioni fuori dal patto. Anche Mediobanca ha comunicato di avere esercitato integralmente i diritti di opzione.

Gli analisti di Banca Akros (rating sospeso su Rcs) ritengono che Fiat e Intesa Sanpaolo saranno in grado di prevenire un "colpo di stato" in Rcs. Dal punto di vista del mercato azionario, a seguito delle grandi oscillazioni del prezzo principalmente a causa di fattori tecnici, il titolo scambia ora vicino al prezzo di esercizio dell'aumento di capitale. "Oggi è il giorno cruciale per Della Valle. Una volta che sarà reso noto il nuovo azionariato la prossima settimana, i movimenti speculativi sul titolo con ogni probabilità si calmeranno".

Il passo successivo sarà quello di sciogliere il patto di sindacato (attualmente al 58% del capitale) alla data di scadenza (marzo 2014). Questi cambiamenti potrebbero essere il primo passo di un più complesso processo di riorganizzazione che dovrebbe comportare il break up di Rcs in tre parti: Corriere della Sera (potenzialmente fuso con La Stampa, che è già controllata da Fiat); La Gazzetta dello Sport e la divisione libri; le attività spagnole.

"Vorremmo vedere positivamente i cambiamenti richiesti da Della Valle e un possibile processo di riorganizzazione della società", sostengono gli analisti di Kepler Creuvreux. Tuttavia, "è troppo presto per credere che un reale cambiamento sarà raggiunto nel breve termine. Confermiamo quindi il nostro rating reduce e il target price a 1,38 euro sul titolo a causa della debolezza della posizione finanziaria della società, che l'aumento di capitale probabilmente non cambierà sostanzialmente: il rapporto debito/ebitda rettificato 2014 è a 9,7 volte, escluse le cessioni".



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