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Coca-Cola colloca bond in euro da 8,5 miliardi

Written By Unknown on Jumat, 27 Februari 2015 | 15.11

Le aziende statunitensi continuano ad approfittare delle buone condizioni del mercato obbligazionario europeo con Coca-Cola capace di collocare un bond da ben 8,5 miliardi di euro. Il prestito rappresenta la maggior emissione mai effettuata da una realtà americana in Europa e la seconda in euro nel mondo corporate.

Coca-Cola ha collocato obbligazioni con scadenze tra due e 20 anni a tasso sia fisso che variabile. Un bond a otto anni paga una cedola di solo lo 0,75%. Solo per fare un esempio, Chevron ha emesso a inizio settimana negli Stati Uniti uno strumento analogo con cedola del 2,411%, a dimostrazione della particolare divergenza tra i mercati europeo e statunitense.

Analisti e banchieri si aspettano che il trend continui nei prossimi mesi alla luce del continuo calo dei rendimenti dei titoli di Stato europei di riferimento, determinato anche dal prossimo avvio da parte della Bce del programma di acquisto di bond. Il bond della multinazionale di Atlanta segue i prestiti collocati dalle connazionali Priceline, AT&T e Mondelez International.


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Borse europee verso un'apertura in leggero calo

Le borse europee dovrebbero iniziare la seduta in leggero calo (-0,2%), in attesa che gli Usa pubblichino, nel primo pomeriggio, i dati sul pil relativi al quarto trimestre. La stima preliminare dovrebbe essere rivista al ribasso. Saranno importanti perché permetterrano alla Fed  di valutare bene la tempistica sul rialzo dei tassi.

A Piazza Affari occhio alle banche sempre sul tema della riforma delle popolari e dell'eventuale consolidamento. Attenzione che questa mattina  Banca Popolare di Milano  ha reso noto che intende rimborsare anticipatamente alcuni strumenti perpetui di capitale quotati in Lussemburgo (Bpm  Capital Trust I 8,393% Non cumulative Perpetual Trust Preferred Securites)  per un valore residuo in circolazione di 70,717 milioni di euro sul nominale complessivo pari a 160 milioni di euro.

La decisione arriva dopo il via libera ricevuto dalla Banca centrale europea e lo scopo è quello di tagliare i costi di mantenimento delle securities. In base alla normativa Basilea, a partire dal 2014, questi strumenti, scrive Bpm  in una nota, "sono progressivamente esclusi dal calcolo del Tier 1". L'operazione non avrà impatti negativi attesi sugli indici patrimoniali.

Ieri sera, su richiesta della Consob, Bpm , così come molte banche nelle ore precedenti, ha comunicato quali sono i ratio minimi richiesti dalla Bce per l'istituto di credito milanese.  Si tratta del 9% in termini di Common Equity Tier 1 ratio e l'11% in termini di Total  Capital ratio.

Tenuto conto degli attuali livelli dei ratio patrimoniali consolidati alla del 31 dicmbre 2014, la banca presenta l'11,58% come Common Equity Tier 1 ratio  e il 15,35% di Total  Capital ratio.

Attenzione sempre puntata poi su Rai Way  ed Ei Towers . La partita è appena cominciata, anche perché, da indiscrezioni di stampa, è emerso che Fininvest si sarebbe detta disposta a entrare al limite con una quota di minoranza. Mediaset  starebbe attendendo attende la risposta ufficiale di Rai Way  prima di scoprire le carte delle sue prossime mosse sulle torri della tv pubblica.

Nel frattempo, il differenziale tra i titoli di Stato italiani e tedeschi scende a 103 punti con un rendimento dell'1,34%.


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Asia debole. La Cina zoppica un po'

Written By Unknown on Rabu, 25 Februari 2015 | 15.11

Chiusura leggermente negativa alla borsa di Tokyo, dopo che ieri aveva toccato ieri e anche la settimana scorsa i massimi negli ultimi quindici anni.  L'indice Nikkei-225 ha terminato oggi  la seduta in flessione con un calo dello 0,10% a 18.585 punti. In calo anche i listini cinesi, con l'Hang Seng che ha ceduto lo 0,06% e Shanghai lo 0,92%.

L'indice preliminare redatto da Hsbc sul settore manifatturiero cinese (Hsbc China Manufacturing Purchasing Managers' Index) per il mese di febbraio è salito a 50,1 rispetto alla lettura finale di gennaio che era a 49,7.  Da ricordare che 50 è lo spartiacque fra la crescita (valori superiori) e la contrazione economica (valori inferiori) di un paese.

Tuttavia, ha precisato il colosso bancario nella sua analisi, l'attività economica risulta ancora debole nel complesso e la domanda pare incerta. Hsbc crede, come del resto molti economisti in Cina, che il governo debba avviare ulteriori stimoli monetari per dare energia al mercato interno.


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Piazza Affari verso un'apertura positiva

In Piazza Affari gli operatori si aspettano ancora un'apertura positiva in borsa in scia alla chiusura in rialzo di Wall Street. I due fattori che hanno alimentato ieri l'apprezzamento delle borse europee, ossia il via libera da parte dei  ministri delle Finanze della zona euro alla lista di riforme presentata dalla Grecia e le parole accomodanti del presidente della Federal Reserve Janet Yellen, incideranno ancora oggi sul sentiment degli operatori.

In particolare la mossa da colomba della Fed ha fatto capire ai big money che c'è ancora spazio per una crescita delle azioni. Yellen ieri  in audizione al Senato ha fatto sapere che l'aggettivo "paziente" nella forward guidance significa che per almeno due meeting non verrà alzato il costo del denaro. Le prossime due riunioni sono il 17-18 marzo e il 28-29 aprile, poi c'è quella di giugno che gli analisti vedono come tappa probabile per il primo rialzo dei tassi.

Sottolinea Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia: "Negli ultimi giorni, l'attenuarsi delle tensioni sulla Grecia sta permettendo ai mercati di focalizzarsi nuovamente sui temi generali, vale a dire un ondata di easing globale, causata non da un impennata dei rischi di recessione, ma dalla necessità di far fronte all'impatto, su attese di inflazione già pericolanti, del crollo dell'oil. Stante il cronico eccesso di capacità produttiva e la scarsità di domanda nella stra grande maggioranza dei paesi, l'unica opzione e cercare di importare inflazione dai vicini tramite svalutazione della divisa, il che crea i presupposti per la catena azione-reazione tra le banche centrali globali".  

Sersale ricorda che Citigroup osserva che, tra le 33 banche centrali monitorate dal loro research dept, 18, ovvero il 55% del totale ha attuato manovre di easing negli ultimi 3 mesi (3 QE,  14 tagli dei tassi e un FX easing). Commenta Sersale: "Si tratta del massimo da oltre 5 anni, e di un livello osservato raramente nell' ultimo decennio. Il fatto tra le cause principali vi sia un fenomeno, quello del calo dell'oil, che ha anche risvolti positivi sulla crescita rende il mix ancora più appetitoso. Con queste premesse, non stupisce che, lasciati a loro stessi, i mercati continuino a guadagnare stabilmente terreno"

Dal punto di vista macro il primo dato della giornata è stato l'indice HSBC/Markit Purchasing Managerd (PMI) che è salito sopra le attese a 50.1, quindi sopra il livello di  50 punti che separa l'attività in crescita dall contrazione a livello mensile. Nel pomeriggio sono attesi dagli Usa l'indice settimanale richieste mutui, le vendite nuove case a gennaio  e le scorte settimanali di petrolio,  benzina  e carburante distillato. Alle 17:30 è  attesa l'audizione di Mario Draghi (Bce) al Parlamento europeo. 

A Piazza Affari da seguire Rai Way , su cui Ei Towers  ha lanciato un'offerta in azioni e contanti che valorizza la società a 4,5 euro per azione (3,7 euro la chiusura di ieri del titolo). Attenzione poi ancora a Wdf , sulle ipotesi di un ingresso di un socio nell'azionariato, e ad Ansaldo Sts , che ieri è salita del 6,06% in scia alla notizia dell'accordo siglato da Finmeccanica  per la cessione dell'asset.

Bisogna monitorare anche Saipem , Eni , Tenaris  e Saras  molto sensibili agli aggiornamenti macro riguardo alle scorte di petrolio e benzina. 


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Dieci mid cap vincenti a Parigi

Written By Unknown on Selasa, 24 Februari 2015 | 15.11

Il listino di Parigi ha, secondo gli analisti di Société Générale , notevoli chance di ulteriore crescita. Oltre alle blue chip, vale la pena di seguire i titoli a media capitalizzazione, che hanno un potenziale di rialzo che può arrivare al 40%

1) Air France–KLM. Target di 10,4 euro, che implica un potenziale di rialzo del 44%, per la compagnia aerea guidata da Alexandre De Juniac che ha annunciato risultati 2014 in linea con le attese, ma che è stata piuttosto vaga sul 2015, visto che non ha comunicato l'obiettivo di ebitda (reddito operativo lordo). Nonostante ciò gli specialisti della banca d'affari francese ritengono che ci sia un notevole potenziale di crescita degli utili nei prossimi due anni, conseguente anche al maggiore impegno nel taglio dei costi. L'effetto del calo del prezzo del petrolio sarà favorevole ma arriverà in ritardo (il livello attuale di copertura del 2016 è del 27% contro il 62% del 2015). Il debito netto a fine 2014 si è attestato a 5,4 miliardi di euro,  leggermente inferiore alle attese. Il titolo, che capitalizza 2,2 miliardi di euro, ha realizzato negli ultimi 12 mesi un total return negativo (-22,5%).

2) Eramet. Sul gruppo minerario che produce nickel, manganese ed acciai speciali il prezzo obiettivo è 126 euro, del 38% superiore alle quotazioni attuali, a cui si aggiunge un rendimento della cedola 2015 dell'1,1%. Il management è fiducioso che, a fronte del calo delle scorte di nickel in Cina, l'impatto delle restrizioni dell'Indonesia sul ferro non lavorato abbia un impatto positivo nel 2015. Il titolo, che capitalizza 2,1 miliardi, beneficerà inoltre di un effetto cambi favorevole e delle iniziative di risparmio dei costi (90 milioni di euro in un piano di 360 milioni fra il 2014 e il 2017). Negli ultimi 12 mesi il total return del titolo sul listino di Parigi è stato del 30,3%.

3) Worldline. Alla società guidata da Gilles Grapinet, leader europeo nel software per i pagamenti elettronici, è stato assegnato un prezzo obiettivo di 22 euro. Il margine di crescita è del 33%, a cui si aggiunge un rendimento della cedola 2015 dell'1,4%. Nel 2014 ha registrato un incremento dei ricavi del 2,8% e del reddito operativo lordo (ebitda) del 6%, a fronte di un margine del 18,7%, mentre l'outlook 2015 è stato in linea con le attese.

4) Criteo. Target price di 50 euro, del 29% superiore alle quotazioni attuali, per il gruppo specializzato nella pubblicità web, che trimestre dopo trimestre riesce a battere le aspettative di mercato. Gli unici rischi sono rappresentati da cambiamenti nella regolamentazione del settore e dall'aumento della competitività. Negli ultimi 12mesi il total return del titolo, che capitalizza 2,3 miliardi di euro, è 24,6%.

5) Imerys. I risultati 2014 del gruppo specializzato in materiali da costruzione e guidato da Gilles Michel, hanno evidenziato miglioramenti sia sul fronte dei ricavi sia della redditività, segno che la strategia di sviluppare prodotti innovativi sta dando frutti. Nel 2014 i nuovi prodotti (lanciati meno di 5 anni prima) incidevano per il 21% sulle vendite. Il dividendo sarà incrementato del 3% in linea con le attese, che corrisponde a un rendimento della cedola 2015 del 2,5%. Il target price di  76 euro implica un potenziale di rialzo del 13,4%. Negli ultimi 12 mesi il titolo ha reso (total return) il 6%.+

6) Orpea. Target di 65 euro, che implica un potenziale di rialzo dell'11%, per la società specializzata nell'assistenza sanitaria a domicilio, che ha annunciato risultati 2014 e stime per il 2015 superiori alle attese. I ricavi sono cresciuti lo scorso anno del 21,2% e quest'anno dovrebbero aumentare del 18,6%. I rischi che potrebbero emergere sono legati a cambiamenti nella regolamentazione e a problemi di esecuzione nelle tre recenti acquisizioni. Il titolo, che capitalizza 3,2 miliardi di euro, ha realizzato negli ultimi 12 mesi un total return del 36,5%.

7 )Vicat. Il gruppo, che opera nel settore dei materiali da costruzione, merita un prezzo obiettivo di 71 euro, dell'11,5% superiore alle quotazioni attuali, a cui si aggiunge un rendimento della cedola 2015 del 2,8%. Il management è fiducioso sui risultati 2015, dopo un 2014 che ha chiuso con un incremento del 6% dei ricavi, che sale all'8% a perimetro invariato e tassi di cambio costanti, perché i cali in Europa sono compensati dagli aumenti in India a Kazakhstan. Negli ultimi 12 mesi il total return del titolo è stato del 12,8%.

8) Ingenico. Alla società high-tech guidata da Philippe Lazare, che opera attraverso i business Smart Terminals, Payments Services e Mobile Solutions, è stato assegnato un prezzo obiettivo di 112 euro. Il margine di crescita è del 13,2%%, a cui si aggiunge un rendimento della cedola 2015 dell'1,4%. Nel 2014 ha registrato un incremento dei ricavi del 19%, mentre il rapporto reddito operativo lordo/fatturato è arrivato al 23,4%. Il total return a un anno è del 49%.

9) STMicroelectronics . Nonostante la notevole performance già realizzata nel quarto trimestre, le quotazioni attuali non riflettono, secondo gli analisti, il vero potenziale del titolo se confrontato con i competitor. La società guidata da Carlo Bozotti merita un target price di 9,5 euro, che implica un potenziale di rialzo del 20%, a cui si aggiunge un dividend yield 2015 compreso fra il 4 e il 4,5%. Il titolo, che capitalizza 6,8 miliardi di euro, ha realizzato negli ultimi 12 mesi un total return del 35,5%.

10) Alstom. Il gruppo guidato da Patrick Kron, e specializzato nei treni e nei sistemi di trasporto, ha siglato di recente un contratto con la Svizzera del valore di 115 milioni di euro per l'alta velocità. Il target price di 32 euro è del 12,3% superiore ai prezzi recenti, mentre il dividend yield è nullo. Negli ultimi 12 mesi il total return del titolo sul listino di Parigi è stato del 45%.


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Finmeccanica vende le due Ansaldo a Hitachi. Vola Sts

Accordo raggiunto tra Finmeccanica  e Hitachi. La società guidata da Mario Moretti ha ceduto AnsaldoBreda e Ansaldo Sts  alla conglomerata giapponese.

Lo comunicano le due aziende, sottolineando di aver firmato accordi vincolanti per l'acquisto da parte di Hitachi "dell'attuale business di AnsaldoBreda, a esclusione di alcune attività di revamping e di determinati contratti residuali, e dell'intera partecipazione detenuta da Finmeccanica  nel capitale sociale di Ansaldo Sts , circa il 40% del capitale sociale".

Il prezzo di acquisto previsto delle azioni di Ansaldo Sts  è pari a 9,65  euro ciascuna, per un corrispettivo complessivo di 773 milioni di euro. Il prezzo di acquisto concordato è soggetto a possibili aggiustamenti in negativo prima del closing nel caso in cui Ansaldo Sts  approvi la distribuzione di dividendi, acconti su dividendi, ovvero altre distribuzioni.

AnsaldoBreda invece è stata veduta per un corrispettivo totale netto di 36 milioni di euro, da corrispondere a Finmeccanica  in base all'accordo di acquisto. Il prezzo è comprensivo del patrimonio immobiliare.

A seguito di queste operazioni il debito netto del Gruppo Finmeccanica  a fine 2015 si ridurrà di circa 600 mln euro, con una plusvalenza netta complessiva pari a circa 250 mln.

La chiusura simultanea delle operazioni è prevista nel corso del 2015 "ed è soggetta alle specifiche condizioni tipiche per tale tipo di operazioni, quali autorizzazioni regolamentari ed antitrust".

"Le operazioni annunciate oggi confermano il nostro impegno nel realizzare gli obiettivi economici e finanziari per ridurre significativamente il debito netto", ha commentato Mauro Moretti, amministratore delegato e direttore generale di Finmeccanica , in merito agli accordi raggiunti con Hitachi.

"La vendita del business relativo al trasporto ferroviario rappresenta una tappa importante nella realizzazione del nostro piano industriale che mira a focalizzare e rafforzare il gruppo nel core business hi-tech Aerospaziale, Difesa e Sicurezza", ha proseguito Moretti.

Il manager ha anche sottolineato che "Hitachi ha espressamente riconosciuto il know-how e l'expertise conferiti da AnsaldoBreda e da Ansaldo Sts . Sono sicuro che entrambe le società ricopriranno un ruolo chiave nel futuro sviluppo del business di Hitachi Rail in tutto il mondo, facendo leva sui centri di eccellenza nei sistemi ferroviari e nel trasporto metropolitano".

Alistair Dormer, ad globale di Hitachi Rail, ritiene che "grazie a queste operazioni, saremo nell'eccellente posizione di trasformare Hitachi Rail in uno dei più forti player del settore. L'odierno annuncio rappresenta l'ulteriore prova della visione a lungo termine che abbiamo per la crescita di Hitachi. Attraverso tale operazione rafforzeremo significativamente la nostra posizione sul mercato, con l'obiettivo di diventare leader nella fornitura di soluzioni globali nel settore ferroviario".

Finmeccanica  aggiornerà le previsioni del gruppo per l'intero 2015 al completamento della transazione. A seguito delle acquisizioni, Hitachi lancerà un'offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle rimanenti azioni di Ansaldo Sts .

La holding tecnologica italiana è stata assistita da Ubs e Mediobanca  quali consulenti finanziari e da Grimaldi Studio Legale quale consulente legale. Gli amministratori indipendenti del  cda di Finmeccanica  sono stati assisititi da Equita Sim quale consulente finanziario. Il Gruppo Hitachi è stato assistito da Citi quale consulente finanziario e da Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners quale consulente legale.


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Asia positiva, nonostante il calo del petrolio. Brilla Prada

Written By Unknown on Senin, 23 Februari 2015 | 15.11

Gli investitori in Asia hanno scommesso sul fatto che oggi la Grecia riuscirà a convincere Bruxelles a ottenere una proroga di quattro mesi per gli aiuti europei. Ne ha beneficiato il Nikkei, ancora in striscia positiva dalla settimana scorsa e anche le borse cinesi, dove però i colossi petroliferi sono sotto pressione a causa dell'ennesimo scivolone del Wti. Balzo di Prada a Hong Kong.

Alle ore 8 italiane l'Hang Seng scambiava attorno alla parità, mentre Shanghai guadagnava lo 0,76%. Il Nikkei ha invece chiuso con un rialzo dello  0,73% a quota 18.466,92 punti.

I colossi petroliferi sono invece sotto pressione in Cina, dove i listini hanno riaperto oggi dopo tre giorni di festività. La ragione? Il prezzo del greggio è calato a New York di oltre lo 0,4%. Il Wti è sceso a 50,6 dollari il barile. L'Oman, il maggior produttore di petrolio del Medio Oriente che non fa parte dell'Opec, sta aumentando la produzione con l'effetto, come si è visto, che il prezzo della materia prima è tornato a scendere.

Nel frattempo, le azioni di Prada, quotata a Hong Kong, sono balzate sulla scia della speculazione che le vendite same-store crescerano in maniera significativa quest'anno, dopo aver registrato un leggero calo lo scorso autunno.


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I fondi esteri puntano su Anima

I fondi esteri stanno scommettendo su Anima . Secondo i dati di Consob, Wellington Management Group è salito dal 7,541% (quota che deteneva dallo scorso 12 giugno) all'8,103% ed è diventato così il terzo azionista sella società italiana dopo Banca popolare di Milano  (16,849%) e Banca Monte dei Paschi  (10,324%). Una settimana prima era entrata Fil Limited col 2,054% delle quote, mentre agli inizi del mese gli inglesi di Aviva avevano incrementato la loro posizione passando dal 3,066% al 5,140%.

Nello stesso giorno in cui Aviva si era mossa, Clessidra aveva invece liquidato la propria posizione vendendo il 7,4%. Da inizio anno il titolo Anima  ha guadagnato il 15,27% portandosi venerdì scorso a 4,8 euro.

Wellington Management Group è una società americana, con sede principale a Boston e una cinquantina di uffici in tutto il mondo, che gestisce oltre 900 miliardi di dollari per conto di 1.200 clienti istituzionali. E' specializzata sia in fondi comuni che in investimenti alternativi (per esempio gli hedge). Fil Limited, invece, è una controllata (con sede alle Bermuda)  del colosso americano Fidelity, fra i maggiori player al mondo del risparmio gestito. Aveva in gestione (alla data dell'aprile 2014) quasi 2.000 miliardi di dollari.


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Le 4 ragioni del gap Usa-Europa

Written By Unknown on Minggu, 22 Februari 2015 | 15.11

Il gap tra le performance azionarie tra Stati Uniti ed Europa è il più ampio degli ultimi 20 anni. Il team di ricerca di Standard Life Investments ha analizzato bilanci e conti economici di singole società per chiarire le ragioni che potrebbero colmare questo divario nei prossimi anni. Secondo lo strategist Chris Faulkner-MacDonagh, «gli investitori sono disposti a pagare un premio eccezionale per accedere agli asset americani che offrono rendimenti davvero interessanti, ma dovrebbero anche chiedersi come reagiranno queste aziende ai piani della Fed sulla normalizzazione della politica monetaria e aumento dei tassi di interesse».

Dal report emerge che le aziende Usa si sono dimostrate negli ultimi dieci anni più efficienti nella gestione dei bilanci e nelle ristrutturazioni nel nuovo mondo post-crisi finanziaria rispetto alle aziende europee.

1) Le aziende statunitensi riescono spesso a sfruttare meglio i bassi tassi d'interesse a livello globale, riducendo i titoli in circolazione attraverso buy-back e aumentando la leva finanziaria.

2) La ripresa relativamente rapida del sistema finanziario degli Stati Uniti ha aiutato le aziende nei loro sforzi di ristrutturazione, attraverso procedimenti per fallimento rapidi e un'efficiente gestione del capitale circolante.

3) Le migliori aziende statunitensi hanno incrementato l'esposizione globale più rapidamente, riuscendo a beneficiare del trend di deprezzamento del dollaro Usa.

4) Dopo la crisi finanziaria solo poche aziende europee sono state in grado di generare grandissimi profitti (solo due a fine 2014). Al contrario negli Stati Uniti le aziende che hanno generato maxi guadagni sono raddoppiate, una media di 13 ogni anno.


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Che gusto con quelle ipo

L'Italia è il ì Paese del food, versione moderna del pane quotidiano, del gusto e quest'anno dell'Expo a Milano. Ci sono fior di aziende del settore alimentare che hanno fatto successo in tutto il mondo e in tutti i segmenti del business (pasta, vino, gastronomia, caffè, dolci&affini).

Ci sono marchi invidiati dagli Usa al Far East al Medio Oriente. C'è una tradizione consolidata che solo la Francia, in certi ambiti, riesce a scalfire. Ma quando si parla di mercati finanziari, di borsa, di quotazioni l'Italia è forse il fanalino di coda tra i Paesi più industrializzati.

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Wall Street record dopo l'accordo sul debito greco

Written By Unknown on Sabtu, 21 Februari 2015 | 15.11

Alla borsa di New York, dopo una prima fase incerta gli indici hanno proseguito in territorio positivo sulla scia delle indiscrezioni su una bozza di accordo all'Eurogruppo sull'estensione degli aiuti alla Grecia, per poi chiudere in netta crescita toccando nuovi record (nel caso di Dow Jones e S&P 500) dopo la decisione, a Bruxelles, di ampliare il piano di aiuti finanziari alla Grecia.

Per la precisione l'indice Dow Jones ha guadagnato lo 0,86% chiudendo a 18.140,44, primo record del 2015. L'S&P 500 è salito dello 0,61% a 2.110,3 mentre il tecnologico Nasdaq è aumentato dello 0,63% collocandosi a 4.955,97.

Il prezzo del petrolio ha chiuso in calo: il light crude Wti è sceso di 82 cent a 50,34 dollari al barile.


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Le 4 ragioni del gap Usa-Europa

Il gap tra le performance azionarie tra Stati Uniti ed Europa è il più ampio degli ultimi 20 anni. Il team di ricerca di Standard Life Investments ha analizzato bilanci e conti economici di singole società per chiarire le ragioni che potrebbero colmare questo divario nei prossimi anni. Secondo lo strategist Chris Faulkner-MacDonagh, «gli investitori sono disposti a pagare un premio eccezionale per accedere agli asset americani che offrono rendimenti davvero interessanti, ma dovrebbero anche chiedersi come reagiranno queste aziende ai piani della Fed sulla normalizzazione della politica monetaria e aumento dei tassi di interesse».

Dal report emerge che le aziende Usa si sono dimostrate negli ultimi dieci anni più efficienti nella gestione dei bilanci e nelle ristrutturazioni nel nuovo mondo post-crisi finanziaria rispetto alle aziende europee.

1) Le aziende statunitensi riescono spesso a sfruttare meglio i bassi tassi d'interesse a livello globale, riducendo i titoli in circolazione attraverso buy-back e aumentando la leva finanziaria.

2) La ripresa relativamente rapida del sistema finanziario degli Stati Uniti ha aiutato le aziende nei loro sforzi di ristrutturazione, attraverso procedimenti per fallimento rapidi e un'efficiente gestione del capitale circolante.

3) Le migliori aziende statunitensi hanno incrementato l'esposizione globale più rapidamente, riuscendo a beneficiare del trend di deprezzamento del dollaro Usa.

4) Dopo la crisi finanziaria solo poche aziende europee sono state in grado di generare grandissimi profitti (solo due a fine 2014). Al contrario negli Stati Uniti le aziende che hanno generato maxi guadagni sono raddoppiate, una media di 13 ogni anno.


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Per Telecom Italia ricavi ed ebitda in calo dell'8% nel 2014

Written By Unknown on Jumat, 20 Februari 2015 | 15.11

Telecom Italia  ha chiuso il 2014 con ricavi preliminari consolidati di 21,6 miliardi di euro di euro, -7,8% rispetto ai 23,407 miliardi del 2013. In calo anche l'ebitda  (8,8 miliardi di euro): -7,9% rispetto ai 9,5 miliardi dell'anno prima. Crescono gli investimenti industriali: +4,4 a 4,9 miliardi. In termini di variazione organica, escludendo i tassi di cambio e il perimetro di consolidamento, i ricavi sono in riduzione del 5,4% e l'ebitda del 6,8%.

Nel frattempo, le azioni ordinarie e di risparmio di T.I. Media sono state riammesse agli scambi dopo la sospensione di ieri.

L'indebitamento finanziario netto rettificato al 31 dicembre 2014 di Telecom Italia  è di 26,6 miliardi, in leggero calo (-156 milioni di euro)  rispetto a un anno prima (26,807 miliardi). Nel quarto trimestre il debito finanziario netto rettificato è aumentato di 79 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2014. Al flusso di cassa della gestione operativa si sono contrapposti, oltre agli esborsi fiscali dell'ultimo trimestre, i maggiori fabbisogni, pari a 0,9 miliardi di euro, derivanti dai pagamenti già avvenuti per l'acquisizione delle licenze in Brasile e in Argentina.

Scende il margine di liquidità al 31 dicembre 2014: 13,1 miliardi di euro dai 13,6 miliardi al 31 dicembre 2013, al netto di 0,1 miliardi di euro relativi alle Discontinued Operations. Si tratta di liquidità per 6,1 miliardi di euro (7,1 miliardi nel  2013) e di linee di credito committed non utilizzate per un importo complessivo di 7 miliardi di euro (6,5 miliardi nel 2013). Questo margine, scrive Telecom,  "consente una copertura delle passività finanziarie di gruppo in scadenza oltre i prossimi 24 mesi".

Nel quarto trimestre i ricavi da servizi sul mercato nazionale hanno segnato un calo del  4,4% su base annua, ma in recupero del  4,7% rispetto allo stesso periodo del 2013. Ciò conferma, scrive la società, "il costante miglioramento nell'arco del 2014: -4,4% nel quarto trimestre, -6,2% nel terzo trimestre, -8,9% nel secondo trimestre e -8,8% nel primo trimestre".

"In deciso recupero", aggiunge Telecom Italia , "la performance dei ricavi da servizi mobili, con una contrazione anno su anno che passa da -14,3% dell'ultimo trimestre 2013 a -5,7% nel quarto trimestre 2014".  Nella telefonia fissa, i ricavi da servizi nel trimestre ottobre-dicembre hanno registrato una flessione del  5,3% su base annua, in recupero dal -7,2% del terzo trimestre e dal -8,6% del secondo trimestre.

Questa dinamica "è sostenuta in parte dal miglioramento della componente broadband, che beneficia del graduale incremento dell'Arpu (ricavi medi per utente), che si attesta nel quarto trimestre 2014 a 20,1 euro al mese rispetto ai 19,2 euro di dicembre 2013, grazie alla continua crescita dei clienti premium (fibra e fast adsl)".


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Borsa, previsto un avvio cauto

Prevista una partenza cauta per i mercati azionari europei in attesa dell'Eurogruppo, chiamato a discutere ancora una volta della Grecia.

"Mi aspetto un avvio prudente, con il Ftse Mib che potrebbe iniziare la seduta con un -0,3%", afferma un gestore. "La seduta potrebbe essere caratterizzata da un certo nervosismo in vista dell'Eurogruppo. La situazione del resto e' molto fluida", aggiunge l'esperto.

Gli esperti di Société Générale  in proposito sostengono che sarà una discussione "dura" e che "un accordo è lungi dall'essere garantito"

Anche per questo motivo "Il cambio euro/dollaro tratta nella parte bassa del range di oscillazione delle ultime sedute, a quota 1,1340", prosegue l'esperto.

Sul fronte dei titoli governativi, il money manager segnala che lo spread sul decennale Btp/Bund e' stabile a 123 punti base, con un rendimento del Btp a 10 anni dell'1,61%.

Per quanto concerne i dati macro, "l'indice dei prezzi della produzione industriale in Germania a gennaio è stato un po' migliore delle attese.

Attesi in mattinata gli indici Pmi a febbraio in Europa: alle 9h00 i dati francesi, alle 9h30 quelli tedeschi, alle 10h00 il dato dell'Eurozona", spiega il gestore.

A piazza Affari "da seguire Telecom Italia  dopo i conti e in attesa della presentazione del piano. È stato poi annunciato il delisting di T.I.Media. Da monitorare sempre le banche", conclude l'esperto.


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Bim (Veneto B.), crediti per 22 mln verso la fallita Ciccolella

Written By Unknown on Rabu, 18 Februari 2015 | 15.11

Banca Intermobiliare , società del gruppo Veneto Banca, ha reso noto di vantare crediti per 21,9 milioni di euro nei confronti  di Ciccolella , gruppo florovivaistico di Molfetta, dopo rettifiche per 6,1 milioni di euro. Quest'ultima è la società, quotata al mercato principale di Borsa Italiana (ma dal 16 febbraio sospesa a tempo indeterminato dalle contrattazioni), di cui il Tribunale di Trani, il 10 febbraio scorso, ha dichiarato fallimento. Pensare che cinque anni fa si era fatta avanti per rilevare lo stabilimento ex Fiat  di Termini Imerese dove avrebbe voluto produrre serre fotovoltaiche.

La banca è garantita da 76.929.565 azioni ordinarie Ciccolella  Spa e da ipoteche su immobili di primo grado per 48 milioni di euro. Il cda di Bim riesaminerà la questione il 9 marzo, durante l'approvazione del progetto di bilancio 2014.

Il  tribunale di Trani, nel frattempo, ha nominato curatori Gennaro Acclavio di Barletta e Vincenzo Civita di Andria.  Ciccolella , però, ha reso noto di volersi opporre alla sentenza del tribunale affermando che la Spa è solida e non ha debiti.  

Due anni fa, la società di compravendita Ciccolella  Holding International, consorella olandese dell'azienda italiana quotata in borsa Ciccolella  Spa, era stata dichiarata fallita. Il tribunale di Amsterdam aveva approvato la richiesta di fallimento visti i quasi 30 milioni di euro di debiti.


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