Diberdayakan oleh Blogger.

Popular Posts Today

Il Fiscal Cliff perseguita i mercati anche nell'ultima seduta del 2012

Written By Unknown on Senin, 31 Desember 2012 | 15.11

Di Francesca Gerosa

Le borse europee chiudono l'ultima seduta del 2012 in calo con l'incubo del fiscal cliff che le ha perseguitate fino all'ultimo. Madrid è stata la peggiore (-1,81%) con Bankia in caduta libera in vista dell'uscita dall'indice principale (l'Ibex 35). Deboli anche Parigi (-1,47%), Francoforte (-0,57%), Londra (-0,44%) e Milano che ha seguito per tutta la giornata le consorelle europee, scivolando alla fine dello 0,82% a quota 16.273 punti.

Un'annata in chiaroscuro per il mercato italiano, che ha toccato i minimi storici in estate, per recuperare a fine anno solo parzialmente le cadute del 2011 e del 2010. Il Ftse Mib ha infatti guadagnato il 7,85% facendo meglio, tra le principali borse del Vecchio continente, solo di Londra e di Madrid.

Oggi però ha regnato ancora l'incertezza in attesa dell'incontro di questa sera alla Casa Bianca tra il presidente Barack Obama e i leader del Congresso, estremo tentativo per trovare un accordo entro il 31 dicembre per evitare che a inizio anno scatti il pacchetto di tagli automatici alla spesa e aumenti delle tasse da 500-600 miliardi negli Stati Uniti. Obama incontrerà nella Sala Ovale il leader della maggioranza al Senato, Harry Reid, quello di minoranza Mitch McConnell, lo speaker della Camera John Boehner e la leader della minoranza, Nancy Pelosi.

La Camera dei Rappresentanti ha fissato per domenica una sessione straordinaria per riuscire a trovare in extremis un accordo. Il governo tedesco della cancelliera Angela Merkel si aspetta che democratici e repubblicani raggiungano presto un'intesa. "Siamo fiduciosi", ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri, Martin Schaefer, "che gli Stati Uniti d'America superino ragionevolmente questa difficoltà come già avvenuto in passato anche per altre questioni di politica interna".

E' evidente, ha aggiunto Schaefer, che gli Usa hanno bisogno di una soluzione a lungo termine per la riduzione del debito e il consolidamento finanziario che non metta in difficoltà la congiuntura interna né quella mondiale. Per i repubblicani, finire nel precipizio sarebbe l'occasione per rinfacciare al presidente Obama, in un primo momento, l'aumento delle tasse, per poi votare un taglio dell'aliquota per la maggior parte degli americani.

Questa strategia permetterebbe ai repubblicani di far accettare un accordo simile a quello proposto in queste settimane, ma rimandato al mittente: un aumento delle tasse per i cittadini con redditi superiori, per esempio, ai 400.000 dollari. Al contrario, per i democratici sarebbe meglio finire nel precipizio, piuttosto che dare il via libera all'aumento delle tasse solo per i cittadini con redditi superiori al milione, come proposto da Boehner, con il suo piano B; o, peggio ancora, estendendo gli sgravi fiscali decisi dall'amministrazione Bush, ora in scadenza, a tutti.

A Washington nessuno vuole perdere, ecco perché il nuovo ministro delle Finanze, Taro Aso, che oggi ha intrattenuto una conversazione con il Segretario al Tesoro statunitense, Timothy Geithner, ha esortato la propria controparte statunitense "a lavorare duro" affinché gli Usa evitino il precipizio fiscale. "Gli ho detto che non è un problema solo degli Stati Uniti, ma una questione che impatterebbe in maniera estremamente significativa anche altri Paesi", ha concluso Aso.

"La nostra sensazione è che l'accordo verrà trovato proprio all'ultimo momento disponibile proprio per scongiurare che l'economia americana possa finire in recessione nel primo semestre", ha previsto Filippo A. Diodovich, market strategist di IG, ricordando che il fiscal cliff corrisponde a quasi 4 punti percentuali del Pil Usa.

I dati macro arrivati dagli Usa hanno peraltro mostrato anche oggi uno scenario economico tutto sommato positivo. L'indice Napm di Chicago, che si basa su un'indagine condotta sui direttori d'acquisto del settore manifatturiero, a dicembre è salito a 51,6 punti dai 50,4 punti di novembre. Anche l'indice pending home sale di novembre, relativo alla vendita di case esistenti per le quali è stato sottoscritto un preliminare ma non è stato ancora chiuso il contratto, è cresciuto dell'1,7% mese su mese a 106,4 punti e del 9,8% anno su anno.

Poco importa. I timori per un mancato accordo per evitare il fiscal cliff, che espone gli Usa anche al rischio di una bocciatura da parte delle agenzie di rating, hanno tenuto in scacco i mercati, non lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti sceso a 318 punti (tasso del 4,51%), dopo l'asta dei Btp a 10 e 5 anni, collocati quasi tutti con rendimenti in leggero rialzo. Aveva aperto l'anno a 520 punti base. Mentre l'euro ha chiuso sopra quota 1,32 dollari a 1,3215 dollari dopo aver toccato un massimo a 1,3256 dollari.

Sul listino milanese ai segni meno più vistosi di Mediaset (-2,02% a 1,55 euro), Enel (-1,81% a 3,13 euro), Atlantia (-1,09% a 13,67 euro), in vista di un possibile riassetto che invece continua a premiare Gemina, Tenaris (-1,52% a 15,58 euro) e Diasorin (-1,08% a 30,28 euro) si sono contrapposti pochi segni positivi. I più evidenti quelli di Luxottica (+0,36% a 31,07 euro) e Mps (+0,67% a 0,2257 euro).

Tra le altre banche, Unicredit ha perso l'1,07% a 3,706 euro, nonostante la notizia che l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa e Piazza Cordusio hanno rafforzato la loro collaborazione, firmando uno specifico protocollo di intesa per favorire l'ingresso nel nostro Paese di investitori esteri. L'intesa prevede uno scambio di informazioni e di analisi fra l'Agenzia e l'istituto di credito, già partner dell'Invitalia.

E' invece rimandata a dopo le feste la decisione sul destino di Effeti, la holding partecipata in modo quasi paritetico dalla Fondazione Crt e da Ferak, che a sua volta vede tra i propri soci la Palladio Partecipazioni di Roberto Meneguzzo. La holding detiene il 2,2% del capitale di Generali a un valore di carico a 18 euro per azione contro una chiusura oggi a 13,54 euro (-0,58%). Oltre alle quote detenute tramite Effeti, Ferak, che per parte sua ha già svalutato, possiede azioni Generali anche in via diretta (l'1,02% del capitale in occasione dell'assemblea di aprile). Il destino di Effeti sarà quindi legato al valore dell'asset sottostante, il titolo Generali.

Fuori dal listino principale, forti acquisti su Reno De Medici (+18,89% a 0,15 euro) e ancora, dopo il +32% di ieri sulla scia della firma del contratto di programma Adr-Enac, Gemina (+1,51% a 1,074 euro). La holding dei Benetton su richiesta della Consob ha precisato stamni che ogni ipotesi di riassetto rimane soggetta a un'approfondita analisi, peraltro non ancora avviata, dei possibili benefici industriali e finanziari che ne potrebbero derivare. Per Cheuvreux è da favorire un'offerta in azioni, non in contanti. Nel caso di un'offerta in carta che valorizzi Gemina intorno a 1,27 euro per azione con un premio del 20%, l'aggregazione sarebbe leggermente accrescitiva sull'utile per azione 2014 post sinergie.



15.11 | 0 komentar | Read More

Da Anima sette idee di investimento per il 2013

Di Ester Corvi

Più dubbi che certezze guardando al 2013. In Europa sui modi e i tempi di richiesta di aiuto da parte della Spagna per far scattare l?'intervento della Bce, sull'?esito delle elezioni italiane, sul vigore e sui tempi della prevista ripresa dell'attività economica. Negli Stati Uniti le incertezze sono legate invece alla risoluzione di due questioni chiave, il fiscal cliff e il debt ceiling.

Se il Congresso non interverrà prima, dal primo gennaio verrà meno un pacchetto di agevolazioni fiscali, che potrebbero avere un impatto negativo sul Pil statunitense nella misura del 3,6%, ma si tratta di un?'ipotesi piuttosto remota. Cosa fare di fronte a uno scenario così complesso? Secondo gli specialisti di Anima, nella strategia di investimento vanno privilegiati i Paesi e i settori esposti alla crescita globale nell'ambito di uno scenario moderatamente positivo. Ecco di seguito sette idee di investimento per il 2013.

1) Meglio i bond decennali. Sui mercati obbligazionari, soprattutto in alcuni segmenti che hanno registrato performance eccezionali, la selettività sarà importante. In termini di scadenze, la preferenza passa dai titoli a cinque anni a quelli decennali. Invariata la posizione sull'Italia, di leggero sovrappeso. A parere degli analisti, la volatilità delle scorse settimane si inserisce all'interno di un trend di flessione dello spread dei Btp rispetto ai Bund, in atto da diversi mesi senza infrangerlo. In sintesi mantengono un'impostazione costruttiva sull'area euro e sull'Italia, considerando eventuali fasi di volatilità come un'opportunità di acquisto.

2) Prudenza verso gli high yield. Nelle ultime due settimane si sono affacciati sul mercato numerosi emittenti italiani, con obbligazioni senior (Lottomatica, Finmeccanica, A2A e altri) e subordinate (Unicredit, Generali), che hanno incontrato una buona domanda anche da parte di investitori esteri. Con i tassi dei titoli privi di rischio sempre in prossimità dei minimi storici, i rendimenti dei titoli corporate hanno però raggiunto livelli assoluti molto bassi. Il segmento dei titoli ad alto rendimento, in uno scenario di crescita moderata, potrebbe continuare a dare un buon ritorno, anche se non ai livelli del 2012. Per il 2013 il tasso di default atteso è intorno al 2-3%. Considerati i livelli estremamente compressi dell'indice di volatilità, gli esperti mantengono un approccio piuttosto prudente nei confronti degli high yield.

3) Più spazio all'Europa. Se il 2012 è stato l'anno in cui gli Stati Uniti sono stati considerati un ?porto sicuro?, mentre Europa e mercati emergenti risentivano degli effetti di politiche fiscali e monetarie restrittive, nel 2013 l'austerità fiscale potrà rallentare gli Usa, mentre sarà meno pressante in Europa. Da parte loro i Paesi emergenti godranno invece di politiche espansive. Da qui la preferenza degli esperti di Anima per i Paesi e i settori esposti alla crescita globale, nell'abito di uno scenario moderatamente positivo. In particolare si aspettano un inizio d?anno positivo, seguito da una fase di consolidamento o ripiegamento e un secondo semestre nuovamente in progresso, se la ripresa tanto attesa si concretizzerà.

4) Occhio ai titoli finanziari. Gli esperti sono positivi sul settore dei titoli finanziari, grazie al potenziale miglioramento degli spread sui titoli del debito sovrano nei Paesi periferici, in seguito al calo della tensione sulla crisi di Eurolandia. Il settore dei consumi discrezionali potrà invece beneficiare della crescita dei Paesi emergenti e della ripresa nell'Europa. Al contrario è negativa l'opinione sui titoli difensivi. In particolare consigliano cautela sulle utility, le telecomunicazioni e i petroliferi, viste le revisioni negative delle stime sul quarto trimestre del 2012 e le prospettive non buone per il 2013. Fanno eccezione i titoli farmaceutici, che hanno nei Paesi emergenti nuovi importanti mercati e strutture finanziarie solide.

5) Usa, revisione al rialzo degli utili. Il principale fattore di incertezza è il fiscal cliff. In termini di valutazioni, consumi ciclici e non ciclici, farmaceutici, tecnologici e finanziari sono i settori che hanno mostrato negli ultimi mesi revisioni delle stime degli utili migliori del mercato di riferimento. Più a lungo termine gli esperti confermano la visione positiva sulla borsa Usa, collegata ai trend di lungo termine come la ripresa del mercato immobiliare, la rivoluzione energetica basata sullo shale gas (gas prodotto da giacimenti non convenzionali) e il cosiddetto Rinascimento manifatturiero, vale a dire la nascente tendenza delle imprese a trasferire posti di lavoro dai paesi emergenti (come Cina o Messico) negli Stati Uniti.

6) Piazza Affari, focus sui dividendi. Il primo trimestre dell'anno sarà caratterizzato da un andamento in chiaroscuro, per l'approssimarsi delle elezioni. Le valutazioni dei titoli quotati a Piazza Affari appaiono interessanti e gli esperti di Anima privilegiano le società esposte alla domanda internazionale, che hanno una presenza significativa nei Paesi emergenti. Le attese sono positive anche per le società caratterizzate da un basso debito e da buoni flussi di cassa tali da garantire un elevato rendimento della cedola (dividend yield). Hanno invece poche chance gli industriali, per la sensibilità al contesto macro, e in generale i titoli con una situazione patrimoniale debole.

7) Emergenti ancora sugli scudi. Le valutazioni dei listini emergenti, secondo gli specialisti di Anima, sono ancora attraenti, nonostante la recente performance e la debole crescita degli utili (+4% nel 2013). Gli emerging market trattano infatti a sconto rispetto al passato e alle azioni globali, con un ratio p/bv (prezzo/valore di libro) pari a 1,55 volte nel 2012 e 1,4 volte nel 2013. E se non saranno i profitti, sarà la crescita dei dividendi a fare da traino per il rialzo di molti titoli quotati su questi listini.



15.11 | 0 komentar | Read More

Il Fiscal Cliff perseguita i mercati anche nell'ultima seduta del 2012

Written By Unknown on Minggu, 30 Desember 2012 | 15.11

Di Francesca Gerosa

Le borse europee chiudono l'ultima seduta del 2012 in calo con l'incubo del fiscal cliff che le ha perseguitate fino all'ultimo. Madrid è stata la peggiore (-1,81%) con Bankia in caduta libera in vista dell'uscita dall'indice principale (l'Ibex 35). Deboli anche Parigi (-1,47%), Francoforte (-0,57%), Londra (-0,44%) e Milano che ha seguito per tutta la giornata le consorelle europee, scivolando alla fine dello 0,82% a quota 16.273 punti.

Un'annata in chiaroscuro per il mercato italiano, che ha toccato i minimi storici in estate, per recuperare a fine anno solo parzialmente le cadute del 2011 e del 2010. Il Ftse Mib ha infatti guadagnato il 7,85% facendo meglio, tra le principali borse del Vecchio continente, solo di Londra e di Madrid.

Oggi però ha regnato ancora l'incertezza in attesa dell'incontro di questa sera alla Casa Bianca tra il presidente Barack Obama e i leader del Congresso, estremo tentativo per trovare un accordo entro il 31 dicembre per evitare che a inizio anno scatti il pacchetto di tagli automatici alla spesa e aumenti delle tasse da 500-600 miliardi negli Stati Uniti. Obama incontrerà nella Sala Ovale il leader della maggioranza al Senato, Harry Reid, quello di minoranza Mitch McConnell, lo speaker della Camera John Boehner e la leader della minoranza, Nancy Pelosi.

La Camera dei Rappresentanti ha fissato per domenica una sessione straordinaria per riuscire a trovare in extremis un accordo. Il governo tedesco della cancelliera Angela Merkel si aspetta che democratici e repubblicani raggiungano presto un'intesa. "Siamo fiduciosi", ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri, Martin Schaefer, "che gli Stati Uniti d'America superino ragionevolmente questa difficoltà come già avvenuto in passato anche per altre questioni di politica interna".

E' evidente, ha aggiunto Schaefer, che gli Usa hanno bisogno di una soluzione a lungo termine per la riduzione del debito e il consolidamento finanziario che non metta in difficoltà la congiuntura interna né quella mondiale. Per i repubblicani, finire nel precipizio sarebbe l'occasione per rinfacciare al presidente Obama, in un primo momento, l'aumento delle tasse, per poi votare un taglio dell'aliquota per la maggior parte degli americani.

Questa strategia permetterebbe ai repubblicani di far accettare un accordo simile a quello proposto in queste settimane, ma rimandato al mittente: un aumento delle tasse per i cittadini con redditi superiori, per esempio, ai 400.000 dollari. Al contrario, per i democratici sarebbe meglio finire nel precipizio, piuttosto che dare il via libera all'aumento delle tasse solo per i cittadini con redditi superiori al milione, come proposto da Boehner, con il suo piano B; o, peggio ancora, estendendo gli sgravi fiscali decisi dall'amministrazione Bush, ora in scadenza, a tutti.

A Washington nessuno vuole perdere, ecco perché il nuovo ministro delle Finanze, Taro Aso, che oggi ha intrattenuto una conversazione con il Segretario al Tesoro statunitense, Timothy Geithner, ha esortato la propria controparte statunitense "a lavorare duro" affinché gli Usa evitino il precipizio fiscale. "Gli ho detto che non è un problema solo degli Stati Uniti, ma una questione che impatterebbe in maniera estremamente significativa anche altri Paesi", ha concluso Aso.

"La nostra sensazione è che l'accordo verrà trovato proprio all'ultimo momento disponibile proprio per scongiurare che l'economia americana possa finire in recessione nel primo semestre", ha previsto Filippo A. Diodovich, market strategist di IG, ricordando che il fiscal cliff corrisponde a quasi 4 punti percentuali del Pil Usa.

I dati macro arrivati dagli Usa hanno peraltro mostrato anche oggi uno scenario economico tutto sommato positivo. L'indice Napm di Chicago, che si basa su un'indagine condotta sui direttori d'acquisto del settore manifatturiero, a dicembre è salito a 51,6 punti dai 50,4 punti di novembre. Anche l'indice pending home sale di novembre, relativo alla vendita di case esistenti per le quali è stato sottoscritto un preliminare ma non è stato ancora chiuso il contratto, è cresciuto dell'1,7% mese su mese a 106,4 punti e del 9,8% anno su anno.

Poco importa. I timori per un mancato accordo per evitare il fiscal cliff, che espone gli Usa anche al rischio di una bocciatura da parte delle agenzie di rating, hanno tenuto in scacco i mercati, non lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti sceso a 318 punti (tasso del 4,51%), dopo l'asta dei Btp a 10 e 5 anni, collocati quasi tutti con rendimenti in leggero rialzo. Aveva aperto l'anno a 520 punti base. Mentre l'euro ha chiuso sopra quota 1,32 dollari a 1,3215 dollari dopo aver toccato un massimo a 1,3256 dollari.

Sul listino milanese ai segni meno più vistosi di Mediaset (-2,02% a 1,55 euro), Enel (-1,81% a 3,13 euro), Atlantia (-1,09% a 13,67 euro), in vista di un possibile riassetto che invece continua a premiare Gemina, Tenaris (-1,52% a 15,58 euro) e Diasorin (-1,08% a 30,28 euro) si sono contrapposti pochi segni positivi. I più evidenti quelli di Luxottica (+0,36% a 31,07 euro) e Mps (+0,67% a 0,2257 euro).

Tra le altre banche, Unicredit ha perso l'1,07% a 3,706 euro, nonostante la notizia che l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa e Piazza Cordusio hanno rafforzato la loro collaborazione, firmando uno specifico protocollo di intesa per favorire l'ingresso nel nostro Paese di investitori esteri. L'intesa prevede uno scambio di informazioni e di analisi fra l'Agenzia e l'istituto di credito, già partner dell'Invitalia.

E' invece rimandata a dopo le feste la decisione sul destino di Effeti, la holding partecipata in modo quasi paritetico dalla Fondazione Crt e da Ferak, che a sua volta vede tra i propri soci la Palladio Partecipazioni di Roberto Meneguzzo. La holding detiene il 2,2% del capitale di Generali a un valore di carico a 18 euro per azione contro una chiusura oggi a 13,54 euro (-0,58%). Oltre alle quote detenute tramite Effeti, Ferak, che per parte sua ha già svalutato, possiede azioni Generali anche in via diretta (l'1,02% del capitale in occasione dell'assemblea di aprile). Il destino di Effeti sarà quindi legato al valore dell'asset sottostante, il titolo Generali.

Fuori dal listino principale, forti acquisti su Reno De Medici (+18,89% a 0,15 euro) e ancora, dopo il +32% di ieri sulla scia della firma del contratto di programma Adr-Enac, Gemina (+1,51% a 1,074 euro). La holding dei Benetton su richiesta della Consob ha precisato stamni che ogni ipotesi di riassetto rimane soggetta a un'approfondita analisi, peraltro non ancora avviata, dei possibili benefici industriali e finanziari che ne potrebbero derivare. Per Cheuvreux è da favorire un'offerta in azioni, non in contanti. Nel caso di un'offerta in carta che valorizzi Gemina intorno a 1,27 euro per azione con un premio del 20%, l'aggregazione sarebbe leggermente accrescitiva sull'utile per azione 2014 post sinergie.



15.11 | 0 komentar | Read More

Da Anima sette idee di investimento per il 2013

Di Ester Corvi

Più dubbi che certezze guardando al 2013. In Europa sui modi e i tempi di richiesta di aiuto da parte della Spagna per far scattare l?'intervento della Bce, sull'?esito delle elezioni italiane, sul vigore e sui tempi della prevista ripresa dell'attività economica. Negli Stati Uniti le incertezze sono legate invece alla risoluzione di due questioni chiave, il fiscal cliff e il debt ceiling.

Se il Congresso non interverrà prima, dal primo gennaio verrà meno un pacchetto di agevolazioni fiscali, che potrebbero avere un impatto negativo sul Pil statunitense nella misura del 3,6%, ma si tratta di un?'ipotesi piuttosto remota. Cosa fare di fronte a uno scenario così complesso? Secondo gli specialisti di Anima, nella strategia di investimento vanno privilegiati i Paesi e i settori esposti alla crescita globale nell'ambito di uno scenario moderatamente positivo. Ecco di seguito sette idee di investimento per il 2013.

1) Meglio i bond decennali. Sui mercati obbligazionari, soprattutto in alcuni segmenti che hanno registrato performance eccezionali, la selettività sarà importante. In termini di scadenze, la preferenza passa dai titoli a cinque anni a quelli decennali. Invariata la posizione sull'Italia, di leggero sovrappeso. A parere degli analisti, la volatilità delle scorse settimane si inserisce all'interno di un trend di flessione dello spread dei Btp rispetto ai Bund, in atto da diversi mesi senza infrangerlo. In sintesi mantengono un'impostazione costruttiva sull'area euro e sull'Italia, considerando eventuali fasi di volatilità come un'opportunità di acquisto.

2) Prudenza verso gli high yield. Nelle ultime due settimane si sono affacciati sul mercato numerosi emittenti italiani, con obbligazioni senior (Lottomatica, Finmeccanica, A2A e altri) e subordinate (Unicredit, Generali), che hanno incontrato una buona domanda anche da parte di investitori esteri. Con i tassi dei titoli privi di rischio sempre in prossimità dei minimi storici, i rendimenti dei titoli corporate hanno però raggiunto livelli assoluti molto bassi. Il segmento dei titoli ad alto rendimento, in uno scenario di crescita moderata, potrebbe continuare a dare un buon ritorno, anche se non ai livelli del 2012. Per il 2013 il tasso di default atteso è intorno al 2-3%. Considerati i livelli estremamente compressi dell'indice di volatilità, gli esperti mantengono un approccio piuttosto prudente nei confronti degli high yield.

3) Più spazio all'Europa. Se il 2012 è stato l'anno in cui gli Stati Uniti sono stati considerati un ?porto sicuro?, mentre Europa e mercati emergenti risentivano degli effetti di politiche fiscali e monetarie restrittive, nel 2013 l'austerità fiscale potrà rallentare gli Usa, mentre sarà meno pressante in Europa. Da parte loro i Paesi emergenti godranno invece di politiche espansive. Da qui la preferenza degli esperti di Anima per i Paesi e i settori esposti alla crescita globale, nell'abito di uno scenario moderatamente positivo. In particolare si aspettano un inizio d?anno positivo, seguito da una fase di consolidamento o ripiegamento e un secondo semestre nuovamente in progresso, se la ripresa tanto attesa si concretizzerà.

4) Occhio ai titoli finanziari. Gli esperti sono positivi sul settore dei titoli finanziari, grazie al potenziale miglioramento degli spread sui titoli del debito sovrano nei Paesi periferici, in seguito al calo della tensione sulla crisi di Eurolandia. Il settore dei consumi discrezionali potrà invece beneficiare della crescita dei Paesi emergenti e della ripresa nell'Europa. Al contrario è negativa l'opinione sui titoli difensivi. In particolare consigliano cautela sulle utility, le telecomunicazioni e i petroliferi, viste le revisioni negative delle stime sul quarto trimestre del 2012 e le prospettive non buone per il 2013. Fanno eccezione i titoli farmaceutici, che hanno nei Paesi emergenti nuovi importanti mercati e strutture finanziarie solide.

5) Usa, revisione al rialzo degli utili. Il principale fattore di incertezza è il fiscal cliff. In termini di valutazioni, consumi ciclici e non ciclici, farmaceutici, tecnologici e finanziari sono i settori che hanno mostrato negli ultimi mesi revisioni delle stime degli utili migliori del mercato di riferimento. Più a lungo termine gli esperti confermano la visione positiva sulla borsa Usa, collegata ai trend di lungo termine come la ripresa del mercato immobiliare, la rivoluzione energetica basata sullo shale gas (gas prodotto da giacimenti non convenzionali) e il cosiddetto Rinascimento manifatturiero, vale a dire la nascente tendenza delle imprese a trasferire posti di lavoro dai paesi emergenti (come Cina o Messico) negli Stati Uniti.

6) Piazza Affari, focus sui dividendi. Il primo trimestre dell'anno sarà caratterizzato da un andamento in chiaroscuro, per l'approssimarsi delle elezioni. Le valutazioni dei titoli quotati a Piazza Affari appaiono interessanti e gli esperti di Anima privilegiano le società esposte alla domanda internazionale, che hanno una presenza significativa nei Paesi emergenti. Le attese sono positive anche per le società caratterizzate da un basso debito e da buoni flussi di cassa tali da garantire un elevato rendimento della cedola (dividend yield). Hanno invece poche chance gli industriali, per la sensibilità al contesto macro, e in generale i titoli con una situazione patrimoniale debole.

7) Emergenti ancora sugli scudi. Le valutazioni dei listini emergenti, secondo gli specialisti di Anima, sono ancora attraenti, nonostante la recente performance e la debole crescita degli utili (+4% nel 2013). Gli emerging market trattano infatti a sconto rispetto al passato e alle azioni globali, con un ratio p/bv (prezzo/valore di libro) pari a 1,55 volte nel 2012 e 1,4 volte nel 2013. E se non saranno i profitti, sarà la crescita dei dividendi a fare da traino per il rialzo di molti titoli quotati su questi listini.



15.11 | 0 komentar | Read More

Il Fiscal Cliff perseguita i mercati anche nell'ultima seduta del 2012

Written By Unknown on Sabtu, 29 Desember 2012 | 15.11

Di Francesca Gerosa

Le borse europee chiudono l'ultima seduta del 2012 in calo con l'incubo del fiscal cliff che le ha perseguitate fino all'ultimo. Madrid è stata la peggiore (-1,81%) con Bankia in caduta libera in vista dell'uscita dall'indice principale (l'Ibex 35). Deboli anche Parigi (-1,47%), Francoforte (-0,57%), Londra (-0,44%) e Milano che ha seguito per tutta la giornata le consorelle europee, scivolando alla fine dello 0,82% a quota 16.273 punti.

Un'annata in chiaroscuro per il mercato italiano, che ha toccato i minimi storici in estate, per recuperare a fine anno solo parzialmente le cadute del 2011 e del 2010. Il Ftse Mib ha infatti guadagnato il 7,85% facendo meglio, tra le principali borse del Vecchio continente, solo di Londra e di Madrid.

Oggi però ha regnato ancora l'incertezza in attesa dell'incontro di questa sera alla Casa Bianca tra il presidente Barack Obama e i leader del Congresso, estremo tentativo per trovare un accordo entro il 31 dicembre per evitare che a inizio anno scatti il pacchetto di tagli automatici alla spesa e aumenti delle tasse da 500-600 miliardi negli Stati Uniti. Obama incontrerà nella Sala Ovale il leader della maggioranza al Senato, Harry Reid, quello di minoranza Mitch McConnell, lo speaker della Camera John Boehner e la leader della minoranza, Nancy Pelosi.

La Camera dei Rappresentanti ha fissato per domenica una sessione straordinaria per riuscire a trovare in extremis un accordo. Il governo tedesco della cancelliera Angela Merkel si aspetta che democratici e repubblicani raggiungano presto un'intesa. "Siamo fiduciosi", ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri, Martin Schaefer, "che gli Stati Uniti d'America superino ragionevolmente questa difficoltà come già avvenuto in passato anche per altre questioni di politica interna".

E' evidente, ha aggiunto Schaefer, che gli Usa hanno bisogno di una soluzione a lungo termine per la riduzione del debito e il consolidamento finanziario che non metta in difficoltà la congiuntura interna né quella mondiale. Per i repubblicani, finire nel precipizio sarebbe l'occasione per rinfacciare al presidente Obama, in un primo momento, l'aumento delle tasse, per poi votare un taglio dell'aliquota per la maggior parte degli americani.

Questa strategia permetterebbe ai repubblicani di far accettare un accordo simile a quello proposto in queste settimane, ma rimandato al mittente: un aumento delle tasse per i cittadini con redditi superiori, per esempio, ai 400.000 dollari. Al contrario, per i democratici sarebbe meglio finire nel precipizio, piuttosto che dare il via libera all'aumento delle tasse solo per i cittadini con redditi superiori al milione, come proposto da Boehner, con il suo piano B; o, peggio ancora, estendendo gli sgravi fiscali decisi dall'amministrazione Bush, ora in scadenza, a tutti.

A Washington nessuno vuole perdere, ecco perché il nuovo ministro delle Finanze, Taro Aso, che oggi ha intrattenuto una conversazione con il Segretario al Tesoro statunitense, Timothy Geithner, ha esortato la propria controparte statunitense "a lavorare duro" affinché gli Usa evitino il precipizio fiscale. "Gli ho detto che non è un problema solo degli Stati Uniti, ma una questione che impatterebbe in maniera estremamente significativa anche altri Paesi", ha concluso Aso.

"La nostra sensazione è che l'accordo verrà trovato proprio all'ultimo momento disponibile proprio per scongiurare che l'economia americana possa finire in recessione nel primo semestre", ha previsto Filippo A. Diodovich, market strategist di IG, ricordando che il fiscal cliff corrisponde a quasi 4 punti percentuali del Pil Usa.

I dati macro arrivati dagli Usa hanno peraltro mostrato anche oggi uno scenario economico tutto sommato positivo. L'indice Napm di Chicago, che si basa su un'indagine condotta sui direttori d'acquisto del settore manifatturiero, a dicembre è salito a 51,6 punti dai 50,4 punti di novembre. Anche l'indice pending home sale di novembre, relativo alla vendita di case esistenti per le quali è stato sottoscritto un preliminare ma non è stato ancora chiuso il contratto, è cresciuto dell'1,7% mese su mese a 106,4 punti e del 9,8% anno su anno.

Poco importa. I timori per un mancato accordo per evitare il fiscal cliff, che espone gli Usa anche al rischio di una bocciatura da parte delle agenzie di rating, hanno tenuto in scacco i mercati, non lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti sceso a 318 punti (tasso del 4,51%), dopo l'asta dei Btp a 10 e 5 anni, collocati quasi tutti con rendimenti in leggero rialzo. Aveva aperto l'anno a 520 punti base. Mentre l'euro ha chiuso sopra quota 1,32 dollari a 1,3215 dollari dopo aver toccato un massimo a 1,3256 dollari.

Sul listino milanese ai segni meno più vistosi di Mediaset (-2,02% a 1,55 euro), Enel (-1,81% a 3,13 euro), Atlantia (-1,09% a 13,67 euro), in vista di un possibile riassetto che invece continua a premiare Gemina, Tenaris (-1,52% a 15,58 euro) e Diasorin (-1,08% a 30,28 euro) si sono contrapposti pochi segni positivi. I più evidenti quelli di Luxottica (+0,36% a 31,07 euro) e Mps (+0,67% a 0,2257 euro).

Tra le altre banche, Unicredit ha perso l'1,07% a 3,706 euro, nonostante la notizia che l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa e Piazza Cordusio hanno rafforzato la loro collaborazione, firmando uno specifico protocollo di intesa per favorire l'ingresso nel nostro Paese di investitori esteri. L'intesa prevede uno scambio di informazioni e di analisi fra l'Agenzia e l'istituto di credito, già partner dell'Invitalia.

E' invece rimandata a dopo le feste la decisione sul destino di Effeti, la holding partecipata in modo quasi paritetico dalla Fondazione Crt e da Ferak, che a sua volta vede tra i propri soci la Palladio Partecipazioni di Roberto Meneguzzo. La holding detiene il 2,2% del capitale di Generali a un valore di carico a 18 euro per azione contro una chiusura oggi a 13,54 euro (-0,58%). Oltre alle quote detenute tramite Effeti, Ferak, che per parte sua ha già svalutato, possiede azioni Generali anche in via diretta (l'1,02% del capitale in occasione dell'assemblea di aprile). Il destino di Effeti sarà quindi legato al valore dell'asset sottostante, il titolo Generali.

Fuori dal listino principale, forti acquisti su Reno De Medici (+18,89% a 0,15 euro) e ancora, dopo il +32% di ieri sulla scia della firma del contratto di programma Adr-Enac, Gemina (+1,51% a 1,074 euro). La holding dei Benetton su richiesta della Consob ha precisato stamni che ogni ipotesi di riassetto rimane soggetta a un'approfondita analisi, peraltro non ancora avviata, dei possibili benefici industriali e finanziari che ne potrebbero derivare. Per Cheuvreux è da favorire un'offerta in azioni, non in contanti. Nel caso di un'offerta in carta che valorizzi Gemina intorno a 1,27 euro per azione con un premio del 20%, l'aggregazione sarebbe leggermente accrescitiva sull'utile per azione 2014 post sinergie.



15.11 | 0 komentar | Read More

Da Anima sette idee di investimento per il 2013

Di Ester Corvi

Più dubbi che certezze guardando al 2013. In Europa sui modi e i tempi di richiesta di aiuto da parte della Spagna per far scattare l?'intervento della Bce, sull'?esito delle elezioni italiane, sul vigore e sui tempi della prevista ripresa dell'attività economica. Negli Stati Uniti le incertezze sono legate invece alla risoluzione di due questioni chiave, il fiscal cliff e il debt ceiling.

Se il Congresso non interverrà prima, dal primo gennaio verrà meno un pacchetto di agevolazioni fiscali, che potrebbero avere un impatto negativo sul Pil statunitense nella misura del 3,6%, ma si tratta di un?'ipotesi piuttosto remota. Cosa fare di fronte a uno scenario così complesso? Secondo gli specialisti di Anima, nella strategia di investimento vanno privilegiati i Paesi e i settori esposti alla crescita globale nell'ambito di uno scenario moderatamente positivo. Ecco di seguito sette idee di investimento per il 2013.

1) Meglio i bond decennali. Sui mercati obbligazionari, soprattutto in alcuni segmenti che hanno registrato performance eccezionali, la selettività sarà importante. In termini di scadenze, la preferenza passa dai titoli a cinque anni a quelli decennali. Invariata la posizione sull'Italia, di leggero sovrappeso. A parere degli analisti, la volatilità delle scorse settimane si inserisce all'interno di un trend di flessione dello spread dei Btp rispetto ai Bund, in atto da diversi mesi senza infrangerlo. In sintesi mantengono un'impostazione costruttiva sull'area euro e sull'Italia, considerando eventuali fasi di volatilità come un'opportunità di acquisto.

2) Prudenza verso gli high yield. Nelle ultime due settimane si sono affacciati sul mercato numerosi emittenti italiani, con obbligazioni senior (Lottomatica, Finmeccanica, A2A e altri) e subordinate (Unicredit, Generali), che hanno incontrato una buona domanda anche da parte di investitori esteri. Con i tassi dei titoli privi di rischio sempre in prossimità dei minimi storici, i rendimenti dei titoli corporate hanno però raggiunto livelli assoluti molto bassi. Il segmento dei titoli ad alto rendimento, in uno scenario di crescita moderata, potrebbe continuare a dare un buon ritorno, anche se non ai livelli del 2012. Per il 2013 il tasso di default atteso è intorno al 2-3%. Considerati i livelli estremamente compressi dell'indice di volatilità, gli esperti mantengono un approccio piuttosto prudente nei confronti degli high yield.

3) Più spazio all'Europa. Se il 2012 è stato l'anno in cui gli Stati Uniti sono stati considerati un ?porto sicuro?, mentre Europa e mercati emergenti risentivano degli effetti di politiche fiscali e monetarie restrittive, nel 2013 l'austerità fiscale potrà rallentare gli Usa, mentre sarà meno pressante in Europa. Da parte loro i Paesi emergenti godranno invece di politiche espansive. Da qui la preferenza degli esperti di Anima per i Paesi e i settori esposti alla crescita globale, nell'abito di uno scenario moderatamente positivo. In particolare si aspettano un inizio d?anno positivo, seguito da una fase di consolidamento o ripiegamento e un secondo semestre nuovamente in progresso, se la ripresa tanto attesa si concretizzerà.

4) Occhio ai titoli finanziari. Gli esperti sono positivi sul settore dei titoli finanziari, grazie al potenziale miglioramento degli spread sui titoli del debito sovrano nei Paesi periferici, in seguito al calo della tensione sulla crisi di Eurolandia. Il settore dei consumi discrezionali potrà invece beneficiare della crescita dei Paesi emergenti e della ripresa nell'Europa. Al contrario è negativa l'opinione sui titoli difensivi. In particolare consigliano cautela sulle utility, le telecomunicazioni e i petroliferi, viste le revisioni negative delle stime sul quarto trimestre del 2012 e le prospettive non buone per il 2013. Fanno eccezione i titoli farmaceutici, che hanno nei Paesi emergenti nuovi importanti mercati e strutture finanziarie solide.

5) Usa, revisione al rialzo degli utili. Il principale fattore di incertezza è il fiscal cliff. In termini di valutazioni, consumi ciclici e non ciclici, farmaceutici, tecnologici e finanziari sono i settori che hanno mostrato negli ultimi mesi revisioni delle stime degli utili migliori del mercato di riferimento. Più a lungo termine gli esperti confermano la visione positiva sulla borsa Usa, collegata ai trend di lungo termine come la ripresa del mercato immobiliare, la rivoluzione energetica basata sullo shale gas (gas prodotto da giacimenti non convenzionali) e il cosiddetto Rinascimento manifatturiero, vale a dire la nascente tendenza delle imprese a trasferire posti di lavoro dai paesi emergenti (come Cina o Messico) negli Stati Uniti.

6) Piazza Affari, focus sui dividendi. Il primo trimestre dell'anno sarà caratterizzato da un andamento in chiaroscuro, per l'approssimarsi delle elezioni. Le valutazioni dei titoli quotati a Piazza Affari appaiono interessanti e gli esperti di Anima privilegiano le società esposte alla domanda internazionale, che hanno una presenza significativa nei Paesi emergenti. Le attese sono positive anche per le società caratterizzate da un basso debito e da buoni flussi di cassa tali da garantire un elevato rendimento della cedola (dividend yield). Hanno invece poche chance gli industriali, per la sensibilità al contesto macro, e in generale i titoli con una situazione patrimoniale debole.

7) Emergenti ancora sugli scudi. Le valutazioni dei listini emergenti, secondo gli specialisti di Anima, sono ancora attraenti, nonostante la recente performance e la debole crescita degli utili (+4% nel 2013). Gli emerging market trattano infatti a sconto rispetto al passato e alle azioni globali, con un ratio p/bv (prezzo/valore di libro) pari a 1,55 volte nel 2012 e 1,4 volte nel 2013. E se non saranno i profitti, sarà la crescita dei dividendi a fare da traino per il rialzo di molti titoli quotati su questi listini.



15.11 | 0 komentar | Read More

L'arrivo della iCar, il crollo della Merkel e altre previsioni imprevedibili per il 2013

Written By Unknown on Jumat, 28 Desember 2012 | 15.11

 "Penso che ci sia un mercato mondiale per al massimo cinque computer" Thomas Watson, presidente dell'Ibm, fece questa previsione nel 1943: un monito per chiunque voglia impegnarsi nel predire qualsiasi cosa. E anche quella Maya della fine del mondo la scorsa settimana si è rivelata essere più o meno dello stesso tenore. Per chi però è in caccia di previsioni imprevedibili, Matthew Lynn, columnist del sito finanziario Marketwatch.com (della Dow Jones) ha elaborato sette sorprese a cui prestare attenzione nel prossimo anno.

1) Crisi finanziaria della Russia. L'Europa si sta lentamente rendendo conto del potenziale del cosiddetto shale gas, il gas di scisto. Il Regno Unito ne ha vaste riserve, e così anche la Francia e la Polonia. Francia e Gran Bretagna sono intrappolati con ingenti debiti, welfare costosi e bassa crescita. Non sono nella posizione di preoccuparsi dei rischi per l'ambiente: hanno bisogno di crescita e di entrate fiscali da qualche parte e il trasformarsi in esportatori di energia è una delle poche opzioni disponibili. Buone notizie per loro, ma una notizia molto brutta per il principale fornitore di petrolio e gas al mercato europeo: la Russia, un paese diventato ricco sulle tubazioni che trasportano la propria energia a ovest. Toglietele le esportazioni di energia e la Russia resta un paese grande e corrotto gestito da oligarchi senza scrupoli che non produce nulla che qualcuno voglia comprare. Una perdita improvvisa di fiducia si tradurrà nel crollo dei mercati.

2) Angela Merkel perde il potere in Germania. Da quando la crisi del debito europeo è cominciata, nessun leader di un importante paese dell'eurozona è stato rieletto. Puòil Cancelliere tedesco Angela Merkel rompere questa nefasta tradizione nelle elezioni del prossimo autunno? No. È vero che il suo partito cristiano democratico è in testa nei sondaggi. Ma i Liberaldemocratici, suoi partner della coalizione, rischiano di essere spazzati via. Con la Germania in recessione e il conto della crisi dell'euro che ritorna sullo zerbino di casa Germania, sarà un brutto anno per un politico tedesco per fronteggiare gli elettori. Il leader socialdemocratico Peer Steinbrück assumerà il potere alla testa di una coalizione rosso-verde. E ciò spingerà gli investitori a non considerare più la Germania un rifugio sicuro e una storia di successo.

3) Il declino della telefonia mobile. Il settore di maggior successo degli ultimi due decenni? Facile: i telefoni cellulari. Le reti di telefonia mobile, guidati da artisti del calibro di Vodafone e Verizon, sono diventati moderni giganti industriali. Ma Vodafone già registra un calo delle vendite in Spagna e in Italia poiché la recessione ha colpito duro: quando di denaro ce n'è poco, ci si accorge che non è essenziale twittare tornando a casa dal lavoro. I consumatori in altri paesi presto giungeranno alla stessa conclusione. Quando vi sarà la connessione wi-fi gratis in tutto il mondo, e lo smartphone sarà un computer tascabile che scatta foto, riproduce musica e invia e-mail, oltre a fare ogni tanto una telefonata, che ha bisogno c'è di pagare una tariffa di rete costosa? Il 2013 sarà l'anno dell'inizio del declino delle reti di telefonia mobile, e gli investori si affretteranno all'uscita.

4) Nel Regno Unito il governo di coalizione va in pezzi. Il partner minoritario del governo di coalizione di David Cameron, il partito liberaldemocratico, è continuamente martellato nei sondaggi di opinione: gli ultimi suggeriscono che potrebbe essere superato dall'Indipendence Party, il partito anti-europeo del Regno Unito. Se rimangono appesi al governo fino alle prossime elezioni nel 2015, i liberaldemocratici saranno spazzati via. L'unica strategia di sopravvivenza è quella di per tirarsi fuori da una coalizione che li sta portando al disastro. Quando? Non vi è ragione di aspettare fino all'ultimo momento, perché non vi sarebbe il tempo per tentare un recupero. Chiuderanno l'esperienza alla fine del 2013. Cameron diventerà capo di un governo di minoranza. E con la politica britannica nel caos, e il nuovo capo canadese della Banca d'Inghilterra che stampa denaro a tutto spiano, gli investitori fuggiranno dalla sterlina.

5) Apple lancia l'iCar. Il capo di Apple, Tim Cook, sta lottando per confermare la fama di creatrice di prodotti rivoluzionari che ha reso l'azienda la più grande del mondo per valore di borsa. Un iPhone che è un po' più grande e un iPad che è un po' più piccolo in realtà non hanno il fattore wow. Di che cosa Apple ha bisogno? Di una nuova industria da conquistare con il suo mix di brillantezza del design e stile di marketing. Televisione? Ci ha già provato. Automobili? In questa industria con c'è stato un modo di pensare veramente fresco negli ultimi 30 anni o più: ogni vettura ha un aspetto molto simile a quella successiva. Hanno tutti la stessa tecnologia. Quello che cercano i clienti è uno status symbol con un design fico, e Apple ci sa fare. Se pensavate che le teste d'uovo della Apple si fossero appannnate, aspettate quando cominceranno entusiasti a disegnare la loro iCar. Potrebbe essere il suo più grande prodotto. E così potrebbe investire un po' di quei 100 miliardi di dollari cash per comprarsi la Bmw (in borsa vale 60 miliardi di dollari) in modo da acquisire tutta la noiosa ingegneria necessaria.

6) Accor lascia la Francia. Si è letto molto su come ricche celebrità e magnati francesi fuggono dal regno del terrore per i ricchi di successo di François Hollande. L'attore Gerard Depardieu è l'ultimo a prendere casa oltreconfine. E' difficile capire perché le aziende francesi dovrebbero attendere più di quanto non facciano i cittadini l'arrivo di maggiori imposte da imporre. Molte grandi società francesi sono imprese di successo a livello mondiale e non hanno molto più a che fare con la Francia tranne che per il fatto di avere la sede legale lì. Una almeno sarà portata a fuggire verso un regime fiscale più amichevole. Quale? Che ne dite di Accor, la catena alberghiera globale?

7) Cambio di regime in Iran, il prezzo del petrolio crolla. La presa di Mahmoud Ahmadinejad sull'Iran sta diventando sempre più debole ogni mese che passa. Le sanzioni fanno male, e una politica estera aggressiva non sta ottenendo il sostegno interno di una volta. Il 2013 sarà l'anno in cui il regime, come tanti altri in Medio Oriente, sarà spazzato via. Il prezzo del petrolio conoscerà un picco, come fa sempre quando c'è fermento in quella regione. Ma dopo che le sanzioni saranno eliminate e verrà meno la minaccia di una guerra con Israele, il greggio comincerà a scendere di prezzo in modo significativo. E chissà, con la benzina abbastanza a buon mercato, ci si potrebbe permettere un giro in una iCar incredibilmente costosa…



15.11 | 0 komentar | Read More

Tre ragioni per investire nei bond emergenti nel 2013

Di Ester Corvi

Le obbligazioni dei mercati emergenti hanno messo a segno un'ottima performance nel corso del 2012. L'indice JP Morgan Global Composite, che sintetizza l'andamento di questi strumenti, evidenzia infatti un aumento del 13% in valuta locale e oltre il 16% in dollari Usa.

Questa dinamica è stata trainata dal generose iniezioni di liquidità da parte della principali banche centrali, così come dalla mancanza di alternative di investimento sicure e attraenti sui mercati obbligazionari dei Paesi sviluppati. Anche nel 2013, secondo gli specialisti di Bank Sarasin, gli emerging market attrarranno alti flussi di investimento. Ecco tre buone ragioni per puntare sulle obbligazioni emergenti, selezionando le emissioni in valuta locale o in dollari Usa.

1) La caccia al rendimento rimarrà uno dei dominanti sul mercato dei bond nel 2013. Con rendimenti inferiori all'uno per cento nel segmento 5 anni, gli investitori dalle economie più sviluppate sono costretti a cercare occasioni altrove. E i bond degli emerging market sono una valida alternativa.

Investire in obbligazioni dei mercati emergenti non è tanto un disperato tentativo di ottenere rendimenti senza valutarne i rischi, quanto una conseguenza della trasformazione dei mercati mondiali. Se infatti nel 2008 il mercato obbligazionario europeo offriva strumenti con rating  investment grad a rendimenti interessanti, adesso la situazione è completamente diversa. I bond con rating tripla A di quei mercati riescono infatti a malapena a generare un rendimento e le obbligazioni dei mercati emergenti possono colmare il vuoto.

2) Gli alti tassi di crescita delle economie emergenti promettono di generare rendimenti relativamente elevati in futuro. A differenza dei mercati periferici di Eurolandia, secondo gli specialisti della banca elvetica, le obbligazioni ad alto rendimento degli emerging market vantano anche fondamentali molto solidi.

Per fortuna il temuto hard landing dell'economia cinese, che molti economisti prevedevano a metà del 2012 non si è concretizzato. Si è invece verificato un rallentamento che non esaurisce le possibilità di ripresa dell'economia asiatica, che permetterà di tenere sotto controllo l'inflazione. In questo scenario gli esperti si aspettano che le principali banche centrali dei mercati emergenti mantengano stabili i tassi di riferimento, contribuendo a sostenere i loro mercati obbligazionari.

3) Gli investitori sono diventati molto sensibili al rischio. Il terzo tema importante, a parte la caccia al rendimento e i fondamentali economici, è l'ipersensibilità degli investitori al rischio. Dal crollo di Lehman Brothers, gli investitori temono che lo scenario peggiore si nasconda dietro ogni angolo.

Tuttavia l'inizio del 2013 dovrebbe dare pochi motivi di preoccupazione. Secondo le previsioni di Sarasin, l'economia globale registrerà una performance positiva nel primo trimestre e le preoccupazioni sul crollo di Eurolandia passeranno decisamente in secondo piano. Verso la metà dell'anno la situazione potrebbe invece complicarsi, poichè le paure di recessione e la crisi del debito in euro torneranno alla ribalta. In queste circostanze, gli investitori potranno andare alla ricerca di valide alternative nei mercati obbligazionari asiatici, che sono caratterizzati da bassa volatilità e che quindi offrono il miglior profilo rischio/rendimento.



15.11 | 0 komentar | Read More

Berlusconi a ClassCnbc punto al 40% e abolirò l'Imu

Written By Unknown on Kamis, 27 Desember 2012 | 15.11


Novita' online

Novita' in edicola

Speciali

Trading

Advertiser Links

L'intervista di Class CNBC a Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi conferma che correrà in campagna elettorale. "Sono costretto a tornare in campo per non lasciare il Paese nelle mani di questa sinistra", ha spiegat l'ex presidente del Consiglio in una intervista a ClassCnbc. Berlusconi punta al 40 per cento, il risultato del 2008, ma non nasconde i problemi con la Lega. " In Lombardia Albertini è un ostacolo, non so se riusciremo a superarlo. La Lega, tuttavia, non ha alternative. Se non si allea con noi non conterà nulla in Parlamento e perderà anche il Vento e il Piemonte. Sarebbe destinata allo smembramento e alla fine".

Il bilancio di un anno di governo tecnico è negativo, tutti gli indicatori della economia sono peggiorati, afferma Berlusconi, molto severo con l'esperienza Monti. "I mercati sono saliti da quando lui si e' dimesso".

Berlusconi ribadisce anche che le sue dimissioni sono state provocate da un grande imbroglio, una bolla di speculazioni contro il Paese. "Quando Deutsche Bank diede ordine di vendere tutti i titoli italiani e greci, i fondi americani seguirono. Lo spread salì, ma era gestibile. Abbiamo avuto contro la sinistra di tutta Europa, era una bolla ed ora che è esplosa si vedono i risultati". L'ex premier attacca la politica di austerity imposta all'Europa dalla Merkel e da Sarkozy: "un errore tremendo".

Per quanto riguarda il suo programma, il Cavaliere torna a proporre l'abolizione dell'IMU, coperta da incremento delle imposte su giochi e alcol, e una forte riduzione della pressione fiscale sulle imprese, e rilancia la riforma costituzionale per dare più poteri al premier e fare eleggere direttamente il Presidente della Repubblica.


7 Commenti

Inviato il: 25/12/2012 23.16   
Da: delaware

x peppo
Il PD vuole tassare i grandi patrimoni? Ma va là. Nella semantica piddina i "grandi patrimoni" sono solo i risparmi e i beni di lavoratori e impiegati: risparmiatori, piccoli azionisti, possessori di seconde e terze case.
Metà dei figli di papà di confindustria ha residenza in Svizzera, fin dai tempi della tassazione al 12,5% gravante sul risparmio delle persone fisiche. Il resto conserva i capitali finanziari all'interno delle aziende dove questi non vengono tassati, grazie alla fiscalità aziendale italiana (participation exemption) che consente una tassazione nulla o quasi nulla. E per inciso è la stessa tassazione per le aziende che vige anche in Francia, ma di cui Hollande fa finta di non accorgersi. I buffoni socialisti della casta, francesi o italici che siano, recitano le loro litanie comunistoidi per imporre balzelli e tasse solo su famiglie e semplici cittadini.
Le partitocrazie socialiste si scandalizzano solo quando qualche ricco famoso è tanto "maleducato" da voler sfottere e ridicolizzare il sentiero luminoso del socialismo, affermando la propria libertà nei confronti di uno stato ipocrita e illiberale. Ma se Depardieu e Arnault se ne fossero stati zitti, Hollande non avrebbe avuto nulla da dire.
E' tutta una recita ipocrita sia in Francia che in Italia. L'italietta socialista di Berlusconi, Bersani e Casini recita il socialismo solo per depredare il ceto medio e schiavizzare i cittadini. Ci sono vitalizi, poltrone e una spesa pubblica clientelare da mantenere. In più per l'italia c'è la necessità di ripagare un debito pubblico che nonostante le tasse continua ad aumentare. I cittadini sono solo pecore da ingannare e tosare.
L'italietta socialista della casta sta scivolando verso una condizione di tipo feudale. Anzi direi che questa è già la situazione attuale. Nei regimi feudali fondati sulla schiavitù ("repubblica fondata sul lavoro") il pericolo sta nell'esodo di massa delle persone. E' una cosa di cui si erano già accorti i feudatari medioevali e i regimi del socialismo reale dopo la seconda guerra mondiale.
Nel medioevo si inventò allora la servitù della gleba: il suddito divenne schiavo e legato alla zolla. Nel socialismo oltrecortina più prosaicamente si bloccarono le frontiere.
Socialismo e statalismo conducono dritti dritti alla servitù dell'uomo, e al regno delle caste (partitiche o corporative). E per rendersene conto basta guardare alla miseria italica.
Prima o poi la situazione italiana degenererà a tal punto che non basteranno più gli schiavi importati dall'africa. Prima o poi il regime bloccherà le frontiere anche agli stessi italiani. La nuova servitù della gleba.

Inviato il: 25/12/2012 18.33   
Da: peppo

Inviato il: 24/12/2012 18.41   
Da: ilnanochecammina

Inviato il: 24/12/2012 15.14   
Da: delaware

PD, PDL, Monti: stessa broda: statalismo, tasse, poltrone e vitalizi
Il PD non è certo meglio di Berlusconi: sono entrambi la stessa broda socialista e clientelare. Negli ultimi vent'anni più della metà dei governi sono stati all'insegna del PD. E hanno sfornato solo tasse su risparmi e redditi, mentre soddisfacevano gli interessi dei lobbisti confindustriali e dei loro caporali nel sindacato. Stesso film visto con Berlusconi.
Bersani è quello che assieme a Cicchitto si è distinto per tutelare poltrone, vitalizi e rimborsi elettorali. Bersani è quello nel PD esperto di lobby e questioni "industriali". La famiglia di Bersani è pure intestataria di più farmacie. La corporazione degli speziali: assieme ai politici, la quintessenza delle caste.
E basta guardare il mercato chiuso italiano dei medicinali per vedere cos'è il letamaio dell'italietta statalista e socialista: prezzo di medicinali generici che risulta il doppio o il triplo che in Europa, listini bloccati per impedire alle case farmaceutiche che fanno prezzi bassi di entrare. Risultato? Molti italiani hanno iniziato a comprare all'estero online. Soluzione di Bersani, Berlusconi e le loro cricca? Perseguire penalmente e con i NAS quei cittadini che osino violare il cartello di famiglia. C'è più di qualcuno che si è visto portare in tribunale con imputazioni penali per aver cercato di risparmiare, evitando di ingrassare i soliti maiali.
PD e PDL sono solo bande di ladri che connivono da sempre con i lobbisti per depredare fiscalmente gli italiani.
Monti è stato mandato a Bruxelles da Berlusconi su consiglio di altri, perchè Monti è un lobbista. Bruxelles all'estero è soprannominata la Bisanzio delle lobby. Monti è stato segretario alla "concorrenza" in quella palude. Vorrei che uno mi spiegasse come si fa a guadagnare con "consulenze" circa due milioni di euro l'anno, come ha fatto Monti, esercitando pure le sue funzioni a Bruxelles.
Napolitano lo ha quindi richiamato per tutelare e proteggere gli interessi della casta: gli interessi luridi di Bersani e Cicchitto. Ed ha chiamato l'uomo giusto, con il cartellino del prezzo.
Berlusconi, Monti, Bersani: stessa broda.
Clientelismo, statalismo, poltrone, vitalizi, propaganda da tv di stato e ipocrisia a pieni giri.

Inviato il: 24/12/2012 12.59   
Da: rocap

Mr. Pinocchio ci riprova.....
................a sparare promesse!  Parla come se non fosse mai stato al Governo e promette, per pura demagogia populista ed elettorale (è sempre stato così fin dal 1994) di togliere l'IMU, tassa sia ben chiaro introdotta dal suo Governo populo-fascio-leghista e non da Monti, per sopperire alla soppressione totale dell'ICI.   Del resto era già stata tolta, sulla prima casa, alle famiglie con basso reddito, dal Governo Prodi.  Quindi un chiaro regalo per le proprie ville, sparse in ogni dove.

La maggioranza degli Italiani, riuscirà a capire il solito giochetto delle 3 carte, di questo Mr. Pinocchio, o confermerà la propria pochezza intellettuale e anche morale, oltrechè la propria dabbenaggine?

Speriamo sia la volta buona, perchè se non riusciamo a liberarci di Berlusconi, il Paese rimarrà ingessato (sono 20 anni ormai) muro contro muro, e bloccherà il rinnovo anche nei Partiti di sinistra, soprattutto il PD.  Se non ci fosse stato Berlusconi, Renzi avrebbe avuto molte + possibilità di vincere le primarie.     Quindi, Italiani, votate per chi volete ma "seppellite" la tragicomica e letale era berlusconiana...........

Inviato il: 23/12/2012 18.28   
Da: Chiara Mente

Inviato il: 23/12/2012 17.57   
Da: delaware

Berlusconi bacia le chiappe ad Alemanno
E' stato il governo Berlusconi-Tremonti a decidere di portare la tassazione al 20% sul reddito da risparmio degli italiani per far contenti i maiali del sindacato come Bonanni; sempre Tremonti ha deciso l'inasprimento fiscale sulle seconde case. Il PDL, assieme al PD e all'UDC, hanno sostenuto Monti fin tanto che c'è stato da spremere denaro agli italiani. Monti è caduto solo appena in tempo per far decadere quei pochi e sparuti tagli ai costi della politica, tenuti molto "opportunamente" per ultimi.
Quanto al mercato immobiliare, esso è defunto e rimarrà tale per il prossimo decennio almeno, non certo per l'imu sulla prima casa. La convenienza all'acquisto della prima abitazione non viene meno per una tassazione tutto sommato sostenibile. Quello che è stato distrutto è il mercato delle seconde case. La seconda casa già prima dell'imu era molto discutibile come opportunità di investimento. Oggi quest'opzione è morta.
E Berlusconi che fa? Propone di eliminare l'imu sulla seconda casa aumentando altre tasse, magari seguendo i consigli del suo compagno di partito, il fasciocomunista Alemanno, che suggerisce di eliminare l'imu sulla prima casa con rialzi fiscali sulle seconde.
Vent'anni di alternanza fra i puzzolenti socialisti del PD e del PDL, hanno portato il paese al collasso economico: si sono ingrassate lobby e corporazioni a partire da quella confindustriale; si sono finanziate prebende e vitalizi per la casta; il caporalato dei viscidi vermi sindacali prospera e si ingrassa alle spalle dei lavoratori che vedono il potere d'acquisto dei loro redditi diminuire; e adesso anche il risparmio delle famiglie viene preso d'assalto per la gioia di boiardi di stato e di parassiti vari; la fiducia della popolazione ai minimi termini; la libertà di espressione e anche la possibilità di votare sono seriamente limitate.
L'Italia è uno dei regimi di socialismo corporativo più schifosi al mondo in cui si arriva a tassare il risparmio delle persone per far contente lobby e corporazioni.
Berlusconi assieme al suo socio Alemanno sono solo parassiti tanto quanto Casini, D'alema, Napolitano, Fiorito, Penati. Berlusconi è stato il più grande regalo alla sozza sinistra tangentara e clientelare che esiste in Italia: un "centrodestra" di tangentari socialisti e fasciocomunisti.


15.11 | 0 komentar | Read More

L'agenda di Monti per cambiare l'Italia


Novita' online

Novita' in edicola

Speciali

Trading

Advertiser Links

Venticinque pagine di riforme, rafforzamento dei vincoli europei, più tasse sui grandi patrimoni e alleggerimento fiscale sulle fasce deboli, idee per "cambiare l'Italia e riformare l'Europa". E' l'agenda di Mario Monti pubblicata dal premier sul web che da oggi è destinata a far discutere per tutta la campagna elettorale.

Ora starà a tutte le forze politiche decidere se promuovere o meno i punti riformisti del premier dimissionario. Ma Pd e Pdl hanno già preso le distanze dal suo programma, accolto invece positivamente dai centristi.


7 Commenti

Inviato il: 26/12/2012 19.39   
Da: zana

Inviato il: 26/12/2012 19.37   
Da: zana

Inviato il: 26/12/2012 19.35   
Da: zana

Inviato il: 26/12/2012 15.23   
Da: delaware

Inviato il: 26/12/2012 13.03   
Da: s.cannavale

Pomeriggio a "Porta a Porta" con intervista. "Natale magro con la crisi"
Gent.mo Dott. Bruno Vespa,

Ringrazio Lei e la brava giornalista Vittoriana Abate per la possibilità offertami il 19 dicembre 2012, in occasione del collegamento di "Porta a Porta" con la "Cartiera" di Pompei, di esprimere il mio pensiero.
Ovviamente il tempo concessomi era il massimo possibile nel contesto e nell'economia della interessante serata, ben organizzata con i suoi intelligenti collegamenti esterni ed utile a fotografare una situazione contingente italiana fatta di precarietà (lavoro, consumi, risparmio, investimenti) e di ansia per un futuro poco allettante per le sorti del nostro Paese e di noi cittadini, dei giovani innanzitutto.
Pur dando atto al Prof. Mario Monti di aver fatto molto per rasserenare il clima pre-fallimentare che attanagliava il nostro Paese a fine 2011, tra Dicembre 2011 e Marzo 2012 abbiamo perso in Italia un'occasione unica ed irripetibile.
Fidando sulla consistente ricchezza degli italiani - circa 8.500 miliardi di euro, pari al 6% di quella mondiale a fronte dell' 1% della nostra popolazione e del 3% del nostro Prodotto interno lordo (PIL), come si ricordava in trasmissione – e nonostante la decurtazione del 5.8% di cui ci ha informati di recente la Banca d'Italia, un'imposta patrimoniale del 5% pensata ed applicata nel primo trimestre del 2012 avrebbe ridotto il nostro debito pubblico da 1.950 a 1.600 miliardi di euro, con immediato abbassamento dei tassi d'interesse sui BTP in emissione e riduzione al minimo dello "spread" rispetto ad analoghi titoli tedeschi.
Si osserva: anche Confindustria, CGIL ed altri hanno proposto a suo tempo una misura del genere. E' vero. Ma la novità non stava nella misura in se, quanto nella capacità, richiesta e riconosciuta al Prof. Monti, di dialogare con gli italiani e spiegare, in particolare e con premura al 10% delle famiglie portatrici del 45% della ricchezza privata nazionale, la bontà ed efficacia di un tale momentaneo sacrificio aggiuntivo. Dialogo costruttivo e convincente che doveva interessare anche i tanti cittadini con un piede in Italia ed un'altro nella vicina Svizzera.
Momentaneo perché, attuato l'intervento fiscale di natura straordinaria, escludendo dal calcolo il valore della prima casa, la "borsa valori" avrebbe risposto con aumenti delle quotazioni del 50% e più, i titoli di Stato a lunga scadenza, all'epoca quotati intorno a 70-75, avrebbero riguadagnato il valore nominale con aumenti del 25-30%.
Dunque il sacrificio del 5% da parte dei cittadini possidenti si sarebbe tramutato in un guadagno netto sul restante 95% del patrimonio. Il "valore aggiunto" portato dal Prof. Monti avrebbe propiziato il buon esito dell'operazione.
A suo tempo ho anche prospettato per iscritto, in concomitanza con l'auspicata applicazione dell'imposta (o contributo) patrimoniale in Italia, di coinvolgere l'Unione Europea perché condividesse l'idea e decidesse un suo intervento aggiuntivo premiante, mediante acquisto tramite BCE di titoli di Stato italiani pari o rapportato alla somma incassata con la predetta imposta.
Ovviamente tale decisione premiante dell'UE doveva necessariamente essere estesa agli altri Stati dell'Unione con pari od analoghe difficoltà, per i quali noi potevamo essere "stella di riferimento" e modello da replicare.
Questo non si è realizzato ed è stata persa, a mio sommesso avviso, un'occasione unica ed irripetibile per il drastico abbattimento del debito pubblico nel nostro Paese. Probabilmente, pur volendo dar seguito all'idea, altri impedimenti erano considerati ostacoli insormontabili agli occhi del Governo.
Nel frattempo, senza saperlo, abbiamo comunque subito una quasi-patrimoniale dal momento che, come attesta la Banca d'Italia, i beni degli italiani hanno perso valore per il 5,8%: in particolare sono diminuiti i valori degli immobili, dei titoli azionari ed obbligazionari e dei fondi comuni d'investimento. Dunque abbiamo pagato una quasi-patrimoniale senza ricevere i benefici di un'imposta straordinaria sul patrimonio condivisa e presentata ufficialmente al vaglio della finanza internazionale che avrebbe premiato la coraggiosa iniziativa riducendo al minimo gli alti tassi d'interesse in precedenza richiesti per finanziarci e destinando capitali aggiuntivi a favore del nostro sistema produttivo.
Il Prof. Monti forse ipotizzava che il suo prestigio personale fosse bastato per azzerare lo "spread" e ridurre in maniera decisiva la spesa dello Stato. Sta di fatto che il debito pubblico, come sottolineato nel corso della sua trasmissione del 19 Dicembre, è balzato a 2.014 miliardi di euro e l'Italia pagherà nel 2013 circa 100 miliardi di euro - su indicazione del Viceministro presente - a solo titolo d'interessi sul debito accumulato ed in veloce crescita. Esborso che, per circa 50 miliardi, riempirà i portafogli degli investitori stranieri. Questi stanno lucrando da anni sulla nostra indolenza, cattiva volontà e spregio per l'onesta conduzione della cosa pubblica.
Di fatto dunque stiamo consumando i nostri risparmi accantonati in decenni di sacrifici, stiamo facendo crescere l'erba intorno ai capannoni industriali, stiamo pagando un miliardo di ore di cassa integrazione (con quali risorse?) e stiamo cancellando la possibilità di veder impegnati proficuamente i nostri figli dopo averli sostenuti ed istruiti.
Di seguito (*) riporto uno dei miei articoli che ripropongono l'idea dell'abbat-timento concordato e condiviso del nostro debito pubblico. Tutti gli scritti sono annotati sul sito personale: ***** .
Dottor Vespa, La ringrazio ancora per l'opportunità offertami, mi complimento con Lei per il suo programma televisivo e per la sua professionale, coinvolgente conduzione e colgo l'occasione per augurare Buon Natale e Buon 2013 a Lei ed a tutti i suoi collaboratori.

Sàntolo Cannavale

Salerno, 23 Dicembre 2012

(*) Imposta patrimoniale al 5% e replica per l'Italia dell'accordo Austria-Svizzera
17/07/2012 - Il debito pubblico italiano cresce a dismisura e Moody's ci declassa? Consideriamo il "lato stimolante" dell'evento.
*****

Inviato il: 24/12/2012 23.56   
Da: delaware

fate largo al governante, voialtri sudici servi della gleba
"Più tasse sui grandi patrimoni".
Veramente esilarante. PD,PDL e Monti non hanno fatto altro che alzare le tasse sugli immobili e sui redditi da risparmio di famiglie e persone comuni. Un piccolo azionista italiano oggi paga il 20% di pizzo allo stato sul suo risparmio.
I capitali finanziari delle aziende italiane invece sono al sicuro nelle casse aziendali, per le quali si applica una tassazione nulla (come regolato dalle norme di fiscalità aziendale sulla participation exemption).
Per il resto i grandi patrimoni personali italiani hanno preso la residenza in Svizzera da un bel pezzo (Agnelli, Marchionne, De Benedetti, ....). Per ripagare alle banche straniere i debiti di uno stato italiano corrotto e schifoso, naturalmente non rimane che depredare piccoli azionisti, risparmmiatori e possessori di case. Questo è il risparmio dei semplici cittadini, ed è quello che è stato fatto dall'ipocrita Monti.
E' "rassicurante" per i poveracci residenti in Italia sentire che Monti vuole proporre un altro giro di vite della sua "equità".
Naturalmente il buon Monti si guarda bene dal proporre l'eliminazione di vitalizi, di poltrone, di emolumenti stratosferici ai boiardi di stato. Si guarda bene dal pensare di tassare i capitali finanziari delle aziende dei suoi amici di confindustria che gli pagano milioni in "consulenze".
Ci mancherebbe. Il buon Monti è stato assunto da Napolitano e dalla casta per tutelare lobby e dignitari.
L' "equità" di Monti significa espropriare il risparmio dei cittadini italiani, depredare i diritti acquisiti di pensionati e lavoratori, precarizzare quanto possibile il mondo lavorativo, salvaguardare le rendite e i vitalizi dei dignitari di stato, proteggere le innumerevoli poltrone dentro e fuori dal parlamento, scudare gli interessi delle lobby e delle corporazioni, continuare con l'oscena mangiatoia della spesa pubblica.
In altre parole l'agenda di Monti equivale a rendere gli italiani ancora più schiavi e alla mercè della schifosa casta politica di stanza a Roma, a Bruxelles e nelle conventicole regionali.
Gli italiani dovrebbero svegliarsi dal sonno e rendersi conto che stanno veramente vivendo una deriva di tipo feudale. L'economia distrutta, l'asservimento dei cittadini, le leggi e un diritto totalmente contradditori, statalismo, propaganda di stato a livelli di saturazione, espropri dei beni delle persone, un sistema di riscossione tributi che richiama la santa inquisizione, sistemi elettorali porcellum a favore della casta, disgustosi personaggi e dignitari che governano per diritto divino, e investiti dall'endorsement di una chiesa che intelletualmente e storicamente altro non è che un rigurgito del medioevo.

Inviato il: 24/12/2012 23.54   
Da: delaware

ipocrisia condita con arroganza: fate largo al governante, servi della gleba
"Più tasse sui grandi patrimoni".
Veramente esilarante. PD,PDL e Monti non hanno fatto altro che alzare le tasse sugli immobili e sui redditi da risparmio di famiglie e persone comuni. Un piccolo azionista italiano oggi paga il 20% di pizzo allo stato sul suo risparmio.
I capitali finanziari delle aziende italiane invece sono al sicuro nelle casse aziendali, per le quali si applica una tassazione nulla (come regolato dalle norme di fiscalità aziendale sulla participation exemption).
Per il resto i grandi patrimoni personali italiani hanno preso la residenza in Svizzera da un bel pezzo (Agnelli, Marchionne, De Benedetti, ....). Per ripagare alle banche straniere i debiti di uno stato italiano corrotto e schifoso, naturalmente non rimane che depredare piccoli azionisti, risparmmiatori e possessori di case. Questo è il risparmio dei semplici cittadini, ed è quello che è stato fatto dall'ipocrita Monti.
E' "rassicurante" per i poveracci residenti in Italia sentire che Monti vuole proporre un altro giro di vite della sua "equità".
Naturalmente il buon Monti si guarda bene dal proporre l'eliminazione di vitalizi, di poltrone, di emolumenti stratosferici ai boiardi di stato. Si guarda bene dal pensare di tassare i capitali finanziari delle aziende dei suoi amici di confindustria che gli pagano milioni in "consulenze".
Ci mancherebbe. Il buon Monti è stato assunto da Napolitano e dalla casta per tutelare lobby e dignitari.
L' "equità" di Monti significa espropriare il risparmio dei cittadini italiani, depredare i diritti acquisiti di pensionati e lavoratori, precarizzare quanto possibile il mondo lavorativo, salvaguardare le rendite e i vitalizi dei dignitari di stato, proteggere le innumerevoli poltrone dentro e fuori dal parlamento, scudare gli interessi delle lobby e delle corporazioni, continuare con l'oscena mangiatoia della spesa pubblica.
In altre parole l'agenda di Monti equivale a rendere gli italiani ancora più schiavi e alla mercè della schifosa casta politica di stanza a Roma, a Bruxelles e nelle conventicole regionali.
Gli italiani dovrebbero svegliarsi dal sonno e rendersi conto che stanno veramente vivendo una deriva di tipo feudale. L'economia distrutta, l'asservimento dei cittadini, le leggi e un diritto totalmente contradditori, statalismo, propaganda di stato a livelli di saturazione, espropri dei beni delle persone, un sistema di riscossione tributi che richiama la santa inquisizione, sistemi elettorali porcellum a favore della casta, disgustosi personaggi e dignitari che governano per diritto divino, e investiti dall'endorsement di una chiesa che intelletualmente e storicamente altro non è che un rigurgito del medioevo.


15.11 | 0 komentar | Read More

Le 10 società per cavalcare le commodity

Written By Unknown on Rabu, 26 Desember 2012 | 15.11

Di Ester Corvi

Un modo alternativo per puntare sulle potenzialità di rialzo delle commodity è investire nei titoli minerari, nei petroliferi o in quelli legati all'agricoltura. Secondo molti analisti potranno infatti essere la vera sorpresa del 2013 e offrire rendimenti della cedola (dividend yield) molto interessanti, oltre a godere di buone potenzialità di performance sui listini. Ecco i dieci titoli che possono rendere fino al 10%.

1) Portucel Empresa. E' un gruppo cartario portoghese che capitalizza sul listino di Lisbona intorno a 2 miliardi di dollari. Il management della società ha costantemente incrementato la cedola distribuita agli azionisti negli ultimi cinque anni e ai prezzi recenti offrirà, secondo le stime degli esperti, un dividendo intorno al 10%.

2) Cliffs Natural Resources. Le previsioni sul miglioramento dei risultati di questa società mineraria (ferro e carbone), che capitalizza intorno a 4 miliardi di dollari, sono legate ai progressi fatti nel taglio dei costi e nell'efficienza. Il dividend yield stimato è dell'8,5%.

3) Alliance Resource Partners. Sono ancora i metalli industriali il focus di questo gruppo minerario, che capitalizza intorno a 2 miliardi di dollari e che nel 2013 dovrebbe offrire un rendimento del 7,3%.

4) Terra Nitrogen. Non sono i metalli ma i prodotti per l'agricoltura la specializzazione di questo gruppo che capitalizza intorno a 4 miliardi di dollari e che, in base alle previsioni degli analisti, garantirà un dividend yield superiore al 7%.

5) Alumina. Il gruppo minerario australiano, che capitalizza 2,5 miliardi di dollari, negli ultimi anni è stato generoso con gli azionisti di minoranza e alle quotazioni attuali ha un rendimento del 6,4%.

6) Vale. La società mineraria specializzata nel settore metalli (ferro, acciaio), con sede in Brasile ma quotata anche a New York, secondo le stime potrà offrire un dividend yield superiore al 6%. La capitalizzazione di mercato è intorno a 95 miliardi di dollari.

7) Total. Il gruppo petrolifero, che ha una capitalizzazione di 118,5 miliardi di dollari, secondo le stime degli analisti ai prezzi attuali rende quasi il 6%.

8) Petrobas. Il rendimento stimato del gruppo petrolifero argentino, che capitalizza oltre 117 miliardi di dollari, è intorno al 5,5% nel 2013.

9) Royal Dutch Shell. Oltre 212 miliardi di dollari di capitalizzazione per questo gruppo, che è molto presente nei portafogli degli investitori internazionali e che, in base alla previsioni sulla cedola del prossimo anno, rende il 5%.

10) Bhp Billiton. Il gigante mondiale del settore minerario, che capitalizza oltre 65 miliardi di dollari e che gli specialisti di Morgan Stanley consigliano di sovrappesare in portafoglio, dovrebbe offrire un rendimento intorno al 3,5%.



15.11 | 0 komentar | Read More

Monti, non scendo in campo ma Berlusconi è inaffidabile e l'Imu non si può togliere

Di Davide Fumagalli, Roberto Sommella e Federico Quarato

La conferenza stampa di Mario Monti

Il presidente del Consiglio non ha ancora sciolto le riserve riguardo un suo impegno politico diretto, ma sembra prendere le distanze da questa ipotesi. 

Monti ha iniziato la conferenza stampa di fine d'anno affermando che l'Italia è riuscita a gestire la crisi senza aiuti stranieri. "Oggi è facile dimenticare la drammaticità degli eventi nel 2011, ora posso rivelare che negli incontri con i leader europei mi sono ritrovato a pensare le parole di De Gasperi. Era così precaria la situazione ed eravamo così circondati da diffidenza. Lui disse: prendo la parola sapendo che tutto è contro di me, salvo la vostra cortesia. Quell'emergenza finanziaria è stata superata, i cittadini italiani possono andare a testa alta in Europa. Abbiamo superato l'emergenza senza aiuti del FMI o dell'Europa, come invece ci veniva suggerito da più parti". Queste le prime parole di Mario Monti alla conferenza stampa di fine anno.

Passando ai rapporti con il Parlamento e le forze politiche, Monti è partito da Angelino Alfano, confermando la stima ma ricordando che le parole pesano. "Di fronte alla sua affermazione del segretario del Pdl alla Camera (riteniamo finita l'esperienza del governo Monti), l'abbiamo ritenuta una chiara dichiarazione di sfiducia e ne abbiamo tratto subito le conseguenze: se si ritiene che abbiamo governato male non avrebbe avuto alcun senso continuare".

"La strana maggioranza ha impedito di fare meglio ma è tanto quello che abbiamo fatto", ha affermato Monti, "la riforma delle pensioni è stata sgradita al Pd, come alcuni provvedimenti sui patrimoni sono stati sgraditi al Pdl. Entrambe le misure erano però ritenute necessarie da osservatori spassionati".

Monti si è detto poi sbigottito da Berlusconi. "Sono grato e sbigottito allo stesso tempo per le affermazioni di Silvio Berlusconi. Ho difficoltà a capire la linearità dei ragionamenti del Cavaliere, un giorno mi chiede di prendere la leadership dei moderati, un altro dice che il nostro governo ha solo peggiorato la situazione", ha puntualizzato Monti, "faccio fatica a capire la sua linea mentale".

Monti ha preparato un memorandum che "dovrebbe essere attuato nei primi 100 giorni". Il primo punto dell'agenda è non distruggere ciò che si è fatto in questo anno con il sacrificio di tutti. Consiglio al prossimo presidente del consiglio di non sottrarsi come singolo Paese alle linee guida dell'Europa. Anche noi non ne condividiamo alcune, se il prossimo governo sarà convinto di poterne cambiare qualcuna dovrà lavorare bene in Italia per andare al tavolo internazionale ed essere credibile per fare delle proposte", ha affermato Monti ribadendo così la propria politica di condivisione delle scelte europee.

L'agenda contiene inoltre la raccomandazione a non fare passi indietro come togliere l'Imu, togliere altre tasse, far passare il concetto che pagare le tasse è "farsi mettere le mani in tasca dallo Stato", ribadendo così la politica di rigore basata sulla pressione fiscale. "Se il prossimo governo dovesse togliere l'Imu, il governo successivo, cinque anni dopo, dovrebbe rimetterla raddoppiata", ha affermato Monti attaccando così l'agenda di Silvio Berlusconi.

Quando si è iniaziato a parlare di Agenda Monti, secondo il presidente del Consiglio "un consenso piuttosto ampio è sembrato emergere. Questo ci ha consentito di spostare il dibattito politico dallo scontro tra gli schieramenti ai contentuti". Sarà presto pubblicato su "un apposito sito web" il documento programmatico che sintetizza la cosiddetta "Agenda Monti", che il premier ha spiegato si chiamerà "Cambiare l'Italia, riformare l'Europa: agenda per un impegno comune". Sarà "un primo contributo per una discussione aperta". E il primo punto, ha aggiunto Monti nella conferenza stampa di fine anno, sarà "non distruggere ciò che con il sacrificio di tutti si è fatto questo anno. Non sara' sfuggito il forte richiamo del Capo dello Stato alle Alte cariche a non dissipare i sacrifici".

Duro attacco a Berlusconi: "Il più grande costo della politica non è tanto quello di festini, irriguardosi di ogni dignità, e che determinano lo screditamento della politica quando c'è invece bisogno del suo rafforzamento, ma le decisioni non prese o quelle prese per interessi di breve periodo".

Il presidente del Consiglio ha affrontato  anche il tema dei costi della politica:"Abbiamo fatto notevoli sforzi, dotandoci della migliore risorsa disponibile in Italia, il commissario Enrico Bondi, ma abbiamo portato a casa molto meno di quanto avremmo voluto, basta vedere i fortissimi arroccamenti che ci sono stati in materia di Province, per esempio, e su alcuni aspetti del costo della politica". L'auspicio è che si possa completare l'opera in un prossimo futuro: "Restiamo convinti che si possa e debba fare molto di più e che un Governo che stia in carica cinque anni può far di più nei confronti delle resistenze fortissime nell'amministrazione".

Monti ha poi parlato del suo impegno politico per il futuro. "Mi sono dimesso dicendo al Presidente della Repubblica solo tre parole: Missione compiuta, Presidente". "Io non mi schiero con nessuno personalmente", ha proseguito Monti, nominato senatore a vita da Napolitano, "vorrei che i partiti si schierassero sulle idee, e spero che anche la nostra Agenda possa contribuire a dare più concretezza ai dibattiti. Sono pronto a fare da guida alle forze che sosterranno le mie idee".

''La nostra agenda non e' indirizzata a destra sinistra o al centro e' erga omnes'', ha detto Monti aggiungendo che non ha intenzione di scendere in campo per le prossime elezioni, ''Di fronte a queste sfide ci vogliono coalizioni più estese, sono tra coloro che non hanno simpatia per i partiti personali, mi interessa di più che l'agenda Monti sia seguita e non mi sottrarrò da fare da guida, io non mi schiero con nessuno fornisco solo un'agenda per il Paese e chi ci vuole stare'', ha aggiunto il premier.

Quattro leggi su tutto da fare subito nel prossimo Parlamento e che hanno il sapore di essere almeno tre anti-Berlusconi. Una nuova legge sul conflitto di interessi, una più forte legge sul falso in bilancio, una nuova legge sulle intercettazioni e una più forte disciplina che colpisca il voto di scambio.

Nel botta e risposta con i giornalisti alla fine della conferenza stampa non sono mancate polemiche sui componenti dell'esecutivo e sui politici stessi. "Temi di alta politica, vedo..."ha risposto Monti glissando al cronista del Fatto Quotidiano che gli ha chiesto della casa di Grilli e ha parlato anche di presunti conti in Svizzera. Monti ha sostenuto di avere avuto un chiarimento con il ministro dell'Economia. Sui rumors a proposito di conti svizzeri: "E' una cosa che e' stata ripresa solo sul vostro giornale, e la trovo ridicola".

Sull'eventualità che Nichi Vendola faccia parte della prossima maggioranza di governo da lui guidata, Monti ha invece affermato che "Nichi Vendola è una persona che si ascolta e si legge sempre con interesse, ma ha detto di me recentemente che sono un liberale conservatore. Liberale sì, ma conservatore, per molti profili, penso che lo sia lui, non per la cura sui temi ambientali ma su quelli del lavoro".

L'ormai ex presidente del Consiglio ha approfondito anche il tema del pareggio di bilancio nel 2013, concordato ai tavoli europei dal governo Berlusconi. Mario Monti ha assicurato che "l'Italia ce la farà. Il mio predecessore ha firmato un accordo, ma il 'fiscal compact' è stato firmato a Bruxelles il primo marzo 2012 e riflette semplicemente, sotto il profilo del rientro del debito pubblico, ciò che molti mesi prima era stato deciso in un Consiglio europeo, il cosiddetto 'Six pack'. Abbiamo dovuto prendere come un dato quella riduzione, così come abbiamo dovuto prendere come un dato, e sarebbe stato destabilizzante rimetterlo in discussione, l'impegno di riportare dal 2014 al 2013 l'obiettivo del pareggio di bilancio". Monti sul tema ha concluso con una vena ottimista: "Sarà sostenibile? Sì, certo. Molto dipende dal tasso di crescita". 

Quanto a un su possibile futuro al Colle, Monti ha sostenti che si tratto di "una possibilita' che forse, o meglio probabilmente, non si verificherà mai''.



15.11 | 0 komentar | Read More

Le 10 società per cavalcare le commodity

Written By Unknown on Selasa, 25 Desember 2012 | 15.11

Di Ester Corvi

Un modo alternativo per puntare sulle potenzialità di rialzo delle commodity è investire nei titoli minerari, nei petroliferi o in quelli legati all'agricoltura. Secondo molti analisti potranno infatti essere la vera sorpresa del 2013 e offrire rendimenti della cedola (dividend yield) molto interessanti, oltre a godere di buone potenzialità di performance sui listini. Ecco i dieci titoli che possono rendere fino al 10%.

1) Portucel Empresa. E' un gruppo cartario portoghese che capitalizza sul listino di Lisbona intorno a 2 miliardi di dollari. Il management della società ha costantemente incrementato la cedola distribuita agli azionisti negli ultimi cinque anni e ai prezzi recenti offrirà, secondo le stime degli esperti, un dividendo intorno al 10%.

2) Cliffs Natural Resources. Le previsioni sul miglioramento dei risultati di questa società mineraria (ferro e carbone), che capitalizza intorno a 4 miliardi di dollari, sono legate ai progressi fatti nel taglio dei costi e nell'efficienza. Il dividend yield stimato è dell'8,5%.

3) Alliance Resource Partners. Sono ancora i metalli industriali il focus di questo gruppo minerario, che capitalizza intorno a 2 miliardi di dollari e che nel 2013 dovrebbe offrire un rendimento del 7,3%.

4) Terra Nitrogen. Non sono i metalli ma i prodotti per l'agricoltura la specializzazione di questo gruppo che capitalizza intorno a 4 miliardi di dollari e che, in base alle previsioni degli analisti, garantirà un dividend yield superiore al 7%.

5) Alumina. Il gruppo minerario australiano, che capitalizza 2,5 miliardi di dollari, negli ultimi anni è stato generoso con gli azionisti di minoranza e alle quotazioni attuali ha un rendimento del 6,4%.

6) Vale. La società mineraria specializzata nel settore metalli (ferro, acciaio), con sede in Brasile ma quotata anche a New York, secondo le stime potrà offrire un dividend yield superiore al 6%. La capitalizzazione di mercato è intorno a 95 miliardi di dollari.

7) Total. Il gruppo petrolifero, che ha una capitalizzazione di 118,5 miliardi di dollari, secondo le stime degli analisti ai prezzi attuali rende quasi il 6%.

8) Petrobas. Il rendimento stimato del gruppo petrolifero argentino, che capitalizza oltre 117 miliardi di dollari, è intorno al 5,5% nel 2013.

9) Royal Dutch Shell. Oltre 212 miliardi di dollari di capitalizzazione per questo gruppo, che è molto presente nei portafogli degli investitori internazionali e che, in base alla previsioni sulla cedola del prossimo anno, rende il 5%.

10) Bhp Billiton. Il gigante mondiale del settore minerario, che capitalizza oltre 65 miliardi di dollari e che gli specialisti di Morgan Stanley consigliano di sovrappesare in portafoglio, dovrebbe offrire un rendimento intorno al 3,5%.



15.11 | 0 komentar | Read More

Monti, non scendo in campo ma Berlusconi è inaffidabile e l'Imu non si può togliere

Di Davide Fumagalli, Roberto Sommella e Federico Quarato

La conferenza stampa di Mario Monti

Il presidente del Consiglio non ha ancora sciolto le riserve riguardo un suo impegno politico diretto, ma sembra prendere le distanze da questa ipotesi. 

Monti ha iniziato la conferenza stampa di fine d'anno affermando che l'Italia è riuscita a gestire la crisi senza aiuti stranieri. "Oggi è facile dimenticare la drammaticità degli eventi nel 2011, ora posso rivelare che negli incontri con i leader europei mi sono ritrovato a pensare le parole di De Gasperi. Era così precaria la situazione ed eravamo così circondati da diffidenza. Lui disse: prendo la parola sapendo che tutto è contro di me, salvo la vostra cortesia. Quell'emergenza finanziaria è stata superata, i cittadini italiani possono andare a testa alta in Europa. Abbiamo superato l'emergenza senza aiuti del FMI o dell'Europa, come invece ci veniva suggerito da più parti". Queste le prime parole di Mario Monti alla conferenza stampa di fine anno.

Passando ai rapporti con il Parlamento e le forze politiche, Monti è partito da Angelino Alfano, confermando la stima ma ricordando che le parole pesano. "Di fronte alla sua affermazione del segretario del Pdl alla Camera (riteniamo finita l'esperienza del governo Monti), l'abbiamo ritenuta una chiara dichiarazione di sfiducia e ne abbiamo tratto subito le conseguenze: se si ritiene che abbiamo governato male non avrebbe avuto alcun senso continuare".

"La strana maggioranza ha impedito di fare meglio ma è tanto quello che abbiamo fatto", ha affermato Monti, "la riforma delle pensioni è stata sgradita al Pd, come alcuni provvedimenti sui patrimoni sono stati sgraditi al Pdl. Entrambe le misure erano però ritenute necessarie da osservatori spassionati".

Monti si è detto poi sbigottito da Berlusconi. "Sono grato e sbigottito allo stesso tempo per le affermazioni di Silvio Berlusconi. Ho difficoltà a capire la linearità dei ragionamenti del Cavaliere, un giorno mi chiede di prendere la leadership dei moderati, un altro dice che il nostro governo ha solo peggiorato la situazione", ha puntualizzato Monti, "faccio fatica a capire la sua linea mentale".

Monti ha preparato un memorandum che "dovrebbe essere attuato nei primi 100 giorni". Il primo punto dell'agenda è non distruggere ciò che si è fatto in questo anno con il sacrificio di tutti. Consiglio al prossimo presidente del consiglio di non sottrarsi come singolo Paese alle linee guida dell'Europa. Anche noi non ne condividiamo alcune, se il prossimo governo sarà convinto di poterne cambiare qualcuna dovrà lavorare bene in Italia per andare al tavolo internazionale ed essere credibile per fare delle proposte", ha affermato Monti ribadendo così la propria politica di condivisione delle scelte europee.

L'agenda contiene inoltre la raccomandazione a non fare passi indietro come togliere l'Imu, togliere altre tasse, far passare il concetto che pagare le tasse è "farsi mettere le mani in tasca dallo Stato", ribadendo così la politica di rigore basata sulla pressione fiscale. "Se il prossimo governo dovesse togliere l'Imu, il governo successivo, cinque anni dopo, dovrebbe rimetterla raddoppiata", ha affermato Monti attaccando così l'agenda di Silvio Berlusconi.

Quando si è iniaziato a parlare di Agenda Monti, secondo il presidente del Consiglio "un consenso piuttosto ampio è sembrato emergere. Questo ci ha consentito di spostare il dibattito politico dallo scontro tra gli schieramenti ai contentuti". Sarà presto pubblicato su "un apposito sito web" il documento programmatico che sintetizza la cosiddetta "Agenda Monti", che il premier ha spiegato si chiamerà "Cambiare l'Italia, riformare l'Europa: agenda per un impegno comune". Sarà "un primo contributo per una discussione aperta". E il primo punto, ha aggiunto Monti nella conferenza stampa di fine anno, sarà "non distruggere ciò che con il sacrificio di tutti si è fatto questo anno. Non sara' sfuggito il forte richiamo del Capo dello Stato alle Alte cariche a non dissipare i sacrifici".

Duro attacco a Berlusconi: "Il più grande costo della politica non è tanto quello di festini, irriguardosi di ogni dignità, e che determinano lo screditamento della politica quando c'è invece bisogno del suo rafforzamento, ma le decisioni non prese o quelle prese per interessi di breve periodo".

Il presidente del Consiglio ha affrontato  anche il tema dei costi della politica:"Abbiamo fatto notevoli sforzi, dotandoci della migliore risorsa disponibile in Italia, il commissario Enrico Bondi, ma abbiamo portato a casa molto meno di quanto avremmo voluto, basta vedere i fortissimi arroccamenti che ci sono stati in materia di Province, per esempio, e su alcuni aspetti del costo della politica". L'auspicio è che si possa completare l'opera in un prossimo futuro: "Restiamo convinti che si possa e debba fare molto di più e che un Governo che stia in carica cinque anni può far di più nei confronti delle resistenze fortissime nell'amministrazione".

Monti ha poi parlato del suo impegno politico per il futuro. "Mi sono dimesso dicendo al Presidente della Repubblica solo tre parole: Missione compiuta, Presidente". "Io non mi schiero con nessuno personalmente", ha proseguito Monti, nominato senatore a vita da Napolitano, "vorrei che i partiti si schierassero sulle idee, e spero che anche la nostra Agenda possa contribuire a dare più concretezza ai dibattiti. Sono pronto a fare da guida alle forze che sosterranno le mie idee".

''La nostra agenda non e' indirizzata a destra sinistra o al centro e' erga omnes'', ha detto Monti aggiungendo che non ha intenzione di scendere in campo per le prossime elezioni, ''Di fronte a queste sfide ci vogliono coalizioni più estese, sono tra coloro che non hanno simpatia per i partiti personali, mi interessa di più che l'agenda Monti sia seguita e non mi sottrarrò da fare da guida, io non mi schiero con nessuno fornisco solo un'agenda per il Paese e chi ci vuole stare'', ha aggiunto il premier.

Quattro leggi su tutto da fare subito nel prossimo Parlamento e che hanno il sapore di essere almeno tre anti-Berlusconi. Una nuova legge sul conflitto di interessi, una più forte legge sul falso in bilancio, una nuova legge sulle intercettazioni e una più forte disciplina che colpisca il voto di scambio.

Nel botta e risposta con i giornalisti alla fine della conferenza stampa non sono mancate polemiche sui componenti dell'esecutivo e sui politici stessi. "Temi di alta politica, vedo..."ha risposto Monti glissando al cronista del Fatto Quotidiano che gli ha chiesto della casa di Grilli e ha parlato anche di presunti conti in Svizzera. Monti ha sostenuto di avere avuto un chiarimento con il ministro dell'Economia. Sui rumors a proposito di conti svizzeri: "E' una cosa che e' stata ripresa solo sul vostro giornale, e la trovo ridicola".

Sull'eventualità che Nichi Vendola faccia parte della prossima maggioranza di governo da lui guidata, Monti ha invece affermato che "Nichi Vendola è una persona che si ascolta e si legge sempre con interesse, ma ha detto di me recentemente che sono un liberale conservatore. Liberale sì, ma conservatore, per molti profili, penso che lo sia lui, non per la cura sui temi ambientali ma su quelli del lavoro".

L'ormai ex presidente del Consiglio ha approfondito anche il tema del pareggio di bilancio nel 2013, concordato ai tavoli europei dal governo Berlusconi. Mario Monti ha assicurato che "l'Italia ce la farà. Il mio predecessore ha firmato un accordo, ma il 'fiscal compact' è stato firmato a Bruxelles il primo marzo 2012 e riflette semplicemente, sotto il profilo del rientro del debito pubblico, ciò che molti mesi prima era stato deciso in un Consiglio europeo, il cosiddetto 'Six pack'. Abbiamo dovuto prendere come un dato quella riduzione, così come abbiamo dovuto prendere come un dato, e sarebbe stato destabilizzante rimetterlo in discussione, l'impegno di riportare dal 2014 al 2013 l'obiettivo del pareggio di bilancio". Monti sul tema ha concluso con una vena ottimista: "Sarà sostenibile? Sì, certo. Molto dipende dal tasso di crescita". 

Quanto a un su possibile futuro al Colle, Monti ha sostenti che si tratto di "una possibilita' che forse, o meglio probabilmente, non si verificherà mai''.



15.11 | 0 komentar | Read More
techieblogger.com Techie Blogger Techie Blogger