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BoJ, lascia invariata offerta monetaria a +60-70.000 mld yen/anno

Written By Unknown on Rabu, 30 April 2014 | 15.11

BoJ, lascia invariata offerta monetaria a +60-70.000 mld yen/anno - Milano Finanza

Banche e assicurazioni

BoJ, lascia invariata offerta monetaria a +60-70.000 mld yen/anno




I nove membri del Board della Banca centrale del Giappone hanno deciso all'unanimità di mantenere l'offerta monetaria invariata a +60-70.000 miliardi di yen all'anno, in linea con il consenso del mercato.

La BoJ si è detta fiduciosa sul fatto che i prezzi al consumo stanno salendo e ha reso noto che l'inflazione presto raggiungerà il target.

La mossa della BoJ non è stata una sorpresa per i mercati poiché molti economisti si aspettano nuove azioni a luglio o nei mesi successivi quando l'impatto dell'aumento delle imposte sulle vendite e dei prezzi diverrà evidente.




 
 



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15.11 | 0 komentar | Read More

Bpm, per Imi prezzo aumento a 0,42 euro

La Banca Popolare di Milano ha comunicato ieri che la Consob ha approvato il prospetto relativo all'aumento di capitale da 500 milioni di euro, pari al 21% dell'attuale capitalizzazione di mercato. L'operazione inizierà il 5 maggio e terminerà il 23, mentre i diritti d'opzione saranno negoziabili dal 5 al 16 maggio. Le tempistiche sono in linea con quanto anticipato nelle passate settimane dal management della popolare milanese.

Oggi si riunirà il consiglio di gestione di Bpm che stabilirà le condizioni definitive dell'offerta tra cui il prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni, il rapporto di opzione e il controvalore massimo dell'offerta. "La tempistica dell'aumento di capitale da 500 milioni di euro è in linea con le nostre aspettative", commentano stamani in una nota gli analisti di Banca Imi.

Nella loro valutazione gli esperti di Banca Imi hanno incorporato un prezzo di emissione a 0,42 euro per azione che corrisponde a uno sconto del 34% sul TERP (il prezzo teorico di un'azione dopo lo stacco del diritto di opzione relativo a un aumento di capitale), sulla base dell'attuale prezzo di mercato; assumendo uno sconto del 30% sul TERP, il prezzo di emissione sarebbe pari a 0,46 euro per azione con una riduzione del 2% del numero di azioni, rispetto alla valutazione di Banca Imi.

Ipotizzando un prezzo di emissione a 0,46 euro per azione, gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno calcolato che la banca dovrebbe emettere quasi 1,09 miliardi di nuove azioni (33,6% di quelle attuali) con una potenziale diluizione di circa il 20% sull'utile per azione (eps) stimato per il 2015 e del 14% sul loro target price (da 0,6 a 0,51 euro). Invece, nell'ipotesi di un prezzo di emissione a 0,5 euro per azione (25% di sconto sul TERP), la diluizione sarebbe del 18% e del 12% (0,52 euro), rispettivamente.

Stamani a Piazza Affari il titolo Bpm passa di mano a quota 0,729 euro e segna un +0,90%. Banca Imi sul titolo ha confermato un rating add e un prezzo obiettivo a 0,78 euro. Invece Kepler Cheuvreux ha reduce con un target price appunto a 0,60 euro.
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TerniEnergia si accorda con gli sceicchi

Written By Unknown on Selasa, 29 April 2014 | 15.11

TerniEnergia, società attiva nel settore dell'energia da fonti rinnovabili, ha siglato ad Abu Dhabi un accordo di joint venture per la costituzione di una newco con Khalid Al Hamed Group di Dubai rappresentata dallo sceicco Khalid Bin Ahmed Al Hamed, chairman e ceo. In particolare, è stato sottoscritto un accordo vincolante e immediatamente operativo tra le parti che prevede la costituzione di una società denominata TerniEnergia Gulf, con sede ad Abu Dhabi, partecipata al 51% da Khalid Al Hamed Group e al 49% da TerniEnergia, che opererà nei Paesi del Medio Oriente e del Gulf Cooperation Council (GCC). In scia alla notizia il titolo, quotato sul segmento Star di Piazza Affari, guadagna il 3,19% a 2,27 euro.

"Siamo profondamente soddisfatti della scelta operata da Al Hamed Group in direzione della creazione di una forte partnership con il nostro gruppo industriale, che porterà nei Paesi del Golfo e in Medio Oriente la propria esperienza conseguita a livello internazionale nel settore della green economy. La sottoscrizione di questo accordo sancisce un ulteriore passo nel processo di internazionalizzazione di TerniEnergia, dopo lo sviluppo in Europa e in Sudafrica, con una prospettiva di forte espansione in Medio Oriente e nei Paesi del GCC", ha dichiarato il presidente e ad di TerniEnergia, Stefano Neri.

La società italiana ritiene che questa alleanza strategica vedrà in tempi brevi la costituzione di TerniEnergia Gulf e già entro l'anno in corso l'avvio dei primi cantieri. Questa joint venture può inoltre rappresentare un traguardo di grande respiro per la crescita del gruppo, anche grazie alla forte connessione con un partner di standing internazionale e di grande solidità finanziaria.

Il modello di business individuato da TerniEnergia e da Al Hamed Group è volto allo sviluppo di attività di ingegneria, progettazione, costruzione e gestione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per il recupero energetico da rifiuti e per la filiera del recupero di materia, in particolare dagli pneumatici fuori uso. In riferimento a quest'ultima attività, è previsto l'avvio di un primo cantiere per la realizzazione di un'importante iniziativa nell'area del Golfo già entro quest'anno.

La partnership strategica vedrà Khalid Al Hamed Group impegnata principalmente nella gestione dei rapporti con le autorità governative dell'area, nella facilitazione dei percorsi autorizzativi, nella acquisizione dei requisiti operativi e nel supporto nelle negoziazioni con i partner finanziari e con le istituzioni bancarie per il supporto del business, mentre TerniEnergia avrà responsabilità nel management della parte operativa e industriale.


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Ue, anche i veicoli commerciali superano la crisi

Prosegue il recupero del mercato europeo dell'auto iniziato agli albori del 2014. Le immatricolazioni di veicoli da lavoro a marzo hanno segnato un deciso recupero, che lascia sperare in un graduale e progressivo recupero del settore, dopo anni di grande crisi. Il mercato dei veicoli commerciali leggeri nell'area euro, a marzo, ha visto un aumento delle immatricolazioni dell'11,4% a 147.148 unità. Lo si apprende dai dati forniti dall'associazione europea dei produttori di auto (Acea).

Considerando l'Unione europea ed i paesi dell'Efta il dato segna un aumento del 6% a 131.742, mentre per i soli 15 Paesi dell'Eurozona si registra un decremento del 12% a 162.670. Fra i mercati europei che pesano di più come ampiezza si conferma in forte crescita la Gran Bretagna, che ha riportato un balzo del 14,6%, assieme alla Spagna che evidenzia una risalita del 24,7% e all'Italia del 20,4%. Bene anche la Germania (+7,5%) e la Francia (+1,6%). Considerando tutte le tipologie di veicoli commerciali, inclusi quelli di pesanti ed i bus, il dato mostra per la UE un incremento dell'11,1% a 185.5200 unità e perl'Eurozona del 10,1% a 171.117 unità.


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Crisi ucraina, ufficio Nato a Mosca rischia la chiusura

Written By Unknown on Senin, 28 April 2014 | 15.11

L'ufficio informazioni della Nato a Mosca potrebbe venir chiuso sullo sfondo della crescente tensione tra Russia e Ovest per la crisi ucraina. Il quotidiano Kommersant lo riporta citando diverse fonti del governo della Federazione russa. Il tutto dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha definito "congelate" le relazioni con l'Alleanza.

La ragione principale di un tale passo deriverebbe dalla decisione della Nato di limitare la cooperazione con la Federazione russa e i diplomatici russi, limitando anche l'accesso al quartier generale dell'Alleanza, dicono le fonti.

Tuttavia, per ora non sarebbero arrivate ancora richieste ufficiali all'ufficio. Ma se accadesse sarebbe un atto simbolico molto significativo: l'ultima volta le autorità russe diedero ai funzionari della Nato solo 24 ore per fare le valigie. Era il 1999, a seguito dei bombardamenti della Nato su Belgrado e tutta la Serbia.

Putin lo scorso 17 aprile ha ricordato che Silvio "Berlusconi è stato l'iniziatore della creazione del Consiglio Russia-Nato. Purtroppo queste relazioni al momento sono congelate, ma comunque lui lo ha fatto".


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Mediaset, il controllo di Digital+ è più vicino

Sarebbe vicina un'offerta di Telefonica-Mediaset per Digital plus. Secondo fonti di stampa Digital+, la pay-tv spagnola controllata da Prisa e in cui Telefonica e Mediaset Espana hanno il 22% a testa, starebbe continuando a perdere clienti. Telefonica starebbe quindi valutando un'offerta per il 56% di Digital+ su valori inferiori ai 800 milioni di euro (circa 1,4 miliardi di euro per il 100%) richiesti da Prisa. Gli spagnoli vorrebbero coinvolgere nell'operazione il gruppo Mediaset con cui i rapporti sono buoni e che possiede una call option per il controllo della società.

D'altra parte, fino a quando non si sbloccherà il dossier Digital+, è difficile per Mediaset trovare un partner per la sola pay-tv italiana. Per cui un accordo su Digital+ sarebbe propedeutico alla valorizzazione degli asset italiani/spagnoli.  "Il controllo di Digital+ accelererebbe il processo di creazione della joint venture nella pay-tv e l'entrata di un partner industriale, che riteniamo una notizia positiva per il gruppo in quanto verrebbe monetizzato un asset come Mediaset Premium che nella nostra somma delle parti oggi è valutato 28 milioni di euro", commentano in una nota di oggi gli analisti di Equita secondo i quali l'impatto sulla valutazione di Mediaset potrebbe essere del 6-10%. Per ora Equita mantiene un prezzo obiettivo a 4 euro sul titolo Mediaset e il rating hold.

In assemblea il management di Mediaset ha confermato l'interesse manifestato da diversi operatori internazionali per eventuali partnership con le attività di tv a pagamento del gruppo, smentendo però valutazioni circolate sul mercato. Per Mediobanca Securities, con 700 milioni di euro di capex e non producendo utile, Mediaset Premium nel migliore dei casi può valere circa 300 milioni di euro.

Inoltre la scorsa settimana, in scia alle voci secondo cui sarebbe stato firmato un pre accordo tra Canal Plus (Vivendi) e Al Jazeera avente come oggetto l'ingresso dei due soggetti in Mediaset Premium con la due diligence che dovrebbe partire il prossimo 10 maggio, Mediaset ha negato di aver concluso un'operazione riguardante lo sviluppo delle attività nella pay tv, ma non ha escluso un deal con una terza parte.

"Dal nostro punto di vista, la dichiarazione Mediaset non è incompatibile con le indiscrezioni trapelate. Nessun accordo è  stato firmato, ma potenzialmente ci sono trattative in corso che potrebbero portare a un'intesa", osservano gli analisti di Berenberg. "La chiave qui è la monetizzazione delle attività della pay-tv, che è a break-even sulle base delle nostre stime. Sulla base di un multiplo enterprise value/vendite pari a 2 volte, questo business potrebbe valere 1,1 euro per azione".

Invece gli analisti di Kepler Cheuvreux (buy e target price a 4,5 euro su Mediaset) nella loro somma delle parti valutano zero il business della pay-tv e vedrebbero positivamente un accordo con un partner industriale. In borsa l'azione Mediaset stamani si piazza in cima al Ftse Mib con un progresso del 2,12% a quota 3,86 euro.


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Fine di un'era, Melazzini lascia la presidenza della Popolare di Sondrio

Written By Unknown on Minggu, 27 April 2014 | 15.11

Fine di un'epoca, anzi di un'era in Valtellina. Al termine dell'assemblea che si è tenuta al Pentagono di Bormio, davanti a oltre 3mila soci, Piero Melazzini, il decano dei banchieri italiani, ha annunciato la decsione di lasciare la presidenza e gli incarichi operativi nella sua Banca popolare di Sondrio. Sua perché Melazzini, classe 1930, è stato l'artefice indiscusso dello sviluppo e della crescita dell'istituto che lo aveva assunto nel 1951 e all'interno del quale ha svolto tutta la sua carriera, scandita dalla nomina a direttore generale nel 1969 (carica conservata fino a fine 1994), a consigliere delegato (da metà 1993 al 2009 dopo l'ingresso in consiglio nel 1987) e infine alla presidenza (dall'inizio del 2005).

Una storia d'amore durata dunque 63 anni e non ancora conclusa dal momento che Melazzini resterà presidente onorario del gruppo. La storia di un banchiere galantuomo, profondamente appassionato al suo lavoro e soprattutto legato da un affetto sincero e incondizionato per la sua banca e per il territorio su cui la banca ha da sempre insistito pur allargando i suoi orizzonti nel resto dell'Italia settentrionale e nell'Italia centrale con oltre 300 sportelli, in ufficio fin dall'alba col suo faldone di giornali sotto braccio e convinto difensore, fiero assertore dell'indipendenza della PopSo che nel suo sviluppo si è sempre affidata alla crescita interna senza correre dietro ad acquisizioni che per altri istituti si sono rivelate deleterie.

Melazzini, che ha condotto l'assise dei soci con la consueta forza e serietà parlando per oltre due ore e mezzo senza soluzione di continuità, lascia una banca solida (53 milioni di profitti nel 2013) e ora più forte dal punto di vista patrimoniale dato che gli azionisti hanno dato l'ok all'aumento di capitale che mette al riparo la banca da qualsiasi problema legato all'asset quality review e che migliorerà dal 7,89% al 9,45% il Tier 1 capital ratio del gruppo e dal 10,53% al 13,60% il Total capital ratio.

Nel corso del suo intervento, il presidente ha tenuto a sottolineare come nel decennio 2003-2013 la raccolta diretta dalla clientela della Popso sia triplicata, passando da 8.184 a 24.059 milioni di euro, mentre quella indiretta è raddoppiata passando da 12.690 a 25.609 milioni di euro. Anche il patrimonio netto (escluso l'utile d'esercizio) è praticamente triplicato, passando da 774 a 1.725 milioni di euro. Di più, dal 1871 la PopSo non ha mai mancato di riconoscere i dividendi ai soci (0,05 euro sull'esercizio 2013)

L'assemblea ha riconfermato, per il triennio 2014-2016, in qualità dì amministratori, Piero Melazzini, Mario Alberto Pedranzini, Lino Enrico Stoppani, Paolo Biglioli e ha eletto  l'imprenditrice Annalisa Rainoldi che è amministratore e legale rappresentante dell'azienda di famiglia Rainoldi Mac. Pedranzini, attuale consigliere delegato, è il delfino di Melazzini; sarà lui a prendere in mano le redini della banca che già gestisce da anni


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Fine di un'era, Melazzini lascia la presidenza della Popolare di Sondrio

Fine di un'epoca, anzi di un'era in Valtellina. Al termine dell'assemblea che si è tenuta al Pentagono di Bormio, davanti a oltre 3mila soci, Piero Melazzini, il decano dei banchieri italiani, ha annunciato la decsione di lasciare la presidenza e gli incarichi operativi nella sua Banca popolare di Sondrio. Sua perché Melazzini, classe 1930, è stato l'artefice indiscusso dello sviluppo e della crescita dell'istituto che lo aveva assunto nel 1951 e all'interno del quale ha svolto tutta la sua carriera, scandita dalla nomina a direttore generale nel 1969 (carica conservata fino a fine 1994), a consigliere delegato (da metà 1993 al 2009 dopo l'ingresso in consiglio nel 1987) e infine alla presidenza (dall'inizio del 2005).

Una storia d'amore durata dunque 63 anni e non ancora conclusa dal momento che Melazzini resterà presidente onorario del gruppo. La storia di un banchiere galantuomo, profondamente appassionato al suo lavoro e soprattutto legato da un affetto sincero e incondizionato per la sua banca e per il territorio su cui la banca ha da sempre insistito pur allargando i suoi orizzonti nel resto dell'Italia settentrionale e nell'Italia centrale con oltre 300 sportelli, in ufficio fin dall'alba col suo faldone di giornali sotto braccio e convinto difensore, fiero assertore dell'indipendenza della PopSo che nel suo sviluppo si è sempre affidata alla crescita interna senza correre dietro ad acquisizioni che per altri istituti si sono rivelate deleterie.

Melazzini, che ha condotto l'assise dei soci con la consueta forza e serietà parlando per oltre due ore e mezzo senza soluzione di continuità, lascia una banca solida (53 milioni di profitti nel 2013) e ora più forte dal punto di vista patrimoniale dato che gli azionisti hanno dato l'ok all'aumento di capitale che mette al riparo la banca da qualsiasi problema legato all'asset quality review e che migliorerà dal 7,89% al 9,45% il Tier 1 capital ratio del gruppo e dal 10,53% al 13,60% il Total capital ratio.

Nel corso del suo intervento, il presidente ha tenuto a sottolineare come nel decennio 2003-2013 la raccolta diretta dalla clientela della Popso sia triplicata, passando da 8.184 a 24.059 milioni di euro, mentre quella indiretta è raddoppiata passando da 12.690 a 25.609 milioni di euro. Anche il patrimonio netto (escluso l'utile d'esercizio) è praticamente triplicato, passando da 774 a 1.725 milioni di euro. Di più, dal 1871 la PopSo non ha mai mancato di riconoscere i dividendi ai soci (0,05 euro sull'esercizio 2013)

L'assemblea ha riconfermato, per il triennio 2014-2016, in qualità dì amministratori, Piero Melazzini, Mario Alberto Pedranzini, Lino Enrico Stoppani, Paolo Biglioli e ha eletto  l'imprenditrice Annalisa Rainoldi che è amministratore e legale rappresentante dell'azienda di famiglia Rainoldi Mac. Pedranzini, attuale consigliere delegato, è il delfino di Melazzini; sarà lui a prendere in mano le redini della banca che già gestisce da anni


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Rendite, l’eutanasia dei risparmi

Written By Unknown on Sabtu, 26 April 2014 | 15.11

Nonostante l'iniziale smentita, alla fine sui conti correnti e sui depositi si è abbattuta davvero una mini-patrimoniale. D'altra parte il governo sa bene che i risparmi parcheggiati in questi strumenti sono in aumento. «Secondo recenti stime, i flussi di risparmio delle famiglie, dopo la diminuzione registrata a partire dal 2006, sarebbero tornati a crescere nel 2013, collocandosi al 2,2% del pil», si legge nel Def appena presentato che prevede una stabilizzazione del dato al 2,3% nel biennio 2014-2015.

Una situazione che trova conferma nei dati Abi: a fine marzo i depositi bancari sono saliti a quota 1.220 miliardi di euro, un terzo delle attività finanziarie totali delle famiglie italiane, con una variazione del +1% su base annua, circa 12 miliardi. Cifre davanti alle quali lo Stato a caccia di risorse non ha resistito alla tentazione di aumentare la tassazione degli interessi dal 20% al 26%. E anche se oggi i conti correnti sono remunerati dalle banche a tassi da prefisso telefonico (0,39% il tasso medio dei c/c, 0,98% quello degli altri depositi), la loro consistenza è tale che anche un tasso attivo molto basso porta un gettito miliardario.

Ecco due conti, peraltro in difetto, che danno le dimensioni del fenomeno. Applicando il tasso medio dello 0,39% ai 1.220 miliardi si ottiene un flusso di interessi attivi di 4,75 miliardi all'anno, il fisco se ne prenderà il 26%, quindi 1,23 miliardi. 

Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola da sabato anche in formato elettronico su pc e tablet iPad, Android, Amazon Kindle e Windows 8.


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Wall Street in rosso (-0,7%), scivolone di Amazon

L'incertezza in Ucraina, aumentata dopo che Kiev ha intensificato le operazioni militari nelle zone controllate dai miliziani filorussi armati, ha messo sotto pressione le borse non solo in Europa ma anche a Wall Street, dove l'indice Dow Jones è arretrato dello 0,85%, lo S&P500 dello 0,74% e il Nasdaq dell'1,75%. Su quest'ultimo ha pesato lo scivolone di Amazon, che dopo aver comunicato i conti ha perso il 9,5%.

Giù del 3,1% anche Ford Motor, che ha chiuso il primo trimestre con profitti in calo e inferiori alle attese, ma che comunque ha confermato le guidance per l'intero 2014. Poco variata Microsoft, che ha pagato a sua volta la flessione della domanda di personal computer a livello globale ma che è riuscita comunque a battere le previsioni,

A New York il prezzo del petrolio è sceso sotto 101 dollari al barile per via delle prese di beneficio degli investitori. Al Nymex il Light crude è arretrato a 100,6 dollari dopo aver oscillato tra 101,93 e 100,48, mentre il Brent si è attestato in lieve calo a 109,77 dollari.


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Francia, S&P conferma rating AA

Written By Unknown on Jumat, 25 April 2014 | 15.11

Francia, S&P conferma rating AA - Milano Finanza

Analisi

Francia, S&P conferma rating AA




Standard and Poor's ha confermato il rating della Francia a livello AA, con outlook stabile, citando gli sforzi del governo di migliorare la competitività dell'economia e ridurre il deficit pubblico. "Il governo francese si è orientato verso politiche volte a ridurre il costo del lavoro e la tassazione sulle imprese per migliorare la competitività", si legge in una nota dell'agenzia. "Riteniamo che il governo francese ridurrà gradualmente il deficit di bilancio a meno del 3% del pil per il 2017, grazie ai risparmi di spesa, ma che i livelli del debito in rapporto al pil rimarranno probabilmente alti e continueranno a crescere fino al 2017".




 
 



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Amazon, boom dei ricavi trimestrali

Boom dei ricavi trimestrali di Amazon. Se a causa delle consistenti spese in distribuzione, cloud computing e nuove iniziative il gruppo di Jeff Bezos nei primi tre mesi dell'anno ha registrato un "magro" profitto di 108 milioni di dollari, 23 centesimi per azione, dagli 82 milioni, 18 centesimi, dello stesso periodo dell'anno prima, centrando comunque le attese del mercato, le vendite sono aumentate del 23% a 19,74 miliardi di dollari, in linea con le stime del gruppo fornite lo scorso gennaio e comprese nell'intervallo 18,2-19,9 miliardi. Ma gli analisti si aspettavano un dato peggiore a 19,43 miliardi.

Per i tre mesi in corso Amazon ha stimato ricavi tra 18,1 miliardi e 19,8 miliardi. La parte alta di questa forchetta è superiore alle stime ferme a 19,03 miliardi. "Traiamo energia nell'investire per conto dei nostri clienti e il 2014 è iniziato con un'energia cinetica", ha dichiarato Bezos. In effetti Amazon sta investendo molto nella rete distributiva dei suoi magazzini, nella sua offerta di servizi legati alla nuvola informatica con Amazon Web Services e in nuovi prodotti come il decoder Fire Tv.

Solo lo scorso mese il colosso Usa ha alzato il costo del suo servizio illimitato di consegne e di servizi video Prime del 25% a 99 dollari all'anno negli Stati Uniti. Mercoledì, invece, ha siglato un accordo con Hbo che porterà alcune delle serie tv del canale anche sul servizio di Amazon chiamato Prime Instant Video e su cui gli streaming sono quasi triplicati nel corso di un anno. Da inizio anno a Wall Street il titolo Amazon è in calo del 15%. In attesa dei conti, arrivati a mercati chiusi, ha registrato un rialzo dell'8,2%. Nell'after-hours è prima arrivato a guadagnare il 4% per poi azzerare la corsa.


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TerniEnergia avvia trattativa per acquisire Free Energia

Written By Unknown on Kamis, 24 April 2014 | 15.11

TerniEnergia e Italeaf, holding di partecipazione e azionista di maggioranza di TerniEnergia, hanno presentato una manifestazione di interesse per l'acquisizione del 100% del capitale sociale di Free Energia. La struttura dell'operazione, qualora si verificassero le condizioni per un accordo definitivo, consisterà in un aumento di capitale da parte di TerniEnergia, riservato agli azionisti di Free Energia, da sottoscrivere mediante conferimento di azioni Free Energia. Non è previsto esborso di denaro. Il valore presunto dell'operazione è di circa 15 milioni di euro.
 
Per il presidente e ad di TerniEnergia, Stefano Neri, l'avvio della trattativa per l'acquisizione di Free Energia ha un valore fortemente strategico per il gruppo. Si tratta, infatti, di una grande opportunità per lo sviluppo delle attività in Italia nei settori in grande crescita della smart energy e dell'energy efficiency. In particolare, grazie all'acquisizione del 100% di Lucos Alternative Energies, già contrattualizzata per il prossimo giugno, "saranno possibili forti sinergie e opportunità di integrazione del business, che rappresenteranno il presupposto per una forte crescita dell'attività di efficienza energetica", ha precisato Neri.

Il nuovo piano industriale, da definire a seguito della conclusione dell'acquisizione, si fonderà, inoltre, su un completamento della catena del valore a valle della produzione di energia degli impianti di proprietà di TerniEnergia, grazie alla rete di vendita di Free Energia. "A fronte del ritardo nel fund rasing relativo al collocamento del progetto di fondo immobiliare chiuso, riteniamo che l'opportunità offerta dalla possibilità di acquisire una società in grande sviluppo come Free Energia consenta il superamento di ogni criticità, anche tenuto conto dell'importante incremento dell'attività del gruppo TerniEnergia sul piano internazionale", ha concluso Neri.

L'operazione è giudicata neutrale/positiva dagli analisti. L'integrazione con un operatore del trading energetico era una delle opzioni del piano industriale. "Sulla base dei pochi dati finanziari disponibili, l'operazione non si presenta diluitiva", ha commentato stamani un analista di una sim milanese, confermando il giudizio outperform sul titolo TerniEnergia, in rialzo a Piazza Affari dell'1,09% a quota 2,222 euro.
 


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Cina, 169,2 miliardi di dollari obbligazioni corporate detenute all'estero

Cina, 169,2 miliardi di dollari obbligazioni corporate detenute all'estero - Milano Finanza

Analisi

Cina, 169,2 miliardi di dollari obbligazioni corporate detenute all'estero




Le obbligazioni corporate di società cinesi detenute fuori dal Paese si sono attestate a 169,2 miliardi di dollari alla fine dello scorso anno, segnalando che il finanziamento estero delle compagnie sta diventando sempre più importante per Pechino. Di conseguenza, i costi di finanziamento esterni per le imprese cinesi potrebbero salire. Le condizioni di credito all'interno del Paese sono diventate piú restrittive recentemente e le società devono far fronte a debiti sempre piú elevati all'interno del Paese a causa dell'aumento dei tassi di interesse a livello globale e all'indebolimento dello yuan. Rispetto alla fine del 2012, l'ammontare di obbligazioni societarie cinesi detenute all'estero è salito del 60%, come reso noto da una nuova analisi di Nomura.




 
 



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Ubs, dieci gruppi petroliferi ai raggi X

Written By Unknown on Senin, 21 April 2014 | 15.12

I maggiori gruppi che operano nel business dei servizi petroliferi annunceranno nelle prossime settimane i risultati del primo trimestre 2014, che in maggioranza saranno deboli. Gli analisti della banca d'affari elvetica mettono quindi in evidenza le potenzialità al rialzo e i rischi ai ribasso legate all'andamento dei singoli titoli.

1) Technip. La società francese, specializzata nel settore delle costruzioni onshore e offshore, merita un prezzo obiettivo di 85 euro, che implica un potenziale di rialzo dell'11% dalle quotazioni recenti. Il rating è buy (comprare) per il gruppo, che ha già anticipato come l'inizio anno sia stato debole ma migliorerà da qui a dicembre. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 24 aprile.

2) TGS Nopec. Il gruppo norvegese ha accusato secondo gli analisti un calo del 10% degli utili nel primo trimestre, i cui risultati comunicherà il 24 aprile. I punti chiave sono le prospettive delle spese di esplorazione, lo scenario competitivo, la performance del business onshore Usa e l'aggiornamento del piano di buyback. Il target price è 186 corone, inferiore alla quotazioni attuale di 195, e il rating è neutrale.

3) Saipem. L'utile del primo trimestre, che sarà pubblicato il 24 aprile, evidenzierà un calo del 63% anno su anno e del 42% rispetto al trimestre precedente. Il titolo è correttamente valutato 16,50 euro contro una quotazione attuale di 17,70, con rating neutrale. Gli analisti hanno rivisto al ribasso le stime per tenere conto dei costi extra associati al progetto Roncador in Brasile.

4)Aker solutions. I risultati del primo trimestre della società norvegese, che saranno annunciati il 30 aprile, dovrebbero essere positivi ma gli spazi di rialzo del titolo sul listino di Oslo sono limitati. Il prezzo obiettivo di 96 corone si confronta infatti con una quotazione attuale di 93,70. Il rating è neutrale.

5) Subsea 7. La compagnia norvegese dovrebbe evidenziare un progresso degli utili trimestrali grazie alla migliorata performance in Brasile, che aveva invece causato perdite a fine 2013. Il target price di 125 corone è del 19% superiore alle quotazioni attuali, ma gli analisti hanno confermato il giudizio neutrale. I risultati saranno annunciati il 30 aprile.

6) Tenaris. Prezzo obiettivo di 41 dollari, inferiore alle quotazioni attuali di 44,6, per il gruppo quotato anche Piazza affari oltre che a Wall Street. Il rating è sell (vendere) perché il titolo ha maggiori rischi di ribasso che potenzialità di rialzo. Il mercato Octg entrerà infatti probabilmente in una condizione di sovraccapacità che limiterà l'espansione degli utili. I risultati del primo trimestre saranno comunicati il primo maggio.

7) CGG. Il management del gruppo francese ha già annunciato che il primo trimestre 2014 è stato peggiore dell'ultimo del 2013, e gli analisti della banca d'affari elvetica si aspettano che i risultati reddituali rimangano sotto pressione. Il prezzo obiettivo di 12 euro è di poco superiore alle quotazioni attuali (11,50 euro) e il rating è neutrale. I risultati sanno pubblicati il 7 maggio.

8) Vallourec. Il reddito operativo lordo (ebitda) del primo trimestre sarà in flessione nonostante i maggiori ricavi. I punti chiave sono il ritmo della ripresa in Brasile, i fondamentali del business industriale (25% dei ricavi) e l'aggiornamento del mix dei prodotti negli Stati Uniti. Il target price di 40,50 euro è inferiore alla quotazione attuale di 41. Il rating è neutrale. I risultati sanno annunciati il 7 maggio.

9) PGS. Rating buy (comprare) per il gruppo norvegese, che ha un potenziale di rialzo del 30% rispetto a un target price di 90 corone. Il primo trimestre, che sarà annunciato il 9 maggio, sarà debole, ma il titolo presenta buoni fondamentali e livelli di valutazione attraenti rispetto alla media.

10) Seadrill. Prezzo obiettivo di 200 corone, in linea con le quotazioni recenti, per il gruppo norvegese, che merita il rating neutrale. Gli analisti non si aspettano infatti notizie così positive da trainare al rialzo le quotazioni nel breve termine. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 30 maggio.


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Mps, il cda vara l'aumento da 5 miliardi

Il Monte dei Paschi alza l'importo dell'aumento di capitale, che diventa così una delle operazioni più importanti della storia bancaria italiana. Oggi il consiglio di amministrazione della banca senese, che si è tenuto a Milano, ha deliberato  di alzare l'asticella della ricapitalizzazione da 3 a 5 miliardi. La decisione è stata presa all'unanimità, sgombrando così il campo dalle indiscrezioni su possibili mal di pancia della Fondazione.

L'incremento della ricapitalizzazione, si legge nel comunicato, «ha lo scopo di dotare la banca di un buffer di capitale funzionale all'assorbimento di eventuali impatti negativi derivanti dal comprehensive assessment e continuare a far fronte agli impegni assunti nel piano. Inoltre, la maggior dimensione dell'aumento di capitale potrà consentire a Mps di accelerare la realizzazione del piano industriale 2013-2017, cogliendo al meglio le opportunità derivanti da una possibile ripresa delle condizioni macro-economiche e dell'attività bancaria e accelerare potenzialmente, in funzione degli esiti del comprehensive assessment, il rimborso integrale dei nuovi strumenti finanziari rispetto ai tempi concordati con la Commissione Europea», conclude la nota.

«Pensiamo di avviare l'operazione a metà giugno e di completarla a metà luglio senza ritardi sulla tabella di marcia», ha spiegato l'amministratore delegato Fabrizio Viola dopo la riunione del consiglio, aggiungendo: la banca potrà «confermare l'impegno di rimborsare nel 2014 tre miliardi dei cosiddetti Monti bond». L'aumento permetterà inoltre di garantire che la banca «non sarà nazionalizzata», ha concluso il banchiere.

Non è  la prima volta che l'aumento di Mps viene corretto al rialzo. Nel giro di pochi mesi si è passati dal miliardo previsto inizialmente nel piano di rilancio ai 2,5 miliardi del settembre 2013, ai 3 miliardi di novembre fino all'ennesimo incremento varato oggi. Di certo però l'orientamento dei vertici della banca sembra del tutto ragionevole alla luce delle attuali condizioni di mercato. La discesa dello spread e l'effetto Renzi hanno infatti aumentato l'interesse dei fondi esteri per le aziende italiane, soprattutto per le banche. Lo dimostra, ad esempio, la facilità con cui la Fondazione è riuscita a piazzare in poche settimane larga parte della propria partecipazione. Proprio Palazzo Sansedoni dovrebbe essere comunque uno dei protagonisti del maxi-aumento in arrivo, seguendo l'operazione pro quota con un investimento di circa 125 milioni. (riproduzione riservata)


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Ubs, dieci gruppi petroliferi ai raggi X

Written By Unknown on Minggu, 20 April 2014 | 15.11

I maggiori gruppi che operano nel business dei servizi petroliferi annunceranno nelle prossime settimane i risultati del primo trimestre 2014, che in maggioranza saranno deboli. Gli analisti della banca d'affari elvetica mettono quindi in evidenza le potenzialità al rialzo e i rischi ai ribasso legate all'andamento dei singoli titoli.

1) Technip. La società francese, specializzata nel settore delle costruzioni onshore e offshore, merita un prezzo obiettivo di 85 euro, che implica un potenziale di rialzo dell'11% dalle quotazioni recenti. Il rating è buy (comprare) per il gruppo, che ha già anticipato come l'inizio anno sia stato debole ma migliorerà da qui a dicembre. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 24 aprile.

2) TGS Nopec. Il gruppo norvegese ha accusato secondo gli analisti un calo del 10% degli utili nel primo trimestre, i cui risultati comunicherà il 24 aprile. I punti chiave sono le prospettive delle spese di esplorazione, lo scenario competitivo, la performance del business onshore Usa e l'aggiornamento del piano di buyback. Il target price è 186 corone, inferiore alla quotazioni attuale di 195, e il rating è neutrale.

3) Saipem. L'utile del primo trimestre, che sarà pubblicato il 24 aprile, evidenzierà un calo del 63% anno su anno e del 42% rispetto al trimestre precedente. Il titolo è correttamente valutato 16,50 euro contro una quotazione attuale di 17,70, con rating neutrale. Gli analisti hanno rivisto al ribasso le stime per tenere conto dei costi extra associati al progetto Roncador in Brasile.

4)Aker solutions. I risultati del primo trimestre della società norvegese, che saranno annunciati il 30 aprile, dovrebbero essere positivi ma gli spazi di rialzo del titolo sul listino di Oslo sono limitati. Il prezzo obiettivo di 96 corone si confronta infatti con una quotazione attuale di 93,70. Il rating è neutrale.

5) Subsea 7. La compagnia norvegese dovrebbe evidenziare un progresso degli utili trimestrali grazie alla migliorata performance in Brasile, che aveva invece causato perdite a fine 2013. Il target price di 125 corone è del 19% superiore alle quotazioni attuali, ma gli analisti hanno confermato il giudizio neutrale. I risultati saranno annunciati il 30 aprile.

6) Tenaris. Prezzo obiettivo di 41 dollari, inferiore alle quotazioni attuali di 44,6, per il gruppo quotato anche Piazza affari oltre che a Wall Street. Il rating è sell (vendere) perché il titolo ha maggiori rischi di ribasso che potenzialità di rialzo. Il mercato Octg entrerà infatti probabilmente in una condizione di sovraccapacità che limiterà l'espansione degli utili. I risultati del primo trimestre saranno comunicati il primo maggio.

7) CGG. Il management del gruppo francese ha già annunciato che il primo trimestre 2014 è stato peggiore dell'ultimo del 2013, e gli analisti della banca d'affari elvetica si aspettano che i risultati reddituali rimangano sotto pressione. Il prezzo obiettivo di 12 euro è di poco superiore alle quotazioni attuali (11,50 euro) e il rating è neutrale. I risultati sanno pubblicati il 7 maggio.

8) Vallourec. Il reddito operativo lordo (ebitda) del primo trimestre sarà in flessione nonostante i maggiori ricavi. I punti chiave sono il ritmo della ripresa in Brasile, i fondamentali del business industriale (25% dei ricavi) e l'aggiornamento del mix dei prodotti negli Stati Uniti. Il target price di 40,50 euro è inferiore alla quotazione attuale di 41. Il rating è neutrale. I risultati sanno annunciati il 7 maggio.

9) PGS. Rating buy (comprare) per il gruppo norvegese, che ha un potenziale di rialzo del 30% rispetto a un target price di 90 corone. Il primo trimestre, che sarà annunciato il 9 maggio, sarà debole, ma il titolo presenta buoni fondamentali e livelli di valutazione attraenti rispetto alla media.

10) Seadrill. Prezzo obiettivo di 200 corone, in linea con le quotazioni recenti, per il gruppo norvegese, che merita il rating neutrale. Gli analisti non si aspettano infatti notizie così positive da trainare al rialzo le quotazioni nel breve termine. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 30 maggio.


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Mps, il cda vara l'aumento da 5 miliardi

Il Monte dei Paschi alza l'importo dell'aumento di capitale, che diventa così una delle operazioni più importanti della storia bancaria italiana. Oggi il consiglio di amministrazione della banca senese, che si è tenuto a Milano, ha deliberato  di alzare l'asticella della ricapitalizzazione da 3 a 5 miliardi. La decisione è stata presa all'unanimità, sgombrando così il campo dalle indiscrezioni su possibili mal di pancia della Fondazione.

L'incremento della ricapitalizzazione, si legge nel comunicato, «ha lo scopo di dotare la banca di un buffer di capitale funzionale all'assorbimento di eventuali impatti negativi derivanti dal comprehensive assessment e continuare a far fronte agli impegni assunti nel piano. Inoltre, la maggior dimensione dell'aumento di capitale potrà consentire a Mps di accelerare la realizzazione del piano industriale 2013-2017, cogliendo al meglio le opportunità derivanti da una possibile ripresa delle condizioni macro-economiche e dell'attività bancaria e accelerare potenzialmente, in funzione degli esiti del comprehensive assessment, il rimborso integrale dei nuovi strumenti finanziari rispetto ai tempi concordati con la Commissione Europea», conclude la nota.

«Pensiamo di avviare l'operazione a metà giugno e di completarla a metà luglio senza ritardi sulla tabella di marcia», ha spiegato l'amministratore delegato Fabrizio Viola dopo la riunione del consiglio, aggiungendo: la banca potrà «confermare l'impegno di rimborsare nel 2014 tre miliardi dei cosiddetti Monti bond». L'aumento permetterà inoltre di garantire che la banca «non sarà nazionalizzata», ha concluso il banchiere.

Non è  la prima volta che l'aumento di Mps viene corretto al rialzo. Nel giro di pochi mesi si è passati dal miliardo previsto inizialmente nel piano di rilancio ai 2,5 miliardi del settembre 2013, ai 3 miliardi di novembre fino all'ennesimo incremento varato oggi. Di certo però l'orientamento dei vertici della banca sembra del tutto ragionevole alla luce delle attuali condizioni di mercato. La discesa dello spread e l'effetto Renzi hanno infatti aumentato l'interesse dei fondi esteri per le aziende italiane, soprattutto per le banche. Lo dimostra, ad esempio, la facilità con cui la Fondazione è riuscita a piazzare in poche settimane larga parte della propria partecipazione. Proprio Palazzo Sansedoni dovrebbe essere comunque uno dei protagonisti del maxi-aumento in arrivo, seguendo l'operazione pro quota con un investimento di circa 125 milioni. (riproduzione riservata)


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Ubs, dieci gruppi petroliferi ai raggi X

Written By Unknown on Sabtu, 19 April 2014 | 15.11

I maggiori gruppi che operano nel business dei servizi petroliferi annunceranno nelle prossime settimane i risultati del primo trimestre 2014, che in maggioranza saranno deboli. Gli analisti della banca d'affari elvetica mettono quindi in evidenza le potenzialità al rialzo e i rischi ai ribasso legate all'andamento dei singoli titoli.

1) Technip. La società francese, specializzata nel settore delle costruzioni onshore e offshore, merita un prezzo obiettivo di 85 euro, che implica un potenziale di rialzo dell'11% dalle quotazioni recenti. Il rating è buy (comprare) per il gruppo, che ha già anticipato come l'inizio anno sia stato debole ma migliorerà da qui a dicembre. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 24 aprile.

2) TGS Nopec. Il gruppo norvegese ha accusato secondo gli analisti un calo del 10% degli utili nel primo trimestre, i cui risultati comunicherà il 24 aprile. I punti chiave sono le prospettive delle spese di esplorazione, lo scenario competitivo, la performance del business onshore Usa e l'aggiornamento del piano di buyback. Il target price è 186 corone, inferiore alla quotazioni attuale di 195, e il rating è neutrale.

3) Saipem. L'utile del primo trimestre, che sarà pubblicato il 24 aprile, evidenzierà un calo del 63% anno su anno e del 42% rispetto al trimestre precedente. Il titolo è correttamente valutato 16,50 euro contro una quotazione attuale di 17,70, con rating neutrale. Gli analisti hanno rivisto al ribasso le stime per tenere conto dei costi extra associati al progetto Roncador in Brasile.

4)Aker solutions. I risultati del primo trimestre della società norvegese, che saranno annunciati il 30 aprile, dovrebbero essere positivi ma gli spazi di rialzo del titolo sul listino di Oslo sono limitati. Il prezzo obiettivo di 96 corone si confronta infatti con una quotazione attuale di 93,70. Il rating è neutrale.

5) Subsea 7. La compagnia norvegese dovrebbe evidenziare un progresso degli utili trimestrali grazie alla migliorata performance in Brasile, che aveva invece causato perdite a fine 2013. Il target price di 125 corone è del 19% superiore alle quotazioni attuali, ma gli analisti hanno confermato il giudizio neutrale. I risultati saranno annunciati il 30 aprile.

6) Tenaris. Prezzo obiettivo di 41 dollari, inferiore alle quotazioni attuali di 44,6, per il gruppo quotato anche Piazza affari oltre che a Wall Street. Il rating è sell (vendere) perché il titolo ha maggiori rischi di ribasso che potenzialità di rialzo. Il mercato Octg entrerà infatti probabilmente in una condizione di sovraccapacità che limiterà l'espansione degli utili. I risultati del primo trimestre saranno comunicati il primo maggio.

7) CGG. Il management del gruppo francese ha già annunciato che il primo trimestre 2014 è stato peggiore dell'ultimo del 2013, e gli analisti della banca d'affari elvetica si aspettano che i risultati reddituali rimangano sotto pressione. Il prezzo obiettivo di 12 euro è di poco superiore alle quotazioni attuali (11,50 euro) e il rating è neutrale. I risultati sanno pubblicati il 7 maggio.

8) Vallourec. Il reddito operativo lordo (ebitda) del primo trimestre sarà in flessione nonostante i maggiori ricavi. I punti chiave sono il ritmo della ripresa in Brasile, i fondamentali del business industriale (25% dei ricavi) e l'aggiornamento del mix dei prodotti negli Stati Uniti. Il target price di 40,50 euro è inferiore alla quotazione attuale di 41. Il rating è neutrale. I risultati sanno annunciati il 7 maggio.

9) PGS. Rating buy (comprare) per il gruppo norvegese, che ha un potenziale di rialzo del 30% rispetto a un target price di 90 corone. Il primo trimestre, che sarà annunciato il 9 maggio, sarà debole, ma il titolo presenta buoni fondamentali e livelli di valutazione attraenti rispetto alla media.

10) Seadrill. Prezzo obiettivo di 200 corone, in linea con le quotazioni recenti, per il gruppo norvegese, che merita il rating neutrale. Gli analisti non si aspettano infatti notizie così positive da trainare al rialzo le quotazioni nel breve termine. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 30 maggio.


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Mps, il cda vara l'aumento da 5 miliardi

Il Monte dei Paschi alza l'importo dell'aumento di capitale, che diventa così una delle operazioni più importanti della storia bancaria italiana. Oggi il consiglio di amministrazione della banca senese, che si è tenuto a Milano, ha deliberato  di alzare l'asticella della ricapitalizzazione da 3 a 5 miliardi. La decisione è stata presa all'unanimità, sgombrando così il campo dalle indiscrezioni su possibili mal di pancia della Fondazione.

L'incremento della ricapitalizzazione, si legge nel comunicato, «ha lo scopo di dotare la banca di un buffer di capitale funzionale all'assorbimento di eventuali impatti negativi derivanti dal comprehensive assessment e continuare a far fronte agli impegni assunti nel piano. Inoltre, la maggior dimensione dell'aumento di capitale potrà consentire a Mps di accelerare la realizzazione del piano industriale 2013-2017, cogliendo al meglio le opportunità derivanti da una possibile ripresa delle condizioni macro-economiche e dell'attività bancaria e accelerare potenzialmente, in funzione degli esiti del comprehensive assessment, il rimborso integrale dei nuovi strumenti finanziari rispetto ai tempi concordati con la Commissione Europea», conclude la nota.

«Pensiamo di avviare l'operazione a metà giugno e di completarla a metà luglio senza ritardi sulla tabella di marcia», ha spiegato l'amministratore delegato Fabrizio Viola dopo la riunione del consiglio, aggiungendo: la banca potrà «confermare l'impegno di rimborsare nel 2014 tre miliardi dei cosiddetti Monti bond». L'aumento permetterà inoltre di garantire che la banca «non sarà nazionalizzata», ha concluso il banchiere.

Non è  la prima volta che l'aumento di Mps viene corretto al rialzo. Nel giro di pochi mesi si è passati dal miliardo previsto inizialmente nel piano di rilancio ai 2,5 miliardi del settembre 2013, ai 3 miliardi di novembre fino all'ennesimo incremento varato oggi. Di certo però l'orientamento dei vertici della banca sembra del tutto ragionevole alla luce delle attuali condizioni di mercato. La discesa dello spread e l'effetto Renzi hanno infatti aumentato l'interesse dei fondi esteri per le aziende italiane, soprattutto per le banche. Lo dimostra, ad esempio, la facilità con cui la Fondazione è riuscita a piazzare in poche settimane larga parte della propria partecipazione. Proprio Palazzo Sansedoni dovrebbe essere comunque uno dei protagonisti del maxi-aumento in arrivo, seguendo l'operazione pro quota con un investimento di circa 125 milioni. (riproduzione riservata)


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Wall Street cauta, indici poco mossi

Written By Unknown on Jumat, 18 April 2014 | 15.12

Wall Street ha chiuso contrastata, con l'indice Dow Jones poco al di sotto della parità (-0,1%), mentre lo S&P500 si è leggermente apprezzato (+0,18%) così come il Nasdaq (+0,23%).

A dare una mano è stato l'indice manifatturiero della Fed di Philadelphia, salito ai massimi degli ultimi sette mesi come segnalano gli esperti di Ig. Positive anche le letture dell'indice Philly e il dato sulle richieste di sussidi di disoccupazione. Mentre sul fronte delle trimestrali, risultati incoraggianti sono giunti da Morgan Stanley (+3,7%), General Electric (+2,2%), Goldman Sachs (+0,7%).

Sul listino da segnalare anche il balzo di Weibo, considerato come il Twitter cinese, che avanza del 25% il giorno dopo il deludente debutto in borsa. Flessione di Google (-2,7%) e Ibm (-3%) a causa delle trimestrali sotto tono diffuse ieri. Male anche United Health (-3,1%).


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Ubs, dieci gruppi petroliferi ai raggi X

I maggiori gruppi che operano nel business dei servizi petroliferi annunceranno nelle prossime settimane i risultati del primo trimestre 2014, che in maggioranza saranno deboli. Gli analisti della banca d'affari elvetica mettono quindi in evidenza le potenzialità al rialzo e i rischi ai ribasso legate all'andamento dei singoli titoli.

1) Technip. La società francese, specializzata nel settore delle costruzioni onshore e offshore, merita un prezzo obiettivo di 85 euro, che implica un potenziale di rialzo dell'11% dalle quotazioni recenti. Il rating è buy (comprare) per il gruppo, che ha già anticipato come l'inizio anno sia stato debole ma migliorerà da qui a dicembre. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 24 aprile.

2) TGS Nopec. Il gruppo norvegese ha accusato secondo gli analisti un calo del 10% degli utili nel primo trimestre, i cui risultati comunicherà il 24 aprile. I punti chiave sono le prospettive delle spese di esplorazione, lo scenario competitivo, la performance del business onshore Usa e l'aggiornamento del piano di buyback. Il target price è 186 corone, inferiore alla quotazioni attuale di 195, e il rating è neutrale.

3) Saipem. L'utile del primo trimestre, che sarà pubblicato il 24 aprile, evidenzierà un calo del 63% anno su anno e del 42% rispetto al trimestre precedente. Il titolo è correttamente valutato 16,50 euro contro una quotazione attuale di 17,70, con rating neutrale. Gli analisti hanno rivisto al ribasso le stime per tenere conto dei costi extra associati al progetto Roncador in Brasile.

4)Aker solutions. I risultati del primo trimestre della società norvegese, che saranno annunciati il 30 aprile, dovrebbero essere positivi ma gli spazi di rialzo del titolo sul listino di Oslo sono limitati. Il prezzo obiettivo di 96 corone si confronta infatti con una quotazione attuale di 93,70. Il rating è neutrale.

5) Subsea 7. La compagnia norvegese dovrebbe evidenziare un progresso degli utili trimestrali grazie alla migliorata performance in Brasile, che aveva invece causato perdite a fine 2013. Il target price di 125 corone è del 19% superiore alle quotazioni attuali, ma gli analisti hanno confermato il giudizio neutrale. I risultati saranno annunciati il 30 aprile.

6) Tenaris. Prezzo obiettivo di 41 dollari, inferiore alle quotazioni attuali di 44,6, per il gruppo quotato anche Piazza affari oltre che a Wall Street. Il rating è sell (vendere) perché il titolo ha maggiori rischi di ribasso che potenzialità di rialzo. Il mercato Octg entrerà infatti probabilmente in una condizione di sovraccapacità che limiterà l'espansione degli utili. I risultati del primo trimestre saranno comunicati il primo maggio.

7) CGG. Il management del gruppo francese ha già annunciato che il primo trimestre 2014 è stato peggiore dell'ultimo del 2013, e gli analisti della banca d'affari elvetica si aspettano che i risultati reddituali rimangano sotto pressione. Il prezzo obiettivo di 12 euro è di poco superiore alle quotazioni attuali (11,50 euro) e il rating è neutrale. I risultati sanno pubblicati il 7 maggio.

8) Vallourec. Il reddito operativo lordo (ebitda) del primo trimestre sarà in flessione nonostante i maggiori ricavi. I punti chiave sono il ritmo della ripresa in Brasile, i fondamentali del business industriale (25% dei ricavi) e l'aggiornamento del mix dei prodotti negli Stati Uniti. Il target price di 40,50 euro è inferiore alla quotazione attuale di 41. Il rating è neutrale. I risultati sanno annunciati il 7 maggio.

9) PGS. Rating buy (comprare) per il gruppo norvegese, che ha un potenziale di rialzo del 30% rispetto a un target price di 90 corone. Il primo trimestre, che sarà annunciato il 9 maggio, sarà debole, ma il titolo presenta buoni fondamentali e livelli di valutazione attraenti rispetto alla media.

10) Seadrill. Prezzo obiettivo di 200 corone, in linea con le quotazioni recenti, per il gruppo norvegese, che merita il rating neutrale. Gli analisti non si aspettano infatti notizie così positive da trainare al rialzo le quotazioni nel breve termine. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 30 maggio.


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Italcementi, DB alza il target price

Written By Unknown on Kamis, 17 April 2014 | 15.11

Deutsche Bank ha alzato sul titolo il prezzo obiettivo da 6 a 9 euro, confermando la raccomandazione hold. Il target price è stato aumentato dopo un aggiornamento temporale del modello di valutazione, anche se gli analisti hanno rivisto lievemente al ribasso le stime sull'eps 2015. La raccomandazione resta hold sulla base "della debolezza dell'upside potenziale", spiegano gli esperti.

Relativamente ai conti del primo trimestre 2014 che il gruppo pubblicherà l'8 maggio, Deutsche Bank si aspetta "un calo del fatturato del 2,9% anno su anno, che se si esclude l'impatto negativo del cambio potrebbe mostrare tuttavia una crescita dello 0,6% anno su anno. Questo dovrebbe tradursi in una riduzione dell'ebitda non ricorrente del 7%", con una perdita netta che dovrebbe comunque diminuire e attestarsi a "48 milioni di euro dagli 81 milioni di euro dello scorso anno". Poco dopo l'apertura di Piazza Affari il titolo Italcementi guadagna l'1,71% a 8,94 euro.


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Germania, -0,3% mese su mese prezzi produzione marzo

L'indice dei prezzi alla produzione in Germania a marzo è sceso dello 0,3% livello mensile e ha registrato una contrazione dello 0,9% su base tendenziale (invariato mese su mese e -0,7% anno su anno il consenso).

Lo ha reso noto l'ufficio di statistica tedesco aggiungendo che, a marzo, anche l'indicatore core è rimasto stabile su base mensile ed è sceso dello 0,3% a livello tendenziale.


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Ubi, per Mediobanca è outperform. Titolo sugli scudi

Written By Unknown on Rabu, 16 April 2014 | 15.11

Il titolo Ubi Banca saliva del 4,04% a 6,735 euro a Piazza Affari alle ore 9,45. Ubi Pramerica acquisirà la gestione delle riserve tecniche di Aviva Vita spa, avvierà la semplificazione della struttura dell'azionariato delle joint ventures Aviva Vita Spa e Aviva Assicurazioni Vita Spa e riacquisterà tutte le partecipazioni detenute dalle società controllate da Aviva Holding Italia Spa in Banca Popolare Commercio e Industria, Banca Popolare di Ancona e Banca Carime.

Nel frattempo, Mediobanca Securities ha alzato il prezzo obiettivo sull'azione da 5,9 a 8,10 euro, confermando la raccomandazione outperform. Gli analisti parlano di "multipli interessanti dopo la recente correzione", di "varie leve al lavoro sul net interest income", con un tasso di crescita del dato ad "elevata singola cifra" che per Mediobanca  è "possibile". Inoltre, secondo gli esperti, l'utile da commissioni è "sostenuto dall'asset management" e la stress analysis condotta dagli esperti sui ratio di copertura "indica che Ubi probabilmente è sopra l'8% di Common Equity Tier 1 ratio". Per Mediobanca i ratio patrimoniali "restano rassicuranti" (gli analisti stimano un Common Equity Tier 1 ex Basilea 3 a circa l'11% nel 2014, un ratio "appropriato"), ma la banca "dovrebbe continuare a perseguire la razionalizzazione delle minority".

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Giappone, produzione industriale febbraio confermata a -2,3%

Giappone, produzione industriale febbraio confermata a -2,3% - Milano Finanza

Industria

Giappone, produzione industriale febbraio confermata a -2,3%




La produzione industriale del Giappone di febbraio è stata confermata a -2,3% mese su mese.

Lo ha reso noto il Ministero dell'Economia, dell'Industria e del Commercio, aggiungendo che le scorte delle imprese sono state riviste al ribasso a -0,9% mese su mese dalla lettura preliminare che indicava -0,8%.




 
 



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Risanamento dimezza la perdita nel 2013

Written By Unknown on Selasa, 15 April 2014 | 15.11

Risanamento dimezza la perdita nel 2013. La società immobiliare ha chiuso il passato esercizio con un rosso di 72,9 milioni di euro rispetto ai -133,2 milioni del 2012. Il risultato ha beneficiato degli effetti positivi derivanti dalla contabilizzazione delle imposte anticipate connesse alle perdite pregresse delle società estere a seguito della cessione del portafoglio immobiliare parigino a Chelsified/Olayan per 1.225 milioni.

Anche il risultato operativo è negativo per 10,2 milioni, contro il dato positivo di 3,3 milioni del 2012, è sensibilmente influenzato dagli oneri non ricorrenti relativi alla composizione transattiva dei rapporti con Milanosesto spa (già Sesto Immobiliare spa) in relazione alla vendita dell'area ex Falck (circa 17,5 milioni di euro), nonché dagli effetti derivanti dalla revisione della stima degli oneri di bonifica relativi all'iniziativa Milano Santa Giulia legata essenzialmente all'applicazione della nuova normativa sui materiali di riporto (circa 14,4 milioni di euro). Mentre la posizione finanziaria netta, negativa per 1.824,4 milioni di euro, include il prestito obbligazionario convertendo per 274 milioni di euro e la valutazione del mark to market degli strumenti derivati di copertura (che al 31 dicembre ammonta a circa 94,4 milioni di euro negativi), è migliorata dai 1.912,8 milioni dell'anno prima (includeva il prestito obbligazionario convertendo per 267 milioni).

A seguito degli effetti derivanti dalla cessione del patrimonio immobiliare francese il risultato economico consolidato atteso per l'attuale esercizio risulterà essere in netta controtendenza rispetto all'andamento degli ultimi anni, tornando ampiamente positivo. Dopo i risultati e le previsioni positive per quest'anno, il titolo Risanamento cede lo 0,14% a 0,2136 euro a Piazza Affari.


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Petrolio, prezzi in moderato calo sui mercati asiatici

Petrolio, prezzi in moderato calo sui mercati asiatici - Milano Finanza

Industria

Petrolio, prezzi in moderato calo sui mercati asiatici




Le quotazioni del petrolio si presentano in moderato calo sui mercati asiatici. Si tratta di un aggiustamento tecnico, legato in parte al rafforzamento del dollaro, in quanto la tendenza resta al rialzo a causa delle tensioni tra Russia e Ucraina.

Il light crude Wti di New York cede 65 cent a 103,40 dollari al barile, il Brent di Londra arretra di 41 cent a108,66 dollari al barile.




 
 



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Ucraina, aumentano pressioni militanti filo-russi a Est

Written By Unknown on Senin, 14 April 2014 | 15.11

Attivisti pro-russi e militanti hanno esteso il proprio controllo nella zona orientale dell'Ucraina, inducendo il Governo di Kiev a mobilitare i soldati per evitare il ripetersi di una situazione in stile Crimea che aveva portato l'annessione della penisola a Mosca.

Gli Stati Uniti e gli alleati occidentali hanno detto che alcuni degli uomini armati che hanno partecipato all'occupazione di stazioni di polizia e altri edifici in numerose città durante il weekend potevano essere forze speciali russe senza uniforme.

Mosca ha negato ogni suo coinvolgimento nei disordini e ha denunciato l'uso da parte di Kiev di "una dura violenza contro i manifestanti", richiedendo un vertice di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

L'Ucraina ha risposto che verranno impiegate truppe armate per cacciare i terroristi, ma per fare ciò sará necessario un uso della forza molto più grande di quanto sia stato fatto finora.

La tensione crescente sta mettendo in pericolo la prospettiva di una soluzione pacifica sull'orizzonte diplomatico.

Il presidente ucraino Oleksandr Turchynov, parlando dell'uccisione di un funzionario, Hennadiy Bilichenko, ha detto che questo è solo un esempio di una "guerra scatenata dalla Federazione russa contro il Paese".


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Carburanti, prezzi senza variazione sulla rete

Fine settimana di tranquillità sui mercati e sulla rete carburanti. Prezzi raccomandati dunque senza variazioni. Sul territorio, prezzi praticati con movimenti locali, nelle microaree, dovuti a normali dinamiche di concorrenza, ma le medie nazionali non registrano variazioni di sorta.

Nel dettaglio, le medie nazionali della benzina e del diesel sono adesso a 1,807 e 1,716 euro/litro (Gpl a 0,744). Le "punte" in alcune aree sono per la "verde" fino a 1,852 euro/litro, il diesel a 1,757 e il Gpl a 0,765.

La situazione a livello Paese (sempre in modalità "servito"), secondo quanto risulta in un campione di stazioni di servizio che rappresenta la situazione nazionale per il Servizio Check-Up Prezzi QE, vede il prezzo medio praticato della benzina che va oggi dall'1,781 euro/litro di Eni all'1,807 di Q8 (no-logo a 1,675). Per il diesel si passa dall'1,698 euro/litro di Eni all'1,716 di Q8 e Tamoil (no-logo a 1,578). Il Gpl, infine, è tra 0,729 euro/litro di Eni e 0,744 di Tamoil (no-logo a 0,709).


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Etruria e Vicenza sono più vicine

Written By Unknown on Minggu, 13 April 2014 | 15.11

Popolare Etruria e Popolare Vicenza sono più vicine all'aggregazione. Le due banche hanno infatti raggiunto un'intesa sul processo "volto a disciplinare lo svolgimento di una fase di approfondimento congiunto. In particolare l'intesa raggiunta sul suddetto processo è volta a definire la struttura, le modalità, nonché le condizioni eventuali della possibile integrazione e prevede che, fino al 30 maggio prossimo, Banca Etruria si asterrà da altre analoghe trattative al fine di consentire a Banca Popolare di Vicenza di presentare entro tale termine un'offerta vincolante", si legge in una nota della popolare aretina. Dunque, niente offerta vincolante da parte dell'istituto del presidente Gianni Zonin ma trattative in esclusiva

Il percorso guidato da Banca Etruria a fianco degli Advisor - Rothschild, Lazard, Kpmg, Grande Stevens, Portale e Scotti Camuzzi - si focalizza "sulla volontà di continuare a mantenere il proprio ruolo di vicinanza al territorio d'elezione, di procedere verso la difesa del valore del marchio e a tutela degli interessi di tutti gli stakeholder con particolare riferimento a soci, dipendenti e clienti", conclude la nota.


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Allora togliamola dalla borsa

La Bpm tritatutto ha fatto un altro scalpo illustre. Dopo avere frullato la proposta di riforma piuttosto radicale dell'ex presidente Andrea Bonomi circa un anno fa, l'assemblea ha degli azionisti di sabato 12 aprile ha clamorosamente bocciato anche il progetto ibrido e comunque più soft elaborato dalla coppia Giarda-Castagna.

Allora erano stati i dipendenti soci a voltare le spalle al management e il no era abbastanza scontato alla vigilia anche per il muro contro muro che si era creato nelle settimane precedenti, questa volta sono stati i soci non dipendenti guidati da Piero Lonardi a bocciare a sorpresa il progetto di statuto sponsorizzato in primis dalla Banca d'Italia e che intendeva dare più spazio agli investitori istituzionali (pur conservando i principi guida della struttura popolare), incrementare i componenti del consiglio di gestione e ridurre quelli del cds.

Il no alla proposta, che avrebbe avuto bisogno del consenso dei due terzi dell'assise, rischia di determinare problemi collaterali di non poco conto in vista dell'aumento di capitale da 500 milioni che nell'idea dell'ad Castagna dovrebbe scattare a inizio maggio. Il management contava molto sull'apporto di investitori istituzionali e sul loro inserimento in modo stabile all'interno della compagine azionaria ma se i presupposti sono questi sarà difficile convincere i grandi capitali stranieri a mettere anche un piccolo cip in Piazza Meda. Non è un caso che Blackrock, che ha fatto incetta di azioni di banche italiane, abbia evitato Bpm come il peccato. E non è un caso che un socio storico come Credit Mutuel abbia deciso di dismettere la partecipazione nell'istituto milanese.

Gli azionisti delle banche italiane, anche i più conservatori, stanno cercando di rompere tabù secolari. La Fondazione Mps, per pagare i debiti, ha opportunamente ridotto la sua partecipazione nel Monte ai minimi termini, salvando i suoi conti e permettendo alla banca di afforntare l'imminente aumento di capitale con maggiore agio. E anche nel mondo popolare qualcosa si sta muovendo con le fusioni (obbligate) in arrivo e con il progetto di governance moderna che Ubi e Bper stanno per approvare. Solo in Piazza Meda non si sono resi conto che il mondo è cambiato e che la banca e il mercato hanno necessità di maggiore chiarezza, trasparenza e libertà d'azione per stare in piedi in un contesto sempre più competitivo.

E allora, se proprio non si riesce a creare una banca moderna e con regole interne equilbrate, per favore togliamola dalla borsa.


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New York (-0,87%) prosegue la serie negativa

Written By Unknown on Sabtu, 12 April 2014 | 15.11

Listini azionari statunitensi ancora in rosso dopo aver tentato vanamente un recupero a metà seduta. Tra gli esperti c'è chi teme che le correzioni a Wall Street potrebbero non essere terminate, sottolineando l'importanza del Pil cinese di settimana prossima in quanto un dato deludente potrebbe portare ad altri ribassi, anche consistenti.

L'indice Dow Jones ha ceduto lo 0,87%, l'S&P 500 lo 0,8% e il Nasdaq l'1,34%. Sul fronte delle trimestrali i conti di Jp Morgan hanno appesantito gli umori. Il titolo è arretrato del 3,6% dopo aver deluso le aspettative sia sul fronte degli utili sia su quello dei ricavi. Meglio Wells Fargo (+1%) che ha registrato un eps sopra le attese anche se i volumi sono risultati in calo.

Le indicazioni più chiare sui movimenti ribassisti arrivano dai fondamentali. I rapporti prezzo/utili di molte aziende tecnologiche sono ritenuti troppo elevati rispetto ai valori medi dell'indice generale e, in vista di risultati trimestrali in tono dimesso dopo l'avvio di anno incerto, si approfitta per vendere. L'incognita Cina e le tensioni in Ucraina fanno poi il resto.


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10 società Ue da guardare nel breve

Dieci società europee che nel breve termine potranno risentire in borsa di notizie positive o negative, che influenzeranno le loro performance borsistiche. Ecco il parere degli analisti di Morgan Stanley.

1) Barclays Bank. Potenziale di rialzo del 15 % rispetto al target price di 275 pence, che può però arrivare a 457 pence nell'ipotesi più ottimista, per il gruppo finanziario inglese. Il titolo, che è sceso del 16% negli ultimi tre mesi, sarà influenzato dalla strategia nel business dell'i-bank. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 30 aprile.

2) British Land. Rating overweight per la società inglese specializzata nel settore immobiliare, che comunicherà i risultati dell'intero esercizio il 14 maggio, e che beneficia della forte crescita degli affitti di uffici nei quartieri centrali di Londra. Il prezzo obiettivo è 750 pence, ma nello scenario bullish può arrivare a 980 pence.

3) Capgemini. Chance di rialzo del 20% rispetto al target price di 64 euro, che può però arrivare a 74 nell'ipotesi più ottimista, per il gruppo high-tech francese. Il titolo, che è salito del 6% negli ultimi tre mesi, sta migliorando i risultati. Quelli del primo trimestre saranno annunciati il 29 aprile..

4) Eurocash. Il titolo continua ad essere attraente in uno scenario di lungo periodo, ma nel breve può risentire di pressioni al ribasso (underweight), perché viene scambiato con un p/e più alto della media. Il prezzo obiettivo è 33 zloty ma nello scenario bullish può arrivare a 67.

5) Ford Otosan. Il 2014 sarà un anno difficile per il gruppo automobilistico turco, che è salito del 21% da metà marzo. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 25 o 29 aprile. Il rating è underweight, con prezzo obiettivo 18,5 lire turche.

6) Intercontinental hotels. Rating positivo per la catena di hotel  inglese, che comunicherà i risultati semestrali il 2 maggio, e che presenta valutazioni a sconto rispetto al settore, con un p/e 2015 intorno a 18, a fronte di un rendimento del free cash flow del 6%. Il prezzo obiettivo è 2.200 pence, ma nello scenario bullish può arrivare a 2.700 pence.

7) Loyds Banking group. Giudizio positivo, con target price 100p, che può salire a 149 pence nell'ipotesi più ottimista, per il colosso finanziario inglese. Il titolo, che è sceso del 13% negli ultimi tre mesi, sarà supportato dalla positiva revisione degli utili. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 1 maggio.

8) Shire. Rating overweight per la società farmaceutica inglese, che comunicherà i risultati trimestrali il 1 maggio, e che registrerà nel prossimo triennio una crescita (cagr) dell'8% dei ricavi e del 10% dell'utile per azione (eps). Il prezzo obiettivo è 33,70 sterline, ma nello scenario bullish può arrivare a 37,70.

9) Tele 2. Rischi di ribasso con target price di 75 corone per il gruppo di tlc svedese, che nel breve termine risente di uno scenario negativo pur avendo buone potenzialità nel medio termine, grazie al solido modello di business. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 25 aprile.

10) Thomas Cook. Rating positivo per la società inglese specializzata nel settore turismo, che comunicherà i risultati semestrali il 15 maggio. Il prezzo obiettivo è 235 pence, ma nello scenario bullish può arrivare a 330 pence. Stazionario la performance sul listino di Londra negli ultimi tre mesi.


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Spagna: -0,1% anno su anno inflazione marzo

Written By Unknown on Jumat, 11 April 2014 | 15.12

Spagna: -0,1% anno su anno inflazione marzo - Milano Finanza

Industria

Spagna: -0,1% anno su anno inflazione marzo




In Spagna l'indice dei prezzi al consumo definitivo è sceso dello 0,1% su base annuale a marzo dopo essere rimasto invariato a febbraio.

Lo ha reso noto l'ufficio di statistica spagnolo Ine, aggiungendo che l'indice dei prezzi al consumo armonizzato sempre per il mese di marzo è invece sceso dello 0,2% anno su anno, mentre il mese precedente era salito dello 0,1%.




 
 



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Igd lancia private placement bond da 150 milioni

Immobiliare Grande Distribuzione SIIQ (Igd) ha annunciato questa mattina un private placement di obbligazioni senior non garantite per un importo nominale complessivo di 150 milioni di euro. Il collocamento è rivolto esclusivamente a investitori qualificati. Morgan Stanley agirà in qualità di sole underwriter.

Le obbligazioni saranno emesse con un valore nominale unitario di 100.000 euro e multipli di 1.000 euro fino a un massimo di 199.000 euro, con scadenza gennaio 2019 e con una cedola fissa del 3,875% su base annua. La data di emissione è fissata per il 7 maggio. Alla data di emissione le obbligazioni saranno quotate nel listino ufficiale della borsa irlandese e ammesse alla negoziazione sul relativo mercato.

Il ricavato netto dell'emissione delle obbligazioni sarà destinato al rifinanziamento di parte dell'indebitamento della società nonché al perseguimento di generali finalità, incluso il reperimento delle risorse necessarie per finanziare gli investimenti previsti dalla pipeline 2015.

"Questa operazione conferma il forte interesse verso il real estate italiano da parte di interlocutori esteri, in linea con il trend registrato negli ultimi mesi che peraltro ci ha già visto protagonisti di alcune operazioni", ha commentato l'ad, Claudio Albertini. A Piazza Affari il titolo Igd scambia a 1,287 euro in calo dell'1%.


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Cina, nasce la super Borsa da 3,8 miliardi di dollari

Written By Unknown on Kamis, 10 April 2014 | 15.11

Borse cinesi scoppiettanti: Shanghai +1,37%, Hong Kong +1,07%.  Gli investitori sono in fibrillazione dopo l'annuncio che le due grandi Borse cinesi, Shanghai e Hong Kong, che muovono 3,8 miliardi di dollari al giorno, potranno passarsi gli ordini l'un l'altra, mentre ora lavorano in maniera separata. Lo ha anticipato nelle scorse ore il premier Li Keqiang dicendo che il Paese aprirà ulteriormente i suoi mercati dei capitali  attraverso un'operazione di "connessione automatica fra i listini di Hong Kong e Shanghai".

Secondo la China Securities Regulatory Commission, gli investitori potranno trattare 10,5 miliardi di yuan di azioni quotate a Hong Kong attraverso la Borsa di Shanghai e 13 miliardi di yuan di azioni di Shanghai attraverso Hong Kong. Ovvero il 21% del valore quotidiano di azioni comprate e vendute a Hong Kong lo scorso anno, o anche il 14% delle contrattazioni quotidiane dello Shanghai Composite Index, secondo dati elaborati da Bloomberg. "L'operazione avrà un impatto significativo sul mercato di Hong Kong, perché vale circa il 20-25% del turnover quotidiano", ha commentato a Bloomberg Sam Chi Yung,  strategist di Delta Asia Securities.

Nelle scorse settimane erano circolate analisi sui progetti della Cina di dare maggiore apertura al capitale estero, permettendo agli investitori stranieri di acquistare più titoli sul mercato cinese e nel contempo dare il via libera agli investitori locali di investire nelle Borse estere attraverso il listino di Shanghai. Per ora nulla si è concretizzato, ma le speranze restano.

In spolvero le società finanziarie e legate al brokeraggio come First Shanghai Investments, che è cresciuta del 13%, mentre  Haitong International Securities Group è balzato del 9%,  bene anche Guotai Jun'an International Holdings (+ 7,3%), Shenyin Wanguo  (+6,2%), China Galaxy Securities (+5,3%).


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Francia, +0,4% mese su mese inflazione marzo

L'indice dei prezzi al consumo in Francia a febbraio ha registrato un rialzo dello 0,4% a livello mensile e un aumento dello 0,6% su base annuale a fronte di un consenso del +0,5% mese su mese e +0,6% anno su anno.

Lo ha reso noto l'ufficio di statistica spiegando che, sempre a marzo, i prezzi degli alimenti sono saliti dello 0,2% a livello mensile e sono diminuiti dello 0,2% su base annuale.


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Equitalia nella bufera, otto arresti

Written By Unknown on Rabu, 09 April 2014 | 15.11

Equitalia nella bufera, otto arresti - Milano Finanza

Politica

Equitalia nella bufera, otto arresti




Bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e riciclaggio ai danni di Equitalia: sono alcune tra le ipotesi di reato che vengono contestate a otto persone arrestate dai finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma. Le manette sono scattate anche per un funzionario di Equitalia-sud Lazio. A disporre le misure cautelari i giudici di Roma che hanno firmato l'ordinanza per decine di perquisizioni , tutt'ora in corso negli uffici di Equitalia di Lazio, Campania e Calabria. Equitalia avrebbe subito una truffa pari a 17 milioni di euro. Le indagini ipotizzano una raggiro messo in piedi da imprenditori che, attraverso prateche corruttive e avvalendosi si alcuni professionisti, sarebbero riusciti ad ottenere prima la rateizzazione dei propri debiti con l'erario e poi la cancellazione.




 
 



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Difesa: Renzi, è settore dove si può tagliare

Difesa: Renzi, è settore dove si può tagliare - Milano Finanza

Politica

Difesa: Renzi, è settore dove si può tagliare




"Oggettivamente è un settore dove si può tagliare", scrive su Twitter Matteo Renzi, rispondendo a un follower a cui fa presente che i tagli sono conseguenza di una riflessione sugli sprechi e non vanno confusi "con le giuste ambizioni". Renzi ha interagito con i suoi follower su Twitter prima di partire per Verona dove è atteso per la giornata conclusiva del Vinitaly.




 
 



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Dietrofront di Piazza Affari, Enel si difende

Written By Unknown on Selasa, 08 April 2014 | 15.11

Fallisce il tentativo di recupero di Piazza Affari. Dopo un avvio positivo, ora l'indice Ftse Mib ha virato al ribasso  e segna un calo dello 0,3% a quota punti. Sono in rosso anche le altre borse europee: Parigi -0,11%, Francoforte -0,20%, Londra -0,21%. Il rendimento del Btp decennale sale al 3,21% dal 3,18% di ieri e lo spread è in allargamento a quota 166 punti base.

Poco mosso il cambio euro/dollaro, a 1,3761. Si tiene a distanza dal minimo di 1,3672 toccato nella seduta di venerdì scorso, sull'onda delle aperture esplicite all'ipotesi di quantitative easing fatte da Mario Draghi nella conferenza stampa seguita al meeting mensile della Banca centrale europea.

Ieri, tuttavia, l'esponente del direttivo della Bce, Yves Mersch, ha sottolineato che Francoforte si sta attrezzando per farsi trovare pronta in caso di bisogno ma che un allentamento monetario è ancora possibile tramite strumenti convenzionali e che ancora tempo dovrà passare prima che possa essere eventualmente attivato un programma di QE "Rimaniamo cauti sulla possibilità che la Bce agisca veramente e in quantità sufficiente", si legge in una nota di JP Morgan. "Quindi un QE appare ancora una prospettiva distante".

A spingere al ribasso l'indice Ftse Mib sono le banche tra cui Unicredit (-1,04%), Intesa Sanpaolo (0,23%), Mps (-1,66%), il Banco Popolare (-1,31%), le assicurazioni come UnipolSai (-0,5%) e Mediolanum (-1,36%). Resistono alle vendite Ferragano (+1,28%), Campari (+0,74%) ed Enel (+1,02% a 4,146 euro) che ha annunciato due accordi: il primo in Cina con State Grid Corporation of China e il secondo negli Stati Uniti con Cheniere Energy.

L'accordo in Cina è per creare una joint venture con il gigante cinese con l'obiettivo di sfruttare le reti elettriche intelligenti, ridurre le emissioni di CO2, risparmiare energia, migliorare il know-how nelle rinnovabili. Inoltre, Enel avrà un accesso privilegiato, attraverso la jv, ai mercati emergenti come il Vietnam, l'Indonesia e la Corea.


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Francia, cala a febbraio il deficit commerciale

Migliora la situazione dei conti con l'estero della Francia. A febbraio la bilancia commerciale ha registrato un deficit pari a 3,36 miliardi di euro, in deciso calo dal rosso di 5,61 miliardi registrati nel mese precedente. Lo comunica l'Ufficio doganale francese. Le esportazioni sono scese a 36,241 miliardi da 36,310 miliardi, mentre le importazioni sono calate a 39,609 miliardi da 41,923 miliardi.


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Piazza Affari corregge, Unicredit sotto i riflettori

Written By Unknown on Senin, 07 April 2014 | 15.11

Le borse europee aprono la prima seduta della settimana in calo, sulla scia delle massicce vendite a Wall Street di venerdì scorso. Per oggi non ci sono dati macroeconomici rilevanti in agenda se non la produzione industriale a febbraio in Germania, pubblicata poco prima dell'apertura dei mercati: ha mostrato un +0,4% mese su mese, oltre il +0,3% previsto dal consenso degli economisti, e un +4,8% anno su anno.

Lo spread Btp/Bund scende a 161 punti base (tasso al 3,16%). Nuove indicazioni rispetto alle possibili mosse di politica monetaria della Bce potrebbero arrivare dal membro del direttivo Bce Yves Mersch, di cui è in programma un intervento in mattinata, e dal vicepresidente, Vitor Constancio, che nel pomeriggio presenta il rapporto annuale dell'istituto al parlamento europeo. In serata il Tesoro comunicherà l'importo dei Bot in asta giovedì, mentre domani sarà la volta di quantitativi e tipologie dei collocamenti a medio lungo termine.

A Piazza Affari il Ftse Mib arretra dello 0,82% a quota 21.992 punti. Sandro De Poli, presidente e ad di GE Italia, si è chiamato fuori dalla rosa di candidati per le nomine ai vertici di Eni (-0,55% a 18,20 euro). Mentre il presidente di GE Europe, Nani Beccalli-Falco, interpellato in merito si è dichiarato "felicissimo impiegato" del gruppo Usa.

La controllata Saipem (-0,73% a 17,61 euro) risente ancora del fatto di aver perso nell'Oceano Atlantico 2,3 chilometri di tubi d'acciaio. Invece Finmeccanica (-1,44% a 7,16 euro) e Ansaldo Sts (sospesa per eccesso di ribasso con un teorico -6,55%) flettono sulle dichiarazioni del presidente di GE Europe, Nani Beccalli-Falco, il quale ha detto di non vedere margini per un accordo con Finmeccanica sull'acquisizione di Ansaldo Sts.

Quanto alle banche italiane, dopo l'additional Tier 1 (AT1) lanciato da Unicredit, la prima emissione di questo genere di una banca italiana, Fitch ritiene che altri istituti, più probabilmente i campioni nazionali, emetteranno nel medio periodo ibridi Basel III compliant.

Intanto mentre la controllata di Unicredit (-0,81% a 6,77 euro), Hvb, sta valutando una serie di opzioni per il broker online Dab Bank, inclusa una possibile vendita, secondo indiscrezioni di venerdì, l'ad di Piazza Cordusio, Federico Ghizzoni, ha confermato che Fineco arriverà in borsa entro luglio e che l'istituto sta cercando di vendere l'attività di recupero crediti anomali (UCCMB), spiegando che c'è un forte interesse degli investitori.

Sarebbero, infatti, pervenute almeno tre offerte: Fortress/Prelios, Cerberus/Jupiter e Goldman Sachs/Deutsche Bank/Tpg. Mentre secondo alcune fonti di stampa la Fondazione Crt ha intenzione di riorganizzare le proprie partecipazioni e quest'anno rivedrà gli impegni in Unicredit, portando la propria quota sotto il 2,5%.

Mps segna un -1,20% a 0,28 euro. La Fondazione Mps ha informato che l'accordo parasociale stretto con Fintech e Btg Pactual sul 9% del capitale della banca prevede un lock-up di 24 mesi per le quote apportate dall'ente senese e da Fintech, e di 16 mesi per la quota in mano a Btg.

Con la recente cessione di una quota a due fondi sud americani, la Fondazione Mps ha fatto una scelta di stabilità e con il patto parasociale che sarà siglato dà un segnale di volontà di accompagnamento della banca, secondo il presidente dell'istituto senese, Alessandro Profumo. Il presidente della Fondazione, Antonella Mansi, si è augurato che intorno al patto di sindacato della banca si uniscano nuovi investitori, che potrebbero arrivare con l'aumento di capitale.

Si riunisce oggi il consiglio di sorveglianza sul bilancio di Intesa Sanpaolo (-0,77% a 2,56 euro) di cui JP Morgan ha alzato il prezzo obiettivo da 1,83 a 2,50 euro, confermando la raccomandazione neutral. Invece potrebbe essere la Popolare Emilia (-2% a 9,38 euro) il prossimo istituto a lanciare un aumento di capitale, per un ammontare intorno ai 500 milioni. Si ricorda che oggi non è consentita l'immissione di ordini senza limite di prezzo sulle azioni risparmio di Banca Carige.


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