Di Francesca Gerosa
Il titolo Fiat si riprende a Piazza Affari dopo la sentenza della Corte Usa sul contenzioso con il fondo Veba sul prezzo per l'acquisto della quota in Chrysler. Il titolo, sceso fino a un minimo a quota 5,875 euro in apertura, si stabilizza ora a quota 6,055 euro (+0,33%). La Corte del Delaware ha deciso che Fiat ha diritto di acquistare una parte della partecipazione di Veba in Chrysler in più tranche a un prezzo da determinarsi secondo una formula "predefinita" nell'ambito della causa con il fondo pensione del sindacato Usa.
Fiat ha preso atto della decisione della Corte Usa che le assegna una vittoria parziale nella controversia con il fondo sul valore di Chrysler. "Con la sua decisione, la Corte del Delaware ha accolto, senza ulteriore istruttoria, le domande di Fiat su due delle questioni più rilevanti della causa", recita una nota della casa torinese.
"La decisione del giudice di non fissare un prezzo per il 3,3% di Chrysler è una cattiva notizia, perché può ritardare il raggiungimento di un accordo di 3/9 mesi", avvertono gli analisti di Banca Akros (hold e target price a 6 euro confermati sul titolo Fiat).
La Corte ha però anche completamente rigettato le richieste di Veba di pronuncia senza istruttoria, compresa quella secondo cui Veba non potrebbe vendere la sua partecipazione in Chrysler al prezzo risultante dagli accordi "a causa dei divieti contenuti nelle Department of Labor's Prohibited Transaction provisions". E questo per gli analisti è positivo in quanto rende l'acquisto delle quote di minoranza di Chrysler da parte di Fiat più conveniente per il Lingotto.
Per gli esperti di Banca Akros la valutazione del 41,5% di Chrysler in mano al fondo oscilla intorno a 1,8 miliardi di euro. "Riteniamo che da un lato Fiat possa acquistare il 16,6% di Chrysler a un prezzo più economico, ma quando è ancora un punto interrogativo", spiegano alla banca. "Dall'altro lato Veba ha tutto l'interesse a procedere con un'Ipo a meno che Fiat intenda pagare di più per il resto della quota, il 24,9%. La notizia può dunque avere conseguenze negative nel breve termine".
Da parte sua il Lingotto auspica che attraverso l'istruttoria richiesta dalla Corte "possano essere presto risolte le poche questioni ancora aperte nel contenzioso e continua ad avere fiducia nel fatto che anche tali residue questioni saranno risolte in suo favore". Comunque in borsa il titolo Fiat è ancora frenato dal profit warning di Chrysler, anche se la casa torinese ha confermato i suoi target 2013.
Per gli analisti di Mediobanca Securities l'azione incorpora un certo appeal speculativo per il deal con Chrysler, che però è tutt'altro che certo, soprattutto in termini di tempi. "Anche se siamo più positivi sull'Europa, la valutazione tratta a un premio consistente rispetto ai competitor e quindi manteniamo il rating neutral su Fiat con un target price a 6,3 euro".
Anche gli analisti di JP Morgan, pur alzando stamani il target price su Fiat da 6 a 6,6 euro, hanno ribadito il rating neutral in quanto vedono ancora rischi per i volumi di mercato e difficoltà persistenti per quanto concerne i prezzi. Ciò nonostante, il broker ha aumentato le stime sul gruppo (eps 2013 da 0,27 a 0,29 euro per azione, ricavi da 86,6 miliardi a 88,81 miliardi e utile netto da 336 a 362 milioni) fiducioso sul fatto che i problemi produttivi in ??nord America verranno risolti e che l'Europa possa tagliare le perdite più velocemente del previsto.