L'incertezza domina i mercati europei, che hanno provato a recuperare dopo i crolli di giovedì 15, ma gli analisti della banca d'affari francese hanno le idee chiare sulle società da comprare e su quelle da evitare nelle prossime settimane. Ecco prezzi obiettivo e rendimenti attesi in un'ottica di investimento a un anno.
I titoli da comprare:
1) Intesa San Paolo. Giudizio positivo per il gruppo bancario (38,5 miliardi di euro di capitalizzazione) guidato da Carlo Messina, che ha un margine di crescita del 15% rispetto a un target price di 2,70 euro. Il rendimento della cedola è stimato in calo dal 3,4% del 2013 al 2,6% del 2015, per poi recuperare il prossimo anno (3,8%). Il titolo, che ha negli ultimi 12 mesi è salito del 60%, viene scambiato a sconto (p/bv 2014 di 0,75) rispetto ai competitor, mentre ha dimostrato anche con gli ultimi dati trimestrali di riuscire a battere il consensus dei mercato nelle voci chiavi e di migliorare la qualità degli asset.
2) Novartis. Rating buy per il colosso farmaceutico elvetico, che capitalizza 192,7 miliardi di franchi svizzeri, perché nonostante le incertezze legate alla controversia con Sun Pharmaceuticals che dura da diversi mesi la società è comunque in grado di generare un elevato cash flow. Il titolo, che è salito dell'8% negli ultimi tre mesi, merita un target price di 91 franchi, che lascia spazio a un margine di rialzo del 14%, mentre il dividend yield è stimato 2,9% nel 2014 e 3,2% nel 2015.
3) STMicroelectronics. Parere positivo anche sulla società tecnologica francese, che capitalizza 8,5 miliardi di euro. Le stime per quest'anno indicano un aumento dei ricavi del 5,6% dopo il calo del 2013, a fronte di un margine reddituale netto (ebit) che dovrebbe toccare il 10% a metà 2015, con i risultati trimestrali che hanno rafforzato la fiducia degli investitori. Il target price indicato dagli analisti a quota 11 euro corrisponde a un upside del 13,3%, mentre il rendimento della cedola è 4,2% nel 2014 e 4,6% nel 2015. Negli ultimi tre mesi ha messo a segno una performance del 14%.
4) Vivendi. Nonostante l'annuncio di risultati trimestrali inferiori alle attese, con il reddito operativo lordo (ebita) che è sceso dell'11%, gli analisti ritengono che alle quotazioni attuali il gigante francese dei media, che capitalizza 25,4 miliardi di euro, meriti il rating buy, perché le potenzialità di rialzo (del 20% circa rispetto al prezzo obiettivo di 23 euro) siano superiori ai rischi di ulteriore ribasso. Il titolo, che ha perso quasi l'8% negli ultimi tre mesi, ha anche basso rendimento della cedola (intorno all'1,5% nel 2014 e 2015).
5) Aviva. Prezzo obiettivo 580 pence, contro una quotazione recente di 531 (+9%) per il gruppo assicurativo inglese (16,3 miliardi di sterline di capitalizzazione), che ha un dividend yield 2014 del 3%, in aumento al 3,9% nel 2015. La trimestrale ha dimostrato la capacità del management di realizzare solidi risultati, nonostante i cambiamenti nella regolamentazione del sistema pensionistico in Gran Bretagna. A trainare il titolo al rialzo saranno i tagli dei costi superiori alle attese e i continui progressi sul fronte operativo.
I titoli da evitare:
1) Generali. Rating sell per il Leone di Trieste, che è correttamente valutato secondo gli analisti 14 euro per azione. Sebbene il piano di ristrutturazione portato avanti dal nuovo management sia ambizioso e abbia in prospettiva un impatto positivo sulla performance, l'azione tratta a premio rispetto al settore (con un p/e 2014 di 13 contro 10,5 della media) e gli utili sono soggetti a forti pressioni al ribasso, a causa della competizione più agguerrita nel segmento auto e della progressiva riduzione degli spread nel ramo vita, soprattutto in Germania ed Italia. Il titolo, che capitalizza 25,7 miliardi di euro, è salito dell'11% negli ultimi 12 mesi.
2) Merck Kgaa. Le possibilità di ribasso sono maggiori alle chance di crescita per il gruppo farmaceutico tedesco, che capitalizza 26,8 miliardi di euro. In passato ha beneficiato dei cambiamenti apportati fra il 2012 e il 2013, ma ci sono pericoli che gravano nel breve termine (impatto valutario negativo) e questioni di lungo termine come la crescita di Erbitux e Rebif a causa del probabile aumento della pressione competitiva. Il target price è 122 euro, mentre il dividend yield 2014 è stimato 1,7%.
3) Kbc. Molte incognite gravano sul futuro delle banca belga (18,7 miliardi di euro di capitalizzazione), che ha annunciato risultati trimestrali in linea con le attese. I fondamentali sono solidi ma il titolo tratta con multipli troppo elevati, visto che viene scambiato 1,6 volte il tbv (total book value) 2014, un livello che è raggiunto solo dagli istituti svedesi. La valutazione eccessiva lascia quindi il titolo esposto a pericoli di ribasso, conseguenti a qualsiasi notizia sfavorevole. Il prezzo obiettivo è 46 euro.
4) Bouygues. Giudizio negativo (sell) per l'operatore di tlc francese, che è correttamente valutato secondo gli analisti 21 euro per azione poiché la trimestrale ha dimostrato che i risultati risentono di forti pressioni e c'è scarsa visibilità sulla futura strategia. Il management ha dichiarato che un nuovo piano di riduzione dei costi sarà implementato per il 2014-2016 e che diverse opzioni m&a sono sul tavolo. Il titolo, che capitalizza 10,5 miliardi di euro, è salito del 54% negli ultimi 12 mesi.
5) Oao Mechel. Rating sell per il gruppo minerario russo, che sta incontrando crescenti difficoltà sia sul fronte interno che su quello estero. Il target price è 2 dollari, ma potrebbe essere corretto ulteriormente all'ingiù. Il titolo, che capitalizza 970 milioni di dollari, ha lasciato sul terreno il 45% del suo valore nell'ultimo anno. Le possibilità (scarse) di recupero della quotazione sono legate alla ripresa dei prezzi del carbone, a nuovi tagli dei costi, alla cessione di asset non strategici e al deprezzamento del rublo.