Di Francesca Gerosa
Questa sarà una settimana cruciale per il governo italiano. In attesa che mercoledì si voti la fiducia al governo Letta, Giovanni Zanni, a capo del team di ricerca economica del Credit Suisse, non può fare a meno di notare i commenti contrastanti arrivati dai membri del partito di Silvio Berlusconi.
"Oltre all'indignazione generale dei giornali italiani, tra cui quelli più vicini agli industriali, la decisione di ritirare il sostegno al governo ha ricevuto commenti contrastanti da membri chiave del Pdl, anche tra i ministri che hanno accettato di rassegnare le dimissioni a seguito della richiesta di Berlusconi", osserva Zanni.
Il commento più sconcertante è stato quella del vice premier e attuale segretario del Pdl, Alfano, il quale ha detto che, se il partito sarà preso in consegna dagli estremisti, egli sarà pro Berlusconi "in una forma differente", alludendo forse al fatto che potrebbe formare un partito di centro-destra più moderato.
Nel complesso, a detta dell'esperto del Credit Suisse, questo suggerisce che il Pdl potrebbe dividersi o almeno alcuni parlamentari del partito potrebbero lasciare e sostenere ancora un governo Letta o un governo simile, ad esempio sotto il ministro dell'Economia, Saccomani, o sotto il presidente del Senato, Grasso. Questo a sua volta potrebbe rappresentare una svolta nella politica italiana e forse il primo passo verso un'era post Berlusconi.
"La situazione è chiaramente estremamente fluida e molto può succedere, tra cui un passo indietro sorprendente da parte di Berlusconi, anche se devo ammettere che sembra improbabile in questa fase", aggiunge Zanni secondo il quale lo scenario più probabile è che Letta trovi il sostegno sufficiente per mantenere la maggioranza in Parlamento.
"I nostri calcoli suggeriscono che avrà bisogno del sostegno di parlamentari solo di alcuni membri del Pdl per essere in grado di continuare almeno fino alla prossima primavera o più, a seconda del sostegno complessivo e della qualità dei punti del programma. Su tutte queste questioni chiave, ne sapremo di più da mercoledì", ricorda l'esperto.
Se invece Letta non ottiene la fiducia in parlamento, o se si dimette prima, il presidente della Repubblica dovrà ancora provare a vedere se c'è il supporto in Parlamento per un governo. Napolitano potrebbe anche decidere di dimettersi se non viene trovata alcuna maggioranza, lasciando a un nuovo presidente la ricerca di un nuovo governo o la decisione di andare alle elezioni. "Le elezioni anticipate sono una possibilità ma la meno probabile, è l'ultima ratio, a questo punto, se tutto il resto fallisce", prevede Zanni.
Per quanto riguarda la reazione del mercato chiaramente l'esperto del Credit Suisse si aspetta oggi volatilità, incertezza e qualche ulteriore allargamento degli spread, in aggiunta alla reazione negativa accumulata nel corso delle ultime settimane, ma le cose potrebbero andare in entrambe le direzioni in seguito. Il fatto che le indagini sulle imprese stiano mostrando un certo netto miglioramento dovrebbe mettere un tappo alla volatilità per ora. Invece un downgrade, se si materializzasse a causa della crisi politica, molto probabilmente avrebbe un effetto opposto sugli spread.
Da notare che l'impatto della crisi dovrebbe essere limitato sulle finanze pubbliche. L'incapacità decisionale della politica è infatti controbilanciata dalla presenza di misure già in atto che copriranno la maggior parte del gap fiscale necessario per raggiungere l'obiettivo di disavanzo (3% del pil). "Crediamo quindi che lo slittamento a causa dell'incertezza e della mancanza di un governo sarebbe limitato a circa 1/2 pp", conclude Zanni.